LA STORIA DEI PRESCELTI

 

 

1 - L’INIZIO DI TUTTO – LA VOLPE NERA

 

 

Capitolo 1

 

Era una giornata come tante altre… almeno così sembrava…

In una piccola cittadina, stava per compiersi qualcosa di speciale. Naturalmente, nessuno poteva immaginare e né sapere che proprio in quel posto apparentemente così normale, quattro ragazzi, e non solo, erano destinati a diventare degli eroi… Degli eroi chiamati a proteggere ed a difendere l’intero genere umano ed anche qualcosa di più.

 

Era la vigilia di Halloween. Ralph, uno di quei ragazzi, aveva fatto uno strano sogno, ma non ne voleva parlare. “…E’ difficile dire certe cose! E poi… a chi mai può interessare un sogno…”, pensava tra sé e sé il poveretto.

Ma a volte, il destino è strano! Infatti, Ralph, quella sera aveva appuntamento con altri due suoi amici, Joseph e Michelle per vedere un film e mangiare qualcosa insieme per festeggiare quella stravagante festività. Ralph era il più grande. Già lavorava ed era in possesso dell’automobile, così, prima si recò a prendere Jospeph, e poi andarono insieme a casa di Michelle, senza pensarci su. Ralph e Michelle erano vicini di casa.

Michelle accolse i suoi due amici con molta festa! Era una di quelle serate che doveva portare gioia ed allegria, ma che alla fine portò i nostri amici qualcosa di molto diverso. Infatti, Joseph non aveva nessuna intenzione di vedere quel film. Si inventò un nuovo passatempo… Era la festa delle streghe… e di queste cose bisognava parlare; così, si decise di organizzare da prima un dibattito sul paranormale, che sfociò in un tentativo di fare una seduta medianica. Fu proprio lui a suggerirlo ed a voler tentare l’esperimento, ma Ralph e Michelle, non erano molto d’accordo. “Allora siete dei fifoni…” Commentò Joseph,  e Ralph, guardando negli occhi l’intrepido amico disse: “No! Non lo siamo! Ma può essere pericoloso Joseph! E poi… io stanotte ho fatto un sogno molto strano… non vorrei… non vorrei…” Michelle volle sapere che sogno aveva fatto l’amico, ma quello non rispose.  Infine, però,  la seduta si fece lo stesso!

 

I poveretti, intorno ad un tavolino a tre piedi, trovato per l’occasione in cantina, con le mani unite e le luci spente, cercarono di evocare qualche spiritello! Loro pensavano di scherzare! Non pensavano che quel gesto sarebbe stato per loro un inizio… Un inizio molto particolare! Si sa! Facendo certe cose si possono aprire delle porte… Accesero la luce, e sul tavolino che non si era mosso, videro incisa sul legno la seguente frase: ‘ TUTTO HA INIZIO… L’ELITE ‘. Lì per lì, non ci diedero molto peso! Era evidente che la parola prima non era presente su quel legno! Tutti i presenti pensarono che era stato uno di loro ad inciderla, ma non era così! Non poteva esserlo! Non ci pensarono più, ma Joseph era agitato. Già da qualche giorno, egli aveva assistito a strani fenomeni che lo riguardavano. Vedeva un puntino rosso quando guardava fisso in un punto, e poi, sentiva molto caldo nonostante fosse quasi inverno! Quella incisione su quel tavolo lo impressionò! Non era che l’ultima stranezza, ma, tuttavia, non collegò tutto questo allo strano sogno fatto Ralph. 

Ormai, si era fatto molto tardi, e Joseph, doveva andare a dormire dalla nonna, quindi, invitò Michelle e Ralph ad accompagnarlo. Così, i nostri tre amici uscirono, e siccome la casa della nonna di Joseph era vicina, non andarono in macchina, preferirono fare una passeggiata, anche perché, volevano prendere un po’ d’aria.

 

 

 

Capitolo 2

 

Camminarono per un po’ lungo la strada che doveva condurli alla casa dove stava la nonna di Joseph. Egli, essendo il nipote più grande (aveva un fratellino), dopo la morte del nonno, aveva deciso di dormire a casa della nonna per farle compagnia. Questa decisione fece piacere anche ai suoi genitori che, considerandolo un ragazzo responsabile, accolsero la sua richiesta con orgoglio.

 

Ormai, erano quasi arrivati. Joseph, comunque, sembrava essere stralunato. Già da qualche minuto, aveva lo sguardo fisso in terra. Ralph e Michelle se ne accorsero e gli domandarono cosa avesse: “Nulla! Sono solo un po’ stanco! Ecco tutto!” Rispose quello, ma i due amici non vollero crederci. Joseph era stato sempre un ragazzo dinamico! Non era da lui estraniarsi in quel modo.

La casa della nonna era proprio sulla strada principale! Davanti, solo un negozio scarpe che era chiuso visto l’orario. Ralph e Michelle, prima di andare via, vollero fermarsi un po’ lì davanti, ma stranamente, Joseph disse: “Io non posso restare! Mi sento molto stanco! Preferisco andare a letto… e poi domani devo alzarmi presto… comunque domani ci vedremo! Ciao!” E così, attraversando la strada arrivò davanti la porta della nonna. Non c’era nessuno in giro. La città sembrava deserta. Joseph, girò la chiave nella serratura, ed, ancora salutando a mano aperta Ralph e Michelle, entrò dentro e chiuse.

I due amici, restando da soli, decisero d’aspettare ancora un po’. Quindi Ralph, si accese una sigaretta e disse a Michelle: “Non era lui… non era lui stasera! Joseph non si è mai comportato così! Tu cosa ne pensi Michelle?” Quello, guardandolo come per dargli ragione disse: “Anche a me è sembrato molto strano… però… boh… Forse gli avrà fatto paura la seduta spiritica…” Ralph, lo guardò come per prenderlo in giro e gli disse ridendo: “Mai quanto ha fatto paura a te… AHAHAHA! Volevi scappare via… se non fosse stato perché eri a casa tua te ne saresti andato…” Ma Michelle, volle ribattere: “Io! Io sono figlio di uno psicologo! Non posso aver paura di certe cose… e poi… e poi io non ci credo!”

 

All’improvviso, udirono aprire una imposta. Era Joseph che, essendo arrivato al piano superiore della casa, aveva aperto il balcone. Non ce la fece ad andare subito a dormire, e così si affacciò per fumare una sigaretta anche lui. Non voleva svegliare la nonna che dormiva nella stanza attigua alla sua. Vide Ralph e Michelle e disse: “Ancora siete qui? Non siete ritornati a casa?” Quelli risposero di no.  Allora, prese l’accendino e sorridendo provò ad accendersi la sigaretta,  quando, improvvisamente la sigaretta e l’accendino gli caddero dalle mani e rimase immobile… fissava solamente un lampione stradale che si trovava proprio di fronte alla casa. Il poveretto, udì una voce che diceva: “Joseph! Mi chiamo Dragur e sono un drago! Non aver paura! Saluta gli altri due PRESCELTI e và dentro! Ti devo parlare di una cosa molto importante! Una cosa che non solo cambierà la tua vita, ma la cambierà a molti!  Adesso và, ed aspettami… oh mio Prescelto!”. Ralph e  Michelle, non udendo quella voce, ma vedendo il loro amico in quello stato si preoccuparono.  “Cosa sta facendo? Non è normale questo suo comportamento! Sembra aver visto un fantasma! Non mi convince per niente!” Disse Ralph, e Michelle, guadando il suo amico negli occhi, non seppe dare una spiegazione plausibile su quello che stava accadendo e disse: “Sembra essere in uno stato di trance… hai visto? Ha annuito! Sembra che stia parlando con qualcuno…” Ma Ralph disse: “E con chi? Non dire stupidaggini Michelle! E’ vero! Abbiamo parlato di lupi mannari, streghe eccetera, ma ora qui si sta esagerando…”

I due amici, restarono a guardare. Tutto questo durò per qualche minuto, ma poi, dal balcone, Joseph, disse svegliandosi velocemente da quello stato di presunto sonno-veglia: “Ragazzi! Devo andare! Stasera non mi sento troppo bene! Ci vediamo domani, ok?” Quelli, guardandosi di nuovo in faccia annuirono e se ne andarono. Joseph, rientro a casa, chiudendo le imposte del balcone.

 

La serata era iniziata in modo normale, ma era finita in un modo molto strano! E’ vero… avevano parlato di cose che solitamente si raccontano ad Halloween, ma quello che era successo a Joseph, era davvero molto particolare. A Ralph, camminando con Michelle per arrivare a casa, venne di nuovo in mente il suo sogno, ma non ne parlò. Che nesso avrebbe mai potuto avere con quello che stava capitando a Joseph?

 

Intanto Joseph, a casa di sua nonna, con le lacrime agli occhi, eseguì tutto quello che il ‘ drago ‘ gli aveva chiesto, e si mise a letto aspettando, bianco come un cencio lavato, un segno da questo Dragur, non sapendo neppure chi fosse.

Il segno tardava ed il poveretto, prese a pensare che si era solo trattato di un’allucinazione provocata da tutti quei discorsi che lui, ed i suoi amici avevano fatto che sicuramente l’avevano suggestionato, quindi chiuse gli occhi e cercò di prendere sonno. Fu svegliato da un colpo sul comodino vicino al suo letto.

