I TRE VOLTI DEL PASSATO

RAFFAELE FAMELI

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(XXI) L’ATTACCO FISICO DI MAMI – LA CASA AD OBLO’ – IL VERO MARIO - LA CASA DELLA LUNA SULLA TESTA – LA PIRAMIDE RITROVATA ED IL PEN

 

         A grandi passi, iniziai a camminare per tornare a casa! Si era già fatto mezzogiorno! Ora sapevo… comprendevo… ma questo, per il momento, i miei genitori non dovevano sospettarlo! Quale effetto aveva prodotto la telefonata di Peppa? Questo, ora era il dubbio che mi tormentava! M’avrebbero rispedito nella città in cui lavoravo, facendomi perdere, l’unica e forse l’ultima occasione di riscoprirmi? Io speravo di no! Non doveva finire in quel modo! E poi… Rita e la signora Katy… avrebbero detto anche loro qualcosa ai miei? Forse si… ma, ormai tutto era compiuto! Quel che è fatto è fatto! Così pensavo… Li avevo ormai sfidati… i volti! Adesso, ne dovevo pagare le conseguenze! Però, in quel marasma di domande e di punti interrogativi, proprio come quella leggenda, comunque ero contento! Non erano stati LORO a prendere la piramide, ma il mio fratello volpe! Avrei voluto ringraziarlo per tutto quanto… l’avrei fatto quella notte nella mia stanza di cristallo! Chi lo sa se si sarebbe finalmente mostrato a me? E chi sa se m’avrebbe risposto?

         Ecco la mia casa! Nessuna valigia sulla porta! Quello era un buon segno… Aprii con le mie chiavi, ed entrai salutando come al solito! Nessuna reazione strana al momento da parte dei miei! Scesi nel seminterrato, ed accendendo il computer, affidai al suo disco, tutto quello che mi era capitato quel giorno, mettendo anche il file in pennetta! Avevo, ormai, deciso d’annotare tutto! Rileggendo quelle righe, mi commossi parecchio! Ripensai anche a mia zia con il suo gatto “Marco”! Infatti, era proprio con lei, quando veniva a casa mia, poiché i miei lavoravano, che avevo sempre visto quella vecchietta sorridente in quella casa a scacchiera! “Marco” era Mario! Infatti, a pensarci bene, dopo un po’ di tempo, quel gatto non lo vidi più! Mia zia mi disse, preparandomi la mia colazione preferita: pane a pezzettini con l’olio ed il sale, che era scappato! Ma io non l’ho mai creduto! Anche di questo dovevo parlare con mio cugino!

         Quando i miei mi chiamarono per mangiare, ero seduto sul divano a pensare! Avevo appena ricevuto un messaggio da parte di Mario che, m’aveva dato appuntamento, non in casa sua, ma in una vicina stradina che portava ad una casa antica, però, era una zona molto particolare, in quanto era totalmente abbandonata. Dovevamo vederci al calar del sole! Perché aveva scelto un posto tanto strano e desolato? Era parecchio che non vedevo quel luogo! Comunque, se lui, aveva deciso così, doveva esserci un buon motivo… Forse, il PEN si sarebbe mostrato lì? E poi… cos’era? Comunque, salii in sala da pranzo… era già tutto pronto, e mi sedetti al tavolo come al solito! Dagli sguardi dei miei, capii che m’avrebbero voluto dire qualcosa, ma esitavano… Lo stesso era per me! Non accadde nulla… Nessuno parlò, ma a parlare furono i nostri occhi! Ah! Quanto avrei voluto ringraziarli per tutta la protezione che m’avevano sempre dato… però, mi mancava il coraggio! Li avrei ringraziati a fatti compiuti! Già avevo deciso di farlo! Ma, ora temevo in una loro reazione di dolore! I volti, fanno anche in modo di provocare turbamento e silenzio! Mia madre, mi disse solo che aveva aggiunto un’altra coperta nella stanza di cristallo! Forse… quello era un modo per dirmi che lei c’era e che m’avrebbe dato la sua preziosa protezione… ancora… nonostante avesse capito ogni cosa!

