I TRE VOLTI DEL PASSATO

RAFFAELE FAMELI

Attenzione !! Le storie sono protette da copyright  dell'autore SIAE (C)

 

(XXXII) – LA VERA IDENTITA’ DEL DUCA – LA TELECAMERA – L’ARLECCHINO SNODABILE – IL VERO BUIOS - LA STRAGE NELLA STANZA VERDE – IL BIMBO CHE SI SALVO’ DA LORO – LA PARTENZA

 

Era spaventoso! Davanti a quel vetro, ora, vedevo un mio antico terrore avvicinarsi come se nulla fosse mai cambiato! Capivo, che quelli erano solo ricordi d’un tempo lontano… eppure… provavo un gran terrore! Quello che è strano, che, girandomi a guardare il piccolo Riccardo, quello era sparito! Ero da solo… Ero da solo con il DUCA! Quello, allungando una mano… una mano bianca come quella d’un morto, prese da una culla una piccola creatura… una piccola volpe! La teneva dal collo, e quella cominciò a guaire! Con gli occhi spalancati, cercai di vedere cosa stava succedendo… ad un tratto capii! Il DUCA, prese a picchiare forte in pancia quel povero cucciolo indifeso, che, cominciò subito a gridare ed a vomitare! Quando tutto fu silenzio, lasciò quel corpicino steso sul suo letto! Vidi molto sangue… stetti male! Avevo capito qualcosa, ma ancora avevo dei dubbi! Ora era lì… Davanti al vetro! Ero come immobilizzato! “… Dantini! Questo è il BUIOS dei ricordi! Quello che stai vedendo è tutta realtà… Cose già viste e vissute! Cose che riguardano il dolore e la paura… e la morte!” A parlare, era mio cugino… Quella voce la potevo udire dentro di me… “… Cosa vuoi fare? Vuoi continuare a vedere? Oppure vuoi che ti riporti indietro… dove tutto sarà dimenticato? Però… ricordati… se decidi di tornare indietro… LORO… Dunque, deciditi cugino volpe…” Nell’udire quelle parole gridai: “… Voglio vedere! Questo è il mio destino, Mario! L’ho promesso a me stesso ed ad altri! Lo so! Questa è una prova! Voglio vedere chi si cela dentro al CILINDRO DEL DUCA…” A quel punto, il DUCA, s’avvicinò di molto al vetro… Era di profilo… I baveri di quello strano gilet che indossava, m’impedivano di vedere chiaramente la sua fisionomia… L’unica cosa che vedevo era quella mano bianca insanguinata… di sangue puro! Però… era strano… Il suo volto era all’apparenza bianco… Decisi di guardare meglio, ma quello scomparve! Si era come volatilizzato! Mi gelò il sangue… Dietro di me, sentii una presenza… Non osavo girarmi… Quella presenza era malvagia… Le siglette cominciarono a suonare in modo martellante! L’odore di braciere mi soffocava… Urlai a più non posso, ma mi resi conto d’essere tornato bimbo… Quello che stavo vivendo, dunque, era quello che davvero avevo visto in quel luogo? Si! Non era fantasia… ma era il PASSATO… il mio!

Mi venne da stare male, però, ormai, avevo giurato! Guardai in su… vidi quello che non avrei mai voluto vedere! Sotto quel cilindro vidi il SUO volto… Il DUCA era LUI… MAMI! Distinsi parte del SUO viso squadrato ed i suoi capelli neri, squadrati anch’essi… distinsi il suo sorrisino tetro… Urlai… Corsi via! Corsi più veloce del vento per quel dannato corridoio! Alle calcagna, sapevo d’avere sia LUI che la STREGA e la CINESINA! Li sentivo… Volevano farmi fare la fine di quel povero cucciolo di volpe! Volevano uccidermi… però, quando arrivai davanti ad una porta grigia, lì trovai me stesso da bambino che mi guardò e sorrise! M’accorsi che ero ritornato grande! “… Amico… qui c’è la stanza della “TELECAMERA”! Dov’eri andato a finire? Non ti ho più visto?” Accarezzai il piccolo Riccardo, e lo baciai! “… Ric… Adesso, và dalla mamma! Devo entrare solo io qui… Tu no! Questo non è ancora il tuo momento! Ah! Quanto vorrei proteggerti… Quanto vorrei non farti vivere la paura… Ancora non devi sapere… Crescerai! Arriverà… arriverà il tuo momento piccolo! Questo mi dispiace! Sei tenero e puro! Puro come lo sono io! Ti prometto che sarai felice… ma… tutto questo succederà domani… Te lo giuro Riccardo!” Quello, mi guardò stupito, e mi disse teneramente: “… Ma… amico… Io sono già felice! Sono felice d’avere un amico come te! Ti voglio bene anch’io… Tu… tu mi proteggerai… non è vero?” Risposi di si con il capo! Mi venne da piangere e lo abbracciai chiudendo gli occhi! Quando li riaprii, il piccolo Ric non c’era più! Ora… ora c’era solo quella porta grigia! L’atmosfera divenne densa di mistero! Udivo solo passi… passi come di suore che camminavano velocemente! Mi girai indietro, e vidi nel buio, come per nascondersi, dietro ad un’altra porta semiaperta, dei capelli! Erano quelli della Cinesina… Mi spiava…