Aprì gli occhi e vide un drago. Un drago tutto verde e ritto sulle zampe posteriori! Era grandissimo! Joseph si spaventò moltissimo, ma quello, gli disse di non avere paura poiché non gli avrebbe fatto alcun male. Joseph, a quel punto, volle sapere di più, e disse: “Cosa vuoi da me! Io pensavo che i draghi esistessero solo nelle favole! Tu non puoi esistere! Io sto sognando!” Dragur, nel sentire questo, si mise a ridere con un vocione da far paura e disse: “Non avere paura! Tu insieme ai tuoi amici siete chiamati ad un compito di grande valore! Dovete difendere valori come la giustizia, l’amore ed il rispetto e la speranza! Dovete proteggere gli altri! E’ questo il vostro destino di PRESCELTI! E’ da quando siete nati che avete questo fato!” Joseph nel sentire questo, diventò di tutti i colori, e balbettando disse: “Cosa sarei io? Cosa dovremmo fare noi? Io non so nulla di queste cose! Malapena riesco a difendere me stesso, e poi, se per amici  parli di Michelle e Ralph, sei fuori strada! Se sono loro, ti darò una bruttissima notizia… non sanno difendere nessuno loro! Figuriamoci io… Come possiamo difendere gli altri se nella nostra vita siamo sempre stati trattati male e presi in giro? Noi… noi… siamo ragazzi normali! Perché noi, che abbiamo ricevuto sempre tanto male? Ed adesso, come mai tutto questo?” Dragur nel sentire queste sensate conclusioni, si voltò verso il ragazzo, guardandolo in modo molto amorevole (cosa mai verificatasi in nessuna storia, dove i draghi hanno sempre avuto la parte dei cattivi) dicendo: “Fidati di me! Lo so! E’ vero tutto quel che dici… ma io ti farò diventare quello che tu hai sempre desiderato essere… cioè un eroe! Anche gli altri verranno avvertiti, e come te, giungeranno presto alla verità! Difenderete gli oppressi con il nostro aiuto! Ah, dimenticavo di dirti che tu sei un drago come me! Comandi il fuoco e hai dei poteri eccezionali. Fissa con il tuo sguardo un oggetto e vedrai che quello andrà in fiamme! Il mio lavoro per questa sera è finito! Ci rincontreremo domani notte!” Ed il drago svanì nel buio.

 

Joseph, rimase senza fiato e non osava muoversi. Non aveva mai provato tanta paura in vita sua come quella sera. Pensava in maniera frenetica a tutto quello che il drago aveva detto. Come poteva essere lui un drago? Lui un ragazzo normalissimo che al massimo aveva visto i draghi nei film o nei cartoni animati. Preso da quei pensieri, si destò dal torpore causato dalla paura, e volle comunque credere a quella fantastica creatura, quindi cercò di provare i suoi presunti poteri. Si girò verso una tenda e la fissò con lo sguardo. Dopo un po’ di tempo vide quella famosa pallina rossa, che ormai vedeva da qualche giorno! Non passarono due minuti che quasi subito sentì puzza di bruciato. Distolse lo sguardo immediatamente da quel punto, si alzò dal letto e si avvicinò alla tenda. Si era davvero bruciata. Sconvolto, la staccò subito dagli agganci e la portò in bagno e la gettò nella vasca aprendo l’acqua fredda. Siccome la tenda prima di essere buttata nell’acqua stava ancora bruciando , nella stanza, una nuvola di fumo nero e denso si propagò in tutta la casa, finendo anche nella stanza dove dormiva sua nonna, e andò a finirle proprio nelle narici! Si svegliò, ed incominciò a correre verso la stanza di Joseph gridando: “MIO DIO!! STA BRUCIANDO LA CASA! JOSEPH, JOSEPH!! COSA STA SUCCEDENDO?” Lui, nel vedere la nonna arrivare, cercò di nascondere tutto e gettò la tenda dentro la lavatrice. La nonna arrivò talmente trafelata e di corsa che rischiò di rompersi l’osso del collo, e, gridando come un’ossessa diceva: “Cos’è questa puzza di bruciato? Non starai  per caso fumando? Fammi sentire l’alito…” Disse avvicinandosi a Joseph accostando il naso alla sua bocca. Quello emise un respiro e la nonna si tranquillizzò e disse: “Per fortuna… Non hai fumato! Ma questa puzza allora che cos’è?” Joseph non seppe rispondere e balbettando disse: “Nnon llo sso!” La nonna rispose sempre più preoccupata, scuotendolo più del giusto: “Ma io sento puzza di fumo! Credi che  me la beva? Qualcosa che brucia c’è!” Poi voltandosi verso la porta  , visto che Joseph non rispondeva, vide che dall’oblò della lavatrice usciva fumo. “La mia lavatrice nuova! L’ho pagata molto denaro ed ora sta andando a fuoco!” E andò ad aprire lo sportello, mentre Joseph era quasi sull’orlo di una crisi nervosa e diceva parole a caso senza un nesso logico. “Uh! La mia povera tenda! Com’è possibile che si sia bruciata! Se sei stato tu me lo devi dire, altrimenti dirò a tuo padre e a tua madre che mi hai causato danni, e per giunta, non ti darò nemmeno un centesimo per comprare la moto nuova che desideri così tanto!” Joseph, trovò una scusa poco credibile. Disse di aver visto la tenda che prendeva fuoco da sola. La nonna, naturalmente, non credette ad una sola parola e minacciandolo, scese al piano di sotto, ruggendo come una tigre, ed andò a dormire. Rimasto solo, Joseph, ritornò a letto pensando che quello che era successo non poteva essere reale.

Nei sogni di quella lunga notte non fece altro che sognare draghi, castelli, dame e Cavalieri con le loro lunghe lance e un Re che lo nominava tale, dicendogli di uccidere proprio un drago.

 

 Capitolo 3

 

Michelle e Ralph, intanto, erano arrivati a casa loro. Siccome vicini di casa, poterono salutarsi e andarono a dormire. Ma quella notte, doveva ancora riserbare molte sorprese…

Ralph mettendosi il pigiama, pensava a tutte le cose strane accadute quel giorno. Poi, siccome doveva completare un lavoro su un videogame, visto che faceva proprio quel mestiere, accese il computer si mise a lavorare, ma poi, vide che era davvero tardi, e così si mise a letto. S’addormentò.

 

Si ritrovò in uno strano posto. Siepi a destra ed a sinistra con un buio quasi totale; si rese conto di trovarsi in un sogno e quindi cercò di percorrere quella strada tracciata sulla terra. Non fece più di quattro passi quando udì dietro le sue spalle l’erba che era stata calpestata da qualcuno. Spaventato si voltò all’indietro e vide una volpe che non aveva il solito colore delle volpi, cioè rosso-arancione, ma bensì nero! Era la volpe che aveva un giorno prima già sognato, solo che ora il sogno era molto più reale! Un giorno prima l’aveva solo intravista!

Quella bestiaccia gli ringhiò contro, e Ralph, impaurito, tentò di scappare, ma la volpe lo inseguì e gli saltò addosso  ringhiando in modo tanto forte  da far paura persino ad un lupo. Lo costrinse ad entrare dentro ad un cerchio tracciato sul terreno! “Sei ancora tu? Perché mi perseguiti? Lasciami stare!! Cosa vuoi da me? Cosa ti ho fatto io!!” E la volpe nera disse ringhiando: “Ti voglio uccidere!!! E dopo ucciderò anche i tuoi amici Prescelti!! Ormai sapete dell’Elite!!” Ralph disperato disse frettolosamente: “Ma tu parli? Come fai a parlare? Gli animali non parlano mica.. e poi… chi diavolo sono i Prescelti e L’Elite?” Quello diede un morso così forte al mal capitato che quasi non gli spezzava una gamba, e poi lasciando la sua preda riprese a ringhiare dicendo: “Io parlo perché anche tu puoi parlare! Ti ripeto che ucciderò sia te che i tuoi amici Prescelti! Joseph e Michelle! Io sono Volpe! Ti consiglio di stare attento, sia per te stesso che per gli altri, o per voi sarà la fine!! State attenti…” Quella volpe nel ringhiare questo, assunse un’espressione così triste che Ralph ne restò stupito. “Ma…” Replicò Ralph: “Chi sono questi Prescelti, e che centro io con loro! Chi sono io per meritarmi tutto questo male? E poi… cos’è l’Elite?” Volpe rispose: “Tu… tu sei come me! Tu sei una volpe… e che volpe!” E disse quest’ultima frase girando la testa e parlando a bassa voce. Ralph non capiva un fico secco. Sembrava che il mondo gli fosse caduto addosso e sudando freddo come se si fosse fatto la doccia in quell’istante disse: “Io una volpe? Tu devi essere completamente impazzito! Come posso essere una volpe? Non ho mica la coda io… Non sono altro che un essere umano normale! Non posso essere chi dici tu! Forse ti dovresti far controllare la vista! Mi sa tanto che ti manchi qualche grado!” “Non fare lo scoiattolo con me!! Perché io ti potrei uccidere anche ora se volessi! Per me sei una preda! Stai attento dunque! Ricorda questo avvertimento! Tu sei un Prescelto!!” E Volpe andò via, ed al poveretto sembrò che stesse piangendo.