         Il pranzo finì, ed io andai a coricarmi sul divano del mio seminterrato! Ero stanco… stanco ma, in fondo, felice! Però, la felicità era turbata da quei maledetti volti del passato! Era turbata dalla paura! Quel giorno, per me, sarebbe stato un lungo giorno… Non solo gli EXPERIMENTES, ma anche il mio improbabile incontro con il “me bambino”, che m’avrebbe condotto per rivedere la “sveglia a gallina”! Però, come aveva detto la signora Mary, prima avrei dovuto andare davanti al “muro di concentrazione”! Quel muro, io lo conoscevo bene! Si trovava nel bagno del primo piano di casa mia, vicino alla sala da pranzo! Quando ero piccolo, intento nei miei bisognini, proprio davanti alla tazza del WC, c’era lui… un muro a mattonelle tutte disegnate a puntini bianchi! Quante volte mi ero perso per tanti minuti, ad osservare tali puntini, che, dopo un po’ di tempo, senza che io sbattessi le palpebre, cominciavano a darmi una strana sensazione, di, appunto, concentrazione, mista ad una introspezione di me stesso! Da piccolo, pensavo, che quel muro potesse conferirmi poteri speciali… ed, a quanto la signora Mary aveva detto, probabilmente era davvero così… solo che in quel momento, non sapevo cosa fare e come comportarmi davanti a quel muro! Ero cresciuto, ed era da parecchio che non avevo più alzato gli occhi verso di lui… Comunque, dovevo provarci! Avrei dovuto affidarmi al mio istinto!

         Dopo aver preso il caffè, come ho già detto, sdraiato su quel divano, provai a rilassarmi un po’… Alla fine m’addormentai come un sasso! Quello che accadde durante quel periodo di riposo, fu quasi come un ripasso delle cose che avevo imparato quel giorno! Rividi tutto quanto, ma con una luce diversa… onirica… Dopo, ebbi come l’impressione di cadere nel vuoto!

         Rividi una casa con un oblò posizionato in alto, a lato della porta d’ingresso… rividi quella cucina e quella scala che portava al piano superiore! Persi il respiro! Mi mancò l’aria! Rividi Telma, la figlia della padrona di quella casa… Telma, che anche lei, era un’abituale ospite nella mia vecchia casa… forse la mia prima amica, ma a pensarci bene non lo era affatto, perché la rividi portarmi lassù… su quelle maledette scale! Ad un tratto, udii la sigletta della noce, ma solo l’audio e poi il buio! Odore di braciere, e dopo, una luce grigia con le righine… e tra queste, il volto spaventoso di Mami che mi veniva incontro, sempre più vicino… sempre di più, fino a non veder più nulla… solo il nero, mentre la sigletta infernale continuava in modo sempre più alto! Straziante!

         Mi svegliai di soprassalto, gridando, e stetti molto male! Era come se qualcosa m’avesse colpito in pancia con molta violenza! Corsi subito nel bagnetto del seminterrato e vomitai subito! Mami, quella volta, volle punirmi anche fisicamente! Abbassato su quel WC, piansi e mi disperai! Era terribile ciò che avevo subito e, pensai, anche se per poco tempo, di rinunciare alla mia missione! Era troppo pericoloso… Però, in quella posizione, guardai in fondo a quella stanza, ricavata dal sottoscala! Notai, un piccolo foro… proprio in fondo al basso tetto! Mi ricordai che da piccolo, insieme ad un mio amico, avevo nascosto qualcosa proprio lì! Ma… al momento non volli approfondire! Stavo molto male! Andai di nuovo sul divano… Dovevo riprendermi dall’incontro del primo volto… Mami! Avrei cercato in seguito in quell’antro… Per il momento no! Dovevo recuperare, anche per non far capire ai miei genitori che ero stato male… e poi, dovevo ancora incontrare Mario per gli EXPERIMENTES, e successivamente, mettermi davanti al “muro di concentrazione”! Ce l’avrei fatta? Ma… perché, mi era tornata alla mente proprio la “casa ad oblò”? Questo non lo sapevo ancora, ma, era una cosa d’approfondire, insieme a quel buchetto che avevo notato in bagno…

