SHELLY LA PUZZOLA

RAFFAELE FAMELI

Attenzione !! Le storie sono protette da copyright  dell'autore SIAE (C) 

 

 

ERI COSI’ … SHELLY

 

Eri così sola e disperata,

oh, cara creatura dei boschi.

Su quel monte cercavi quello che ti mancava,

ma non si può cambiare!

Puzzolina, tenera ed indifesa,

hai perso una amica trovata da poco!

Come ti sentisti, ad affrontare tali sensazioni?

Come pensavi d’affrontare il freddo?

Dolce Shelly,

non accettasti il tuo destino,

non conoscevi altri come te,

e per questo, hai abbandonato, chi,

con amore ti ha dato vita e protezione.

I tuoi genitori, stanchi e vecchi,

aspettano te!

Piccolina! Sei un simbolo!

Simbolo di ciò che si vuole dimenticare!

Emarginazione, data dall’ignoranza.

Non si può!

Non si può far cambiare idea a tutti!

T’hanno dato tanto, tanto dolore!

Comunque,

ci sarà chi t’amerà completamente!

Così come chi scrive di te, ti ama.

Tenera puzzolina! Lo troverai!

Riuscirai a trovare la felicità che meriti!

Si…

Ma… quella vera!

 

 

 

In una estate di molti anni orsono,  in un piccolo bosco, vicino ad una radura, viveva una piccola puzzola con i suoi genitori. Il suo nome era Shelly ed era molto carina.

Sua mamma che si chiamava Cloe e suo padre Tom, erano molto legati a Shelly, tanto da portarla sempre con loro. Ma gli anni passavano e così le stagioni.

La mamma, non poteva più accudirla come un tempo, perché era ormai negli anni ed affidava la ricerca del cibo a Tom, il quale era quasi sempre indaffarato nella sua occupazione quotidiana, e non poteva portare la piccolina per paura di eventuali predatori come volpi e lupi che si aggiravano nel bosco; così Shelly era costretta a giocare da sola, girovagando vicino alla tana dei suoi genitori. Non aveva amici. La sua famiglia, era l’unica famiglia di puzzoline nel giro di molti chilometri, così, la poveretta non conosceva altri animali della sua specie, fuorché della sua piccola famigliola.

Per dire la verità, aveva avuto contatti con altre creature, ma furono sempre incontri (o per meglio dire scontri), che la piccolina avrebbe dovuto evitare assolutamente. Le mancava la compagnia di altri della sua specie, meglio ancora se della sua età.

Gli altri animali la evitavano. Le dicevano parole molto cattive. Un castoro le disse: “Va via dalla mia proprietà!! Puzzi!! Non ti sopporto!! Voi puzzole non avreste dovuto salire sull’arca di Noè quel lontano giorno!!”, ma anche altri le dicevano pure di peggio.  Tutti, per via della sua arma di difesa, che tra le altre cose, non aveva ancora, mai puntato contro nessuno, continuavano ad evitarla e scappavano via come il vento quando la vedevano. La piccolina ne soffriva moltissimo, ma non diceva nulla a mamma e papà per non farli soffrire.

Nella sua piccola mente, ad ogni parola cattiva, stava facendosi avanti un’idea, ma ancora non aveva il coraggio necessario per metterla in pratica.

Solo dopo uno scontro molto duro con uno scoiattolo che le tirò delle noci marce in testa, facendole molto male, e non contento le disse che la presenza delle puzzole in natura era un errore, capì che non poteva continuare così la sua vita. Infondo lei voleva solo avere degli amici. Quello scoiattolo, non solo le aveva provocato dolore fisico, ma, soprattutto, un dolore immenso a livello psicologico. Stando così male, un dubbio atroce colpì Shelly. Perché, i suoi genitori non le avevano mai detto nulla del loro problema? Perché non le avevano detto che le puzzole erano state da sempre discriminate? Questo non lo capiva, e, per questo motivo decise di allontanarsi dal bosco dove era nata e cresciuta, per incontrare qualcuno come lei, ma prima doveva dire addio ai suoi genitori.

Andò dalla sua mamma, che era all’interno della tana. La trovò stanca. Si vedeva che stava molto male. Shelly, nel vederla così non avrebbe voluto darle un dolore, ma quello che doveva fare era molto importante per lei e la sua vita. “Mammina!! Ormai è da parecchio tempo che ho capito di non piacere a nessuno!! Solo con te ed il papà mi trovo al mio agio!! Noi… noi siamo puzzole! Gli altri animali mi hanno detto cose molto brutte su di noi!! Perché , né tu e né il papà mi avete detto questa verità?” Cloe, avvicinandosi a lei con fatica, le rispose con le lacrime agli occhi: “Oh Shelly!! Chi?? Chi ti ha detto questo?? Lo sapevo… sapevo che sarebbe arrivato il momento, ed infatti, eccolo!! Solo per proteggerti amore mio!! Se io ed il papà non ti abbiamo detto nulla, è stato solo per amore!! Non volevamo che soffrissi, come abbiamo sofferto noi!! L’unico errore è stato solo quello di non averti preparata!! La vita, per noi puzzole, è sempre stata difficile! Ma lo è stata soprattutto per me e tuo padre! In questo maledetto bosco, non ci sono altre puzzole, e così noi due ci siamo trovati solo perché eravamo i figli delle uniche due famiglie di puzzole presenti in questo posto! Ora, i nonni non ci sono più!! SIAMO RIMASTI SOLI ED ABBANDONATI DA TUTTI!! Credimi figlia mia!! Non avrei mai voluto per te, questa vita!!” Shelly, allora, presa come da un fremito, disse di getto: “Ok!! Va bene!! Ma io adesso devo andare via da qui!! Non posso morire senza aver trovato qualcuno simile a me!! Sai, ho sentito dire da altri animali,  che al di là della montagna innevata, ci sono molte famiglie di puzzole!! Ti prometto mammina che tornerò e che, porterò con me qualche amico o amica!! Non posso vivere da sola!! Tu mi capisci??” Cloe, nel sentire questo, si mise a piangere di un pianto dirotto, e piangendo le disse: “Shelly, anche io ho dovuto sopportare molte umiliazioni, ma anche soffrendo, sono rimasta qui!! Noi… noi siamo puzzole amore!! Nessuno ci capirà mai!! Questo è il destino crudele che la nostra specie ha sempre avuto!! Non farci questo… io… io sono rimasta perché…” Shelly disse interrompendola: “Perché c’era papà!! Ecco perché!! Ma… rispondimi mamma… io, io chi ho ora, a parte voi?? Nessuno!! Ecco perché vado via! Per cercare la mia nuova vita!! Non temère ritornerò!!” E leccò l’anziana madre, mentre Tom, suo padre era all’entrata della tana, e sentendo le ultime parole proruppe anche lui in pianto, e piangendo le disse: “No!! Fuori ci sono volpi e lupi!! Non vorrai farti sbranare da quelle bestiaccie spero?? Non lo fare Shelly!! Non ci dare questo dolore!! Tua madre sta già abbastanza male, ed a me non restano che pochi anni da vivere!! Se te ne andrai, chi si prenderà cura della mamma?” Shelly irremovibile lo guardò e disse: “Ritornerò!! Stai tranquillo papà!! Farò quello che voi non avete mai fatto!! Sono giovane!! Ce la posso fare!!” “Cosa vuoi fare??” Gridò Tom avvicinandosi a lei: “Ma cosa credi di poter fare?? Da sola, li fuori, tra mille rischi e pericoli, per poi, sempre se il cielo ti aiuta, ritornare delusa da un mondo che non ci capirà mai!! IL MONDO NON CAPIRA’ MAI LE PUZZOLE!! Non partire piccola mia!! Soffrirai!!” Ma Shelly, strusciandosi teneramente al papà disse: “Sto già soffrendo!! Non potrò soffrire più di così!! L’unica cosa che mi mancherà, siete voi!!” E senza voltarsi, piangendo calde lacrime, uscì dalla tana correndo, mentre i suoi genitori, all’uscita della tana, la guardarono allontanarsi disperati e con il pianto nel cuore. Pensavano di aver perso loro figlia per sempre.

 

Shelly si allontanò dal posto che l’aveva vista nascere. Ora, intravedeva all’orizzonte quella enorme montagna da superare. Ora, era sola. Non aveva più la protezione dei suoi genitori. Pensava, avanzando sulla tenera erba, di non aver mai avuto un amico con il quale giocare. Era figlia unica, e le pesava la solitudine, ora più che mai.

Arrivò la sera, e nel vedere il sole sparire, la piccolina pianse con forti lamenti. Poco prima, aveva intravisto una volpe in lontananza, e, credeva di averla alle costole. Non riusciva a stare tranquilla! Aveva paura, e questo la fece piangere ancora più forte.

Il suo pianto così disperato, fece avvicinare una donnola, che le disse: “Cos’hai piccolina?? Perché piangi??” Shelly si voltò, e vedendo quella creatura le disse con voce flebile: “Oh! Amica donnola! Mi chiamo Shelly! Ho paura! Sono sola, e penso che una volpe mi stia seguendo… forse avevano ragione i miei genitori a dirmi di non partire, ma mi sentivo sola! Tutti… proprio tutti scappano da me!! Volevo andare dopo la montagna innevata! Li ci sono altre puzzole!! Volevo cercare qualcuno, che non fossero i miei genitori, che mi potesse capire, ma a quando pare… non mi resta che essere divorata dalla volpe!!” La donnola, presa da compassione, per la storia appena sentita, volle essere amica di Shelly e le disse sorridendo: “Shelly, hai proprio un bel nome, e poi sei anche carina!! Io mi chiamo Jenny!! Se vuoi possiamo diventare amiche!” Shelly sorrise. Pensò di aver trovato la prima amica. “Hai detto di aver visto una volpe??” Shelly rispose di si. “Beh!! Questo è il territorio di Jeff!! Lui si vanta di essere la volpe più astuta di tutto il mondo… povero illuso… io ne ho conosciuto altre… ma lasciamo perdere! Dunque!! Ritornando a noi, tu sei una puzzola giusto?” Shelly rispose di si: “Beh… allora non ti devi preoccupare… Se per caso incontri il vecchio Jeff, ti basterà girarti dalla parte della coda e.....” Shelly interruppe il discorso, e gridò all’indirizzo di Jenny: “Ecco!! Sempre luoghi comuni!! Ma non sapete dir altro di noi puzzole?? Pensate che sia l’unica cosa che sappiamo fare, spruzzare?? Vedi… anche tu hai dei pregiudizi!! Io, per tua regola, non ho mai spruzzato nessuno, e mai lo farò!! Anche tu, come lo scoiattolo sei cattiva!!” La donnola Jenny, nel vederla così furiosa, ebbe la tentazione di fuggire per non essere lei, la prima a provare il famigerato colpo segreto di Shelly, ma poi, anche perché le stava simpatica, decise di calmarla dicendo: “Su!! Non volevo di certo offenderti!! Scusami!! Voi puzzole siete animali stupendi, avete un bellissimo pelo bianco e nero!! Ce lo avessi io così… Comunque, volevo solo chiederti se hai una tana per questa notte??” Shelly, per non sembrare sgarbata le rispose: “Scusami amica mia per essermi arrabbiata, ma purtroppo, nella mia vita me ne hanno dette così tante… comunque no!! Non so dove andare!!” La donnola, rispose: “Ti posso ospitare io se vuoi!!” Shelly guardandola negli occhi per capire le sue vere intenzioni, disse di si.

 

Si diressero dalla parte dove c’era la tana della donnola Jenny. “Ecco! E’ li che abito!!” Le disse: “Entriamo…” E le due nuove amiche entrarono. Jenny rivolse un’altra domanda a Shelly: “Ma, scusami… Come pensi di arrivare al di là di quella montagna?? Ti servirà una guida!!” Shelly che non ci aveva pensato disse: “Non ne ho idea!! Sai.. non conosco nessuno!!” La donnola, presa da una tenerezza indicibile per quella creatura così bisognosa d’affetto, disse: “Forse domani, possiamo chiamare Rock!! Sai, lui ha detto di esserci stato!! Comunque sarà un viaggio molto duro!!” “Rock?? E chi è??” Quella, sbadigliando le disse: “E’ un procione!! Lui è molto intraprendente!! Saprà di certo aiutarti, ma adesso è tardi… dormiamo!!”

 

Dormirono fino a quando il sole era alto. La prima a svegliarsi fu Shelly, la quale incominciò a lisciarsi il pelo. Dopo un po’ , anche Jenny si svegliò e disse: “Shelly!! Amica!! Visto che il sole è già alto, andrò a chiamare Rock!! Tu aspettami, sarò di ritorno subito!! Non ti allontanare!!” La puzzolina rassicurò la donnola, e quella uscì.

Ma era possibile per Shelly restare nella tana con un bel sole lì fuori? Certamente no! Infatti, fece capolino all’esterno. Era un posto bellissimo quello! Non se ne era accorta la sera prima, ma con il chiarore del sole, adesso tutto sembrava magico. Andò a bere ad un piccolo corso d’acqua, e dissetandosi, si scordò anche delle preoccupazioni.