 

Suonò la sveglia.

Ralph si svegliò in un bagno di sudore. La gamba gli faceva male sul serio. Se la guardò e notò che era stata davvero morsa. Pensava che tutto quello non era possibile, e tra se e se meditava su come avvertire i suoi amici di quella imminente minaccia. “Forse abbiamo esagerato ieri con quella seduta spiritica! Forse qualche spiritello se l’è presa sul serio!! Mi prenderanno per matto! Come faccio a dire a Joseph ed a Michelle che saranno presto uccisi insieme a me da una volpe… e nera per giunta!! E poi… che sono Prescelti? Non ci crederanno mai e poi mai! E’ una cosa assurda!” Poi pensò che forse non era stata la seduta medianica a scatenare il tutto… lui, quella volpe, se la era già sognata un giorno prima! Il poveretto provò a pensare a qualche soluzione, ma non riuscì a cavar un ragno dal buco.

 

Quella mattina, Michelle non aveva voglia d’andare a scuola, quindi, passò dalla casa della nonna di Joseph. Suonò il campanello e proprio alla nonna chiese dove si trovava l’amico. Essa lo chiamò e Joseph scese le scale in un modo molto strano quasi trascinandosi. 

Per strada Michelle, guardava l’amico preoccupato e gli  domandava che cosa avesse, ma quello non rispose e disse semplicemente: “Sono affari miei! Non puoi capire! Non ti interessa!!” (Joseph non voleva ancora dire niente ai suoi amici, forse per paura di essere preso per pazzo... proprio come Ralph).

 

Camminarono per un po’ , ma dopo ai due, venne in mente di andare a trovare Ralph. Si diressero in direzione di casa sua, ed appena arrivati, suonarono al campanello e trovarono ad aprire la porta proprio il loro amico in uno stato pietoso.

In primissima mattina si era già fatto fuori un pacchetto di sigarette, fumando come un turco per non pensare a quello che gli era capitato. Joseph guardò Ralph in un modo alquanto strano. Forse, pensava che Ralph avesse avuto anche lui una visita da parte di Dragur, comunque, giurò a se stesso di non dire nulla di quello che aveva visto  e che gli era successo.

Scesero nel salotto e Ralph cominciò a raccontare in modo frenetico il ‘ bellissimo sogno ‘ (come diceva lui) che aveva fatto, e lo raccontava con così tanto trasporto da avere le lacrime agli occhi. Non era il solo. Anche Joseph nel sentire quel discorso aveva una faccia da far paura. “Cosa stai dicendo Ralph! Di che cosa stai parlando? Non può esistere una volpe parlante! Tu ci stai prendendo in giro!”  Sbottò Michelle impaurito. “Ti vuole uccidere!! Anzi  ucciderà tutti noi se non facciamo qualcosa!! Mi ha detto anche che io sono una volpe! Mi ha anche morso! Ti sembra normale tutto questo?” Dichiarò Ralph, gridando come un matto e facendo vedere la ferita alla gamba, mentre Michelle guardava in faccia Joseph aspettando che dicesse qualcosa. Quello sentendosi interpellato in quel modo disse solamente : “E… Ed io sono un DRAGO!” Sia Ralph che Michelle si guardarono in faccia, bianchi come la neve, stettero in silenzio per due minuti. “Sono un drago!! Che c’è di male? E vi dirò di più! Ho incendiato la tenda della mia stanza solamente guardandola! Tu Ralph hai avuto la visita di una volpe, mentre io l’ho avuta da un drago in carne ed ossa!! Ti sembra normale ora? Mi ha detto anche che possiedo anche dei poteri e che noi tre siamo Prescelti e dobbiamo difendere gli altri!! Qual è la cosa più normale tra noi due che ci è successa? Spiegami tu…” Ralph nel sentire questo bel discorso non osò fiatare e disse ai suoi colleghi Prescelti di voler uscire di casa per prendere una boccata d’aria.

 

Appena usciti fuori, come è naturale si misero a parlare. Ralph era convinto che quella volpe che aveva visto bisognava fermarla in qualche modo, e chiese agli altri due un consiglio su come fare per non morire sbranato. Joseph disse: “Questo è il nostro compito! Purtroppo, questo è il nostro destino!! Ralph tu dovrai batterti con quella volpe per non far accadere qualcosa di grave a noi! Lo ha detto Dragur, il drago che ho visto! Devi proteggerci!! Anche tu sei un Prescelto!” Ralph nel sentire questo, diventò bianco e disse velocemente: “Ma tu non l’hai visto! Quello aveva dei denti affilati come rasoi! Faceva paura solamente a guardarlo!! Nemmeno nei miei videogame, ho messo dentro nemici simili… Mi serve un aiuto! Non ce la posso fare da solo!” Michelle, che fino a quel punto non aveva aperto bocca disse: “E secondo voi, io dovrei vedermela con questo genere di coso? Ho paura!! Io non lotterò mai con quella specie di volpino nero o con quella specie di lucertola troppo cresciuta! Stiamo diventando tutti matti? Oppure il matto sono io a venirvi dietro… Per vostra regola io non ho visto nulla!! Mi state solamente prendendo in giro!!” Ralph e Joseph gli gridarono: “Siamo tutti nella stessa barca e quindi dobbiamo remare se non vogliamo andar giù! Cerca di trovare anche tu una soluzione o ucciderà anche te!! Non capisci il rischio che stiamo correndo?” Michelle udendo queste parole stette zitto, ringhiando come la volpe. Joseph, voltando lo sguardo verso Ralph e Michelle disse: “Forse ho trovato chi ci può dare una mano… Clara! Lei… lei sa tutto di queste cose… Non esce mai dal suo appartamento, e per questo motivo dobbiamo andare a casa sua! Esce solo per andare a lavorare…” Michelle, che conosceva Clara, sbottò a dire queste parole: “Quella? Quella è un tipo strano! Nessuno è mai riuscito a parlare con lei per più di cinque minuti consecutivi!! C’è qualcosa di particolare in lei! Mi dispiace ma io non vengo!!” Ralph gridò a Michelle: “Sei un fifone! Se ti fosse capitato quello che è capitato a me ed a Joseph andresti di corsa da lei!! Tu adesso vieni con noi o te ne pentirai!! C’è in ballo non solo la mia vita… ma anche la vostra!” Joseph a quel punto disse: “Se non vuole venire che non venga, Ralph!! Tanto sarà lui a morire per primo!! Infondo, di fifoni come lui non ne abbiamo bisogno!!” E così Joseph tirò Ralph dalla maglietta e fecero ad andar via senza di Michelle. Quello vedendo quei due allontanarsi, fu preso da una tale paura che si mise a correre per raggiungerli dicendo: “Fermatevi!! Fermatevi vi prego!! Voglio venire anch’io!! Non mi lasciate in questa valle di lacrime!!! Non voglio essere dilaniato da una volpe nera impazzita oppure da un drago!!” I due amici si fermarono e dissero: “Questo devi fare!! Se ci vogliamo salvare dobbiamo essere una squadra e non dobbiamo aver paura!”

 

Camminarono fino alla casa di Clara, suonarono alla porta, e lei andò ad aprire.

 

 

 

Capitolo 4

 