         Ringraziando il cielo, i miei, non s’accorsero che ero stato male! Erano le diciassette… Ancora avevo tempo! Mario, non era ancora lì, ed io lo sapevo! Salutai i miei ed uscii di casa con l’animo agitato! Compresi tutta la pericolosità dei volti anche a livello fisico! Tuttavia, non riuscivo ancora a spiegarmi il perché di quella sveglia! Gli orologi… misurano il tempo, e perciò, quella “sveglia a gallina” doveva fare proprio questo, ma… cosa centrava con me e con i volti del passato? Un fatto era certo! Mami, me l’aveva fatta pagare per il fatto d’essere stato dalla signora Mary! Provai angoscia! Chissà se Mami aveva fatto del male anche a lei? Speravo di no! A lei non la dovevano toccare! Era stata la prima persona ad essere stata sincera con me…

         Adesso mi trovavo fuori! Per fortuna stavo un po’ meglio! Però, adesso, provavo una gran paura! Ripensai alle “crocine crocine che non finiscono mai” e riuscii, anche se lievemente, a tranquillizzarmi! Non andai subito dove Mario m’aveva indicato… Dovevo riuscire a trovare energie nuove!

         Passai senza accorgermi, da dove c’era una bella chiesa, e proseguii per quella via! Arrivai, proprio davanti alla “casa dell’oblò”! Alzai gli occhi e la vidi! Quell’abitazione m’aveva sempre affascinato, ma anche spaventato! Oltre quella cucina e quella maledetta scala, guardando dall’entrata, si poteva vedere proprio in fondo sulla sinistra, come uno sgabuzzino chiuso da una porta… quello mi metteva terrore! Poi, guardando in avanti, il salone… quel salotto dove troneggiava uno splendido pianoforte a muro che apparteneva alla sorella di Telma! Anche l’arredamento di quella stanza era particolare! Io, ci andavo quando ero molto piccolo, anche perché, come ho già detto, adoravo i pianoforti ed correvo lì a strimpellare! Mentre picchiettavo su quei tasti, (guarda caso, bianchi e neri), mi guardavo in giro, e potevo osservare i quadri, i mobili, i tappeti e tutte le vetrine scintillanti di cristallo! Insomma, un’atmosfera che pareva ottocentesca, che strideva con tutto il resto della casa! Parlando del resto di quell’abitazione, la cucina, si presentava con un divano, un tavolo, delle sedie, ed un mobiletto per appoggiare il telefono… mentre, la TV era posizionata, a sinistra della finestra che dava sull’entrata della casa, come se fosse un piccolo cortile! Insomma… una cucina che pareva essere normale… ma, quello che non era affatto normale, era il piano superiore…

         Infatti, per accedere al piano di sopra, bisognava salire una lunga scala, proprio in corrispondenza del famoso oblò! In tutte le case normali, di solito, al secondo piano, ci sono le camere da letto ed i servizi… Però, in quella casa così particolare, in quel piano c’era altro! Il buio… ed il terrore! Ricordai che da piccolo, dopo essere salito fin lassù, vidi uno specchio molto particolare… a forma di cilindro bianco molto allungato, e tagliato in modo ovale e trasversale in punta, dove era messo proprio lo specchio, che scendeva fino a metà struttura! Non ricordo altro… solo luci di lampadine di altre stanze, e dei riflessi su questo strano specchio che faceva paura! Poi… non ricordo altro che il mio star male! Infatti, cominciai a provare conati di vomito… poi buio! I miei genitori, da quello che ricordo, furono costretti a portarmi via da quella casa di corsa! Successe più o meno come nel sogno che avevo fatto sul mio divano… Forse… da quello specchio era comparso lui… Mami? Era dietro di me? Forse… in quella casa avevo avuto il primo scontro fisico con i volti? C’era solo Mami? Oppure c’erano anche la Cinesina e la Strega? Di certo, doveva essere andata così… Mami con gli altri… forse, era lì! A me, comunque, rimase solo il ricordo di quello specchio, e di una gomma per cancellare di color marrone! Ho sempre pensato che fosse stata quella la causa del mio malessere… Ma a pensarci bene, una volta sono andato anche a finire in ospedale… dovettero farmi delle flebo! Probabilmente, quella non era stata l’unica volta in cui i volti m’avevano attaccato! Però… ora che avevo avuto nel sogno quell’esperienza, capivo che m’avevano fatto del male in quella casa! Sicuramente un colpo in pancia… magari, nella mia forma da volpe! Ero ancora un cucciolo! Come avevo già visto, i volti non avevano pietà nemmeno per i cucciolotti! I volti, aggrediscono quello che è spontaneità e purezza! La detestano! Così come detestavano il riscoprirsi…