 

Ma non poteva durare! Una lepre era anche lei andata a bere, e nel vederla disse: “No! Non è possibile!! Qui!! Nella nostra zona!!” Shelly nel sentire queste parole si voltò e la vide, e con ingenuità disse: “Cosa hai visto amica lepre?? Spero che tu non abbia visto una volpe!!” Quella, con il muso disgustato disse: “Peggio!! Molto peggio!! Io ho visto te!! Dimmi… da dove sei arrivata?? Come hai fatto ad arrivare qui?? Con il tuo bere hai contaminato l’acqua!! Adesso dovrò avvertire tutti di non bere più in questo posto!! L’acqua puzza!!” Shelly, rimase male, e voltandosi verso quella creatura disse: “Cosa avrei fatto io?? Ma ti sembra giusto parlarmi così??” La lepre nel sentirla parlare con questo tono, scappò via. Di certo ebbe paura, ma correndo le disse con disprezzo: “LE PUZZOLE NON SONO GRADITE NEL NOSTRO BOSCO!! VA VIA!! VA A CERCARTI UN BUCO SOTTO TERRA E RIMANI LI’, FINO A QUANDO NON MUORI!!”.

Shelly rimase da sola, e si mise a piangere. Solo adesso, aveva realizzato che anche in quel incantevole posto non avrebbe trovato pace. “Nemmeno qui potrò essere felice!! Perché Dio mi ha creata puzzola?? Che male gli ho fatto per avere un destino tanto crudele?? Devo andare via!! Devo fuggire il più lontano possibile!! La montagna!! Devo andare dietro quell’altura, dove ci sono i miei simili!! Solo con loro potrò essere felice!!” E, senza aspettare il ritorno della donnola con il procione, corse via.

 

Naturalmente, la donnola con il procione Rock, cercarono dappertutto Shelly, senza trovarla, e Rock, nel ritornare alla sua tana disse a Jenny: “Tanto… quella puzzola non se la caverà!! Il mondo è cattivo con chi è diverso!! E poi… la montagna innevata non è posto per lei!! Sarà sicuramente sbranata dagli animali che vivono lì!!” La donnola, in pensiero per quella creatura che aveva aiutato, guardando Rock disse: “Forse Dio… solo lui, l’aiuterà a trovare quello che cerca!! Noi possiamo solo pregare per lei!! Spero di rivederla un giorno…” E dicendo così rientrò nella sua tana.

 

Alla lepre, non parve vero di andare a raccontare a tutti quello che aveva visto, naturalmente esagerando ogni cosa. Diceva che la puzzola, insana creatura,  non faceva altro che spruzzare su ogni cosa che si muoveva. Diceva anche altre bugie. Per esempio, che aveva visto uno scoiattolo morto, per causa dell’odore che era veleno; ma quel che è peggio, queste false notizie, arrivarono alle orecchie di un lupo, che decise di liberare una volta per tutte, il bosco, da quella ‘ insana creatura ‘ , come la aveva chiamata la lepre. Partì in spedizione con suo fratello, dicendo: “Se QUELLA COSA rimane nel nostro bosco, ucciderà tutte le nostre prede!! Moriremo presto di fame!! DOBBIAMO FERMARLA!!”

 

Shelly non poteva immaginare il rischio che stava correndo, e così, si incamminò lungo il sentiero che doveva condurla ai piedi del monte innevato. Era disperata. Ormai era più sola della sera precedente. Pensava addirittura, che forse, lei e la sua famiglia erano le uniche puzzole sulla faccia della terra. “Non troverò mai chi è come me!! Me ne devo fare una ragione!! Mia madre e mio padre, con tutti gli altri avevano ragione!! SONO UNA CREATURA INUTILE!! Nessuno mi vorrà mai bene!!”

 

In quel bosco, c’era un'altra infelice. Era scappata da uno zoo degli uomini, ed adesso vagava senza meta, proprio in quel bosco. Era una iena. Anche lei aveva assaggiato l’amaro sentimento del pregiudizio. Tutti, per via dell’aspetto, l’avevano etichettata nello zoo,  visto che era l’unica iena, come stupida e pericolosa. La poveretta si chiamava  Yaris. Al contrario di quello che si può pensare, non era per niente stupida. Voleva dimostrare al mondo la sua intelligenza, ma il suo corpo da iena, faceva pensare il contrario. Fu prelevata dalla savana dagli uomini quando era molto piccola. Essa non aveva mai conosciuto, oltre sua madre altre iene, e tutti, nello zoo, la prendevano in giro, ma le stavano alla larga. Era una situazione simile a quella in cui si trovava Shelly.

 

Forse fu per caso, ma il pianto disperato della puzzolina arrivò anche da Yaris, la quale sentendo anche quello che aveva detto la poveretta,  provò pietà e volle andare a conoscere un’altra infelice come lei.

Dunque le si avvicinò. Non sembrava provare alcuna repulsione per quella creatura, dimenticò anche la fame e non tentò di aggredirla. Shelly per la iena, era comunque una preda. Le loro storie, se pur in modo diverso, erano simili. La puzzolina, nel vederla ebbe una paura immensa, ma la iena, con dolcezza le disse: “Ti ho sentita piangere!! Mi chiamo Yaris. Ho anche capito, più o meno il motivo della tua tristezza!! Non temère!! Non ti farò del male!” Shelly, con gli occhi pieni di pianto, con voce alterata le disse: “Tu non puoi, iena, capire i motivi!! Il dolore che provo è immenso!! Sono isolata!! Sono stata cacciata da tutti!! Il motivo, è solo che sono una puzzola!! Ecco perché!! Non ho mai spruzzato!! Lo giuro!! Adesso mangiami!! Non voglio più vivere!! Avrei voluto andare al di là della montagna innevata, per trovare altre puzzoline,  ma ora non mi importa più!! Non puoi capire iena!! Non puoi capire la mia disperazione!!” Quella le si avvicinò di più, e Shelly chiuse gli occhi pensando al peggio, ma Yaris, con infinita tenerezza, prese a leccarla dicendo: “Invece Yaris ha capito!! Ti comprendo piccolina!! Anche io, a causa di uno stupidissimo stereotipo, sono stata sempre derisa!! Dicevano e dicono ancora, che sono stupida!! Ma questo non è vero!! So, sul conto della tua specie molte cose!! Voi, solo se vi sentite minacciate spruzzate!! E poi, siete così carine!! E’ tutta ingiustizia di chi non sa!! Ma, in tutta verità, l’ignoranza è per noi due la vera nemica!! Anch’io, proprio come te, piccola, sono sola. Ecco il nostro dramma!! Voglio venire con te!! Forse, dietro quel monte, troveremo due come noi!! Non disperiamo!!”

Così Shelly e Yaris si misero a piangere insieme, e le loro lacrime si confusero. “Non ho più lacrime, oh Yaris!! Ma adesso, solo adesso, so di aver trovato un amica!! E poi…” disse, girandosi la puzzolina verso l’amica, ma stavolta sorridendo: “E poi, non sei affatto come dicono!! Sai molte cose!! Sei saggia!! Molto saggia!!” La iena, sorrise anche lei, e le disse: “E tu, credimi, hai un buonissimo odore!! Non puzzi affatto!! Sai di muschio!!”.

Risero insieme, e poi, decisero di andare verso il monte innevato.

 

Intanto, sulle tracce di Shelly, si erano già avviati i due fratelli lupi. Pieni d’odio mal riposto e di rabbia, ringhiavano come impazziti, e dicevano: “Quella bestiaccia, distruggerà tutto!! Non potremo mettere in bocca nulla senza sentirne la puzza!!” “Già!!” Diceva l’altro: “Al sol pensiero, mi viene da dar di stomaco!! Le puzzole dovrebbero essere cancellate dal regno animale!! Sono schifose ed inutili!!” Ridevano, quelli sciagurati, pregustando la morte della povera puzzolina, che, intanto, aveva trovato, la prima vera amica della sua vita.

 

In un luogo pieno di fiori, Shelly e Yaris, stavano lentamente arrivando sotto il monte. Non si aspettavano d’essere seguite da due lupi, che, famelici, le avrebbero raggiunte a breve. La puzzolina raccontò alla iena tutto quello che aveva dovuto soffrire nella sua vita, e Yaris, raccontò le sue esperienze, che erano altrettanto tristi. Raccontò di aver avuto, anche lei, enormi dispiaceri. Shelly si rese conto che, la sua amica, oltre a non essere stupida, era più intelligente di molti altri animali che aveva incontrato nella sua vita. “Sai…” Raccontò Yaris: “…nello zoo, dove mi avevano rinchiusa, ho conosciuto un asinello!! Ti confesso, che, nel sentire su questi animali, le storie più assurde, anche io ero un po’ prevenuta, ma, nel frequentarlo, siccome avevo la mia gabbia, vicino al recinto con il prato dove pascolava, ho potuto constatare la sua grande intelligenza!! E’ vero!! Un po’ testardo, ma tanto, tanto arguto!! Molto di quello che so, lo debbo a lui!! E’ stato lui ad insegnarmi tutto su gli altri animali, e anche sulle puzzoline come te!! Aveva anche una filosofia tutta sua!! Diceva, che se il mondo non ti capisce, non sei tu ad essere diverso oppure stupido, ma sono gli altri ad avere problemi!! Se non è saggezza questa… mi chiedo cosa altro si può chiamare così!! Diceva pure, che la sua specie è imparentata con gli unicorni, era convinto pure, di poter fare delle magie!! Mi disse che me le avrebbe fatte vedere un giorno o l’altro…” Poi la iena diventò triste, e voltandosi verso l’orizzonte disse: “Purtroppo ora è morto!! Ho sofferto molto per la sua scomparsa!! Avevamo deciso di scappare insieme dallo zoo, ma, ormai era vecchio!! Il suo cuore non ha retto!! A me, restano solo i suoi insegnamenti!!” Shelly, nel sentire questo, disse: “Avrei voluto conoscerlo!! Sarebbe stato un ottimo compagno di viaggio!!”.

 

Come si divertivano insieme! Una puzzola con una iena, insieme, senza considerarsi preda e predatore. Loro avevano scoperto d’essere simili nelle loro storie di vita. Giocavano, leccandosi a vicenda!

Un aquila dal cielo le vide, e con grande disgusto volò via. Non aveva capito il bene che legava delle creature tanto diverse. Per lei era una cosa innaturale.

 

I lupi, erano quasi arrivati dove erano le nostre amiche. Avevano però perso le tracce. L’aquila, che intanto si era posata su un ramo, stava mangiando un topolino e, nel vedere i lupi con il naso basso sul terreno, volle sapere cosa stavano cercando. Quelli risposero che cercavano una puzzola. L’aquila, senza alcuna pietà, indicò il posto dove si trovavano Shelly e Yaris, ma non disse della presenza della iena, disse solo: “Se cercate una puzzola, che ha perso il buon senso, facendo cose senza alcun rispetto per la propria natura, andate pure in quella direzione!! Spero che la troviate!!” I lupi ringraziandola si diressero ringhiando verso la puzzolina e la sua amica iena.

 

Non ebbero da camminar tanto. Infatti, i lupi videro subito, tra i fiori, il bellissimo pelo bianco e nero di Shelly. Come due razzi si scagliarono contro la piccolina, ringhiando all’impazzata e dicendo: “Sporca puzzola!! Hai fatto morire le nostre prede con la tua puzza immonda!! Ora noi te la faremo pagare cara!!” Shelly, rimase pietrificata dal terrore. Non aveva mai visto dei lupi in carne ed ossa. Sapeva di loro solo le cose, che l’anziano padre le aveva raccontato. Naturalmente cose orribili. “Cosa volete da me!! Io non ho fatto nulla!! Lasciatemi stare!!” Piangeva la puzzolina, mentre quei due si avvicinavano. La poveretta poté sentire il loro fiato. Yaris, che da principio restò in disparte, per salvare l’amica, si mise in mezzo. I lupi, vedendo la iena la attaccarono, ma lei, riuscì ad uccidere un lupo con un morso alla gola. Fu una scena così terribile, che la povera Shelly si mise ad urlare di terrore, ma Yaris le disse: “E’ solo per te che combatto, oh amica bianca e nera!! Tu sei stata la mia unica amica, ed io ti salverò!!” Il lupo superstite, nel vedere suo fratello morto, guaì in modo lancinante, e non potendo fare più nulla per lui, visto che la iena lo teneva ancora per il collo, volle uccidere la causa del suo dolore: la puzzolina. Le si avvicinò dicendo: “Tu!! Sei stata tu ad uccidere mio fratello!! Fosse l’ultima cosa che faccio, te la farò pagare!!” Ed andò fino a lei, mostrandole tutti i suoi denti. La puzzola chiuse gli occhi, sembrava per lei non esserci più speranza.

 

Ma, il morso non arrivò. La puzzolina, udì solo un guaito lungo e continuato, che non proveniva dal lupo. Yaris, era riuscita a bloccare il lupo, provocandogli una ferita molto grave sotto il corpo, ma fu, a sua volta, morsa al collo. Quello, prima di spirare, aveva colpito con le sue zanne la iena, che ora, versava in condizioni pietose sull’erba. C’era solo odore di sangue e morte su quel prato! Yaris, aveva salvato la vita a Shelly.

La piccola puzzola, quando si rese conto dell’accaduto, andò vicino all’amica piangendo, e le disse con disperazione: “Perché Yaris!! Perché lo hai fatto??” Quella, aprì gli occhi solo un momento e le sorrise, e con gli ultimi suoi sforzi disse: “Perché siamo amiche!! Siamo anche legate dal destino!! Raggiungi anche per me, ti prego, il monte e superalo!! Starò sempre vicino a te in spirito!! Sai… l’asinello, mi ha detto che non si muore davvero!! Ci rivedremo un giorno o l’altro, magari, chissà… forse sarò una puzzolina come te… Me lo prometti Shelly??” Shelly promise, e Yaris così morì, fra le lacrime di Shelly, che piangeva chiedendosi, se la colpa di tutto era davvero sua. “Se non fossi mai venuta al mondo, tutto questo non si sarebbe mai verificato!! Comunque…” disse, ritrovando coraggio: “…ho promesso!! Ho promesso di non arrendermi!! Non lo farò!! E poi, credo alle ultime sue parole!! Ci rincontreremo Yaris!! Stanne certa!!” E sorrise.