Che strana casa era quella! Le pareti erano piene di quadri molto strani, ed i tre, si sentirono osservati da tutti quei personaggi ritratti. Clara li fece accomodare in una stanza con un tavolino a tre piedi al centro, con dei mazzi di carte sopra. Avevano tutta l’aria d’essere tarocchi.  La stanza era piena di libri che sembravano molto antichi, alcuni dei quali erano rilegati a mano. Michelle per curiosità lesse sulla copertina di uno di questi questo titolo: ‘ IL DIAVOLO CON I SUOI DEMONI ’ Subito si mise a dire tremante di paura: “Ragazzi, io vado via!! Questa casa non mi convince!! Ci sono molte cose strane!” Clara appena vide quel libro in mano a Michelle, come una pazza isterica gridò: “Posa immediatamente quel libro!! Potrebbero accadere malefici su di te e sulla tua famiglia!!!” Michelle a sentire questo, posò quel libro in maniera scorbutica dicendo: “Ma che razza di libri hai in casa?? Cosa sei tu una strega per possedere libri così strani e pericolosi!” Quella nel sentire questo, gli si avvicinò minacciosa dicendo: “Non ti permettere mai più a chiamarmi strega!! Strega ci sarà tua madre!! E poi, siete stati tu e i tuoi amici a far irruzione dentro casa mia, rovistando ogni cosa!!” Quello nel sentire quest’antifona, restò mogio mogio con la coda fra le gambe assumendo l’espressione di un bambino che fa i capricci. “Cosa volete da me, dunque?” Disse Clara rivolgendosi a Joseph e a Ralph come se nulla fosse successo. Joseph, spiegò quello che era capitato a lui ed all’amico. La ragazza  sembrava saper già tutto! Disse: “Vi stavo aspettando…vedete anche io sono una Prescelta…” e spiegò con molta semplicità di essere stata anche lei contattata da qualcuno. Quel qualcuno, le aveva detto esattamente le stesse cose che avevano riferito Dragur e Volpe. Michelle si lamentò di non aver ricevuto la visita di nessuno e disse: “Se mi potessi ricordare quello che ho sognato stanotte, forse avrei da raccontare qualcosa di terribile! Ma io non ricordo nulla!! Quindi non centro niente con questa storia! Però, per curiosità, Clara da chi diavolo saresti stata contattata?” Clara disse di aver visto un enorme cavallo bianco con le ali, molto splendente. Ralph si ricordò di aver studiato a scuola in mitologia classica proprio quel cavallo. Esclamò dunque a gran voce: “E’ Pegaso! Si! E’ proprio lui! E’ uscito fuori dalla testa tagliata di  Medusa quando Perseo la uccise! L’ho studiato a scuola! Mio Dio! Hai visto proprio lui!” Clara annuì dicendo: “Beh! Che c’è di male? Nella mia vita ho visto anche di peggio! Non mi spavento per così poco! Sono anch’io una Prescelta, e quel cavallo mi ha detto che lo rappresento e mi ha parlato anche di voi! Sapevo della vostra visita. Anche tu, Michelle, riceverai una visita a breve… penso proprio stanotte stessa!” Michelle non credeva alle sue orecchie, e sgarbatamente prese a dire che lui non centrava niente con quella storia, e che forse Joseph, Ralph e Clara si fossero messi d’accordo. Naturalmente i tre negarono in tutti i modi possibili, e Joseph volle dimostrare ai tre presenti di avere il potere di dar fuoco agli oggetti, così disse a Clara di portare una candela  poiché l’avrebbe accesa con la sola forza della mente. La Prescelta andò a prendere con entusiasmo la candela mentre Michelle abbracciava Ralph, non tanto per vero affetto ma per paura. Joseph, intanto, era molto agitato e temeva che l’esperimento non andasse a buon fine. Molte volte disse a Michelle ed a Ralph di stare zitti perché parlando lo avrebbero disturbato, ma loro non sembravano aver capito nulla e continuavano a vociare tra di loro. Clara con la candela arrivò quasi subito. L’appoggiò sul tavolo con il porta candela, e sistemò una sedia davanti al tavolino cosicché Joseph poteva sedersi di fronte alla candela spenta. Si sedette dunque, e pensò: “Sono o non sono un drago? Ci devo riuscire! Dragur mi ha detto che ho il potere! Ho bruciato una tenda ed adesso non riesco ad accendere una candela?”  Clara sorridendo disse: “L’importante è che non mi bruci anche la casa!” Joseph, le assicurò che non sarebbe accaduto nulla e chiese un po’ di silenzio per poter cominciare l’esperimento. I tre, in un silenzio quasi mistico si sistemarono dietro le sue spalle. Il test cominciò, però passarono un po’ di minuti senza che accadesse nulla, e Michelle cominciò a dire: “Avete visto? Non ha nessun potere! I poteri non esistono!” Proprio in quell’istante Joseph vide la famosa pallina rossa! Comunque non fece in tempo a spostare lo sguardo perché un quadro appeso alla parete prese fuoco. Clara andò subito a prendere dell’acqua da un vaso e la rovesciò sul dipinto in fiamme mentre Michelle e Ralph si tiravano pugni a vicenda. “Chiedo scusa! Ancora non so usare i miei poteri molto bene!! Ora ci credete? Si o no?” Quelli risposero di si facendo un gesto del capo e Clara disse che si sarebbe informata meglio sulla storia, quindi congedò i tre visitatori dicendo di chiamarla in caso di bisogno. Joseph, Ralph e Michelle uscirono dalla casa di corsa. Adesso dovevano solamente aspettare. Michelle avrebbe avuto la visita di qualcuno. Ora aveva la certezza che tutto quello che avevano detto Joseph e Ralph era vero. Stressava Joseph dicendogli di spiegare come aveva fatto a bruciare quel quadro, ma lui non volle rispondere a nulla e gli gridò: “Lasciami stare Michelle!! Non vedi che sono sconvolto anch’io? Non lo so!! Ma sento che le mie facoltà accrescono di più ogni momento che passa!! Non mi fare più queste domande!” A quel punto, sentirono Ralph ringhiare proprio come una volpe. Balzò su Michelle e lo morse ad una spalla dicendo: “Sono Volpe!! Tu Michelle sarai il primo ad assaggiare i miei denti sulla tua carne!! Preparati a combattere!!” Ralph dopo di queste parole, scuotendo la testa si riprese e disse semplicemente: “Cosa è successo? Non ricordo nulla!” Michelle si voltò verso di lui, toccandosi la spalla dolorante, con gli occhi di fuori dicendo: “Mi hai MORSO!! Sembravi posseduto!! Era VOLPE! E’ entrato nel tuo corpo per dirmi che sarò io il primo ad essere ucciso!! Guarda!! Mi ha lasciato un ricordino sulla spalla!!” E si tirò su la manica del maglione facendo vedere il segno ancora sanguinante. Ralph fece tre passi indietro inorridito, e gridando come un ossesso disse: “NON POSSO ESSERE STATO IO!! QUESTO E’ UN MORSO DI UN ANIMALE!! Bisogna subito disinfettare la ferita!! Vieni a casa mia!! Joseph!! Vieni anche tu!!” I tre si misero in viaggio, e arrivati a casa di Ralph si misero a disinfettare la ferita. Michelle, gridava come un matto quando Joseph con un po’ di cotone imbevuto d’alcol gli toccava la lesione, e mentre gridava si voltò verso Ralph, dicendo: “Scusa Ralph… una curiosità… Ma ti sei fatto fare il vaccino anti rabbia? Sai… il morso di una volpe può essere molto pericoloso…” Ralph, sentendo dire questo si arrabbiò e disse: “Certo che no!! Non sono mica un animale io!! Non osare più dirmi queste parole!!” Joseph, intanto, pregava Dio di non sputare qualche palla di fuoco dalla bocca (si sa che i draghi fanno anche questo), e calmando le acque, già molto mosse disse: “Adesso calmiamoci su! Cerchiamo di pensare a cosa dobbiamo fare. Se non l’hai capito Michelle, ci stanno già attaccando!! Non possiamo farci trovare impreparati!! Non possiamo permettere che una bestia feroce faccia di noi carne da macello!!”

 

Il tempo a Casa di Ralph passò veloce, ma i tre amici non trovarono nessuna soluzione e decisero di attendere gli eventi.

 

 

Capitolo 5

 

Nel pomeriggio, dopo aver mangiato qualcosa, i tre decisero di fare una passeggiata nei giardini pubblici della loro città.

Scendendo verso la strada che conduceva ai giardini, Michelle stava a distanza di sicurezza da Ralph e ogni volta che quest’ultimo si girava gli prendeva un colpo.

 

Arrivati che furono, si sedettero tutti e tre su una panchina e cominciarono a confabulare tra di loro. Tutti tranne Joseph che aveva lo sguardo fisso all’orizzonte. Aveva uno sguardo così preoccupato che Michelle e Ralph restarono a guardarlo. Intanto, i due, parlavano a voce alta, ricordando l’incidente capitato di mattina. Chiesero a Joseph chi di loro due aveva ragione, in quanto Michelle sosteneva che era stato Ralph a morderlo mentre l’altro dava la colpa a Volpe. Joseph aveva l’espressione come quella volta sul balcone, e non rispondeva. Ralph e Michelle parlavano in continuazione, non rendendosi conto di quanto stava per accadere, quando improvvisamente Joseph si decise a parlare. “Michelle e Ralph!! Smettetela di fare i bambini! Voi siete Prescelti e dovete comportarvi come tali!! Io sono Dragur e vengo per mettere un po’ d’ordine! Quella volpe non rappresenta un problema tanto grave!! Già una volta l’ho battuto!! Reca ancora sul suo corpo il segno della mia zampata!! Michelle, devi imparare a controllare la tua paura! Sei un fifone! E tu Ralph, devi smetterla di essere così violento contro Michelle o altrimenti io incendierò quei capelli di fieno che hai in testa!!” E fece come per sparare dalla bocca una palla di fuoco. Ralph e Michelle tentarono di toccare come per svegliare Joseph, che scuotendo la testa si svegliò. “Joseph! Cosa ti è successo? Chi era quello che stava parlando?” Dissero i due Prescelti, e Joseph disse: “Credo che si sia trattato di Dragur che è entrato nel mio corpo! Mi sento strano!” Michelle e Ralph restarono ammutoliti, non osarono dire nemmeno una sillaba; Joseph disse a quel punto che era meglio ritornare a casa di Ralph. I tre si alzarono dalla panchina e si avviarono verso l’uscita dei giardini mentre una signora che portava a spasso un cane stava facendo il suo ingresso. Quasi subito il cane cominciò ad abbaiare ed a ringhiare, e sfuggendo dal guinzaglio, andò ad attaccare Ralph. “E’ Volpe! E’ Volpe! Ci sta attaccando!!” Disse Michelle preoccupato e terrorizzato allo stesso tempo, mentre il cane mordeva ripetutamente lo stinco di Ralph. La signora, vedendo il suo cane (un fox-terrier), così aggressivo, diceva cercando di recuperarlo: “Non si era mai comportato così! Il mio Black non ha mai morso nessuno… neanche gli sconosciuti! Un comportamento così l’ho visto solo quando mio marito parte per una battuta di caccia! Forse il ragazzo che ha morso si è strofinato con una pelliccia di qualche animale!” Michelle prese a dire alla signora: “Lo credo bene signora!! Il mio amico è una volp…” Fu interrotto da un calcio di Ralph mentre la signora osservava il suo strano comportamento e quello di Ralph, dicendo: “Come può essere? Non è possibile! Andiamo via Black e lasciamo stare questi matti! Essere una volpe… che trovata strana per farsi notare!” Così prese in braccio il cagnolino che ancora stava ringhiando, e se ne andò via lasciando i nostri tre amici a bocca aperta. Joseph disse allora: “Che cosa hai detto Michelle? Ci vuoi mettere nei guai? Se quella capiva qualcosa,  sicuramente eravamo fritti! Non possiamo dire a nessuno quello che siamo e che facciamo! Potremmo mettere in pericolo anche persone che non centrano nulla! Anche tu Ralph… Cerca di stare più attento…” I due si scusarono con lui e giurarono che quella cosa non si sarebbe più verificata. Si misero in cammino quando il cellulare di Joseph si mise a squillare. Era Clara che disse subito di andare a casa sua poiché gli doveva dire una cosa molto importante. Joseph congedò subito Michelle e Ralph, che nel frattempo avevano capito che c’erano delle novità importanti, dicendo: “Ragazzi! Devo andare. Voi aspettatemi! Ci vediamo a casa tua Ralph! Ci sono delle novità! Era Clara!” E andò via mentre Michelle diceva che voleva andare con lui. Ci volle tutta la buona pazienza di Ralph per convincerlo di non seguirlo, ma quello corse anche lui per la strada che aveva preso Joseph, mentre Ralph, facendo spallucce, si recò a casa sua.

