I TRE VOLTI DEL PASSATO

RAFFAELE FAMELI

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(III) IL MOMENTO DELLA VERITA’ – LA STANZA BASSA BASSA

 

Come avevo previsto, quando mi svegliai, mi trovai a casa da solo! I miei genitori erano già andati via.

Ancora mezzo assonnato, su quel divano, fissavo il soffitto in attesa di svegliarmi meglio. Il cuore mi batteva forte… Finalmente avrei rivissuto il mio passato. Non sapevo a cosa andavo incontro…

Passò così una mezz’ora di pensieri. Dormendo, avevo confusamente analizzato di nuovo quelle immagini viste nella mia mente la sera prima, senza però capire nulla! Dovevo scavare dentro a quel sogno – passato…

         Contando da dieci fino a zero, mi preparai ad alzarmi! Già… sono molto pigro, e quel giochino mi consentiva di farcela ad affrontare le scale che m’aspettavano. Erano due rampe ed in più, quella scala a chiocciola che conduceva a quella stanza… in quella soffitta.

M’alzai, e corsi sulle scale con entusiasmo sempre più crescente! Non sapevo quello che avrei scoperto, forse nulla, ma quello era il primo passo verso quella verità che da sempre cercavo.

Quando arrivai davanti al cucinino che, al suo interno custodiva come una conchiglia la scaletta a chiocciola, per prima cosa mi girai verso la mia stanzetta… non so come spiegarlo, vidi qualcosa muoversi nel buio… sembrava un animale… ma pensai che era “solo fantasia”, però andai a controllare… nemmeno accesi la luce! Controllai sotto il letto… dietro la porta… nulla! Non convinto del tutto, uscii dalla cameretta, e via, verso la scala a chiocciola!

Ora ero pronto davvero! Mia madre, su quella piccola scala, aveva depositato scarpe su tutti, o quasi, i gradini, come se volesse proteggere l’ingresso alla soffitta… come se volesse proteggere da sguardi indiscreti qualcosa di molto importante! Infatti, le dovetti togliere tutte per poter salire. Ormai dovevo andare oltre!

Com’era scivolosa quella scala! Stavo quasi per mettere un piede in fallo su uno di quei gradini grigi! Mi girava la testa, non solo per via della forma stretta e ad elica della scala stessa, ma forse per altri motivi… Comunque, toccai con un piede l’ultimo gradino! Ecco! Ero arrivato a destinazione!

         Com’era tutto diverso ma infondo uguale a sempre… Sapevo che quel tetto fosse basso, ma, siccome ero cresciuto, ed era da tanto che non salivo lassù, quella bassezza strana mi fece grande impressione! Dovetti abbassarmi, e così, curvo, cominciai la mia brava esplorazione!

Tante scatole e molti vestiti chiusi in appositi contenitori di tessuto a forma d’armadio! C’era anche una finestrella… una finestrella che dava sulle tegole! Era molto stretta! Toccai tutto e notai subito l’estrema pulizia che regnava in quel luogo… Nemmeno un filo di polvere, anche se quel posto sembrava non essere stato visitato da molto tempo… ma non era così! Era visitato eccome!

Andando avanti nella visita, mi girai verso la famosa porticina di legno e mi vennero in mente le immagini che avevo visto la sera prima e m’assalirono i ricordi… ricordi che pensavo fossero sopiti! Mi resi conto di stare piangendo, ma, asciugandomi gli occhi con il dorso della mano, mi feci coraggio! Appoggiai la mano sulla serratura ed abbassai lo stantuffo. La porta, cigolando s’aprì ed io accesi la luce con l’interruttore. Quell’interruttore, era posto al di fuori di quella stanza… non come è abitudine nelle case della mia zona, all’interno.

         Quella luce… quella penombra… mi fecero ripiombare nei ricordi! Ad illuminare tutto, solo una lampadina fissata al muro sul lato destro della porticina di legno, tenuta solo dai cavi elettrici! Esitai solo per un istante, ma poi scavalcai il muretto che mi separava da quell’ambiente. Infatti, la porticina quadrata, era messa ad un livello più alto rispetto al pavimento della soffitta! Si accedeva scavalcando il legno della chiusura della porta, per arrivare nella stanzetta che aveva il pavimento ad un livello più alto… un pavimento di cemento!

Quella volta, comunque, fu diverso! Ora cercavo qualcosa. Osservai subito quell’ambiente e mi fece uno piombare in un malessere leggero! Mi girò la testa di nuovo! Era tutto uguale ma diverso! M’abbassai come potevo per entrare in quell’antro! Potevo fare tutto quello che volevo ora… La solitudine mi dava coraggio! Iniziai a toccare quelle pareti! Tutto sembrava essere abbandonato… si! Ma un abbandono senza polvere! Anche lì! C’era tutto… Gli scatoloni, i vecchi panni, la vecchia scultura in legno della Tour Eiffel… Andavo, ed ogni passo in avanti che facevo, mi conduceva indietro…

         Intravedendo quei fori illuminati in fondo, mi sentii strano… forse ancor di più di quanto normalmente ero… Volli andare a vedere, e mi sono reso conto d’andarvi velocemente! Quella stanza era grande… Non risentivo nemmeno della bassezza abnorme di quel tetto! M’affacciai da quei buchi come quando ero piccolo, ed odorai. Qualcosa in me era ritornato ad essere semplice ed immediato! Per le leggi della fisica, non avrei potuto fare quello che ho fatto… ma andai lo stesso fino a quelle luci… Ero cresciuto! Come mai non avevo sbattuto la testa sul soffitto?

Dopo un po’, tornai indietro, e notai, alzando leggermente la testa, un anfratto nella parete di sinistra, come una mensola fatta di cemento a forma allungata. Non c’era nulla! Però, guardando meglio, vidi, proprio all’angolo della stanza una cesta piena di paglia sintetica! La ricordavo! Era quella cesta che mia madre usava molti anni prima, per metterci i gomitoli di lana, quando, al caminetto, d’inverno, faceva la maglia… Andai e ci guardai dentro prendendola in mano.

All’improvviso rividi le scene famigliari davanti a quel caminetto acceso! Ricordai la gioia d’essere piccoli… Ricordai anche l’odore dei fagioli messi a cuocere a quel fuoco! Ma poi… poi, vidi dei ciuffi di pelo arancione e bianco! Ripiombai nelle visioni che avevo avuto, ma questa volta furono più intense. Ero pronto per la seconda fase del mio esperimento! Capii qualcosa… anzi quasi tutto!

         Mi misi in tasca quei peli, e lacrimando, uscii di corsa da quella stanzetta fatta di mistero e di ricordi! Dovevo andare ad effettuare l’auto-ipnosi! Avevo capito… ma non del tutto! Mi sembrava d’esserci stato poco in quella stanzetta… solo pochi minuti, ed invece trascorse circa un’ora!

Ritornai di nuovo nella soffitta, spensi la luce, e scesi da quella scala a chiocciola. Appena arrivato nel cucinino, rimisi velocemente tutte le scarpe sui gradini. Mia madre non doveva accorgersi di nulla!

         M’avviai verso l’entrata della mia cameretta. Questa volta non esitai minimamente! Avevo promesso a me stesso in quella soffitta d’andare fino in fondo! Non m’aspettavo, comunque, cose eclatanti, non percepivo ancora che la mia vita, già molto movimentata, potesse riservarmi ancora grandi sorprese e paure!

         La luce rimase spenta! Non volli accenderla! Mi stesi su quel letto e chiusi gli occhi.

 

 

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