 

Shelly, era di nuovo sola. Il pericolo per lei era stato immenso, ma lo aveva superato. Adesso, le si ergeva davanti, quel monte innevato. Era altissimo. Sicuramente, a salire fino lassù per attraversarlo, avrebbe provato un grande freddo. Però, Shelly non si diede per vinta! Ormai aveva giurato e promesso a Yaris che ce l’avrebbe fatta, anche per lei, che ormai non poteva più farlo.

Camminò e s’arrampicò sulle rocce. Quante volte, nel guardare in basso, fu lì lì per cadere, ma il pensiero andava alla felicità di trovarsi, una volta dall’altra parte, in un mondo migliore. La poveretta ci sperava davvero tanto, e fra se e se ripeteva: “Ora non mi posso più tirare indietro!! Se lo facessi, perderei tutto quello per cui sto lottando!! E poi… e poi, Yaris!! L’unica mia amica, avrebbe voluto venire insieme a me!! Devo salire anche per lei, e, insieme a me, su questo monte, salirà anche la mia amica!! Non può capitarmi nulla di male!!” E, con le zampette nella fredda neve, continuava a salire.

Era estate è vero, ma su quel monte, sembrava non essere mai arrivata.

 

Cominciavano già, da diverse ore a farle male le zampette e gli occhi. Quello, era un freddo gelido, che agghiacciava il cervello ed il cuore. Ma, Shelly, con coraggio, saliva sempre più su. Nel suo salire, pensava: “Non l’avrei mai detto che quassù facesse tanto freddo!! Devo stare molto attenta!! Presto dovrò trovare un rifugio se non voglio finire bloccata dalla neve e dal ghiaccio!! Accipicchia!! Qui non c’è proprio anima viva!! Sembra non ci sia mai stato nessuno in questo posto!! Se solo ci fosse Yaris con me!!” La poveretta soffriva molto, ma teneva duro. Lo sanno tutti, le puzzoline sono animali molto delicati, però Shelly sembrava voler sfatare anche questa diceria.

 

A poco a poco, diventò buio. La notte era chiara, ma il freddo pungente. Gli occhi della puzzolina facevano fatica a restare aperti, e piano piano, li chiuse e restò immobile sul ghiaccio, mentre la luna la illuminava. Una lince le passò vicino, senza però accorgersi di lei.

 

Sarebbe morta sicuramente, se di li non passava un furetto. Il suo nome era Jack, ed abitava su quel monte. Aveva visto la lince, ed aveva intuito che se non avesse  portato quella creatura nella sua tana, le sarebbe successo qualcosa di molto brutto.

Le si avvicinò rapido, e cominciò a scaldarla con il suo corpo. Shelly, con un fremito, riprese conoscenza, e nel vedere quella creatura con il mantello bianco, che le aveva salvato la vita disse solo: “Grazie!! Ma dimmi, tu che animale sei??” Il furetto, le disse veloce: “A dopo le presentazioni!! Vieni con me nella mia tana!! Li, ti potrai ristorare e mangiare qualcosa!! Hai rischiato di morire assiderata, ed in oltre, una lince, ti era passata molto molto vicino!! Restare qui, significa pericolo di vita!! Sai… qui non c’è solo la lince, ma anche delle volpi artiche, che potrebbero mangiarti in un sol boccone!! Io stesso, sono stato quasi divorato ieri!!” Shelly, nel sentire questo si rizzò in piedi e leccando il furetto gli disse con gratitudine: “Mi hai salvato la vita, dunque!! Come posso sdebitarmi??” Il furetto, staccandosi da lei, disse velocemente: “Mi ringrazierai e conoscerai dopo!! Ora non c’è tempo!! Sento già, il passo di una volpaccia!! Se vogliamo portare a casa la pelle, dobbiamo andare!!” E così, Shelly, seguendo il nuovo amico, arrivò al sicuro in una bella tana, che era scavata nella neve.

 

Che bel calduccio che c’era in quella tana! Si sistemarono dentro, e cominciarono a leccarsi per scaldarsi. “Eri proprio congelata mia cara!! Ma… dimmi!! Cosa ha spinto una bella puzzolina come te, ad affrontare così tanti pericoli?? Non hai avuto paura?? Dimmi… sono curioso…” Shelly, guardò il furetto e disse: “Solo una promessa fatta ad una amica che non c’è più!! Prima… cercavo un’altra come me, una creatura che potesse capirmi, ma ora, devo farlo anche per lei!! Ma… tu chi sei??” Il furetto, mettendosi dritto sulle zampette posteriori, le disse con dolcezza: “Sono Jack il furetto!! Sono nato e cresciuto qui, su questa montagna!! Io sono abituato a tutto questo freddo e pericoli!! Ma tu, dimmi, perché vorresti cercare, da quello che ho capito, un’altra puzzolina?? Non ne conosci??” Shelly, rispose: “Eh!! Caro Jack!! La mia vita è stata sempre difficile!! A causa della mia specie, tutti mi hanno sempre evitata!! Ecco… ecco qual è il mio problema!!” Il furetto si mise a ridere e disse: “Ah!! Ho capito tutto!! Ma tu, piccolina, devi essere superiore a certe cose!! Gli altri animali non capiranno mai!! Devi imparare a non starli a sentire!!” Shelly, rispose quasi piangendo: “Lo so furetto!! Ma è tanto dura!! Volevo scendere giù, da questo monte, per  cercare una puzzola che mi potesse spiegare se il destino di noi puzzole è quello di essere discriminate!! Avevo trovato Yaris la iena!! Lei, per me, è stata la prima amica che abbia mai avuto, ma purtroppo… un lupo l’ha uccisa, e tutto per difendermi!!” “Quindi… il lupo cercava te??” Disse Jack, tremando al pensiero, di trovarsi di fronte ad un lupo; Shelly annuì, e il furetto, leccandola disse: “Poverina!! E poverina anche la tua amica!! Mi dispiace molto per lei, anche se non riesco a pensare di avere una iena come amica!! Ma dimmi… non ti faceva paura??” Shelly, pensando a Yaris, con un sorriso disse: “Beh… ti confesso Jack, che appena l’ho incontrata… ma poi, ho capito che non mi avrebbe fatto nulla!! Era come me!! A causa, di pregiudizi, anche lei, è stata sempre emarginata!! Io, per la puzza, e lei, per il suo aspetto esteriore!! Ma non era affatto stupida!! Era molto intelligente!!” Il furetto, capì la situazione, e leccandola ancor di più disse: “Adesso non ti devi più preoccupare!! Ci sono io!! Però, domani, ti indicherò la via da percorrere per arrivare a destinazione!! Ma dimmi ancora una cosina… non hai una mamma ed un papà??” La puzzolina diventò triste, e con i lacrimoni disse: “Si, e prima o poi andrò di nuovo da loro!! Mi mancano tanto!!”

Quella notte, Jack e Shelly, dormirono uno accanto all’altra, riscaldandosi a vicenda. La puzzolina, anche non essendolo, si sentì a casa sua! La compagnia del furetto, le dava sicurezza.

 

Il sole fece capolino. Shelly con Jack, uscirono dalla tana molto presto. Era bellissimo vedere i riflessi del sole sulla candida neve. Jack, trovò del cibo e ne offrì a Shelly, la quale si rifocillò. Era uno spettacolo vedere il furetto darsi da fare, così rapido e sicuro. Quel monte, per lui, non aveva segreti. Shelly lo osservava incuriosita e con grande ammirazione. “Devi mangiare!!” Le ripeteva Jack: “Qui in montagna ci si deve nutrire bene!! Bisogna conservare le energie, per poter correre veloce… mi capisci piccolina??” Shelly lo sapeva, e ringraziando il furetto, gli disse: “Lo so bene, e ti ringrazio… ma… ho un’altra domanda da farti, amico furetto!! Dimmi… non mi trovi pericolosa?? Non hai paura che ti…” Jack, voltandosi verso di lei le disse: “Che mi spruzzi?? E perché mai lo dovresti fare?? Non ti sto facendo nulla, e poi…” Il furetto, si bloccò per un momento, e poi, abbassando gli occhi riprese: “e poi… anche noi furetti, essendo come specie, imparentati con voi, abbiamo un’arma di difesa simile!! Forse… non potente come la vostra, ma comunque… mi… mi capisci??” Shelly, nel vedere Jack diventare rosso, non fece osservazioni, e decise di non parlarne più. Era evidente che il furetto, come tutti i furetti, si vergognava, ma, la piccolina, nel apprendere tutto questo, cominciò a volergli bene ancor di più. Erano simili.

 

Il tempo passò in un lampo. Shelly, anche non volendo, dovette salutare Jack, il quale, la accompagnò fino in cima al monte. “Da qui, dovrai proseguire da sola!! Sta attenta!! Potresti incontrare qualche volpe!! Se dovessi incontrarla, non aver paura, non correre!! E’ peggio!! Potresti girarti e…” Shelly, capì e disse: “Non lo farò!! Troverò un’altra soluzione!! Io… io non l’ho mai fatta quella cosa, e mai la farò!!” “Va bene!! Ma attenta anche al ghiaccio!!” Shelly, nel vederlo preoccupato, gli disse di stare tranquillo, e leccandolo con affetto per l’ultima volta, partì da lui. Il furetto, nel vederla andare via, disse: “Piccola!! Non si può sfuggire per sempre alla propria natura!! Ti auguro di non trovarti mai in difficoltà!!”

 

Con nuove speranze nel cuore, Shelly si dirigeva a grandi passi giù per la montagna. Aveva trovato in Jack un nuovo amico. Pensava che dopotutto, non tutti fossero cattivi, e questo la rendeva allegra. Vedeva i prati avvicinarsi sempre di più e, fermandosi un attimo a guardare verso l’orizzonte, le venne in mente Yaris, e, con le lacrime agli occhi disse: “Amica mia!! Siamo quasi arrivate!! Se è vero che sei sempre con me, anche tu stai vedendo!! Mi manchi tanto!! Avrei voluto portarti con me!! Ma, hai preferito donarmi la tua vita per proteggermi!! Non dispero!! Un giorno, nel paradiso degli animali, ti vedrò di nuovo!!” “Chi dovresti vedere??” Disse ad un tratto una voce. La puzzolina si girò di scatto, e vide una volpe bianca. Fu colta dal terrore. “Sai…” continuò la volpe: “E’ da ieri che vago tra questi ghiacci senza trovare cibo, sai, aspetto un cucciolo!!Ma… ma… ADESSO HO TE!!” Shelly, provò a scappare, ma il ghiaccio la fece cadere, e così, la volpe le balzò davanti. “Dove corri!! Dove credi d’andare?? Sai… ora dovrò mangiarti!! Ho fame!!” La puzzolina, di rimando, scordandosi per un istante tutte le ingiustizie che aveva subìto, disse al predatore: “Volpe!! Sono una puzzola!! Non sono buona da mangiare!! Io… io… io puzzo!!” Poi si rese conto di quello che, per salvarsi, aveva detto e si mise a piangere. Aveva mancato, anche lei stessa, come avevano fatto gli altri animali, di rispetto alla sua specie, e questo la turbò molto. “AH AH AH!! Non sono schizzinosa amica mia!! So bene cosa siete, e cosa fate voi altre puzzole… ma credimi… la fame fa scordare anche le brutte esperienze!!” Shelly era in pericolo di vita. Ormai si vedeva spacciata. Provò, comunque a persuadere la volpe con la dialettica. “Cara volpe!! So che hai fame!! Però io non sono sola!! Ho un’amica iena, che in questo momento è a caccia!! Non ti conviene rimanere qui, altrimenti potresti fare una brutta fine!!” Shelly, parlava di Yaris, e sperava che la volpe, sentendo questo, la lasciasse andare, ed intanto, pregava Yaris, che dal paradiso facesse un miracolo. Ma la volpe disse sghignazzando: “Ah! E così saresti tu quella puzzola?? Ma guarda guarda!! Vuoi per caso farti più furba di me?? La tua amica iena è morta!! Me lo ha detto un’aquila!! Non che con le aquile io ci vada molto d’accordo, ma la storia che va a raccontare in giro su di te, è molto interessante!! TU NON HAI PIU’ NESSUNA AMICA IENA!! SEI SOLA!! Ed io… ed io… ho fame!!”

 

Shelly, con davanti la volpe, non poteva né indietreggiare e né scappare. Ormai, era davvero spacciata. Vide la volpe sbadigliare e poté notare i suoi denti aguzzi. Immaginò, sulla sua pelle quegli aghi che penetravano. Provò addirittura il dolore. Rabbrividì e stava quasi per svenire. La volpe, seguendo il suo istinto, le girava intorno, odorando l’aria. Era pronta per l’assalto finale, e la puzzolina lo sapeva fin troppo bene, però non sapeva il momento esatto. Era impensabile sfuggire ad una morte tanto crudele dettata dalla natura. Chiuse gli occhi, come al solito, ma, poi li aprì di scatto. L’istinto in lei s’era fatto più forte di qualsiasi proponimento. Shelly, sentendo ormai vicina la morte, fece quello che non avrebbe mai voluto fare. Nemmeno ci pensò. Si girò con la coda verso il muso della volpe, che ormai le era attaccata, e con disperazione spinse.