 

Joseph, fra mille pensieri, arrivò davanti alla casa di Clara. Suonò il campanello ed attese l’arrivo della sua amica. Quella, aprendo subito la porta, lo fece accomodare immediatamente come se avesse avuto fretta.

Dentro casa, Clara disse sedendosi su un divano: “Joseph! C’è qualcuno che ti vuole parlare! Ti prego di non aver paura…” Dicendo così la ragazza, chiuse gli occhi.

 

Michelle, intanto, era giunto davanti alla casa di Clara, ma trovando chiuso, imprecando contro Joseph, decise di arrampicarsi su per una scala che era appoggiata ad una ringhiera di un balcone, ma sfortunatamente per lui non era il balcone giusto e quindi fu costretto a prendere la scala ed appoggiarla all'altra ringhiera. Così fece, ma quando fu il momento di scavalcare, urtò con il piede la ringhiera e si ritrovò a penzolare. Qualcuno di sotto alla strada vide quel ragazzo appeso al balcone e pensò bene di chiamare la polizia, dicendo che un ladro stava per entrare in una casa. Michelle urlava a più non posso: “Fatemi scendere!! Soffro di vertigini!! Voglio andare da Clara!!”Qualcuno lo fece scendere dicendo: “Clara? Qui non c’è nessuna Clara hai sbagliato la casa da derubare! Forse volevi andare in quella accanto. Per tua sfortuna invece di incontrare Clara incontrerai un commissario in caserma dove andrai a finire!” Infatti, si avverò la triste profezia… dopo un po’ arrivò una pattuglia che portò il Prescelto con se…

 

Nella casa della Prescelta, ne Joseph e ne Clara si erano accorti di nulla.

Dopo qualche istante, Joseph vide una luce sfolgorante che proveniva dalla camera accanto dove si trovavano loro due.

Un rumore di zoccoli risuonò nel corridoio. Il Prescelto guardava con apprensione sempre più crescente quella porta. Joseph  pensava: “Oh mamma…Prima un drago… ed ora questo… chi incontrerò ora? Mi sembra tutto così pazzesco ed incredibile!!” Mentre pensava così, il poveretto poté scorgere quasi subito il muso di un cavallo bianco e poi piano piano tutto il suo corpo avvolto da una luce bianca incredibile. Si poteva accorgere, inoltre, che questo cavallo era alato. Joseph riconobbe subito il cavallo in questione! Un tremore lo pervase. “Mio Dio!! Ma tu… tu sei Pegaso? Non posso credere ai miei occhi!! Sei come ti ho sempre immaginato!! Esisti davvero… Sei bellissimo!! Ma perché tutto questo bene proprio a me? Dimmi… cosa mi vuoi dire di tanto importante per farti vedere?” Pegaso nitrendo in modo gentile disse: “Ah… ecco qui il Prescelto che Dragur considera formidabile!! Anche tu sei come ti ho sempre immaginato… anzi sempre visto!! Sai… Dragur parla di te come di suo figlio!! Ma, caro Joseph, Prescelto del Drago, adesso ti devo dire delle verità che sconvolgeranno tutta la vostra vita…  ma prima ti devo avvertire che un Prescelto… Michelle, sta per essere arrestato poiché tentava di raggiungere dal balcone questa casa!! Dovete aiutarlo, altrimenti la Fenice Phoenix non potrà contattarlo stanotte!!” Joseph pensò al colmo dell’ira: “Michelle!! Io gli avevo detto di non venire!! Ha lasciato solo Ralph e adesso… Ah!! Giuro che appena lo prendo gli faccio diventare la testa come una fiaccola con il mio potere!” Pegaso a quel punto disse innervosendosi: “Stolto! Non puoi usare il tuo potere per ferire un altro Prescelto!! Non si usano i poteri per offendere!! Nemmeno lo pensare… io ti leggo nel pensiero!! Michelle non sembra… ma è forse l’elemento più importante!! Lui è l’acqua, ma di questo non ne siamo sicuri… Adesso devo riferirti la verità che ti avevo preannunciato: la vostra vita sarà, per un tempo indefinito, irta di ostacoli, pericoli e sfide. Quella con Volpe non sarà che la prima di una lunga serie!! Voi siete in quattro ad avere questa responsabilità. La responsabilità di difendere l’umanità intera, da pericoli gravi!! Ma non dovete aver paura… sarete sempre guardati da un’altra dimensione! quella dell’Elite… Siamo noi l’ELITE!! Non abbiate paura e soprattutto non fate domande a sproposito. Ogni cosa vi sarà detta al momento opportuno!! Bene!  Come per Michelle, adesso dirò ad ognuno   di voi, l’elemento che rappresenta: Michelle, come ho già detto, forse rappresenta l’acqua, ma siccome la fenice è un animale molto particolare, ancora non ne siamo sicuri! Questa è una cosa che ci portiamo dietro da sempre… poi ci sei tu che come avrai capito rappresenti il fuoco, Ralph la terra e Clara l’aria. Voi avete il potere di controllare questi elementi!! Per ora posso dire che non avrete grossi problemi a parte Volpe, comunque vi allenerete in seguito ed avrete un armatura!! Voi siete Cavalieri!! Cavalieri di Sagem!! Dio della Speranza!! Il vostro compito è quello di portare la luce dove regna l’oscurità!! Già! Un compito molto duro ed importante!! Fa tesoro di quello che hai dentro!! Tu, come tutti voi, dovete affrontare una strada difficile… ma tu… forse più degli altri… Ora devo lasciarti Prescelto del Drago!! Clara sa già tutto di quello che ti ho detto!! Quando si sveglia portale il mio saluto e dille che le voglio bene!! Ciao ed a presto!!” Pegaso dopo aver detto queste parole scomparve. Joseph, rimase impietrito! Non poteva crederci! Quattro ragazzi normali, avevano ricevuto in dono il controllo dei quattro elementi naturali! Come era possibile tutto ciò? E poi… essere addirittura Cavalieri?

 

Dopo un po’, Clara si svegliò da quello stato di trance e chiese a Joseph che cosa gli aveva riferito Pegaso, quello ancora sconvolto con gli occhi umidi, prima di tutto disse a Clara: “La prima cosa che Pegaso mi ha detto, è che ti vuole bene Clara! Ti vuole davvero bene! E poi, mi ha detto che tutte quelle cose che mi ha riferito tu… le sai già! Oh… mi ha detto delle cose sconvolgenti!! Pensa… Riesce a leggermi anche nel pensiero! Però la cosa più sconvolgente che mi ha detto e che siamo Cavalieri del Dio della Speranza… un certo Sagem… e che possiamo controllare gli elementi naturali! Ma purtroppo c’è dell’altro… Pegaso, mi ha anche  riferito che Michelle è in pericolo! Sta per essere arrestato perché si voleva intrufolare in casa tua. Noi in qualità di Prescelti dobbiamo aiutarlo!! Ha detto Pegaso che se non lo faremo, la Fenice non potrà contattarlo questa notte!!” Clara iniziò a dirne di tutti i colori su di Michelle, cose che non si possono scrivere in un libro, quindi imprecando come se fosse stata davvero una puledra furiosa, disse a Joseph, che sarebbero dovuti uscire subito per  andare a chiamare Ralph perché andassero subito al commissariato per liberare Michelle, siccome era sicura che l’avrebbero trovato lì! Quindi, con slancio, uscirono a piedi, siccome l’automobile di Clara era stata portata a riparare…

 

Intanto Michelle era stato scaricato in caserma da due poliziotti! Era morto dalla paura, e piangendo proprio come una vera fenice, disse: “E adesso? Prima Joseph che sputa fuoco come un drago, poi Ralph che morde come una volpe… ed adesso questo… ma perché? Ma perché capitano tutte a me? Cosa ho fatto di male?” Un poliziotto, nel sentirlo dire così, si avvicinò e disse: “Te lo spiegherà il commissario! Adesso vieni con me!”