Anche essendo osservato da quella maledetta, dovevo compiere il mio dovere… Sapevo che non mi sarebbe successo nulla, però avvertivo la paura… una paura ancestrale… La paura di vedere…  Così, mi feci coraggio, e guardando quell’antica maniglia, la girai! Una luce bianca dalla fessura della porta! Una luce che pareva formata da parecchi neon! Capivo che non era una cosa normale! Avvertivo anche delle presenze dietro di me! Volevano non farmi ricordare, ma, duro, volli andare fino in fondo! Spalancai quella porta, e lì la vidi… Era la TELECAMERA! Di fianco, una specie di pannello di regia con dei monitor in bianco e nero accesi! Da quelli, si vedeva la SCACCHIERA! Mi trovavo a TELE PIANURA! In quel momento, non vi erano trasmissioni! Solo io… nel PRESENTE stavo trasmettendo! Nonostante lo strano luogo che sembrava essere nuovo, potevo percepire solo polvere e puzza di vecchio! La TELECAMERA occupava gran parte dello spazio! Era enorme! Proprio come la ricordavo! Dovevo accenderla! Dovevo vedere…

Andai verso lo sgabello che era attaccato alla “TELECAMERA” e mi ci sedetti sopra! Quelle strane luci erano sopra di me! Era l’intero soffitto ad essere luminoso… La situazione era strana… irreale! Tuttavia, guardai di fronte a me! Attaccato al pannello posteriore grigio di quella “TELECAMERA”, c’era un piccolo monitor, che, capivo dal tubo catodico, essere molto vecchio e rigorosamente in bianco e nero! Non c’erano altri controlli! Solo un vecchio interruttore quasi arrugginito ON/OFF! Guardando bene, attaccata alla struttura portante della “CAMERA”, due manubri che avevano la funzione di spostarla a destra ed a sinistra, cambiando così l’inquadratura! L’obiettivo, era inserito in un buco molto largo sul muro che avevo di fronte! Era chiaro! La “TELECAMERA” doveva risultare invisibile dall’altro lato… NASCOSTA! Ora… toccava a me! Dovevo portare su ON quello sporco interruttore! Fu, appunto quello che feci… ma… mi ci volle molto coraggio!