 

Una nuvola si espanse! La volpe, cominciò a tossire e poi prese a vomitare. Scappò via, lasciando Shelly, ancora con la coda alzata e gli occhietti chiusi.

Realizzò, solo dopo qualche istante ciò che era successo. Si era comportata, per la prima volta in vita sua da vera puzzola.

Pianse e si disperò. Aveva, così, per ben due volte, mancato alla sua promessa. Quel gesto disperato le era costato molto caro! L’istinto, come aveva preannunciato il furetto, aveva preso il sopravvento. La poveretta, rimase immobile con le lacrime agli occhi, lamentandosi disperatamente. “Cosa ho fatto!! Dio mio!! Non volevo!! NON SONO PIU’ IO!! VORREI SOLO MORIRE!!”

 

Un riccio, che aveva visto tutta la scena, le si avvicinò dicendo: “Morire?? Ma sei stata straordinaria!! Hai fatto scappare quella volpe a zampe levate!! Bravissima!!” Shelly, guardando il riccio disse: “Ho sempre evitato di farlo!! Ho promesso!! Adesso, davvero, merito d’essere evitata e presa in giro!! Non ho capito nemmeno come sia potuto succedere!! Questa è una tragedia!! LA MIA TRAGEDIA!! Tu… tu… riccio, non dire a nessuno quello che hai visto!! Non lo fare!! Ti prego!!” Ma quello, guardandola con ammirazione disse: “Questa è la tua vittoria!! E’ la tua natura, amica puzzola!! Non puoi cambiare ciò che Madre Natura, nella sua infinita saggezza, ti ha donato!! La tua, amica mia, è una delle armi più incredibili che esistano su questo pianeta!!” Stranamente, qualcuno apprezzava ciò che Shelly considerava una disgrazia. “Cosa?? Tu non capisci riccio!! Ho lasciato i miei genitori!! Ho sofferto per questo ‘ dono ‘ che dici tu!! Per me non è un dono, ma una maledizione!! E non solo per me!! Anche gli altri animali lo dicono…” Pianse la puzzolina, ma il riccio rispose: “Questo, perché ti tèmono!! Hanno paura di te!! Non è una cosa negativa!! Difendersi non è mai una cosa inutile!! Quella volpe, ti avrebbe certamente divorata se non ti difendevi!! O lei o tu!! Questa è la legge della natura!! Non disprezzare il tuo VERO IO!! Sei una creatura eccezionale, come eccezionale è la tua arma!! Con il tuo spruzzo, hai salvato anche me!!” Shelly, non convinta, ma sempre più afflitta, gridò al povero riccio: “VA VIA!! Non ti ho salvato!! Ho solo mancato di rispetto ad una promessa fatta ad una amica che ha donato per me la sua vita, ed a me stessa!! VA VIA RICCIO!!” Quello, con filosofia, disse senza agitarsi: “Me ne vado… tranquilla!! Ma prima ti devo far conoscere una grande verità!! NON SI SFUGGE AL PROPRIO DESTINO ED ALLA PROPRIA NATURA!! Non si può!! Non si può promettere una cosa, che poi non si può mantenere!! SEI PUZZOLA, E, CHE TI PIACCIA O NO, LO SARAI PER SEMPRE!! Devi solo farti apprezzare, in primis da te stessa e poi dagli altri!! Io… io per esempio, t’apprezzo molto!! Fatti amare amica puzzola!! Ciao!! Ora ti saluto!! Morire non è la soluzione al tuo problema!!”.

 

Il riccio, dicendo così, si allontanò, lasciando Shelly in lacrime. Era di nuovo sola, la nostra puzzolina. Le parole del riccio, comunque le rimbombavano nel cervello. Era davvero questo il suo destino? Ora, ora non aveva più senso andare a cercare i propri simili, perché, era diventata quello che tutti s’aspettavano da lei.

Camminò per un po’ sulla neve. Non poteva nemmeno ritornare indietro. Cosa avrebbe raccontato all’amico furetto? Forse una disfatta? Per lei lo era! Era così che si sentiva: sola e sconfitta, ma questa volta, non dagli altri, ma da lei stessa.

Si cercò, dunque una tana. Voleva restare sola e isolata da tutti. Non si rendeva conto, che aveva cominciato quel viaggio, proprio per evitare questo.

 

La notte stava per scendere di nuovo, e così, anche le lacrime. ‘ NON SI SFUGGE AL PROPRIO DESTINO ED ALLA PROPRIA NATURA… ‘ aveva detto quel piccolo riccio. Aveva ragione? Shelly, ripensava a quelle dure parole e piangeva. Ora il destino, quel destino che voleva evitare, l’aveva fatta isolare. Aveva fame e sete, mentre il freddo non cessava. Sarebbe morta! Ma questa volta, non per una volpe affamata, ma da quel monte.

Trovò una tana abbandonata e si sistemò al suo interno, proteggendosi con la sua folta coda dal gelo che la circondava. Non riusciva nemmeno a piangere. Non aveva più lacrime. Così rassegnata, con la fame che le faceva borbottare lo stomaco, si addormentò, pensando di non svegliarsi mai più.

 

Shelly, passò una nottata da incubo. Ripercorse con la memoria, l’esperienza avuta con la volpe e le parole del riccio. Le sembrava di impazzire. Si rigirava nella tana non trovando tregua per il gran freddo! S’avvolgeva, più stretta, nella lunga e bellissima coda bianca e nera, ma riusciva solo a sentire il suo odore, proprio la cosa che era alla base del suo mal di vivere. Alti lamenti si spargevano per la tana! Ormai, la rassegnazione le stava portando via anche la speranza.

Solo molto più tardi, riuscì a dormire. Fece sogni brevi ma intensi. Sognò la volpe, ma quello che le fece paura, fu il vedere che invece di morderla, quella, si girava alzando la coda, che improvvisamente si colorava di bianco e nero, spruzzandola. Erano incubi che non la lasciavano riposare in pace. Poi, sognò i suoi genitori che piangevano, ed in lontananza vide Yaris. Cercò di avvicinarsi a lei, ma quella non le sorrideva. Cercò di raggiungerla, ma quando credeva di esserci riuscita, spuntavano dal terreno la lepre e lo scoiattolo, scortati dai lupi che le saltavano addosso, e nel frattempo, mentre quelli la mordevano, sentiva le parole del riccio, ingigantite come tono da un eco come quello che c’è in una cattedrale.

 

Si era fatto di nuovo giorno su quel monte. La puzzolina era distrutta. Non aveva riposato per niente e, non aveva neppure la forza di camminare per uscire fuori dalla tana, e così, restò rintanata ancora per un po’. Guardava il bagliore del sole sulla neve, scorgendolo dal buco che faceva d’entrata alla tana. Chiamò, con quella luce, con tutto il fiato che aveva Yaris, rivolgendole una preghiera. “Oh amica mia!! Ho fallito!! Ormai la mia vita finisce qui!! Non ho mantenuto la promessa fatta a te, che hai perso la tua vita per salvarmi!! Ma quello che è peggio, non l’ho nemmeno mantenuta per me!! Ho spruzzato!! Ho fatto del male!! Ho fatto male alla volpe!! Si… è vero… mi voleva mangiare, ma… è stata male a causa mia!!! E’ tutta colpa mia!!! Yaris!! Presto ti raggiungerò!! Fino a quel momento, proteggi tu, dall’alto i miei genitori che sono rimasti nel bosco ad aspettarmi!! Sono anziani!! Presto verrò da te, intanto prega il buon Dio per me, che non ho saputo comportarmi come dovevo!!” Detto così, prese a piangere con dei lamenti tanto acuti, che facevano spezzare il cuore. Si sentì morire dal rimpianto per quello che aveva, a suo malgrado, fatto. Una talpa, che, da sotto terra sentì, emerse dal terreno, e, non riuscendo a vederla bene, non si rese conto che Shelly fosse una puzzola, e disse: “Perché piangi?? E’ una bella giornata!! Ma dimmi… che animale sei??” La puzzolina, nel vedere la piccola talpa, e conoscendo il suo problema di vista disse: “Sono una piccola di tasso!! Non ho voglia di uscire!! Sono triste!!” La talpa, disse: “Non hai un compagno??” Shelly, sgarbatamente disse: “No!! Non c’è l’ho!! ADESSO LASCIAMI IN PACE TALPA, O… O TI MANGERO’!!” Da fuori la tana, il riccio, che la puzzolina aveva incontrato il giorno prima disse: “Oppure ti spruzzerà!! Talpa!! Lei non è un tasso, ma una puzzola!!” Shelly, piangendo disse: “Ancora dolore?? Ma perché volete farmi morire??” “Veramente…” disse la talpa: “…eri tu, prima a dire di voler morire, o sbaglio?? Sono cieco ma non sordo!!” Il riccio riprese: “Che vuoi che ti dica, piccolo amico talpa!! Lei non si accetta!! Come le ho già detto, non si possono fare promesse, senza poterle poi mantenere!!” “SIETE CATTIVI E MALVAGI!! LASCIATEMI MORIRE IN PACE!!” Disse Shelly gridando. La talpa allora disse: “Ma si… sei senza alcuna speranza!! Morire?? Morire perché non si accetta quello che si è?? Ma dove mai siamo arrivati!! E proprio pazzia questa!!” Shelly, innervosita e piena di rabbia, si voltò di scatto verso la talpa con la coda puntata, la alzò, e come per la volpe, spinse con tutte le sue forze e con tutta la rabbia che aveva in corpo.

 

La talpa, si salvò solo perché, intuendo le intenzioni di Shelly, ritornò sotto terra, ed il riccio, voltandosi verso la puzzolina, disse: “L’HAI FATTO DI NUOVO!! E’ INUTILE!! SEI PUZZOLA!! NON C’E’ NULLA DA FARE!!! RASSEGNATI!!” Shelly, con le lacrime agli occhi, alzò la coda, ed anche il povero riccio, fu spruzzato senza alcuna pietà, quindi vomitando, corse via.

Ormai Shelly era davvero distrutta ed incattivita. Fece un nuovo giuramento, ma questa volta solo a se stessa. “Visto che tutti mi vogliono così… SARA’ COSI’ CHE FARO’ D’ORA IN POI!! La vecchia Shelly è morta!! Oggi, ne è nata una nuova!! Vivrò di vendetta!! Spruzzerò su tutto e tutti!!!”

Erano i pensieri di una creatura distrutta, che era arrivata ai limiti della sopportazione.

Uscì dalla tana di corsa, e scese giù per il sentiero, per arrivare al di là del monte. Corse a più non posso. Tutta la sua vita le passò davanti, e dopo aver percorso molta strada, s’accasciò sulla neve gridando e gemendo. Infatti, non era da lei essere cattiva! Si pentì di quello che aveva fatto e pensato. Provò disgusto. La vendetta non le piaceva. Ora… ora, voleva solo morire.

Stette sulla gelida neve, stesa per parecchio tempo. Incominciò a stare male. Si stava assiderando lentamente. Chiuse gli occhi. Ormai, non le interessava più di essere mangiata da un predatore, oppure di restare congelata. Stava immobile, con il corpo percorso da mille brividi. Così, aspettò di morire.

 

Un’altra creatura che veniva dal bosco dov’era diretta Shelly, camminando a fatica sulla neve, inciampò per caso, sul corpo della puzzolina, che ormai era priva di sensi. La sollevò. Non riuscì a crederci. “Oh!! La mia ricerca appena iniziata, ha già portato i suoi frutti!!! Una puzzola!!! Ma… sarà viva?? Devo trovare un posto caldo!!! Anch’io ho freddo!!! Ma… ah!!! E’ una femmina!!! Cosa ci farà qui su questo monte?? Starà cercando, come me, se stessa?? Dio mio!! Com’è bella!!” Si chiamava Chris. Anche lui, era una puzzola, ed aveva subito dalla vita, come Shelly, umiliazioni e dolore, e così, proprio come la nostra amica, voleva attraversare il monte innevato per arrivare dalla parte opposta. Non pensava di certo che la situazione, dall’altro lato era molto simile da quella che si era lasciato alle spalle.

 

Trascinando Shelly, per quella strada, vide che non c’erano posti che potevano servire come riparo, quindi decise d’andare avanti. Più guardava Shelly, e più Chris si inteneriva. “Mamma mia!! E’ la cosa più bella che abbia mai visto!! Una puzzola come me!! Chissà quante storie avrà da raccontare…”

Arrivarono, dopo poco tempo, proprio nel posto in cui Shelly aveva dormito quella notte. Chris, decise che quello poteva essere il posto giusto, e così, con la puzzolina entrò dentro quella tana.

Il riccio vide la scena e corse via. Aveva paura di prendersi altri spruzzi, ma, fu, infondo contento di vedere Shelly con un suo simile. “Finalmente la puzzola ha trovato uno come lei!! Spero per lei, tanta felicità!! Si dovrà accettare ora!! Buon per lei!!”.