         Pensando a tutto questo, girai lo sguardo da quella maledetta casa! Pensai che Telma, sua sorella e la loro mamma, per qualche ragione, davano ospitalità a Mami, e forse non solo a lui! Quella casa, era forse, una specie d’albergo per volti? Forse… i miei erano stati trascinati lì, insieme a me piccolino, con l’inganno? Forse in quella casa avremmo dovuto lasciarci le penne?

         Continuai a camminare con l’impressione d’essere seguito! A pensarci bene mi ero salvato! Provai a sforzarmi per ricordare… Mi venne in mente una cosa… Mentre guardavo quel dannato specchio stando male, prima che il buio m’assalisse, udii distintamente la parola “Seminario”, e poi via con i miei fino a casa! Dunque, era stato l’altro volto di quel libro a salvarmi da Mami? E come mai, Seminario si trovava insieme a lui, su quel diabolico libro? Questo non lo sapevo… ma, sentivo d’aver trovato un altro alleato… proprio come il lupo, lo Zingaro… Seminario rappresentava il bene, anche se in modo spaventoso! Forse… invece di cercare i tre volti del passato, avrei dovuto cercare loro… Forse si! Ma ora non potevo perdere tempo! Mario, con gli EXPERIMENTES, mi stava aspettando! Erano già le ore diciotto!

         A grandi passi, arrivai dove Mario m’aveva dato appuntamento, ma, esitai prima di scendere per quella ripida discesa! Avevo paura, ma, dovevo affrontare anche quella necessaria prova! Se non lo avessi fatto, non avrei avuto nessuna possibilità contro di LORO! Guardando quell’oscurità, visto che si era fatta già sera, misi tutto me stesso per affrontare l’ignoto! Con determinazione, in quei pochi passi, cercai la mia forza interiore! Cominciai, dunque a scendere per quella strada piena di ciottoli e polvere, e già, potevo intravedere quell’apertura… quella porta distrutta dal tempo, sulla sinistra di quella casa diroccata! Ci dovevo riuscire! Se ero davvero una volpe, dovevo farcela! Infatti, sapevo che non era quello il pericolo… Un rumore… Sobbalzai, ma, andai avanti lo stesso! Riuscivo a distinguere tutto in quel buio, ma… tremavo! Infine, arrivai, ma non vidi nessuno! Guardai infondo a quell’antro spettrale, ma di Mario nessuna traccia! Avvertivo però la sua presenza… non so come spiegarlo… Lo chiamai, ma nulla! Solo dopo qualche secondo di silenzio tombale… un miagolio… Cercai di mettere a fuoco l’immagine, e vidi, davanti a me, un gatto! Era di color grigio con strisce nere!

