I TRE VOLTI DEL PASSATO

RAFFAELE FAMELI

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(XVI) LA VITTORIA DELLA STANZA DI CRISTALLO – LA SECONDA CASA DI MARGARITA E TELE PIANURA – IL NUMERO 14

 

Davanti al mio portone, con l’aria stravolta, pensavo che fosse meglio non presentarmi, in quelle condizioni, davanti ai miei genitori! Non avevo avuto il tempo per rilassarmi e riassettare il mio aspetto! Quello che avevo vissuto era stato sconvolgente, ma necessario! Mio cugino, con quella esperienza, voleva farmi preparare per il peggio! Però, questo, non potevo di certo dirlo ai miei! Facevano parte del mio passato negato… Proprio il passato che avevo intenzione di recuperare!

M’aggiustai la maglietta, mi sistemai come potevo i capelli, e girai la chiave nella toppa! Entrai, accendendo la luce del corridoio, e salutai. M’accolse mio padre, il quale mi chiese dov’ero stato fino a quell’ora. Io gli dissi la verità! Quello, s’accorse del mio aspetto scompigliato, e mi guardò in modo molto strano, e mi disse: “… Perché sei andato da Mario?” Io, scrollai le spalle dicendo: “… Così… Era da molto che non ci andavo… Volevo solamente salutarlo!” Mia madre, prendendo la parola disse: “Riccardo… Non ci fare l’abitudine… Tu… tu non sai…” Ah! Quanto avrei voluto dirle la verità… Quanto avrei voluto difendere mio cugino gatto! Cos’è che non sapevo? Per caso, il fatto che lui era come me? Nato da animale? E che lui aveva affrontato tutto da solo… ed ora, voleva che anch’io recuperassi il mio passato? Già lui lo sapeva che l’avrei cercato… che avrei cercato gli EXPERIMENTES!

Comunque, non risposi, ed andai su a mettere il pigiama! Avrei cenato, e poi… diritto nella stanza di cristallo a ricercare me stesso ed i miei ricordi negati e LUI! Avanzai nel corridoio del piano superiore, gettando lo sguardo nella stanza di cristallo… e lì mi sorpresi e mi spaventai! Una luce… una luce nel buio! Avanzando, m’accorsi, che mio padre aveva messo una stufetta elettrica per riscaldare la stanza! Era evidente! Avevo vinto! Potevo “dormire” in quella camera! Una voce… Mio padre, dalla cucina, mi disse che il pigiama era stato trasferito, dalla camera degli ospiti, a quella… sotto il cuscino! Accesi la luce con sorpresa! Mio padre, non solo aveva messo la stufa ed il pigiama sotto il guanciale, ma aveva messo anche un tavolino, con un piccolo televisore con l’antenna interna! Gioii per questo, e mi misi subito il pigiama!

Quella prima vittoria, mi diede di nuovo coraggio! Ero rientrato in possesso di quello che era mio per diritto! Scesi… La cena era pronta! Mi sedetti, ed i miei mi videro felice! Solo mia madre, vedendo la mia ilarità disse: “… Ringrazia tuo padre… Comunque… stai attento…” Io nel sentire questo, le chiesi il perché, ma non ottenni nessuna risposta! Ottenni solo uno sguardo strano! Mangiai benissimo! Mia madre, preparò patatine fritte! Sapeva che quello era il mio cibo preferito… che mi riportava indietro nel tempo… già… molto indietro…

In effetti, ricordavo scene liete, accompagnate dall’odore di frittura! Ricordavo quelle sere d’estate nella mia vecchia casa, dove, alcune volte, venivano anche Doroty e Mary e la loro famiglia. Ricordi di gioco e di festa… Già… le feste dei miei vecchi compleanni… con un sacco di gente e parenti, seduti intorno ad un tavolo, nel salone… vicino al mobile “pianoforte”, con ogni ben di Dio di dolci, pizzette e cocktail fatti con maestria da mio padre… che vedevo, come supremo esperto in questo campo! L’atmosfera di quelle feste… era uguale a quella della casa della mia vicina… anche la serranda ed i puntini! Però, a differenza di quella, non c’era nessuna sensazione di pericolo imminente! Ero al sicuro! Ah! Quante volte, in quella casa, sentivo suonare alla porta… Quante corse per raggiungere dalle stanze il corridoio, per vedere solo la solitudine del portone chiuso… Comunque, c’era un altro luogo nel mio passato…