Si udì un rumore di corrente elettrica e stranissimi scricchiolii… Dal monitor ancora nulla… Dovevo attendere… proprio come le vecchie TV degli anni sessanta, probabilmente, doveva riscaldarsi… Un forte rumore, all’improvviso, mi fece sobbalzare! Qualcuno era in procinto d’arrivare… Dovevo muovermi… Così, scesi di nuovo dallo sgabello e chiusi la porta di quella stanza. Velocemente, corsi di nuovo e mi sedetti… Ancora dal monitor… nessuna immagine! Guardavo fisso… Attesi parecchi secondi, e ad un tratto… s’accese! L’immagine bianca tra righine, s’allargo… quasi quasi sembrava che quel monitor dovesse esplodere! Dopo un po’, vidi solo un cerchio allungato come un ovolo, di colore bianco, come un quadrante d’orologio deformato che mi fece molta paura! L’odore di vecchio si trasformò in odore di braciere… un odore molto intenso che mi fece stare male! Alla porta, qualcuno bussò con foga… io non feci nulla… Alla fine, udii: “… E’ tutto pronto… tutto è acceso…” Probabilmente, l’intenzione era quella di fare quello che avevo fatto io… Forse, le “suore”, avevano pensato che una di loro l’avesse accesa… Comunque… quello era il segnale! TELE PIANURA era in onda con uno dei suoi “SPETTACOLI” crudeli… Tremai, però dovevo continuare ad osservare! Da quattro  altoparlanti rigati… simili a quelli del salone della casa di Margarita, che erano posti in tutti gli angoli di quel posto, udii le siglette… ma erano cacofoniche… distorte all’inverosimile! Urlai! Volevo scendere da quello sgabello rotondo di ferro arrugginito! Ma… non lo feci! Avevo giurato… Dovevo continuare a TRASMETTERE! Anche se stordito, continuai ad osservare quel monitor… Ecco… ad un tratto, il cerchio lasciò il posto ad un’immagine…

All’inizio era tutto sfocato… era tutto grigio! Però, riuscii a vedere… anche se era meglio di no! Si trattava d’una stanza con mille poster di pagliacci del tipo AUGUSTO… molto spaventosi, attaccati alle pareti! Erano clown con lo sguardo malefico e cattivo! Qualcuno di quelli, somigliava in modo impressionante a LUI… a Mami… A circondare quell’assurda stanza, dove ancora non c’era anima viva, delle panchine di legno… basse, come quelle che si trovano negli asili… Al centro dell’inquadratura, attaccato alla parete con un chiodo più lungo del normale, tra due vetri opachi, come se fossero state due finestre, anche se capivo che non davano all’esterno, ma in un’altra stanza con le luci spente, un ARLECCHINO SNODABILE! Stava appeso come un quadro… Già, le luci soffuse, già, le tetre panche e quei maledetti poster, erano per me delle visioni terribili! Ma quello… quell’ARLECCHINO, mi fece davvero paura! Ebbi la nausea… Lo ricordai… Io, l’avevo già visto!