         Era Mario! Era lui! Lo avvertii chiaramente! Avrei voluto accarezzarlo, però non lo feci per pudore! Infondo era un essere umano come me… ed anche mio cugino! Quello che accadde dopo, non so descriverlo! Mi sentii leggero, e forse, persi i sensi, ma a pensarci meglio no! Infatti, mi sentivo graffiare su tutto il corpo, ed avevo in bocca dei peli! Forse… forse mi ero trasformato in volpe! Questa è una mia supposizione! Mario, mi aveva voluto attaccare, per farmi comprendere di più, il mio essere! Mi faceva male tutto il corpo! Non capivo! Però, non scappai! Non con Mario! All’improvviso, mi svegliai da quel torpore, e mi ritrovai in piedi, con mio cugino dietro di me, che mi teneva dai fianchi con le mani: “… Riccardo… Dantini… Vuoi vedere il Pen? Tra poco… Ora però, ti devo far vedere altro…” Era lui a parlare… Mario, ma la sua voce era diversa… più bassa e nasale! Ho avuto paura, ma, in me, l’orgoglio fu più forte! Non scappai, e gli dissi: “… Sono pronto! Sono pronto a tutto! Tu eri Marco… il gatto di mia zia! Io lo so!” In realtà, me la stavo facendo sotto! Cos’era quello che mio cugino voleva farmi vedere? Capivo che non era in sé… capivo che era cambiato, ma non osai guardarlo… chiusi gli occhi! All’improvviso, mi sentii i fianchi essere graffiati come da artigli acuminati d’un animale, e poi… cosa impossibile… mi sentii toccare più su da altre due mani! “OH DIO!!” Gridai, e Mario, si mise a ridere freneticamente, dicendo: “… Queste sono le QUATTRO MANI… o forse ZAMPE… chi può dirlo…” Effettivamente, non avvertivo le sue gambe dietro delle mie! Provai terrore ed urlai! Urlai, anche perché pensavo che anch’io avrei potuto fare quella cosa… Avevo, non solo paura di Mario, ma anche di me stesso! Mio cugino, mi mise la mano sulla bocca, una mano particolare… e mi sussurrò all’orecchio: “… Dantini… Non urlare! Vuoi che qualcuno mi veda conciato così?” Io capii qualcosa, e provando molto turbamento, e voglia di correre via, provai a toccargli il volto, ma toccai, con immenso terrore, solo denti… Poi, arrivai sulla testa, e toccai qualcosa di anormale! Due sporgenze, una a destra e l’altra a sinistra! Erano le orecchie da gatto! Non feci in tempo di far nulla, perché, mi sentii buttare a terra, e stringere gli occhi, fino a vedere la luce che si vede quando gli occhi vengono compressi! Mario, era evidente, non voleva farsi vedere in quello stato! Soffiava… soffiava proprio come un gatto! “… Ancora non puoi vedere…” Mi sussurrò ad un orecchio! “… Cosa volevi fare Dantini? Ancora non sei pronto per questo…” Urlai, ma lui, alzandomi da terra, disse: “… So cosa hai scoperto… So… cosa ti ha fatto Mami… Sei stato un ingenuo! Non dovevi scoprire ancora… Dovevi aspettare… Attendere! Ah! Voi volpi… siete tutte uguali! Avete sempre fretta! Comunque… il Pen ci sta aspettando! Apri gli occhi Riccardo! Questa è solo la prima parte degli EXPERIMENTES di questa sera…” Lo feci… Lui era lì da essere umano! Avevo capito… Si era trasformato a metà, per farmi comprendere che anch’io lo potevo fare! Ha voluto attaccarmi, per abituarmi al combattimento di tipo animale! “Andiamo… Andiamo a casa mia… nella mia tana!” Disse, ed io lo seguii, ma gli feci questa domanda: “… Anche voi… Anche voi siete in pericolo per avermi aiutato? Dimmelo Mario…” Quello, rispose: “… Io aiuto te, e tu aiuti me! Si Riccardo! Le porte e gli archi della scacchiera si sono ormai aperti! Siamo tutti in pericolo! Adesso… adesso andiamo a casa mia… Il Pen… il Pen è lì… Però credimi… Non è colpa tua! Semplicemente doveva accadere… prima o poi…”

         Salimmo per quella strada piena di ciottoli! Mi resi conto d’essere tutto graffiato! Sanguinavo dalle mani! Però non mi lamentai… Quella era una prova! Dovevo superare quegli esami… ma… cosa mi sarebbe successo una volta arrivato in casa di Mario? Quella sera… quella sera, faceva freddo… Potevo sentire il LORO odore… Loro erano lì, ma speravo di non vederli! Ricordai le siglette, e mi tornò la paura! Adesso… pur sapendo che era per il mio bene, avevo timore del Pen! Cos’era? Gli EXPERIMENTES, avevano già fatto uscire da me, dei ricordi che erano sopiti… Adesso… cosa mai mi poteva capitare? Chi era davvero il Pen?