Il luogo in questione era la seconda casa della mia vicina Margarita! Era una casa al mare… anche se non vicina alla spiaggia… Ricordo, che con i miei genitori, ci andavo spesso… sempre di sera! Era una casa a due piani, dei quali, quello al secondo, veniva affittato, mentre, quello al piano terra, più grande, l’occupavano i padroni di casa. Ricordo che l’abitazione in questione, si trovava isolata da tutte le altre case in quella via… proprio in fondo ad un lungo viale sempre buio e deserto. Appena si arrivava da quella strada, si vedeva, sulla sinistra un cancello arrugginito dalla salsedine… era sporco! E da quello, s’accedeva, sia al secondo piano, che, sempre per “caso”, per un solo anno, era stato affittato a mio zio… quello del muso di cavallo, e dell’orologio digitale scomparso… Però, in questo appartamento, nulla di strano! Solo ricordi dolci… anzi troppo dolci, di vita famigliare… Mentre, continuando sempre diritto, si vedeva un piccolo cortiletto dallo stile disgustosamente rustico e sporco! Sulla sinistra, appena varcato il cancello, una vasca per lavare i panni in granito, sporca, con saponi liquidi e solidi d’ogni tipo, che mandavano una puzza inconfondibile, con il relativo rubinetto sporco di polvere, che, dal beccuccio dove sgorgava l’acqua, era incastrato alla sua estremità, un pezzo di tubo verde, storto e sporco di residui d’acqua, messo lì perché, senza di quello, l’acqua schizzava in modo violento, bagnando tutto e tutti! Poi, sempre nella stessa direzione, un frigorifero di tipo antico, sempre zozzo, collegato a delle prese, anch’esse pericolose e sporche… Girando lo sguardo, un tavolo bianco di plastica, sempre sporco, troneggiava in mezzo al cortiletto, che, come tettoia, praticamente inutile in caso di pioggia, aveva un reticolato con delle piante rampicanti… forse una piccola vite… anch’essa sempre sporca! Ad illuminare la scena, già molto deprimente, una scarna lampadina opaca di polvere, attaccata solo ad un cavo elettrico molto vecchio, che dava una luce bassa… L’odore di quel posto era d’acqua stagnante… il quale m’ha sempre nauseato! Ho sempre sentito gli odori negli ambienti… Gli insegnamenti del mio amico, figlio di carabiniere, m’avevano insegnato a distinguerli e ad apprezzare anche l’atmosfera… Secondo una mia teoria, ogni casa… ogni ambiente, ha un odore particolare ed unico che li distingue… una sorta di carta d’identità! Su quel tavolo di plastica bianco e sporco, c’era sempre arrotolata una tovaglia, con di solito, nella parte aperta, dei giornali vecchi… oppure, dei rimasugli di roba da mangiare! Una cosa non troppo igienica! Io evitavo di stare troppo in quel posto! Di solito, scappavo fuori dal cancello… volevo respirare aria pura, anche se, a dir tutta la verità, tutta quella via era così… In un angolo, sulla sinistra, prima della porta d’ingresso alla casa, delle canne da pesca e del materiale da sub, sempre sporchi! E sporchi era dire poco… Infatti, gli ami, ancora montati sulla lenza, potevano ferire in modo grave chi li andava a toccare! Quelle pericolosità erano del fidanzato d’una delle sorelle, figlie di Margarita! Mirmo! Guardando oltre la porta d’ingresso, una finestra… la finestra d’una delle stanze di quella casa! Sembra strano… ma non ricordavo esattamente com’era fatta quella casa all’interno! So che si entrava da quella porta, sempre sporca come il resto, che da quella, s’accedesse ad una piccola cucina, che faceva anche, discutibilmente, da anticamera! Questa cucina era sempre in disordine! Odore di cibo freddo… praticamente, una cosa nauseabonda! Non so proprio, come la mia vicina e le figlie, con i loro rispettivi fidanzati, potessero stare in un luogo tanto puzzolente, che, come se non bastasse, proprio in estate… proprio quando stavano lì, era pieno di zanzare… che più che zanzare sembravano elicotteri! Non era affatto come la loro prima casa… quella con l’atmosfera dolciastra… con quei riflessi di puntini… i mobili… il giradischi… e quei suoni di steel guitar! Comunque, ricordo, che, in una di quelle stanze, di quella casa sporca, trovai un qualcosa che amavo… trovai una vecchia chitarra scordata, ed anche se ancora non sapevo suonare… avrei imparato in seguito, trotterellavo in un’altra stanza, (che poi avrei visitato meglio... al buio…) per strimpellare… Però… nonostante il non ricordo di quella casa… una cosa mi ricordai mentre pensavo a tutto questo… una cosa che ricordo benissimo…