 

Ancora, gli occhi di Shelly erano chiusi. Chris, cercò di riscaldare la poveretta, ma fu un’impresa ardua. Sembrava fosse morta, ma, ancora la vita pulsava nel suo corpicino gelato. Il poveretto, aveva da sempre cercato qualcuno come lui. Ed ora… eccola li. Egli, era l’unico sopravvissuto di una cucciolata di puzzoline. Il cibo, al di là di quel monte non era molto; infatti, uno dopo l’altro, i suoi fratellini erano volati in cielo, lasciando nella disperazione i genitori. Era rimasto solo lui! La mamma, ed il papà, avevano chiuso per sempre gli occhi qualche mese prima, che Chris, prendesse la disperata decisione d’andare, proprio come aveva fatto Shelly, a trovare, dall’altra parte di quel monte, un posto migliore, ed anche se stesso. Anche il poveretto, aveva pianto in silenzio per tanto, tanto tempo. Ma ora era li! Ora aveva tra le zampine un’altra creatura come lui. Non s’arrese. Disperatamente, strofinava il suo corpo contro quello di Shelly, per darle il calore che salva la vita. Cercò, anche con il fiato di farla rivivere. Solo un frèmito molto debole… ecco! Si stava risvegliando. Era ancora viva.

 

Lentamente, Shelly aprì le palpebre. Non vide subito Chris, ma riconobbe la tana, che le aveva dato rifugio quella notte. Pensò d’aver sognato tutto quello che era capitato, ma poi, girò lo sguardo e vide il buco dove era scomparsa la talpa per difendersi da lei. Realizzò, in un momento che non era stato un sogno. Gridò di dolore, ma fu bloccata dalla vista di una coda bianca e nera, che le prosciugò, di colpo le lacrime. “Bene!! Finalmente ti sei svegliata!! Avevo paura sai… avevo paura che non riprendessi più i sensi…” Disse una voce. Shelly, rimettendosi in piedi, con molta fatica, poté vedere interamente Chris. “E tu chi sei?? Cosa ci fai qui?? Ma tu… tu sei…” Quello le rispose sorridendo: “Una puzzola… già!! Sai… mi chiamo Chris!! Ti ho trovata svenuta, distesa sulla fredda neve!! Ora come stai piccolina??” Shelly, si mise a piangere. Nel vedere quella creatura simile a lei, provò una tenerezza immensa, come immensa era la voglia di raccontare a qualcuno la sua storia, e così, piangendo, si mise a raccontarla, e tra le lacrime, confidò anche d’aver voluto morire. La poveretta aveva una voglia incredibile di parlare, e, dal canto suo Chris d’ascoltare. Avendo sentito, quello, preso dalla tenerezza le disse con voce tranquillizzante e molto calma: “Ora piccolina, non ti dovrai più preoccupare di nulla!! Ci sono io!! Sai, anche io, come te, ho avuto storie molto cattive!! Volevo venire dalla tua parte del bosco, appunto, attraversando questo monte, ma, a quanto pare, non esiste il mondo perfetto che cercavamo io e te!! Ecco!! Adesso ti racconterò la mia storia…” Le raccontò tutto di lui, piangendo. Si commosse e così lo era anche la nostra puzzolina. Shelly, appena il racconto fu finito, leccando il suo nuovo amico, disse con amarezza, ma con altrettanta tenerezza: “E’ proprio vero!! Volevamo cercare prati immensi e comprensione, al di là di questo monte!! Ma tutto questo non è mai esistito!! Comunque… proprio grazie a questo gelo e neve, ci siamo trovati!! Forse, la mia amica Yaris, dal paradiso, ha ascoltato il mio grido!! Ora… ora… non voglio morire più!! VOGLIO VIVERE!!!”

 

Le due puzzole si coccolarono molto. Si guardavano teneramente negli occhi. Sembravano conoscersi da sempre, eppure, erano passate soltanto alcune ore dal loro incontro. Stava nascendo in loro un bellissimo sentimento. Chris le diceva: “E’ iniziato un nuovo giorno per noi, piccola!!!” Era vero! Infatti, tutto sembrava essersi aggiustato nel migliore dei modi. Ormai, erano diventati una coppia. Non riuscivano a pensare che qualche ora prima non si conoscessero.

Intanto s’era fatta l’ora di mangiare. Chris, senza che Shelly lo chiedesse, per istinto andò a cacciare, e così, le due puzzoline poterono sfamarsi.

 

La talpa, sentendo rumore nella tana, che, ormai credeva essere libera, s’affacciò dal buco e notò, mettendo bene a fuoco, le due puzzole intente a nutrirsi. E con molta sorpresa, nel vedere che erano in due, disse: “Ancora qui!! Ma… sogno o son desto?? Le puzzole ora sono due!! Che tragedia!! Che cosa orribile!! Menomale che abito sotto terra!! Questo, non è più un luogo sicuro!!” Shelly, sentendo le parole della talpa, girandosi verso Chris disse: “Ecco!! Vedi come ci trattano?? Che colpa abbiamo se siamo puzzole!! Ecco perché non volevo spruzzare!!” Quello, nel sentire la sua compagna dire così, si girò verso la piccola talpa e disse: “Beh… siamo al mondo anche noi!! Che colpa abbiamo se siamo così?? Quindi, lasciaci stare, e noi non ti disturberemo!! Lasciaci in pace talpa!!” Quello, sentendosi dire così, protestò dicendo: “Ma… ma voi puzzate!! Siete pericolose!! Siete difettose!! Prima la tua compagna, che tra l’altro aveva detto di non avere un fidanzato, mi ha quasi spruzzato!! Ma il riccio… beh… lui ha avuto la peggio!!” Shelly, prendendo coraggio disse: “Si!! Ora siamo in due!! Prima non avevo conosciuto il vero amore, ma ora… ora si!!! E poi, come osi parlare di difetti?? Tu… tu che sei cieco!! Quelli ad essere difettosi, non siamo certo noi, caro amico talpa!!” Chris, guardò Shelly con ammirazione, per il suo coraggio, e quella gli sorrise. La talpa, piccata dalle parole della puzzolina disse: “Spero che venga una volpe e vi divori!! Per voi, e soprattutto per la femmina di puzzola, non c’è posto su questo monte… ma che dico… in nessun posto del mondo!! Spero che vi accada qualcosa di molto brutto!!” Chris. Preso da un istinto di protezione verso Shelly, puntando la sua coda verso la talpa disse: “Intanto, ti faccio vedere io…” La piccola talpina, terrorizzata, rientrò nel buco gridando.

Shelly, nel vedere Chris in quella posizione, si agitò molto! Era infatti, la prima volta che vedeva qualcuno farlo. Nemmeno Chris, aveva ben capito cosa era successo, e si voltò spaventato verso di lei. “Mi… dispiace Shelly!! Non so cosa mi sia preso!! Non volevo!! Non volevo alzare la mia coda contro una creatura… ma… mi è venuto così… spontaneo!! Ora, ora capisco cosa hai provato tu… ma io l’ho fatto solo per minacciare… non volevo colpire… te lo giuro sui miei genitori!! Nemmeno io l’avevo mai fatto prima d’ora!!!” La puzzolina, nel vederlo così terrorizzato, cercò di mandare via la sua espressione di paura e lo leccò dicendo: “Ecco!! Ci sei cascato anche tu!! Ecco perché, siamo sempre stati evitati da tutti!! Comunque, non lo hai fatto, anche se il gesto era quello!! E’ questo quello che conta!! Dimmi ti sei spaventato??” Lui, nel vedere la puzzolina, cercare di tranquillizzare lui, quando, in realtà era più spaventata lei, disse: “Si!! Shelly!! Mi sono spaventato!!! Ma non per me!! Volevo difenderti!! Quando ho sentito quella talpa, parlarti in quel modo… io… io… ho reagito d’istinto!! So di aver sbagliato e te ne chiedo scusa!! Non volevo spaventare nessuno!! Tanto meno, avrei mai voluto spaventare te!! VOLEVO SOLO DIFENDERTI!! SEI MOLTO IMPORTANTE PER ME!!! Non lo farò mai più, se ti spaventa!! Io… io… voglio averti come compagna!!! L’ho capito!! Tu… tu vuoi??” La puzzolina, intenerita e, per la prima volta felice disse: “L’ho capito subito sai!! Ho capito che provavi qualcosa per me, da appena ti ho visto!! Certo che ti voglio come compagno!! Se, mi hai protetta dalle parole della talpa, reagendo in quel modo, si capisce subito che mi ami!! Solo quando sentiamo una minaccia importante per la nostra vita, e per chi amiamo, questa ultima cosa l’ho capita poco fa, noi puzzole reagiamo in questo modo!! Questo me lo hanno insegnato Yaris la mia amica iena, ed un furetto che ho conosciuto in cima al monte!! Ma… scusami… quando hai capito di volermi come compagna??” Quello, diventando rosso, con la voce balbettante disse: “Ti ho amata subito!! Appena ti ho vista distesa sulla neve!! Sento di volerti più bene di qualsiasi altra cosa!! Ormai… io non avevo nessuno, ma ora, ho trovato la cosa più bella del mondo!! Il suo nome è Shelly!!!”

 

Su quel monte impervio, era nato un amore tenero e bellissimo. Sembrava che i giorni del pianto e della disperazione, fossero finiti per sempre. Cacciarono insieme, Chris e Shelly! Fecero anche lunghe passeggiate su, per quel monte. Impararono molte cose nuove, e vollero avere dei piccoli.

Purtroppo, il mondo, ancora, avrebbe riservato alle due puzzole, dolore e dispiacere, ma ancora, questo non potevano saperlo.

 

I giorni passavano felici su quel monte innevato, monte che aveva visto anche la disperazione. Comunque, il freddo intenso, spinse la piccola Shelly a prendere una decisione, che avrebbe cambiato la sua vita e quella di Chris. I piccoli, sarebbero nati tra qualche mese, e quel gelo, di certo, non poteva far bene ai cuccioli; così, leccando il suo compagno, gli disse: “Amore!! Voglio ritornare dai miei genitori!! Su questo monte, non si vede altro che neve!! E poi… il cibo scarseggia!! I nostri piccoli, che verranno alla luce, meritano di vivere in un posto più accogliente!! Che dici… partiamo??” Quello, anche lui stanco dal freddo acconsentì. Aveva anche lui, da tempo, deciso di partire, ma aspettava il momento giusto.

Le due puzzoline, lasciarono quella tana, che aveva visto tanto dolore, ma anche tanta tenerezza. Si misero in viaggio, senza pensare ai rischi che avrebbero corso, per arrivare da Tom e Cloe. I genitori di Shelly.

 

Il viaggio per Shelly e per Chris era appena iniziato! Ma, purtroppo, l’estate era finita. Verso la metà del percorso, infatti, notarono in lontananza delle nuvole grigie che non promettevano nulla di buono. Shelly, nel vedere questo, si strinse forte a Chris, tremando. Le due puzzoline, non erano di certo abituate ad un simile clima, infatti, a parte il freddo pungente, fino ad allora, c’era stato sempre il sole. Shelly, disse allora al suo compagno, il quale, terrorizzato, faceva mille sforzi per non far capire alla puzzolina che non sapeva proprio cosa fare: “Chris!! Adesso cosa faremo?? Che tempaccio!! Io… io… comincio ad avere paura!! Cosa ci capiterà adesso?? Se arriva quella tempesta, dove potremo ripararci??” Quello, le sorrise, anche se, pure lui era in preda al panico, facendole coraggio le disse teneramente: “Amore mio!! Non devi preoccuparti!! E’ solo una piccola tormenta, e poi… prima, ho intravisto più avanti una bella tana!! Sarà abitata da qualche famiglia di tassi!! Ci ospiteranno!! Adesso non aver paura e seguimi!!” Quella lo seguì senza dir nulla. In realtà, la piccolina, sapeva bene che il suo compagno non aveva visto nessuna tana, ma, vedendolo impaurito, non osò parlare. Così, si strinse a lui per sentire calore e lo seguì tremando dal gran freddo. Quella, per loro doveva essere la prima prova di quel lungo giorno.

 

La tormenta di neve non tardò ad arrivare. Il vento fischiava a più non posso, e travolse le due puzzoline. I poveretti si sentirono morire. Erano quasi arrivati sulla cima, e si sa, più si sale, e più il freddo diventa insopportabile.

Chris, stava quasi per dire a Shelly qualcosa, quando, tra tutta quella neve che cadeva in modo violento, vide davvero una tana. Gli occhi gli si illuminarono di colpo. Erano salvi! “Eccola!! Te lo avevo detto, o no?? Piccolina!! Andiamo!! Non aver più paura!!! Siamo salvi!!” Quella, con entusiasmo esultò, ma un brutto presentimento le fece battere il cuore nel petto. Infatti, aveva annusato qualcosa.

 

La tana era li, a due passi da loro. Vi entrarono appena in tempo, perché, la tormenta, si era fatta molto più violenta di prima. I fiocchi di neve, ora, giravano vorticosamente! Era una vera e propria tromba d’aria.

Nell’entrare, notarono la pulizia che regnava in quel posto. Era evidente che ci abitava già qualcuno. Chris, notò, in fondo un’altra uscita e più a lato, del soffice pelo bianco, che era messo in modo da sembrare una specie di letto. Non disse nulla! Non voleva turbare Shelly, ma, quella sembrava proprio una tana di volpe.

La puzzolina, stringendosi al compagno, disse: “Oh, Chris!! Siamo stati davvero molto fortunati ad aver trovato questa tana!! Però… non sono tranquilla!! Ho notato…” Quello, con molta agitazione disse: “Shelly!!! Ti prego!! Non ora!! Non qui!!! Ho capito, piccola mia!!! Ma…” Interrompendosi, si voltò dall’altra parte, dove c’era l’altra entrata, e bianco in volto mormorò: “Per carità Shelly!! Non ti voltare!!!” Disse terrorizzato.