         Eravamo arrivati sulla scala della casa di Mario! Ormai era fatta! Lui, non mi disse una parola… Aprì la porta, e vidi quel salotto e quel buio! Sul tavolino, una scacchiera, e sul divano il plaid… Non chiesi nulla, ed avanzammo verso quella stanza oscura. Mario, chiuse la porta, e la casa piombò nel silenzio più assoluto. “Accomodati sulla poltrona come l’altra volta…” Mi disse mio cugino, che, s’accomodò, sdraiandosi su quel divano sdrucito, mettendosi addosso quel plaid. Questa volta non esitai ed eseguii il tutto! “… Concentrati Riccardo! Quello che stai per vedere può anche turbare… Rimarrà in te, come un ricordo indissolubile! Ti farà paura… lo so! Ma, alla fine capirai la vera essenza del Pen… Ora ti chiedo d’avvicinarti a me, e come l’altra volta, di metterti in ginocchio! Dovrai ricordare… Dovrai recuperare ancora! Poi, riavrai qualcosa… Dovrai comprendere quel che è successo! Questo, ti servirà, anche per il tuo incontro di questa notte! Il tempo… Riccardo… cancella molte cose, ma si possono recuperare grazie agli EXPERIMENTES che aprono la mente ed il passato! Dai… Avvicinati… e rivedrai… rivedrai “La luna sulla testa”…” A queste ultime parole di mio cugino, mi turbai, in quanto mi fece ricordare, anche se al momento, non del tutto, qualcosa di sopito… dimenticato… Qualcosa che avevo visto da bimbo e poi rimosso! Non feci trapelare nulla, ed alzandomi da quella poltrona, mi misi in ginocchio davanti a quel divano! Mario, mi lanciò addosso il plaid e mi strinse il capo, gettandomi su quei cuscini! Pareva essersi sollevato… Pareva toccare il soffitto! Ebbi paura, e mentre rideva, io chiusi gli occhi… Gli EXPERIMENTES ebbero così inizio…

         Provai le stesse sensazioni dell’altra volta… solo che ora ero consapevole di quello che dovevo fare! Mi lasciai andare ai ricordi… Ricordai subito, l’episodio che mio cugino m’aveva detto…

         Mi trovavo a casa d’un mio zio che viveva in una città, molto distante da quella in cui abitavo… Bisognava prendere il treno! Ci andammo, io ed i miei, per un periodo di vacanza! Quella casa si trovava in un condominio di cinque piani, vicino ad un ospedale! Era una grande città! Dalla strada, s’accedeva all’entrata! Vicino c’era un bar… La porta d’ingresso, che dava l’accesso all’ascensore, lasciava intravedere un tappeto rosso, che saliva su una piccola scala, e vicino, una scrivania… la scrivania dove c’era il portiere! Salendo queste scale, s’arrivava all’ascensore, che portava al quarto piano, dove abitava, con sua moglie ed i suoi figli, appunto, mio zio! Quando l’ascensore apriva le sue porte sul quarto piano, bastava guardare in fondo, sulla destra per intravedere la porta di quella casa! L’odore era particolare… non so spiegarlo… Però, ricordando meglio, proprio di fronte all’ascensore, c’era un altro appartamento… Qui ricordandolo sobbalzai! Perché? Comunque, accedendo alla casa di mio zio, ci si poteva rendere conto dell’enorme pulizia che vi regnava! Infatti, sua moglie, faceva dalla mattina alla sera pulizie, e pretendeva che tutti camminassero per quel lucido corridoio con le pattine! Però, quell’abitazione, a mio avviso, aveva un qualcosa di misterioso… legato alla sua atmosfera… un’atmosfera che non avrei mai più riprovato ritornando in quella città… Solo vedendo il vecchio ospedale, ormai abbandonato, provai qualcosa di simile… Comunque, appena s’entrava, sulla destra, un piccolissimo salotto / studio, con un divano, un tavolo, una libreria, ed un impianto stereo molto datato, ma che a me sembrava da piccolo essere modernissimo! Questa era la stanza più luminosa dell’appartamento! Il sole, in quel corridoio, non c’era mai entrato! Dal corridoio, si proseguiva, anche scivolando, per via delle pattine, e si arrivava in cucina, dove ricordo esserci stato un lampadario stile anni ’80, che mia zia, abbassava per lavorare meglio, non so a che… Ricordo con terrore, che proprio una volta, la lampadina scoppiò… Non ho ben capito il perché, ma, a pensarci bene, era accaduto qualcosa di strano… Una musica… una sigla d’un cartone animato… A questo punto, Mario, mi tappò la bocca e mi disse: “… Và avanti! Và in quell’altra stanza con il ricordo… e presto vedrai la luna sulla testa!” Urlai! M’aveva fatto male! Ma, questo dolore mi consentì di vedere altro… un’altra stanza… sulla sinistra della cucina… Una scrivania sormontata da sportelli pieni di libri... una finestra molto grande… una TV ed un divano letto! Dal televisore un cartone animato d’una ragazza che giocava a pallavolo… poi il wrestling… ricordavo anche il nome di questa emittente… REPORTER! Non so perché, ma al recuperare questo, mi vennero i brividi, e cercai di sfuggire da Mario, il quale mi tenne stretto, dicendo: “… Per ricordare… devi provare le sensazioni che credevi perdute, Dantini… Vuoi già fuggire?” A quel rimprovero mi fermai! Aveva ragione! Non potevo rinunciare proprio ora… Che ne sarebbe stato di quello che volevo sapere? Il vero pericolo… il vero terrore erano i volti… Quindi, richiusi gli occhi, e provai a ricordare altro…