 

Joseph e Clara, nel frattempo erano arrivati a casa di Ralph e suonarono al campanello. Il poveretto che stava proprio allora uscendo dalla doccia, sentendo suonare, ebbe solo il tempo di mettersi un accappatoio rosso, e scese per aprire. “Voi…” Disse arrossendo: “Voi qui? Ma che siete venuti a fare… e dov’è Michelle?” Clara gli disse: “Già Ralph! E’ proprio di questo che ti volevamo parlare! Dobbiamo andare subito nel commissariato di polizia!! Lo hanno arrestato… capisci? E così… se lo chiuderanno in gatta buia, non potrà questa notte, incontrare la fenice!!” Ralph, restò perplesso e disse velocemente: “Arrestato? E poi… chi è questa fenice che dovrebbe incontrarlo? Ma state scherzando?” Joseph, con tanto d’occhi di fuori disse: “Non fare domande ti prego!! Non tutte in una volta! Vedi… come io ho incontrato il drago Dragur, Clara ha incontrato Pegaso che ha voluto anche parlare con me!! E’ probabile che la fenice sia un altro componente dell’Elite, proprio come Dragur e Pegaso… Comunque vestiti e vieni con noi in commissariato! Ti spiegherò tutto per strada! Ah! A proposito! Tu controlli la terra!!” Quello si mise a ridere dicendo: “Io… io controllo la terra? Ma stai scherzando spero…” Ma quello non rispose.

Di fretta, e con molte domande in mente, il Prescelto della terra, si vestì e prendendo le chiavi dell’automobile su un mobile disse agli altri due Prescelti: “Bene! Andiamo…”

 

Michelle intanto, era stato chiamato nell’ufficio del commissario, il quale gli fece molte domande sul perché aveva compiuto quel reato. Egli  raccontò tutto... dei Prescelti, di Dragur, di Pegaso, non trascurando particolari come il morso che aveva ricevuto da Ralph il quale aveva avuto dentro il suo corpo Volpe che avrebbe dovuto ucciderli. Il commissario chiudendo il libro delle deposizioni, guardando Michelle divertito ed anche un po’ stupito, credette che quel ragazzo non la stesse raccontando giusta! Provò a guardarlo negli occhi per capire se era il caso di chiamare uno psichiatra. Gli disse, dopo un attimo di silenzio guardandolo serio: “Ma cosa stai dicendo? Come ti può aver morso una volpe? Proprio ieri, nelle campagne circostanti alla nostra città, si sono fatte delle battute di caccia per stanare quelle bestiacce che stavano uccidendo tutte le galline dei contadini! Di volpi qui non ce ne sono! Non crederai mica a queste sciocchezze? Sicuramente i tuoi amici ti avranno preso in giro…” Michelle vedendosi trattare da matto disse: “Il mio amico è anche un drago! Ha acceso una candela solamente guardandola!! L’ho visto!! E’ come vi dico!! Lo giuro!!” Il commissario non prendendolo sul serio disse: “Se il tuo amico è una volpe che ti ha morso e l’altro è un drago che sputa fuoco, tu non puoi essere che Pinocchio, anche se non capisco che fine hanno fatto il Gatto e il Grillo Parlante!! Tu ragazzo mio devi avere qualcosa che non va, e se vuoi che ti aiuti ti manderò da uno psicologo che ti darà una mano per superare questo brutto momento!!” Un amico di Michelle, Cleo, che era lì per una multa, nel sentire la parola gatto, scattò sulla sedia!! Michelle diceva di non voler nessun aiuto, anche perché suo padre era un noto psicologo, e che quello che aveva raccontato non era frutto della sua immaginazione ma erano accaduto veramente. Contemporaneamente entrarono nell’ufficio Joseph, Clara e Ralph che udirono le ultime parole del commissario, quindi facendosi di mille colori dissero: “Commissario!! E’ un nostro amico… ha dei problemi in famiglia!! Non sporgete denuncia contro di lui!” Quello impietosito da quella richiesta, facendo alzare Michelle e facendo accomodare l’altro ragazzo presente, quello della multa, sulla sedia lasciata libera da Michelle disse: “Va pure! Ma non ti cacciare più nei guai! Anch’io vorrei che tutto questo fosse vero! Anch’io, credevo alle favole quando avevo la tua età...” Joseph, Clara e Ralph tirarono un sospiro di sollievo, poiché pensavano di dover andare a trovare Michelle in un manicomio criminale, quindi, uscirono dal commissariato e  fecero tutta la strada insieme, rimproverando Micelle aspramente per quello che aveva fatto e detto. Clara voltandosi verso Michelle disse: “Non ti permettere mai più di andare a raccontare quello che ci succede!!  Non capisci? Siamo nei guai!! Nessuno ti crederebbe… e poi… tu ancora devi incontrare il tuo componente dell’Elite!! Non vorrai vedertela con Pegaso e Dragur? Ci sono delle regole molto severe che non possono essere trasgredite!” Michelle rispose di non aver minima intenzione di doversela vedere con quei due, e quindi giurò di non dire più niente.

 

A quel punto, Ralph si mise a ringhiare: “Eccoli qua tutti riuniti… i Prescelti! Potrei uccidervi anche ora!! Non pensate che il vostro drago o il vostro cavalluccio con le ali possano guardarvi in eterno!! Voi non siete nulla in confronto a me!!” Michelle si accorse che Volpe era nel corpo di Ralph, e ostentava una certa serenità, ma si vedeva che era in preda ad un attacco di panico. Clara e Joseph in effetti avevano intenzione di colpire Volpe, ma qualcuno entrò di prepotenza nei loro corpi per fermarli. Volpe accorgendosi di quella intrusione. Smise di ringhiare e disse con voce tremolante: “Pegaso! Dragur! Dovete scusarmi per le parole che ho detto… Era solo per spaventarli!!” Pegaso nel corpo di Clara disse: “Non siamo venuti per te… ma per fermare Joseph e Clara poiché volevano colpire te, ma non si sono resi conto che invece di colpirti avrebbero fatto a pezzi Ralph!! Cerca di non spaventarli troppo la prossima volta… Sii meno istintivo! Ricordati qual’è la tua missione Volpe!!” E Dragur nel corpo di Joseph disse: “E poi… ricordati Volpe del nostro combattimento! Ti ricordi quando mi hai attaccato perché ti eri alleato con i demoni? La ferita ti fa ancora male? Sta attento a quel che fai!!” Dopo di queste parole Volpe, Pegaso e Dragur uscirono dai rispettivi corpi, lasciando  i nostri amici con tre espressioni da ebete sul viso. Michelle che aveva ascoltato tutto e restò anche lui intontito da quel fiume di parole, e confusamente disse, prendendo le braccia dei suoi amici come se fossero le corde di una campana: “Ragazzi!! Volpe non è cattivo!! Vuole solamente farci paura!! Erano entrati in te Joseph, e dentro di te Clara!! Erano Pegaso e Dragur per non farvi attaccare Ralph!! Mi è sembrato di capire, che Volpe fa parte anche lui dell’Elite e che fosse anche amico di quei due…” Raccontò in oltre della presunta alleanza di Volpe con  i demoni, ma che comunque aveva dovuto combattere con Dragur. Ralph come morso da una tarantola disse: “Quello ti vuole uccidere, e tu dici che è un amico di Pegaso e Dragur? Devi essere completamente impazzito!! Non ti ricordi il morso che ti ha dato? Quello lì è un mostro!! Un mostro nero con i denti affilati come rasoi…” Clara e Joseph non erano molto convinti delle parole che aveva detto Michelle, e dissero in coro: “Michelle! Oggi hai combinato un sacco di disastri! Vedi almeno di non dire bugie pericolose!! Non capisci che da ora in avanti dovremo affrontare qualcosa più grande di noi?” Michelle protestò vivacemente dicendo che era tutto vero, e voltandosi come una vipera disse: “Se non mi credete… tanto peggio per voi!! Il vero nemico non è Volpe!! Cercate di credermi!!” Quelli, con una scrollatina di spalle dissero che non credevano ad una sola parola di quello che aveva detto e che se avesse continuato a dire bugie avrebbe fatto la fine di Pinocchio con l’unica differenza che sarebbe stato bruciato da Dragur.

 

 

Capitolo 6

 

La giornata passò tutto sommato in modo tranquillo. Era già sera quando Joseph, Michelle e Ralph accompagnarono Clara a casa sua. Lei sul portone, girandosi verso i tre Prescelti, disse: “Ormai ci siamo… Ricordati Michelle che questa notte verrà la Fenice a farti visita!! E’ arrivato il tempo!! Siamo al completo… ormai…” Dicendo così, salutò i nostri amici, ed a Joseph diede un tenero bacio.

Rimasti soli, i tre amici, decisero che era l’ora di andare a casa. Michelle sentendo questo disse: “Adesso mi lasciate da solo? Stanotte devo incontrare non so che, e voi mi lasciate solo? Sentite… voglio venire a dormire con voi!! Non me la sento di restare a casa mia stanotte!! I miei sono partiti per un viaggio… sono solo in casa!!” Joseph e Ralph dissero che doveva prendersi le sue responsabilità e che ormai aveva quasi diciotto anni, e come se non bastasse era pure un Prescelto, per cui non doveva lamentarsi. Michelle, fu costretto, dunque, ad andare a casa da solo con una enorme paura nel cuore. Chi avrebbe incontrato? Chi era questa Fenice?