 

Purtroppo, per le due puzzoline, quella era davvero la tana di una volpe. E che volpe! Infatti, la padrona di casa, rientrò proprio in quel momento, e nel vedere quelle due creature bianche e nere, si mise a ringhiare forte. Era evidente! Quella, era proprio la volpe che Shelly aveva spruzzato. Fu proprio la puzzolina ad accorgersene! La volpe non aveva dimenticato! Non poteva dimenticare! Siccome, era la prima volta che Shelly aveva usato la sua arma contro qualcuno, la sua potenza era massima. La povera volpe, avendo preso, tutto quel ben di Dio, proprio sul muso, stette davvero male, ma non solo lei. Non le bastò, infatti, buttarsi nel torrente gelato per togliersi quell’odore di dosso. Ancora se lo sentiva nelle narici. Leccarsi, non le era servito proprio a nulla! Dopo quella bruttissima esperienza, prese a vedere le puzzole, non solo come prede, ma come nemiche. Incominciò ad odiarle profondamente.

 

Shelly, naturalmente, nel vederla, gridò dallo spavento, mentre Chris, la leccava, cercando di farla calmare. “Cosa ci fanno due puzzole, creature immonde, nella mia tana?? Avete deciso di morire?? Ma… ma…” disse avvicinandosi pericolosamente a Shelly: “Tu… ma io ti conosco!! Sei quella maledettissima puzzola che mi ha fatta stare male per tre giorni di seguito!!! Finalmente!!! Finalmente ho l’occasione per vendicarmi!!! Vendicherò anche mio figlio!!! Ti ucciderò, sporca creatura, che serve solo a far soffrire!!” Shelly, non capì tutte le parole della volpe, ma credette di morire di paura nel vedere quella creatura, così piena di rabbia e rancore. Sembrava, ormai la fine. Per salvarsi da una fine certa, Shelly disse alla volpe: “Ho già sofferto per quello che ti ho fatto!! Non farmi del male!! Sai… sono incinta!! Aspetto i piccoli!! Non farmi nulla, te ne prego!!! Questo che vedi, è il mio compagno!! Dimmi volpe?? Vuoi davvero far del male ad una mamma, che ha dentro di se la vita dei suoi cuccioli?? Non sei madre anche tu?? Non hai dei piccoli??” La volpe guaì. Aveva, a causa del suo malore avuto proprio a causa dello spruzzo di Shelly, perso il suo cucciolo che fra qualche settimana avrebbe dovuto nascere. “TI UCCIDERO’ MALEDETTA!!! A causa tua, e del tuo maledetto odore, ho perso il mio piccolo che avevo dentro!!! NO!!! A CAUSA TUA, NON SARO’ MAI PIU’ MADRE!!! Ti ucciderò, e con te, ucciderò anche i tuoi figli!!! Così, potrai vedere cosa si prova a perdere la cosa più bella della vita!!! MALEDETTA!!!” Shelly, nel sentire questo incominciò a piangere disperatamente. Non poteva certo immaginare, che il suo gesto, oltre che a lei, avesse provocato dolore e morte ad un’altra creatura. Si rivolse, allora, alla volpe dicendo: “Oh!! Scusa volpe per quello che ti ho fatto… io… io…” “NO!!! NON CI SONO SCUSE PER QUELLO CHE MI HAI FATTO!!! DEVI MORIRE TU, E I TUOI SUDICI FIGLI!!!” Gridò la volpe guaendo disperata, e s’avventò verso Shelly, che, insieme a Chris, non avevano via d’uscita. Da un lato la volpe disperata, dall’altro, la tormenta di neve.

 

Ormai, l’epilogo era vicino. Shelly, gridava dal terrore ed anche dalla disperazione. Aveva realizzato, che il suo gesto, aveva portato una madre a perdere il figlio. Non le faceva più paura l’essere divorata! Ora, la piccolina, pensava di meritarsi questa fine. Mentre la volpe avanzava, la povera puzzolina si allontanò da Chris, il quale la guardava stupito. Shelly, gli disse: “Chris!! Amore!! Allontanati!! Scappa via!!! La volpe vuole solo me!!! SONO STATA IO, E SOLO IO, l’artefice di tanto dolore!! TU NON HAI NESSUNA COLPA!! Ecco la mia punizione!! Morirò per aver mancato alla mia promessa!! Non piangere Chris!!! PROMETTILO!!! Io vado… vado da Yaris!!! Non ti devi preoccupare!! NON PIANGERE PIU’!!! NON LO MERITO!!!” Quello, si strinse a lei ancor di più, e, arrabbiato, come non lo era mai stato disse: “COSA DICI?? COME POSSO ABBANDONARE CHI AMO!!! Non sono un vigliacco Shelly!!! TU NON HAI COLPA PER LA MORTE DEL CUCCIOLO DI QUESTA VOLPE!!! Ti sei solo DIFESA!!! Tu… tu non potevi sapere!! Adesso smetti di fare così!! Non capisci?? IO TI AMO!!! Non voglio perderti!!” Ma Shelly, piangendo, offrì il suo petto alla volpe dicendo: “UCCIDI ME!! MA LASCIA ANDARE LUI!!! Offro la mia vita per quella di tuo figlio, che hai ingiustamente perso!! Anch’io, stavo per diventare madre!! Ti capisco!!” Chris, si mise davanti a Shelly, dicendo: “APPUNTO!!! Non permetterò che la volpe uccida una madre innocente!! La madre dei miei piccoli!! Amo Shelly, e VOGLIO DIVENTARE PADRE!!! Non si possono sacrificare delle vite, solo per aver pensato, anche solo per un istante, d’aver sbagliato a difendersi!! Era in gioco la vita!! E tutto questo, SOLO PER STUPIDI PREGIUDIZI!!” La volpe, che, certamente non capiva il perché delle parole della puzzola, disse, ringhiando e piangendo: “A me, non interessano le vostre stupide parole!! IO VOGLIO SOLO GIUSTIZIA PER MIO FIGLIO!!!”

 

Con grandi lamenti, la volpe, si gettò disperatamente su Shelly, con gli occhi pieni di lacrime. Era il gesto d’una madre disperata! Non di un predatore, che vuole solo avere del cibo.

Chris, nel vedere questo, corse davanti alla volpe, e fu morso ripetutamente ad una zampa ed al petto. Il sangue schizzò alto. Un lamento acuto si espanse nel buio di quella tana. Chris era in fin di vita, e perse i sensi.

Shelly, si gettò, senza preoccuparsi della volpe su Chris, piangendo e lamentandosi. “Ecco!! Adesso la mia vita è finita davvero!!  Oh volpe!! Hai ucciso Chris!! Adesso, uccidi anche me!! Non ho più voglia di vivere!!” La volpe, nel vederla così disperata, non volle infierire di più. Pensava, che ormai, vendetta era fatta, e così, disse alla puzzolina: “Se ti dicessi che mi dispiace per quello che ho fatto al tuo compagno, ti direi una bugia!! Non ti divorerò!!! Mi fai schifo!!! Sento ancora la tua puzza su di me!! Prenditi il corpo di questa puzzola e va via!! Ci penserà qualcun altro, oppure Madre Natura a finire la mia opera!! ESCI DA QUI, SPORCA CREATURA INUTILE!!! VA VIA!! ASSASSINA!!! Non ti voglio più vedere!! Va a morire da un’altra parte!!!”

 

Shelly, piangendo andò via, sotto la tormenta, trascinando il corpo di Chris. Intanto, dalla tana della volpe, lamenti. Il vento fischiava forte. La puzzolina, adesso, era di nuovo sola. Chris, pesava parecchio, ma lei, anche avendo freddo e paura, cercò un posto dove poter, finalmente piangere il suo compagno, ed aspettare di morire anche lei.

Quel posto, con tutta quella neve, sembrava essere disabitato. Ogni luogo, era uguale all’altro. Piangendo, la puzzolina, riuscì a trovare un buco. Era un albero cavo. Vi si avvicinò ed entrò con Chris.

Erano, ora, in fondo all’albero. Shelly si mise a piangere su Chris dicendo: “Ora sono davvero arrivata al limite!! Oh Chris!! Ho, con il mio maledetto spruzzo, e la mia mancata promessa, ucciso tre innocenti!! Maledettissima natura che m’hai voluta puzzola!! Perché?? Perché questo pelo bianco e nero?? Tutti mi evitano, e, addirittura ora HO UCCISO!!! Finirò l’opera, uccidendo anche me stessa!! E’ quello che mi merito!!!” La poveretta, diceva così, tirandosi con violenza la coda e le orecchie, facendosi molto male.

 

Un raggio di sole, nel frattempo, penetrò fra le nuvole. La tormenta era passata! Ma, nel cuore di Shelly, regnava ancora l’oscurità. Un raggio di quel timido sole, entrò nell’albero, colpendo gli occhi di Chris. Shelly, che era ancora intenta a tirarsi la coda, non s’accorse che il suo compagno, con un fremito, aveva ripreso i sensi ed a vivere. “Mio Dio!!! Perché?? Perché sono una puzzolina??? Non voglio più esserlo!!!” Diceva Shelly, ma Chris, rendendosi conto, di non trovarsi più nella tana della volpe e, di essere salvo disse: “Sei puzzola come lo sono io!! Sei puzzola, è vero!!! Una creatura bellissima che darà alla luce i miei figli!!” Shelly, si voltò, e nel vedere Chris vivo e sorridente, esultò di gioia.

 

Il compagno di Shelly, aveva una zampetta rotta, ma stava abbastanza bene. Fu un vero miracolo. I denti della volpe, lo avevano solo sfiorato nel petto. Si leccarono con gioia, ma lui, rimproverò duramente Shelly, per le parole dette nella tana della volpe: “Shelly!! Non dire mai più che vuoi morire!! La vita è una cosa molto importante!! Non hai colpa di nulla!! Vedi… io ho capito!! Non possiamo dire male di quello che siamo!! E’ stato Dio a volerci così!! Dobbiamo rispettare la sua volontà!! La nostra arma, non deve, per noi, essere un limite!! Non potrò più guardarti in faccia, se continui a non volerti bene!! Hai capito, vita mia??” Quella, piangendo disse: “Continuerò a vivere per te e per i piccoli!! Ma tu, non mi lasciare mai più!! Non farlo!!” Si leccarono ancora, e s’amarono teneramente, li, in quell’albero cavo. Era riapparso il sole, anche nel loro cuore.

 

In una tana, sulla cima del monte, una creatura tutta bianca, approfittando del sole che era tornato a splendere, si mise alla ricerca di cibo. Cercava anche di mettersi il più possibile sotto i raggi solari per scaldarsi. In montagna, si sa, bisogna sempre saper approfittare di tutto. Era Jack il furetto. Aveva aspettato pazientemente raggomitolato su se stesso, per non disperdere il calore, dentro la sua tana, che la tormenta fosse finita. Ora, era fuori. Cercava tra la neve, topolini oppure altre prede, quando, avvicinandosi ad un albero cavo, sentì delle voci. Riconobbe quella della puzzolina Shelly, e, con circospezione, entrò dentro al tronco. “Toh!! Chi si rivede da queste parti!! Shelly, ma sei davvero tu??” Disse Jack, spalancando le braccia nell’atto d’abbracciare la puzzolina. Quella, nel vederlo, gioì e lo abbracciò a sua volta. “Si!! Si furetto!! Sono proprio io!! Oh!! Non sai cosa mi è successo da quando me ne sono andata!! Quanto tempo è passato!! Ma… voglio presentarti Chris!! Lui è il mio compagno!!” Quello, nel vedere Chris, sorrise e disse: “Piacere!! Io sono Jack il furetto!! Quindi… sei arrivata dall’altra parte!! Ci sei riuscita!!” Shelly, disse diventando per un momento triste: “No!! Non ci sono riuscita!! Ma…”, continuò Shelly, rimettendosi di nuovo a sorridere: “Ho trovato lui!! Anzi, per dire la verità, è stato lui a trovare me…”

Shelly, raccontò al furetto tutto quello che avevano dovuto superare. “Il mio compagno, cercava, proprio come me, i suoi simili!! Pensa, caro furetto!! Voleva superare, anche lui, il monte innevato, ma dalla parte opposta, cioè dalla mia!!” Jack, allora disse: “Tutto il mondo è paese!! Care mie amiche bianche e nere!! L’ho sempre detto io… ma, Shelly… per caso, hai mangiato troppo?? Sei ingrassata o sbaglio??” Shelly, indicando il ventre disse sorridendo: “Oh no!! Non ho fatto indigestione, te lo assicuro amico… è solo che… vedi… aspetto dei piccoli!!”

 

Fu una grande festa per tutti. Il furetto fu lieto di aver avuto quella bella notizia, e andò a prendere del cibo per i suoi amici. Mangiarono a sazietà, ma, poi Shelly, disse al furetto: “A causa del morso della volpe, Chris ha una zampetta rotta!! Non può cacciare!! Come faremo?? Abbiamo deciso di ritornare dai miei genitori, ma… in queste condizioni, Chris non può muoversi!! Ti chiedo tanto, Jack, se ci potresti ospitare nella tua tana, fino a quando il mio compagno starà meglio??” Il furetto, con grande entusiasmo disse annuendo: “Certo!! Non chiedi molto!! Assolutamente si!!! Potete restare quanto volete!! Siete miei ospiti!! Non dovrete preoccuparvi di nulla!! Ora, penserò a tutto io!! Dovete solo stare tranquilli!!” Shelly e Chris, leccarono Jack, ringraziandolo del bel gesto d’affetto; e così, si trasferirono nella sua tana.