         Mi ritrovai di sera, nel ricordo a nebbiolina… proprio in quella stanza! Ora, riuscivo a vedere dalla porta d’ingresso di quella camera… il buio! Un’altra stanza proprio di fronte! Ricordo che insieme a me, c’erano altre persone… forse i figli di mio zio e mia zia… però, avvertivo anche la presenza d’altri… I miei non ricordavo si trovassero lì… Una situazione strana! All’improvviso, un forte senso di pericolo e di paura! Il ricordo divenne scuro! Vidi mio zio piegato, nel buio, proprio in quella stanza buia, che doveva essere la sua camera da letto… Al buio, mi faceva vedere la sua testa pelata! Era piegato, con le mani sopra le sue ginocchia, verso la stanza in cui mi trovavo io… Con terrore, udii la sua voce che rideva e che diceva con voce stridula: “… Riccardo… Guarda la luna… guarda la luna sopra la testa!” Provai molta paura, e mi misi ad urlare anche a casa di Mario durante gli EXPERIMENTES! Tra le mani di mio zio, ma non ne sono sicuro, ricordavo si trovassero tre oggetti: un libro… una foto… ed una maschera! Perché mio zio mi stava facendo questo? Dov’erano i miei genitori? Come mai mio zio aveva i volti in casa sua? Forse… in quella stanza buia, piena di matrioska e di bambole di porcellana, c’erano LORO… i volti? Mi seguirono anche lì, in un’altra città… quando ancora non li avevo visti? Dunque… proprio a casa di mio zio, avevo avuto in anteprima la visione dei loro simboli? Sentii il loro odore… ma non li vidi… Adesso, ricordavo l’altro appartamento di cui ho già parlato… Era tutto bianco… una luce strana e tanta paura! Ricordai anche che qualcuno non voleva che io ci andassi… Forse lì stavano LORO? Non credo… però, in quel luogo, era come se ci fosse qualcosa di terribile! Quell’appartamento, era stato affittato da i genitori anziani di questo mio zio! All’improvviso, quella luce bianca divenne a righine… e vidi la luna con la chitarra, con sotto la scacchiera! Urlai… urlai molto…