 

Il poveretto, girò la chiave nella serratura, entrò in casa, accese tutte le luci girando ogni angolo dell’appartamento per vedere che non ci fosse qualcuno. Non voleva ancora andare a letto. Prese un libro dalla sua libreria e si coricò. Poi, si ricordò di non aver mangiato nulla, e quindi, andò in cucina e si preparò un panino. Mordendolo, gli venne in mente quella volpe che sicuramente lo avrebbe  morso, proprio come lui faceva a quella pagnottella, quindi cercò di sbrigarsi a finirlo ma gli passò la fame e fu costretto a lasciarlo. Dopo aver mangiato si coricò di nuovo sul letto ed iniziò a leggere il libro preso prima. Dovette chiuderlo immediatamente poiché aveva preso un libro di favole dove si parlava proprio di draghi, volpi e di animali d’ogni genere. Accese la televisione, ma il programma che stavano trasmettendo era uno stupendo documentario sulle volpi e sui cavalli. Preso da un tal fremito, chiuse immediatamente il televisore gettando il telecomando come se fosse un boomerang, che naturalmente gli cadde addosso procurandogli un bernoccolo in testa. Provò ad addormentarsi ma niente… non c’era nulla da fare! Non riusciva proprio a prendere sonno. Non aveva mai sofferto di insonnia, ma quella volta era come se si fosse bevuto un’intera brocca di caffè espresso. Di spegnere la luce non se ne parlava proprio, quindi ritentò di sdraiarsi sul letto chiudendo gli occhi. Ad ogni piccolo rumore li spalancava, per poi richiuderli di nuovo.

 

Squillò un telefono. Quella strana notte fu turbata da questo insistente suono! Michelle, che ancora non era riuscito ad addormentarsi, si alzò ed andò a rispondere, ma dovette accorgersi che non si trattava dello squillo del normale telefono attaccato alla parete… Era un telefono che era stato messo nel ripostiglio poiché non funzionava ed era lì in attesa d’essere riparato! Naturalmente il cavo non  era attaccato!

Michelle, che  aveva capito che quelli squilli non erano emessi dal telefono di casa collegato alla spina, comunque,  si diresse proprio verso il telefono funzionante, ma alzando la cornetta con speranza, udì il segnale di libero, e dietro di lui, nello sgabuzzino, ancora lo squillo impossibile del telefono con la spina staccata.

Restò immobile per un attimo, ma ancora quel telefono squillava e squillava. L’infelice, che quasi non si reggeva in piedi, andò in ripostiglio e con grande terrore prese la spina staccata e cominciò a battere i denti terrorizzato. “…Non la vuole smettere di squillare!! Ma come cacchio fa a squillare con il filo staccato?” Ci fu una pausa solamente interrotta dagli squilli del telefono. Si fece forza. Si avvicinò al telefono e quello smise di suonare. A questo punto, il poveretto si voltò come per andare via, ma il telefono con un lungo squillo fece tremare l’impavido Prescelto: “Deve essere un’interurbana!! Sarà caduta la linea…” Ed andò di nuovo vicino al telefono buttandosi dei ceffoni sul viso come per punirsi della sciocchezza che aveva pensato. Deciso, tirò un grosso sospiro e alzò la cornetta. “Pronto? Chi parla?” Disse con voce tremolante al microfono. Dall’altra parte dissero: “Perché non vuoi addormentarti? Lo sai che abbiamo l’appuntamento stasera… Sono la Fenice, e posso raggiungerti come voglio! Ti consiglio di andare a prendere un sonnifero e poi di metterti subito a letto!! Ci vediamo nelle grandi vie del sogno!!” E riattaccò. Michelle restò con la cornetta vicino all’orecchio per parecchi secondi, poi si decise di riattaccare perché una voce registrata al telefono diceva così: “Pegaso telecomunicazioni… La comunicazione è terminata! Si prega di riagganciare!!” Quello riagganciò subito, e corse come uno spiritato fino in bagno. Aprì un cassetto e prese due pastiglie di sonnifero, e se le infilò in bocca senza nemmeno bere. Fatto questo corse subito a letto e chiuse gli occhi. Si addormentò quasi subito, e si ritrovò su una grande quercia.

 

La Fenice comparve quasi subito, e salutando disse: “Ciao Michelle. Ti vedo un pochino turbato… Mi presento, sono il tuo allenatore personale!! Mi puoi chiamare Fenice oppure… lascia perdere... Era da tanto che stavo aspettando questo momento per poterti parlare direttamente, anche se in realtà già l’ho fatto! Come vedi sono un uccello ma con enormi poteri!! Posso far guarire con il mio pianto, e la mia mente è molto potente!! Riesco ad ipnotizzare e ad avere il controllo sul pensiero!! Tu… tu sei come me!! Dovrai imparare tutto questo!! Hai una enorme responsabilità, Prescelto della fenice!” Michelle con un sorriso sforzato  disse: “Ah! Se è per questo non ci sono problemi!! Mio padre è un bravissimo psicologo!! Ha molti libri su questo argomento, mi potrebbe anche portare con lui nel suo studio… così potrò vedere meglio come si fa ad ipnotizzare le persone...” La Fenice, guardando l’orizzonte disse: “Sui libri si può ricavare qualcosa, ma non tutto può essere spiegato... Tuo padre è si un bravo psicologo, e come potrebbe non esserlo visto chi è… e su questo non ci sono dubbi, ma tu, con quello che ti farò fare diventerai qualcosa di diverso... Ricordati anche che queste conoscenze servono per lottare!! quindi dovrai, non solo allenarti mentalmente ma anche fisicamente con degli allenamenti che poi ti spiegherò...” Michelle volle sapere di più sulla condizione di Prescelto e disse: “Io sono un Prescelto come i miei amici… Mi dovresti spiegare contro chi dobbiamo lottare!! Quella volpe non mi sembra che sia nostro nemico, anche perché ho sentito Dragur e Pegaso parlare… E poi… se come hai detto, tu sei il mio allenatore e credo che lo siano anche Pegaso e Dragur per Clara e Joseph, suppongo che quella volpe lo sia per Ralph…” La Fenice sorridendo, con aria molto compiaciuta disse: “Sei molto perspicace Michelle… comunque questa è una informazione TOP-SECRET!! Non ti posso dire altro!” Michelle ci restò male, e pensò che infondo Volpe era quello che diceva lui, e disse alla Fenice queste parole: “Se è vero che Volpe non è l’allenatore di Ralph, allora dimmi chi dovrebbe allenarlo…” La Fenice aprendo le sue enormi ali e volando via come un missile disse: “TOP-SECRET!! Ci vediamo la prossima volta...” Michelle cominciò a gridare: “L’hai detto tu che sono una fenice!! Ho ragione io!! Non mi puoi prendere in giro!!” Ma quello nemmeno si voltò ed andò via. A questo punto Michelle perse l’equilibrio e cadde dall’albero. Si ritrovò per terra e allungando la mano per potersi rialzare, toccò qualcosa di morbido e peloso. Fece appena in tempo ad accorgersi che si trattava di una coda di colore arancione, quando il proprietario della coda si voltò ringhiando verso di lui dicendo: “E io sarei un tuo amico? Per tua regola le volpi non hanno amici!! E per dimostrartelo adesso ti morderò!!” Volpe diede un morso molto forte alla gamba di Micelle…

 

Il Prescelto, urlando, si ritrovò sdraiato sul letto di casa sua, bagnato di sudore come se si fosse fatto una sauna. La gamba gli faceva davvero male. S’abbassò il pigiama e vide la ferita provocata dal morso. Cercò di tamponarla stringendosi un fazzoletto all’altezza della caviglia.

Erano già le otto di mattina. Era già tardi, quindi il poveretto dovette vestirsi di corsa, prendere i libri ed andare a scuola.