A casa di Margarita… precisamente nello studio, la stanza dopo della cucina, un pomeriggio inoltrato, cercavo di rovistare per i cassetti, cosa che facevo sempre… Andai verso una scrivania… questa, era illuminata da una lampada snodabile! Sopra, tanti fogli di carta, penne, matite ed una lametta… la lametta che serve a chi disegna per grattare il foglio, cosa che avevo visto fare ad Annetta! Non persi tempo… Cominciai ad aprire freneticamente tutti i suoi cassetti per trovare qualcosa di mio gradimento, che, di certo, poi, mi dovevano regalare! Ma… quel pomeriggio scuro, non andò proprio così… successe qualcosa di molto strano… Un cassetto incastrato! Già… Provai a forzarlo con le mie manine, ed alla fine ci riuscii! Cercai in quel cassetto, tra tutte quelle cianfrusaglie, qualcosa che mi piacesse… C’era di tutto… mi punsi anche con un ago… ma… continuai la mia ricerca, tenendomi il ditino punto in bocca… Alla fine, strisciando le mani fino alla fine del cassetto, addirittura allungando tutto il braccio, un qualcosa avvolto in un foglio di giornale… Al tatto, mi sembrò che fossero dei legnetti! Pensai che fosse un metro da muratore, ma era troppo largo per esserlo… Incuriosito, tirai fuori quell’involucro! L’odorai e mi disgustai parecchio! Aveva uno strano odore… come d’acqua ragia, ma a pensarci meglio, puzzava di bruciato… un odore molto particolare! Dovetti mettermi la mano sulla bocca… pensavo di rigettare! Comunque, la curiosità fece in modo che completassi l’opera, correndo al centro della stanza e cercando di togliere i “legnetti” dal loro nauseabondo involucro di carta grigia per vedere cos’erano… Ero quasi riuscito a togliere l’oggetto, quando… la figlia di Margarita… quella di Pazzo Mondo, entrò come una furia nella stanza accendendo le luci! Mi prese per le spalle, e mi girò dalla sua parte, urlandomi: “… Cos’hai combinato! Cos’hai fatto? Ah! Non toccare! NON LO TOCCARE! Come hai fatto a trovarlo? Come hai fatto a trovare l’ARLECCHINO… una bambola… Dammelo subito! E’ fatto con… LUI E’ VIVO! E’ OSSO! Posalo Riccardo… Dammelo…” Quelle parole urlate così forte, mi fecero paura anche non capendone il significato… Mi staccai da lei, e corsi via, gettando in terra, su un tappeto quell’involucro di carta di giornale! Però, prima d’uscire dalla porta di quella stanza, vidi una cosa impressionante! Mi girai per un solo istante… Vidi uscire da quella carta lui… l’ARLECCHINO! La figlia di Margarita, tentava di raccoglierlo, ma quello, senza che nessuno lo reggesse, si rizzò in piedi, ed a scatti cominciò ad inseguirmi velocemente, facendo strofinare le giunture su delle viti che le tenevano unite! Facevano CRACK CRACK… un rumore spaventoso! Corsi per il corridoio della mia vicina! Volevo ritornare a casa mia… avevo paura! Sopra di me, il lampadario a forma di boccia bianca che vedevo ondeggiare… Mi fece terrore! Sembrava che ci fosse un abbassamento di tensione! La luce pareva bassa! Potevo udire distintamente una musica suonata con lo xilofono… Comunque, riuscii ad uscire sul pianerottolo ed a correre dentro casa mia! Di solito, tenevamo le porte dei rispettivi appartamenti aperte! Volevo nascondermi… e così, mi rifugiai nello studio di mio padre, senza nemmeno accendere la luce! Ero terrorizzato! Non capivo come una marionetta potesse muoversi da sola… Però, non ero pazzo! L’avevo vista! Avevo visto il suo abito multicolore e quel cappello, e la maschera nera! Era orribile! Avevo visto l’ARLECCHINO SNODABILE! Con il fiatone, mi rintanai sotto la scrivania, mentre sentivo ancora le urla della figlia di Margarita, e mia madre uscire dalla cucina per andar da lei! Pensavo d’essere al sicuro… Pensavo che quella cosa VIVA non potesse trovarmi… Pensavo che mia madre ed Ella… la figlia di Margarita, l’avessero acciuffato… ed invece… invece, girandomi nel buio me lo trovai vicino al viso! Muoveva le braccine e le gambine proprio come un ragno… ma puzzava tremendamente! Puzzava di pelle… puzzava d’osso! Urlai, e poi vomitai violentemente! Svenni! Questo è sicuro! Quando mi svegliai, sporco di vomito, ero steso sul letto dei miei genitori! Sentivo le mani di mia madre che mi stavano spogliando, togliendomi i pantaloni e le mutandine! Sentivo ancora l’odore acido del mio vomito! Insieme… in quella stanza, oltre a mia madre e mio padre, Margarita ed Ella, insieme ad Annetta e Mirmo! Erano tutti tesi… erano preoccupati! Margarita, disse a mia madre, mentre mi stava togliendo la maglietta sporca: “… Ce la siamo vista brutta! Ah! Menomale che Mirmo è ritornato proprio in quel momento! Ah! Quante disgrazie… Ah! Quanti di quei COSI avranno fabbricato con le ossa e la pelle di quelle povere creature di Dio? Quanti? Noi… noi non lo sapevamo… L’abbiamo comprato da quello ZINGARO! Ci aveva detto che sarebbe servito… ma a cosa? Ah! Abbiamo commesso un grave errore! Quante sventure Dio mio! Oh! Povero Riccardo… Speriamo che non si ricordi nulla di quello che è successo! Speriamo che non si ricordi nulla di quello che ha visto…”

Invece… su quel dannato sgabello, vedendo le immagini su quel dannato monitorino ricordai, e… soprattutto capii! Mi venne da vomitare, però poi piansi… Quell’oggetto… quell’ARLECCHINO SNODABILE, era fatto con le LORO vittime, proprio in quell’”ORFANOTROFIO”! Era fatto d’OSSA VIVE! Dunque… era quella la fine di quelle povere creature? Era quella la fine di quei bimbi? Cosa avrei visto dall’obiettivo di quella maledetta “TELECAMERA”? Cosa avrei visto di più orribile di quello che avevo appena ricordato?