 

Le settimane, passarono felici. Jack, non fece mancare nulla alle due puzzoline. Steccò, addirittura, con un ramo, la zampetta di Chris per non fargliela muovere. Diceva, che con le sue cure, sarebbe guarito in fretta.

Intanto, con l’aiuto di Shelly, il furetto cacciava per portare il cibo a Chris. A caccia, erano una coppia perfetta! Shelly, spingeva le prede fino a Jack, il quale riusciva facilmente a catturarle.

 

Il giorno del parto, per Shelly si era avvicinato! Ormai, la zampa di Chris era guarita, come il furetto aveva detto. Ora, stava accanto alla puzzolina, fremendo per ogni suo dolore. La poveretta, ormai, da giorni stava male, ma era contenta. Il suo compagno, non la lasciava un attimo. La vita che era in lei, la faceva amare anche quel monte e quel freddo. Ma, nonostante tutto, di notte, Shelly piangeva in gran segreto. Ripensava a Yaris ed a quel cucciolo di volpe. Lo faceva di nascosto, e nessuno se ne accorse.

 

Due gemiti, in una mattina di primavera, fecero brillare ancor di più la neve colpita da un sole giallo. Due fagottini di vita, erano venuti al mondo. Due puzzoline, una femminuccia ed un maschietto.

La felicità dei genitori era alle stelle! Chris, leccava continuamente i piccoli, e Shelly lo guardava teneramente, anche lei leccandoli. Zio Jack, come scherzosamente Shelly chiamò il furetto, si dava da fare per allargare la tana, divenuta ormai, troppo piccola. La puzzolina, allattava i due piccoli con tenerezza. Era una scena incredibilmente tenera, che Chris, la prima volta che la vide, si mise a piangere di gioia, sorretto da Jack. Quella vista, faceva davvero bene al cuore. “Come chiamerete i vostri piccoli??” Disse Jack, rivolgendosi a Chris ed a Shelly. La puzzolina, aveva già deciso di chiamare la femminuccia, con un nome, al quale era molto legata, e con molta tenerezza, ma anche tristezza, disse al furetto: “Chiamerò la piccola Yaris!! Lei… lei ha detto prima di morire, che sarebbe rinata da puzzolina!! Lo devo fare!! E’ giusto!! Chissà… dal paradiso sarà contenta!! Proteggerà mia figlia, come lei ha protetto me!!!” Tutti furono contenti della scelta di Shelly, ma poi, Chris disse: “Ed il maschietto?? Come lo chiameremo??” “Già… già…” disse anche Jack che era molto curioso, ma Shelly, smorzando l’entusiasmo generale disse: “Il nome del piccolo, non dobbiamo sceglierlo noi!! Datemi tempo!!”

Shelly, aveva già deciso che nome dare al cucciolo, ma, per paura che le impedissero di fare quello che aveva in mente, non disse nulla.

 

Una mattina, dopo qualche settimana, la puzzolina, dicendo di volersi sgranchire le zampe, uscì dalla tana di buon ora, affidando a Chris la cura dei piccoli. Voleva andare a cercare la volpe, che, a causa sua, aveva perso il piccolo, per chiederle che nome aveva scelto per il suo piccolino, e se poteva darle il permesso di mettere quel nome a suo figlio. Secondo Shelly, quel gesto, doveva servire, anche se in un modo diverso, a far vivere quel cucciolo che non aveva visto mai la luce. Non aveva pensato al pericolo che stava per correre, pensava solo allo sfortunato cucciolotto di volpe.

 

Camminando a ritroso, sul percorso che aveva fatto con Chris ed il furetto, arrivò, prima all’albero cavo, e poi scese ancor più giù. Nel vedere quei posti, Shelly pianse. Si ricordava di quando, suo malgrado, si era comportata da puzzola. Le costò molto quel gesto. Ma ora, il desiderio di vita in lei, era più forte.

La puzzolina, arrivò fino in fondo, vicino all’entrata della tana della volpe. Era arrivata. La volpe, in quel momento non c’era. Udì dei gemiti provenire dall’interno. S’accorse che c’era una creaturina con il rado pelo tutto bianco. Era un cucciolo che, ancora aveva gli occhietti chiusi. Quei gemiti, la fecero intenerire profondamente. Si avvicinò a quel batuffolo di vita, e per istinto, gli porse una mammella. Cominciò ad allattare una creatura, che per lei era un predatore.

Per quanto durò quella meraviglia, non è dato sapere. Shelly, leccava quel cucciolo come se fosse il suo, con tenerezza, donando tutto il suo latte che era destinato ai suoi piccoli, a lui… il quale era per lei, in natura un nemico. Però, l’istinto materno, ebbe la meglio sulla fredda e spietata legge naturale. Era molto più potente di qualsiasi paura.

 

Dopo aver cacciato, la volpe, ritornò nella tana. Posando, in un angolo le prede, non s’accorse subito della presenza di Shelly. Si leccò, per togliersi il sangue delle prede dal pelo, e poi si stiracchiò. Contrariamente alle altre volte, non udì il pianto di suo figlio, e questo le destò attenzione. Shelly, nell’atto bellissimo d’allattare quella creatura, s’addormentò con il piccolino ancora attaccato a lei, ed anche il cucciolo, sazio, si era addormentato profondamente. La volpe, alzando il capo per vedere suo figlio, vide la puzzolina insieme a lui. Le prese una rabbia incredibile e, volendo proteggere per istinto il piccolo si mise a ringhiare forte e si avvicinò con un balzo. Quando capì, tramite odore, che quella puzzola era Shelly, ringhiò ancora di più, e volle mordere Shelly a morte, ma, nell’avventarsi sulla puzzolina, si fermò di colpo. Aveva visto ed intuito quanto era successo.

 

Il furetto, non vedendo ritornare Shelly, si preoccupò molto ed entrando nella tana disse a Chris, che intanto teneva a bada i piccolini: “Amico puzzola!! Shelly non è ancora tornata dalla sua passeggiata!! Vado a cercarla!! Non vorrei… che le sia capitato qualcosa!!! Aspettami qui con i piccoli!!” Chris, spostando da lui i cuccioli, annuendo disse: “Va bene!! Ma… non so perché, ma temo per la mia compagna!! Ho come il presentimento…” Il poveretto si fermò e cominciò a tremare. Jack, nel vederlo così agitato, cercò di calmarlo e di farlo parlare, ma la puzzola disse solo: “Pensa Jack… Shelly, non ci ha voluto dire, che nome ha scelto per il nostro piccolo!! E questo è strano!! Ha scelto subito quello di Yaris… OH NO!! E se fosse andata da quella volpe a chiederle il nome del piccolo che ha perso per darlo a nostro figlio?? Shelly, la mia piccola puzzolina, è capace di tutto!!” Il furetto, nel sentire questo rimase turbato e spaventato, e, uscendo di corsa dalla tana disse: “Speriamo che non abbia fatto una sciocchezza simile!! Intanto… aspettami nella tana!!! Penserò io a cercarla!!”

 

Nella tana della volpe, Shelly, sentendo ringhiare si svegliò di colpo. La volpe le disse: “Ancora tu!! Cosa hai fatto al mio piccolo??” La puzzolina, rispose senza apparente paura: “Nulla te lo assicuro!! Come avrei potuto fare del male al tuo piccolo, dopo quello che ti ho fatto?? Comunque, vedo che sei diventata di nuovo madre!! Che meraviglia il tuo piccolino!! Sai… quando l’ho visto, non ho resistito alla tentazione di…” “Dargli il tuo puzzolente latte!! Ho visto!! Puzzola… io… io… comunque non ho capito!! Spiegami il perché del tuo folle gesto!! Se ti ho graziata una volta, perché sei tornata?? Perché sfidare così la morte??” Shelly, leccando il piccolo con molta tenerezza le disse: “Perché sono diventata mamma anch’io!! E poi… cara volpe, il mio latte non è affatto puzzolente!! E’ latte di mamma, proprio come il tuo!! Comunque, se sono venuta fino a qui, è per chiederti una cosa!! Voglio dare a mio figlio, il nome che tu avevi scelto per il tuo che, ora, per colpa mia, e solo mia, è andato in paradiso!! Lui, vivrà attraverso il mio piccolo!! Dammi il permesso!! Non chiedo nulla di più!!” La volpe, nel sentirla dire così, pianse guaendo in modo disperato. Non immaginava di certo, che Shelly, avesse sfidato un pericolo mortale così coraggiosamente, solo per ricordare il suo piccolo. Era veramente commossa. Si sa! Le volpi, tengono alla loro famiglia più di ogni altra cosa al mondo; non ce la fece, quindi, ad attaccare quella creatura, che non solo aveva avuto un pensiero così affettuoso dettato da un dolore profondo, ma anche, d’aver donato il suo latte per suo figlio. Shelly, aveva così annullato la differenza di specie. “E’ vero puzzola!! I piccoli sono sempre piccoli, ed il latte di una madre, è sempre il latte di una madre!! Se poi, questo, viene donato con amore, il gesto è di una bellezza celeste!! Ma dimmi, non hai paura di me?? Non hai paura dopo quello che ho fatto al tuo compagno??” Disse la volpe con le lacrime agli occhi. Shelly, sorridendole disse: “Sei stata privata della vita d’un figlio!! Lo so!! E’ stata tutta colpa mia!! Al tuo posto, mi sarei comportata come te!! Vedi… non chiedo il tuo perdono!! Non lo merito!! Non ho paura volpe!! Non ho paura, perché ora sto parlando con una madre, come ora lo sono pure io!! Vedi… ho due cuccioli… una femminuccia ed un maschietto!! Ti chiedo solo di dirmi il nome di tuo figlio, e poi… non mi vedrai mai più!!”

 

Il furetto, seguendo le tracce lasciate da Shelly sulla neve, arrivò all’entrata della tana della volpe, ma non entrò. Ascoltò tutto, e si mise a piangere.

La volpe, rispose a Shelly piangendo: “Perché puzzola?? Perché tanto dolore?? No!! Io non solo ti dirò il nome del mio piccolo, ma siccome, hai dimostrato tanto coraggio e tanta tenerezza, sia, per voler dare il nome di mio figlio al tuo e sia, per aver donato con tanta tenerezza, tutto il tuo latte, che, visto che sei una puzzola è poco, al mio nuovo cucciolotto, ti offro anche il mio perdono e la mia protezione!! Sei una creatura eccezionale amica puzzola!! Se hai spruzzato, ora, e solo ora l’ho capito, l’hai fatto solo a scopo difensivo!! Concedo a te il perdono!! Perdono di una madre che donerà ad un’altra madre, il nome di suo figlio, ad una creatura che lo farà vivere nel ricordo!! Ti chiedo scusa per tutto quello che ti ho detto e fatto!! Non lo meriti!!” E la leccò piangendo. Fu una scena davvero commuovente! Il furetto corse via, per dare la bellissima notizia a Chris.

 

La volpe, dopo un po’ disse: “Beh!! Credo che ora si sia fatto tardi per te… non devi ritornare dai tuoi piccoli??” Shelly, con le lacrime agli occhi disse: “Già!! Mi aspettano, comunque, ti ricorderò per sempre volpe!! Non sei cattiva!!” Quella, rispose: “Infatti!! La mia, era una cattiveria dovuta alla natura!! Comunque, volevi sapere il nome del mio piccolino?? Te lo dico subito!! Si sarebbe dovuto chiamare Denny!! Ecco il nome!! Dallo al tuo piccolo!! Speriamo di poterci incontrare di nuovo!! Adesso, amica puzzola, hai una nuova amica!!” “Grazie!! Grazie di cuore!!” Disse Shelly, e, leccando per l’ultima volta il piccolino e la volpe, uscì dalla tana con la gioia nel cuore.

 

Per la strada, Shelly, saltellava per la contentezza! Aveva raggiunto il suo scopo. Capì, che infondo, le creature che la circondavano, non erano per niente malvagie! Era lei, siccome puzzola, a fare paura! Comunque, decise di non usare mai più, la sua arma! E fece giuramento di insegnare a Denny e ad Yaris, l’inutilità di tale gesto.

Arrivò fino all’albero cavo, e poi svoltò per arrivare ad un piccolo torrente, dove si poté dissetare.

 

Il furetto, con Chris, intanto, erano fuori dalla tana, per godere del sole. Il furetto raccontò alla puzzola di quanto era successo e, si misero a ridere. Ma non erano i soli ad essere fuori. Videro arrivare in lontananza, una creatura in cerca di cibo. Era una lince. Ebbero molta paura! Il furetto, fece andare velocemente Chris ed i cuccioli infondo alla tana, ma, nella fretta dimenticarono Denny fuori. “Mio dio!! Abbiamo lasciato fuori il maschietto!!” Disse Jack, mentre Chris, cercò di prendere al volo il cucciolo, ma non ci riuscì perchè la lince, vide quel fagottino e si avvicinò. “E’ spacciato!! Non potrà salvarsi!!” Disse Chris piangendo e lamentandosi. Infatti, non c’era proprio nulla da fare! “Ah!! Una puzzola in questo posto?? Insolito!! Di solito, da queste parti, ci sono solo furetti e volpi ed altri animaletti!! Ma… di puzzole, non ne ho mai viste qui!! E questo è un cucciolo!! Ci devono essere anche i genitori da qualche parte!! Beh… per ora ho trovato lui!!” Disse la lince, mentre il furetto, conoscendo le linci, uscì allo scoperto e disse: “Lince!! Lascia stare quel cucciolo!! E’ piccolino!! Se vuoi… puoi mangiare me!! Sono più grande e grassottello!!” Chris, nel vedere la scena, capì che il furetto stava rischiando la vita per salvare suo figlio, ma non avendo capito bene le sue vere intenzioni piangeva disperato.