Un televisore in bianco e nero! Un televisore vecchio, collegato ad un’antenna, ovviamente vecchia anch’essa! Un’antenna rotta, che sembrava stare su per miracolo, che era fatta di fili di ferro contorti! Come poteva ricevere i normali programmi televisivi? Non lo so! Infatti, non li riceveva affatto! Però, una cosa la riceveva… ed anche “bene”. Anche in questa occasione, nella mia vita, tornava il televisore! Niente noce e righine, comunque… Ero piccolo… molto piccolo, quando, esplorando, entrai nella stanza dove c’era questo televisore! (Si trovava in una stanza posta sulla sinistra di quel corridoio che si apriva a “T” dopo la cucina.) Preso dalla curiosità, provai ad accenderlo, ma… non ricordo d’aver visto normali programmi… Tra il formicolio della non ricezione, spostando la manopola della sintonia, comparve da prima, uno strano monoscopio senza identificativo, che poi, non so come, lasciava il posto ad una scacchiera bianca e nera, che ricordo anche diventare, da piccola a grande! L’immagine non era perfetta, ma si poteva udire un “UUUU”, un suono continuo di test! Su quel televisore, si prendeva solo questo stranissimo canale misterioso… che, non ricordo d’averlo mai più ricevuto in modo normale in nessun’altro televisore… Però, a pensarci bene, una cosa simile m’accadde, sempre da piccolo, nella stanza di cristallo… in una di quelle poche occasioni, che, con il benestare “strano” dei miei, dormii lì… Ricordo un Natale… Avevano messo, anche allora, un televisore! Tra i normali canali… facendo la scansione, apparve, tra il formicolio, un Babbo Natale, come se fosse stata messa una telecamera fissa su una foto, con la scritta rossa: “Buon Natale…” Ricordo, di non averlo mai più visto… Magari… era lo stesso canale, ricevuto nella casa al mare della mia vicina? Comunque, ritornando alla casa di “ferie” della mia vicina Margarita, vidi questa scacchiera! Mi restò molto impressa… Rimasi incollato allo schermo, per vedere, se oltre a quegli strani monoscopi, ci fosse altro… Volevo vedere se accadeva qualcosa… Ma… una delle figlie di Margarita, scoprì quello che stavo facendo, e senza una ragione plausibile, spense violentemente il televisore, e con un sorriso strano mi disse: “Riccardo! Non si vede niente… Non c’è niente! E’ solo “TELE PIANURA”… Dai… adesso vieni fuori…” E mi condusse, contro la mia volontà, nel famoso cortile, dove ricordo esserci stata una specie di festa, con delle persone mai viste prima, e che mai più avrei visto, e ne ricordo una in particolare con una strana protuberanza sul viso… Cose molto strane!

Cos’era TELE PIANURA? Perché, non permettermi di guardare quello strano monoscopio a scacchiera? Cosa avrei potuto vedere se fossi rimasto lì? Questo non lo so! So solo che… anche in quella occasione, m’avevano ingiustificatamente, impedito di “RICEVERE” e di scoprire, nonché, forse anche di ricordare! Nel ricordare questo episodio, ricordai durante la cena, anche, in modo confuso, a casa mia… quella vecchia… una “cugina” delle figlie di Margarita… Conservo (stranamente) ancora la foto… Una certa Aurora… anche lei, mai più vista…

Tutto questo, ricordai, mangiando le patatine fritte… Ricordando TELE PIANURA, mi venne un pensiero pauroso… Com’era possibile che la figlia della mia vicina, conoscesse il nome di quel canale, anche non avendo nessun identificativo, e visto che era palesemente in prove tecniche di trasmissione? Oltre quei monoscopi, cosa mai poteva esserci di tanto sconvolgente, che io non potevo vedere? Infondo… quando in TV appaiono le famosissime barre colorate, io avevo sempre visto, e continuo a vedere anche ora, solo un muro… Un muro colorato che va dal bianco al nero, attraversando tutti quei colori… ed il bianco… è per me, come la fine di quel muro! Cosa c’è oltre il bianco? La luce nel buio? Ah! Ho sempre immaginato di svoltare quell’angolo, per vedere dietro quei colori cosa ci fosse… Forse si nascondevano i miei tre volti? Era questa TELE PIANURA? La pianura verde dove ero nato da volpe, e che era stato teatro della prima apparizione di Mami & Company? Una cosa sola capivo… Ero come un pezzo su una scacchiera… Dovevo vincere per poter ricordare!

La cena finì… ed io, con tutti questi pensieri in testa, salutando i miei, mi recai al piano superiore… Volevo vedere se era vero che avrei trovato il numero “14” di Mario… L’esperienza degli EXPERIMENTES, ed il ricordo di quella strana emittente televisiva, m’avevano aperto nuovi orizzonti, che finalmente, avendo accesso completo alla stanza di cristallo, potevo varcare! Potevo continuare la mia ricerca! Pensavo anche a quel lupo che avevo incontrato prima d’arrivare a casa… Di sicuro… voleva proteggermi… forse era mia zia? Forse voleva proteggermi come LUI… il mio fratello volpe?

Eccola! Ecco la stanza di cristallo! La luce soffusa, gialla, che proveniva da quella stufetta, ed il calore prodotto, la rendevano molto più suggestiva di quello che già era! Il letto, era già pronto per la notte! Io… io ero già pronto! Mi sedetti su quel lettino, ma prima chiusi la porta… Il comodino, aveva due cassetti! Li tirai interamente dalle guide, per poter vederne il contenuto sul letto, in modo più comodo! Mi pervasero i ricordi d’un tempo lontanissimo… Trovai un Santino, che recava il nome di quell’orfanotrofio… però, non trovai altro… Forse, inconsciamente, cercavo la piramide scomparsa… Comunque, nel rimettere in sede i cassetti, vidi sul legno che separava i cassetti nel comodino, dalla parte interna, scritto a penna, proprio il numero “14”… il numero di Mario! Mi stupii e mi rallegrai! Anche senza piramide, avevo lo stesso una protezione in quella stanza… Avevo anche LUI… Il mio fratello volpe!

 

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