Con gli occhi pieni di lacrime e lo stomaco sottosopra, continuavo a fissare il piccolo monitor! Ora, le luci dietro quella specie di finestre erano accese! Vedevo delle lunghe sagome di suore che andavano avanti ed indietro… Dagli altoparlanti, fra quelle dannate siglette, udii una voce metallica di donna, dire: “… Svegliatevi bambini… ma non gridate! Vi porteremo a giocare nella STANZA VERDE! Lì c’è l’erba… l’erba dove potrete fare le capriole…” Urlai… capii… “No! Non andate! Vi uccideranno! LORO VI UCCIDERANNO!” Ma… nessuno udì il mio grido disperato! Vidi moltissimi bambini, accompagnati da delle suore, entrare in quella sala dove l’obiettivo… il LORO OCCHIO era acceso! Gridavo! Volevo farmi sentire, ma nemmeno questa volta nessuno sentì… Solo un bimbo, accompagnato dalla mano da una suora nera, sembrò guardare verso l’obiettivo… Erano occhi terrorizzati! Le suore, poi, lasciarono quelle creature da sole in quella schifosissima stanza! Sapevo… sapevo che da lì a poco sarebbe cominciato il massacro! L’ARLECCHINO appeso alla parete cominciò a muovere le braccia e le gambe come aveva fatto nello studio di mio padre con me, compiendo un macabro balletto… S’udiva una musica dolce… troppo dolce! Cominciai a piangere… Ora, volevo solo scappare via da lì, però, mi resi conto di non poterlo fare, in quanto, dietro di me, vidi il Pen in penombra tenermi stretto stretto a quello sgabello arrugginito… Udii solo: “… BUIOS…” Mi misi ad urlare, ma guardando in su, sulla “TELECAMERA”, un gatto, con i denti di fuori… lunghi all’inverosimile, mi disse soffiando: “… Dantini! Lo spettacolo è appena iniziato! Devi andare fino in fondo… L’hai promesso! Poi… poi s’accenderà il LUME…” Sentendo questo, mi misi di nuovo a guardare quel dannato monitor! Stavo quasi per svenire, ma, mi feci coraggio!

Le luci in quella dannata “STANZA VERDE” s’abbassarono d’intensità! Quei bimbi, ora, piangevano! Qualcuno chiamava la mamma! Io capii che i volti avevano anche rapito degli innocenti! Non erano solo orfani! Questo mi devastò! Cominciai a gridare: “… Per l’amor di Dio! Perché? Perché tutto questo strazio? Maledetti!” Sentii stringermi in quel momento le parti intime… Urlai dal dolore! In quel momento, dal monitor, vidi aprire la porta da dove erano entrati quegli innocenti! Il BUIOS era iniziato! Tre figure scure… LORO… erano entrati… Mami, la Cinesina, e la Strega… Urlai fino a perdere la voce… e più urlavo, e più sentivo stringermi i testicoli! Era un dolore insopportabile… Dovevo, da quanto avevo capito, provare lo stesso dolore di quelle povere creature, senza però perdere la vita! Quello era il VERO BUIOS… Andò via la luce nella stanza dove mi trovavo! La stanza del LORO OCCHIO! Solo quel monitor acceso… Sembrava deformato!

LORO avevano appena iniziato a picchiare quei bimbi, mentre suonavano le siglette e, l’odor di braciere diventava insopportabile! Davano pugni, schiaffi, calci anche nelle parti intime! Quei bimbi furono anche denudati di tutto! Più li picchiavano, e più io provavo dolore! Più piangevano, e più io gridavo! Non voglio descrivere per intero quell’orrore! Me ne manca il coraggio… Si vedeva solo sangue… S’udiva solo il suono delle ossa che si rompevano! Non c’era colore… solo il bianco ed il nero della scacchiera! Mi resi conto che anche il pavimento dove mi trovavo io, era una scacchiera! Invocai la Kalimba Lunare invano… Quello era solo un ricordo… un ricordo non mio! Ma, nonostante tutto quel dolore insopportabile e quella visione dell’inferno in terra, un bimbo… un bimbo, riuscì ad aprire quella porta! Riuscì a scappare! LORO lo inseguirono… La scena divenne uguale a quella che avevo già visto insieme a Doroty in quel televisore nella casa delle vacanze di Margarita… in quella stanza buia! Dagli altoparlanti… ora… solo silenzio… il silenzio di chi aveva perso tutto… Un silenzio che amplificava la paura…