 

Shelly, che non aveva idea di quello che stava succedendo, con il cuore ricolmo di gioia, prese la strada per arrivare alla tana del furetto. Vi arrivò, e notò subito qualcosa di strano. Avvicinandosi di più, vide la lince che teneva tra le zampe suo figlio, e, a pochi centimetri Jack, che cercava di convincere il predatore a prendere lui, in cambio del piccolino. La puzzolina, gridò dal dolore e dal terrore. Suo figlio era in serio pericolo. Il cucciolotto piangeva disperatamente chiamando la mamma. Era uno strazio! Chris, che vide e sentì Shelly, cercò di chiamarla per farla andare dentro la tana, ma, quella gridò ancor di più: “IL MIO CUCCIOLO!!! DENNY!!! COSA TI STANNO FACENDO?? NON MUOVERTI!!! LA MAMMA E’ QUI!!!” La lince, vedendo la puzzolina, prese a ridere malignamente, e disse rivolta al piccolo spaventato: “Piccolo!! Adesso mangerò la mamma ed il suo amico furetto!! Sei contento?? Sai… ho fame!! Ti mangerò dopo!!” Denny, ancora, non aveva che poche settimane di vita, però, riconobbe il pericolo imminente. Cercò, per istinto, di spruzzare la lince, ma era ancora troppo piccolo, e non ci riuscì. Piangendo, il piccolino, provava e riprovava, ma poi, lo sforzo lo fece piangere. “Reagisci?? Osi reagire?? Ma non vedi, non mi hai raggiunta con il tuo spruzzo… beh… spruzzo si fa per dire… era solo aria!! AHAHAHAHA!! Cosa pensavi di farmi, piccolo insolente??” Shelly, nel vedere suo figlio, che, anche essendo ancora un cucciolo, aveva già dimostrato di sapersi difendere, si intenerì, ma pianse. Pianse, perché il suo cucciolo, aveva provato a spruzzare. Per Shelly, quella era una cosa che, secondo lei, non avrebbe mai dovuto fare. Temeva, infatti, che il comportarsi da puzzola, avrebbe causato ai suoi piccoli, lo stesso dolore che aveva provato lei. Era evidente! Shelly, ancora non era riuscita ad accettarsi. Con un grido, La puzzolina, cercò di lanciarsi sulla lince per morderla sul petto. “LASCIA STARE DENNY!!” Disse, cercando di raggiungere il predatore. Ma quella, la colpì con una zampa. Il felino, aveva artigli micidiali, ma, per sua fortuna, Shelly, fu colpita solo di striscio. Jack, vide la scena e, con coraggio, cercò, anche lui, di fare qualcosa. Il poveretto, non potendo fare altro, provò, anche se questo gli causava imbarazzo, di spruzzare all’indirizzo della lince, che fu rapida a scattare lateralmente, senza che il poveretto riuscisse nell’intento. Quel gesto disperato, fece infuriare ancora di più il grosso felino, che, s’avventò su Denny per finirlo.

 

“FERMA!! COSA STAI FACENDO??” Disse una voce all’improvviso, bloccando la lince, che già aveva messo i suoi denti sulla carne del cuccioletto che piangeva. “Volpe?? E tu che ci fai qua?? Perché non mi lasci in pace?? Le prede sono mie!!” Era la volpe bianca. Era in giro per cacciare per il suo piccolo, quando udì le grida. “Tue?? Ma che dici?? Questo è il mio territorio!! Quindi lince, sei pregata di andare via!!” Shelly, da terra vide la scena e disse: “Ti sei ricordata, amica volpe!! Ci proteggerai!!” Quella con un sorriso, ma anche con paura disse: “Certo!! Se una volpe da la sua protezione, è un giuramento sacro!! NON PERMETTERO’, NEMMENO AD UNA LINCE CHE E’ MIA NEMICA NATURALE, DI UCCIDERE LA CREATURA CHE PER RICORDARE MIO FIGLIO, HA SFIDATO ANCHE LA MORTE!!” Il furetto, nel sentire questo disse: “Ah!! Già!! Le volpi con le linci, sono nemiche!! Per la volpe, comunque, l’incontro con questo gattaccio, ha sempre esiti nefasti!! NON LO FARE VOLPE!!! SCAPPA!! O FINIRAI UCCISA ANCHE TU!!” Contrariamente alla sua natura, Jack, voleva salvare anche la volpe. Quella, voltandosi verso il furetto, con un sorriso disse: “Devo mantenere una promessa!! E mi batterò!!” Chris, nel sentire questo, disse: “Ah!! Le promesse!! Sempre con le promesse!! Ora basta!! E’ una pazzia!!” La volpe, non dando ascolto, si lanciò, senza paura sulla lince ringhiando. Il grosso felino, vedendo che la volpe l’aveva raggiunta, la morse sul collo. Un grido di disperazione e di morte si levò. Anche se coraggiosa, la volpe, era stata ferita. Sembrava la fine, invece…

 

Invece, Shelly, nel vedere questo, corse verso il felino, e girandosi dalla parte della coda, spruzzò, con quanta rabbia aveva in corpo, verso il muso della lince. La colpì, e quella, tossendo e sentendosi male, lasciò la volpe e scappò via.

Shelly, aveva salvato la vita alla volpe. Così, aveva anche capovolto un’altra legge naturale. Aveva salvato un suo predatore.

Nessuno osava dire nulla. Si sentiva solamente il pianto sommesso del cucciolotto, ed il respiro affannoso della volpe. Fu, proprio la puzzolina a rompere il silenzio. “Come stai, amica volpe?? Va tutto bene??” Quella, alzandosi con fatica dal terreno, che era pieno di sangue, disse: “Tu, mia amica bianca e nera!! Mi hai salvato la vita!! Come posso sdebitarmi??” La puzzola disse: “Tu ti dovresti sdebitare?? Oh no!! Era un mio preciso dovere!! Si, è vero!! Ho mancato di nuovo alla mia promessa… ma per salvare un’amica!! Sai… vedendo il mio Denny, usare la sua arma, anche se piccolo, e vedendo tutto lo sforzo che ha fatto per salvarsi la vita, mi sono resa conto, che certe volte è l’unica cosa che ci rimane a noi puzzoline!! Noi… non siamo né grandi , né forti! Potrebbero tutti farci del male!! Io, ancora, non approvo questo gesto!! Ho paura che i miei cuccioli, debbano soffrire, come ho sofferto io e il mio compagno Chris!! Ma, ora, proprio loro mi hanno insegnato, che salvarsi, e salvare la vita, non è mai una mancanza di rispetto!! Anche il furetto… ma va bene!! Volpe!! Sono io a doverti ringraziare!!” La volpe, leccò la puzzolina, e con molta tenerezza disse: “Io… per difendermi, uso i denti!! Tu, invece, usi un arma, che comunque non è letale!! Tra le due, se non volessi fare del male, io sceglierei la tua!! Te l’ho già detto!! Sei una creatura straordinaria!!” Il furetto, in compagnia di Chris, la piccola Yaris, e Denny, si avvicinarono a loro. Jack, prendendo la parola disse: “Finalmente hai imparato Shelly!! Finalmente, dopo tanto soffrire, hai capito che la tua natura non è malvagia!! Vedi… io sono un furetto, proprio qui, c’è una volpe, e addirittura, prima c’era una lince!! Nessuno, di questi animali, ha mai parlato male di te, e della tua specie per cattiveria!! Chi lo fa, Shelly, è solo per invidia e paura!! E’ solo perché, voi puzzoline, avete cose che agli altri animali sono negate!! Dico bene, Chris??” Quello, prese Shelly da un braccio, e con tenerezza disse: “Dici bene Jack!! Anche io, ho avuto bruttissime esperienze!! Ma… proprio nella tana della volpe qui presente, ho capito che volevo bene a Shelly, più di ogni altra cosa al mondo!! Dillo volpe!! Ti ho puntato addosso ed ho cercato di spruzzarti??” Quella annuendo disse: “Certo!! Ma ho capito il perché del tuo gesto!! Adesso, lo comprendo molto di più!! Solo per amore!! Solo per difesa!! Hai amato, e la natura ha fatto il suo corso, come sempre dovrebbe essere!!” “Infatti…” riprese Chris: “Anche io non accettavo, e non accetto tutt’ora lo spruzzo!! Per noi, è l’ultima risorsa!! L’ultimo grido di difesa!! E’ puro istinto!!” Shelly, nel sentire parlare così, leccò Chris ed i cuccioli teneramente.

 

Tutto si era concluso al meglio. Shelly, con Chris, avevano deciso di partire. Volevano andare dai genitori della puzzolina, e così, vivere serenamente. Ormai, nessun ostacolo si poneva davanti al loro cammino. Shelly, aveva compreso di essere una creatura meravigliosa, e con Chris, fecero un nuovo giuramento, davanti all’amico Jack. Giurarono di insegnare ai loro piccoli, di spruzzare, solo quando è necessario. Ma la cosa più importante, fu che giurarono anche di insegnare, che se anche, gli altri ti fanno del male con le parole e la cattiveria, bisogna saper superare tutto. Non si può cambiare la propria natura, ma comunque, bisogna rispettare gli altri ed accettarsi. Solo così si può vivere felicemente.

 

Le due puzzoline, con i loro cuccioli, salutando il furetto, partirono, dopo una settimana dall’incontro con la lince. Shelly aveva ripreso le forze ed ad allattare i piccoli. Così, con le lacrime agli occhi, dissero addio a Jack, il quale promise di andarli a trovare spesso, giù, oltre il monte innevato. Quel monte che aveva portato nel cuore delle puzzoline, tanti insegnamenti. “Non vi scorderò mai… amiche puzzoline!!” Disse il furetto piangendo. Quelli, a zampa aperta, salutarono il loro amico, e cominciarono a scendere per il monte.

 

Giunsero, al prato dove, Yaris aveva perso la vita, e Shelly, raccontando quello che era successo, mise due fiori proprio, sul posto dove era stata uccisa. “Oh Yaris!! Ti devo ringraziare per la vita che hai donato per salvarmi!! Ti ho portato un fiore!! Sai… ho messo il tuo nome a mia figlia!! La proteggerai dal paradiso!! E poi… l’altro fiore è per il piccolo Denny, un cucciolotto di volpe mai nato!! Vegliate da lassù!! Voi che potete farlo!! E fate in modo che la mia famiglia, finalmente, possa vivere felice, senza dolore, e sopportando le umiliazioni degli altri!! Dateci la forza!!” E con le lacrime agli occhi, andarono verso la casa dei genitori di Shelly.

Nessuno li aspettava! Nessuno sapeva che Shelly la puzzola, sarebbe tornata! Ormai pensavano tutti che fosse morta. Invece, l’aquila, proprio quell’aquila che aveva indicato ai due fratelli lupi, il posto dove si trovava Shelly, li vide, ed andò a riferire a tutti quanti che la puzzola era ritornata. Nessuno volle crederci! Ma dovettero constatare con i loro occhi. La lepre, disse: “L’erba cattiva non muore mai!!” Ma non fecero nulla! Non andarono a trovare, quelle, che pensavano fossero creature immonde. Solo una donnola, andò incontro alla nostra puzzolina, salutandola con gioia.

 

Giunsero così da Cloe e da Tom. Avevano perso anche loro la speranza di rivedere la loro figlioletta. Appena, Shelly, intravide la tana, corse subito dentro gridando: “Mamma!! Mamma!! Papà!! Sono tornata!!” Quelli, nella tana non credettero ai loro occhi: “Ma sei proprio tu?? Dove sei stata tutto questo tempo piccola mia!! Ma… quello chi è?? Ed i cuccioli… non mi dire, cuore mio che… Ah!! Che gioia!! Tom!! Nostra figlia è tornata ed è diventata mamma!!” Che festa! Tom e Cloe, erano al settimo cielo. I nonni, insegnarono molte cose ai cucciolotti, e li vollero bene, più della loro vita.

Gli anni passarono, ma, le puzzole, anche affrontando ogni giorno, le solite difficoltà, vissero felici e senza grandi intoppi. Anche, Jack, con la donnola Jenny che, erano diventati amici, li andarono a trovare.

Shelly, ebbe anche delle visite da parte della volpe, che di notte, andava a trovarla, senza che gli altri potessero accorgersi della sua presenza per non turbarli.

Era una vita magnifica! Ma… si diceva pure, che di notte, una iena ed un cucciolo di volpe, insieme, si facevano trovare nei pressi della tana delle puzzole. Questo, Shelly non lo verificò mai, ma lo sperava.

 

Le puzzoline, vissero a lungo e senza grandi problemi. Shelly, aveva imparato a difendersi, ma non abusò mai dello spruzzo. Aveva anche imparato, ad accettare la propria natura. Aveva così trovato anche la serenità con Chris, il quale non la lasciò mai. Ebbero anche altri piccoli.

La storia della puzzolina Shelly, fu tramandata tra tutte le puzzole, e ne diventò il simbolo. Simbolo d’accettazione e d’amore per la vita, anche se piena di cattiverie.

 

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