 

 

Capitolo 7

 

Intanto Joseph, andò a casa di Ralph per sapere se quella notte era successo qualcosa, ma Ralph disse: “A me non è successo nulla! Menomale!” Joseph, a quel punto disse: “Secondo te Michelle è riuscito ad incontrare la Fenice? Sai… su un libro ho visto che è un grosso uccello!! Sembra una gallina spennacchiata!!” Istantaneamente, Volpe entrò nel corpo di Ralph, ringhiando: “Non chiamare così la Fenice!! Sono Volpe e vengo a punirti per quello che hai detto!! Non pensare di cavartela così a buon mercato!! La Fenice è… un mio amico!!” E diede un gran balzo verso Joseph, mordendolo al collo, ringhiando come un assassino. Quello vedendosi attaccare in quel modo brutale, per istinto  chiuse il pugno destro e gridò, colpendo Ralph alla bocca dello stomaco : “Colpo del drago nero!!”. Volpe vedendo la potenza di Joseph, uscì subito dal corpo di Ralph, il quale restò svenuto sul pavimento, mentre Joseph restò immobile con il pugno ancora chiuso. Di certo, il poveretto non pensava di essere così potente e non riusciva a spiegarsi il perché delle parole che aveva pronunciato lanciando il terribile colpo, poi vedendo l’amico steso per terra, andò a farlo rinvenire e quello svegliandosi disse semplicemente queste parole: “Perché mi trovo a terra e mi fa male tanto lo stomaco? Cosa è successo Joseph?” Quello non volle dire cosa era successo per paura di una reazione di Ralph, quindi lo alzò e lo mise sul divano dicendo: “Nulla!! sei svenuto… Ma adesso sta calmo!!”. Non c’era da stare calmi! Il poveretto si lamentava per il gran dolore, e Joseph, per paura d’avergli provocato qualche lesione interna, decise d’andare a chiamare aiuto. Si alzò dicendo all’amico di andare in bagno, ed andò al piano superiore. Una volta lì, invece di recarsi alla toilette, prese il telefono pensando di chiamare un medico. Il suo terrore più grande era che il dottore  capisse che a fare tanto male al suo amico era stato lui, e che per conseguenza gli avrebbe dato tutta la colpa, facendolo finire nei guai, ma la situazione richiedeva urgenza! Non c’era tempo da perdere, ed alla fine si decise. Alzò il ricevitore e compose il numero dell’ambulanza. Chi rispose  al telefono disse: “Risponde il pronto soccorso Pegaso… La invitiamo a raggiungere il paziente ed aspettare l’arrivo del medico. Grazie! Si prega riagganciare!” E cadde la linea. Joseph restò come se avesse visto un branco di lupi affamati, si fece verde in viso per la paura e lo stupore, ma tentò di mascherarlo con un sorriso da ebete come quello che si fa per cortesia al fotografo quando si scattano delle fotografie ad un matrimonio di parenti. Sorridendo in questo modo, con la faccia da baccalà lesso, scese velocemente le scale e si avvicinò a Ralph che ancora si teneva la pancia per il gran dolore. Joseph prese a dire all’amico: “Ti fa molto male? Sta venendo il medico sai… cerca di stare tranquillo perché ora arriva!” Ralph, nel sentire questo, si agitò ancor di più e disse: “Chi ti ha dato l’autorizzazione di chiamare il dottore! Io non sto male! Per caso, sei stato tu a farmi questo?” E tentò di alzarsi ma fu costretto a sdraiarsi di nuovo sul divano perché il dolore era diventato insopportabile. In quel preciso momento una luce intensa esplose, e i due amici videro Pegaso con tutto il suo splendore troneggiare in mezzo alla stanza. “Qualcuno ha chiamato un medico? Sono qua pronto a servirvi!” Joseph alzò la mano come si risponde al professore quando chiama l’appello a scuola, dicendo: “Ho chiamato io! Ma non per me! Per Ralph! E’ stata tutta colpa mia, ma giuro che non volevo colpire lui… E’ stato Volpe ad attaccarmi nel suo corpo ed io ho reagito!” Ralph invece di essere sconvolto dalla maestosità del cavallo alato, nel sentire questo sbottò: “Porca miseria!! Lo sapevo… me lo immaginavo… Sei stato tu? Diamine!! Non sai che non ero io? Picchiando quella bestiaccia pelosa hai colpito me!! Ora per causa tua mi devo far guarire da un cavallo… alato per giunta!” Joseph tentò di farlo smettere di parlare per timore che Pegaso si risentisse, ma quello con calma prese a dire: “Quindi il malato sei tu? Fammi vedere cosa ti è successo...” E si avvicinò a passo di trotto al divano dove si trovava disteso il povero Ralph che lo guardava con tanto d’occhi di fuori dalle orbite. “Togliti la maglietta e sta tranquillo...” Disse con benevolenza Pegaso, e Joseph dovette togliere a Ralph la maglietta di forza, prendendosi anche tutte le sue parolacce. Il cavallo alato, volle che Ralph si girasse con la schiena verso di lui, e poi gli appoggiò l’orecchio alle spalle dicendo: “Adesso dì trentatrè e poi fai un bel respiro profondo...” Ralph, non potendo fare altro eseguì, e Pegaso voltandosi verso Joseph disse come un medico che deve dare una brutta notizia: “Ah!! Brutta storia!! E’ il colpo del drago nero!! Provvederò a chiamare un altro specialista che sicuramente darà la cura!! Ma tu Joseph non fare mai più una cosa simile!! Il tuo potere serve per difendere e non per offendere, e poi a chi? Ad un altro Prescelto? Beh… Io non posso far nulla!!” Ralph, nel sentire questo disse: “Prima mi appoggi l’orecchio… il tuo orecchio peloso sulla schiena e mi fai dire trentatrè, e poi come se non bastasse mi dici che non ci puoi fare niente? Ma insomma volete farmi proprio morire oggi? Che male ho fatto io per meritarmi tutto questo?” Pegaso disse: “Mi conosci così da poco tempo e già mi manchi di rispetto? Faccio finta di non aver sentito!! Comunque  ti consiglio di non pensare davanti a me cose del tipo che hai pensato prima!! Ora chiamo l’altro specialista!!” Effettivamente, quando Pegaso aveva appoggiato l’orecchio per sentire il suo respiro, Ralph aveva pensato: “…Speriamo che si sia lavato le orecchie, in genere i cavalli hanno tanto di quel cerume da poter fabbricare più di cento candele!!” E quindi restò perplesso dal suo potere di leggere nel pensiero e pensò: “Non si può più neanche pensare in santa pace per paura che qualcuno o qualcosa ti possa intercettare… Andiamo bene!!” Joseph intanto si domandava chi fosse lo specialista che doveva chiamare Pegaso, e intanto sperava che quello che aveva fatto a Ralph fosse guaribile. Passò un minuto, quando una bellissima luce dorata illuminò la stanza. Venne fuori la Fenice che con un balzo si posò sullo schienale di una sedia richiudendo le sue bellissime ali. Joseph colto dallo stupore di vedere una così bella creatura, disse: “Ma sei stupendo!! Sai… ho letto molto su di te!! Caspita!! Sembri proprio il disegno su quel libro!! Però… a pensarci bene, sembri una gallina… e spennacchiata per giunta!!” La Fenice vedendosi salutare in modo non molto educato disse: “Allora, caro draghetto non hai imparato nulla dalla esperienza di prima… Chi sarebbe la gallina spennacchiata? Io sono la Fenice!! L’uccello più raro che esiste al mondo!! Per tua informazione non sono una gallina!! Bada a come parli!!” La Fenice non aveva nessuna intenzione di litigare con Joseph, e per questo motivo balzò sulla spalla di Ralph il quale terrorizzato proprio come un cucciolo di volpe quando vede in cielo un aquila, non essendo abituato ad avere uccelli sulla spalla, balzò dicendo: “Cosa vuoi? Cosa mi vuoi fare?” La Fenice, non volendo, essendo un rapace gli conficcò le sue unghie nella carne, ma volle subito scusarsi con il Prescelto, dicendo: “Perdonami io non volevo farti male!! Cercherò la prossima volta di fare un po’ più piano!! Qualcuno mi ha messo fretta…” E guardò Joseph in modo torvo. Quello, dal canto suo lo guardava anche peggio, e disse: “Fare piano non serve a nulla!! Dovresti tagliarti le unghie, perché, così invece di guarire la gente, lasci danni irreparabili e potresti far venire anche qualche infezione!!” La Fenice facendo finta di non ascoltare le parole di Joseph, che siccome drago non sopportava le fenici per istinto, s’alzò in volo, e piangendo gettò le sue lacrime curative sul suo corpo del povero Ralph. Il Prescelto del Drago vedendo la scena non seppe resistere, e sghignazzando disse: “AHAHAHA!! Ti metti a piangere perché non vuoi tagliarti le unghie o perché avendo graffiato Ralph hai paura che gli venga qualche brutta malattia?” Quello facendo il finto tonto, smise di piangere e si alzò in volo dicendo: “Per il colpo del drago nero non esiste che questa cura. Chiamami quando vuoi Ralph… non farti problemi di nessun genere… Procura che almeno quando vengo non ci sia gente che mi faccia fretta e che mi prenda in giro…” Joseph allora disse: “Ah! Adesso ho capito perché piangevi… Stavi facendo l’uovo e ti fa male il fondo schiena!!! Succede molto spesso alle galline spennacchiate come te!!” A questo punto, la Fenice, avrebbe voluto dargli delle beccate in testa, ma poi si ricordò che quell’antipaticone era un Prescelto, quindi, per non causare incidenti spiacevoli, salutando solo Ralph, con una grande luce d’oro svanì.

 

Ralph si stupì di stare bene e toccandosi il punto dove gli faceva male, con un sorriso disse: “Che portento sono le lacrime della fenice!! Bisognerebbe averne sempre una scorta in casa per i casi di emergenza!! E’ fortunato Michelle che ha lui come allenatore!! E’ una creatura incredibile… Non sei d’accordo Joseph?” Quello rispose: “Farebbe comodo si… Dipende dalla grandezza delle uova che fa! Comunque non credo che il gusto delle sue uova sia eccellente... Infondo non le ho mai mangiate! Però mangerei lui… arrosto con le patatine!!” Ralph nel sentire questo, guardando Joseph in modo strano disse: “Fa parte dell’Elite non lo puoi trattare così!! Mi ha guarito in un modo sorprendente e non ha voluto nulla in cambio!!” Joseph con una scrollatina di capo fece finta di niente.

 

 

 

 

 

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