Ebbi la sensazione di cadere nel vuoto… non capii più nulla! Vidi solo, per un istante nel ricordo… in TELE PIANURA, quel bimbo correre per le scale di quell’”ORFANOTROFIO”, e trovare un triangolo… una piramide su quei gradini, e prenderla velocemente! LORO, si erano fermati… smisero d’inseguire quel bimbo, e fuggirono via… scattando… come se avessero avuto paura! Quel bimbo, si trasformò in gattino, e fu preso in braccio da un uomo con la barba, che si trovava proprio all’ingresso dove c’era il grande portone antico! Era Dino! Il padre di Doroty… Capii, e mi misi a piangere come non avevo mai fatto in tutta la mia vita fino a quel momento! Non erano lacrime di dolore! No! Erano lacrime di riconoscenza e d’amore… amore per chi aveva visto davvero l’inferno! Era… era…

Mario mi svegliò con uno schiaffetto sul viso! La luce era accesa! Ero coperto dal plaid, come una coperta e mi resi conto di trovarmi steso sul divano nel salotto del mio cugino gatto! A tenermi la mano… lui! Stava piangendo… forse anche più di me! A mia volta, gli stringevo la mano! M’accorsi che dentro le nostre mani, insieme, stringevamo la piramide… Era questo, dunque, il suo segreto? Quel bimbo era lui? Si! Era Mario! Fuori, pioveva a dirotto! Tuonava forte! I fulmini squarciavano l’aria… tuttavia, non mi importava più! Mario, con molta tenerezza, mi disse: “… Cugino volpe… Ric… Dantini… Hai visto? Hai visto questo gattino cosa è riuscito a fare? Sono forte… già… ma tu, ora, lo dovrai essere ancor più di me! Ti chiedo scusa per averti fatto soffrire… ma sai… era tutto necessario! E’ stata la luna a farti resistere a quelle orrende visioni! La luna sulla testa! E’ stato un unicorno, paradossalmente, a salvarmi da LORO! E’ stato Dino! Non so se questa piramide è stato lui a farmela trovare su quelle maledette scale! Tuttavia… gli debbo la vita! Sai Dantini… è stato lui ad avermi insegnato a compiere gli EXPERIMENTES! E’ stato lui a farmi conoscere il Pen… Ah! Quanta paura… Però, l’ho superata! LORO… i tre volti del passato m’avevano rapito… ma ho trovato di nuovo la luce! Un gatto… un gatto che dovrebbe amare il buio, salvato dalla luce… Buffo non trovi, cugino volpe? Adesso, è il tuo turno! Tocca a te Dantini! Ora, hai imparato a TRASMETTERE! Sai cosa sei! Troverai a casa tua il LUME che ha illuminato la tua nascita… il LUME con i tuoi colori! Ti servirà in quella stanza bassa bassa! Noi siamo non più cugini… ma… fratelli! Ora và! E’ arrivato il tuo momento! Domani ci sarà il sole… sarà un giorno di festa per tutti! Ah! Dimenticavo… Devi andare lassù, alle tre di notte… Metti la sveglia a piramide nella stanza di cristallo per quell’ora! Il “14” ti proteggerà, e così anche la piramide… Sai… Eravamo in 14 in quella “stanza verde”… tieni nel cuore tutti noi… Non ti preoccupare per Daniele… Con lui, ci saranno i tuoi alleati, e con me il mio… il Pen! Gioisci volpe! Fatti valere… SpedisciLI da dove sono venuti… La mappa ce l’hai! Adesso muovi il culo da questo divano! Và a casa! Troverai un “cavallo” che ti darà uno strappo… Ricordati di VIVERE… Domani saremo invitati tutti a casa tua! Ora và, e non ti voltare indietro! Sei forte, Dantini volpe… Fratello volpe…” Piansi… l’abbracciai forte… mi misi in tasca la piramide, ed uscii dal portone di quella casa, sotto la pioggia battente, senza nemmeno aprire l’ombrello! Già, ad attendermi, sotto le scale con la sua Jeep, mio zio… quello dell’orologio scomparso…

 

 

HOME DELLA SEZIONE

HOME