         Svegliandomi da quel ricordo, piansi, e Mario, da lontano… molto distante da me, disse: “… Non piangere Ric! A volte, la luna può far molto male, specialmente se illumina chi ti vuole annientare… già! Annientare la purezza! Ma, tuttavia, non è sempre così… La luna può essere amica… amica e protettrice… Sai, LORO erano lì! Ma non ti hanno toccato! Quella casa… quella casa era protetta! Protetta, proprio dalla luna… Ah! Che immenso quel potere… potere che io, siccome gatto, con tutta la mia oscurità, non ho mai, e né potrò vedere e sentire! Tuo zio, come me praticava gli EXPERIMENTES! Anche la tua amica Doroty, con il suo nascondersi dietro le tende, o dietro il buio, ti ha fatto capire livello inconscio il tuo stato…Sia lei che tuo zio,  ti hanno fatto capire che sei una volpe, però, senza farti vedere il tuo corpo! Se hai visto quelle cose, l’hai fatto con il tuo vero io… con i tuoi occhi da volpe! In quelle occasioni, proprio come ora, c’è stato chi ti ha protetto e che ha rischiato la propria vita per te… Dantini… guarda indietro… sull’altro divano! Ma non andare!” Smisi di piangere… mi sentivo solo! Mario, si trovava in un’altra stanza… mi è sembrato anche che piangesse dicendo quelle parole! Io, non mi ero reso conto della sua assenza! Chi c’era dietro di me? Forse il Pen? Oppure LORO? No… Mario aveva parlato di protezione! Mi voltai, e sul divano, vidi LUI… il mio fratello volpe… All’improvviso scappò, e Mario, dalla stanza adiacente a quel salotto, la stanza di sua madre, mi disse: “… E’ arrivato il momento Riccardo! E’ arrivato il momento di vedere il Pen… Però… stanotte… in compagnia del tuo IO piccolo, ricordati che NON SEI COME TUTTI… Questa è una lezione… e poi… dovrai ricordare la PARRUCCA… Adesso, adesso vieni ad incontrare il Pen… Quando te lo dirò io, apri la porta di questa stanza, dopo aver messo la scacchiera che si trova sul tavolino dietro di te, a terra… davanti alla porta…” Mi tornò la paura! Presi quella scacchiera, come aveva detto mio cugino, accorgendomi che sopra… al centro, c’era la piramide! L’avevo ritrovata! Però, questo non mi fece piacere… infatti, capivo che il tempo dell’incontro fisico con LORO, era ormai alle porte! La misi subito in tasca… ed, alzandomi da terra, m’avviai verso quella porta chiusa, prendendo sotto il braccio la scacchiera vuota… senza pedine… Pensavo a mio zio, a Doroty ed a Mario! Dunque… oltre a me ed a mio cugino, c’erano altri a condividere il segreto della nascita da animale? Probabilmente si… ma, ora, c’era d’affrontare il Pen! Per il momento, non pensai a quella PARRUCCA che aveva detto Mario…

         Davanti a quell’uscio chiuso, tremai… Pensavo di non essere ancora pronto per quella prova, ma, posando a terra e, soprattutto guardando quella scacchiera, strinsi, mettendo le mani in tasca, quella piramide! Mi diede coraggio! Cosa mai poteva accadermi? Lì dietro, di certo, non c’erano i volti… ma c’era una prova da superare… un esame! Mario, dall’interno mi disse: “… Allora Dantini? Cosa aspetti, volpe paurosa che non sei altro? Il mio amichetto… il Pen, potrebbe anche spazientirsi ed andarsene… e tu, resteresti per sempre con il rimorso di non averlo visto! Se non affronti il Pen, non potrai affrontare LORO! Tutto sarebbe inutile! Adesso apri! Non esitare oltre, cugino volpe…” Avevo freddo… un freddo terribile! Forse era la paura, o forse il vero freddo di quella stagione… comunque, misi la mano su quella maniglia… Esitai… però la spinsi verso il basso!

         Quello che si presentò davanti ai miei occhi, non lo ricordo esattamente! Però, da quello che mi è dato ricordare, vidi Mario ritto… La stanza era buia… Mario rideva, fra le sue mani un qualcosa… però non capii subito… Guardando sopra la sua testa, vidi una figura nera! Sembrava un’altra testa, ma la sua forma ricordava quasi un plettro per chitarra, ma più allungata, grande quanto un volto umano, totalmente nero, però senza connotati! Forse, in mano, mio cugino, reggeva i suoi piedini neri, mentre, proprio, come avrebbe fatto un bimbo piccolo, il Pen aveva le sue braccine nere, intorno al suo collo… quasi a sostenersi! In pratica, Mario, lo teneva sulle spalle! Mario… teneva sulle spalle il Pen! Quella creatura, sembrava essere viva e muoversi! Mario rideva… rideva, avvolto da quel plaid che, coprendo da dietro, sia lui che quella creatura, gli faceva da lungo mantello! Urlai… Quella visione mi fece terrore! Mario, ancora sghignazzava… ma io, preso dallo spavento, aprii il portone ed uscii velocemente da quella casa! Corsi fuori… scappai proprio come una volpe inseguita dai cacciatori! Comunque… sarei ritornato ancora…

 

 

 

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