I TRE VOLTI DEL PASSATO

RAFFAELE FAMELI

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INIZIO 19/02/2015

(I) UNA VITA COSTRUITA AD ARTE

 

Finalmente mi trovavo in casa mia! La casa dov’ero cresciuto. Il suo giardino, le sue stanze… il nulla del ricordo ritrovato! Ero come stato chiamato… Da tanto tempo che desideravo ritornare! Pensavo di dover recuperare qualcosa… ma ancora non sapevo che! Ah! Quanto ho desiderato prendere quell’aereo… Succede spesso così… Per lavoro mi ero dovuto trasferire lontano, ma il mio cuore era sempre lì, lì in quella casa…

La fantasia, di certo, non mi è mai mancata, però la verità è sempre più dura da accettare, e specialmente nel mio caso, visto che pensavo d’essermi inventato tutto, e questo fino al giorno che ho rimesso piede in quella casa… casa mia!

         Mi chiamo Riccardo, ma tutti mi hanno sempre chiamato Ric. Vivevo con i miei genitori proprio in quella villetta in periferia, teatro di tanta tenerezza, di tanta gioia e carezze come d’altronde tutti i genitori sanno dare ai figli. Già… Essere figlio!

         Pensavo d’essere stato adottato… questo, fino a quel giorno… il giorno del mio ritorno. Tutto successe nel modo classico! Tutti, e dico tutti, sapevano o pensavano di sapere la verità su di me! Io, naturalmente, ero l’unico ad essere all’oscuro di tutto! Nemmeno i miei più cari amici m’avevano mai detto nulla.

Fu la mia ex ragazza a svelarmi questo mistero mentre eravamo tra i banchi di scuola. La poveretta pensava che io conoscessi la “verità” su di me, e così, mi spifferò tutto, incurante della mia reazione. Ah! Come si scusò dopo avermi visto il viso fatto bianco in un momento! Per quella “inaspettata” notizia, rimasi senza fiato, ma lo stesso non le avevo dato colpa di nulla… Anzi, lei, non come gli altri, era stata sincera nei miei riguardi.

Avevo, a quel punto, solo una cosa da fare… una cosa che di certo avrebbe fatto soffrire i miei genitori, e cioè il dire che sapevo tutto… Ma prima dovevo fare le mie belle verifiche! Mi recai personalmente all’anagrafe scoprendo che era tutto vero, e quando lo dissi ad un mio amico, egli mi confidò, come tra l’altro già sapevo, che lui, da sempre, sapeva del mio status di “figlio adottivo”.

         Preso dal tumulto, alla fine, con coraggio, andai dai miei e gli dissi che sapevo tutto, e quelli ad abbracciarmi! Mia madre si mise a piangere…

Dopo… io non aprì mai più il discorso con loro! L’unica cosa che volevo, era quella di sapere se avevo dei fratelli…

         E’ strano… ma già da quand’ero piccolo avevo avuto il sentore di qualcosa di strano… A volte, prima di sapere, pensavo d’essere stato adottato, ma questo mi passava subito dalla mente! Io, assomiglio in modo impressionante a mio padre in tutto e per tutto! Lo stesso modo d’agire, lo stesso modo di parlare e di guardare gli altri negli occhi, ed anche tutti i gesti… ma non solo… anche il sudare come lui… Insomma era impensabile che non fosse davvero mio padre, ma poi, trovai un documento nella sua scrivania… un documento che diceva la “verità”. Com’è comprensibile, anche visto l’età, chiesi subito ai miei spiegazioni, ma quelli mi risposero che avrebbero voluto adottare un bambino prima che io nascessi, e così, lasciai i miei dubbi nel cassetto insieme a quel foglio che non rividi mai più!

         Certo… di ricordi strani (comunque, mai come quelli che avevo pensato di sognare) ne avevo a bizzeffe! I miei, una volta, mi condussero in un posto pieno di suore e di bambini… Ci restammo per un giorno intero! Mangiai e giocai con loro! Non avevo capito che si trattava d’un orfanotrofio! Proprio quello da dove m’avevano… per così dire… “adottato”. Dovevano, probabilmente, rifare o completare dei documenti per me! Documenti che solo in seguito scoprii essere completamente FALSI… falsi proprio come la realtà che avevano costruito per me a tavolino, ed anch’io, avevo tirato su mattone per mattone senza nemmeno rendermi conto di nulla!

         Giocai con quei bimbi, senza sospettare di nulla, ma a pensarci bene… per ALCUNI di loro la realtà era molto diversa.

Quelle due suore, di cui tra l’altro una era anche amica di famiglia, avrebbero “aiutato” i miei ad “adottare un bambino”.

Insomma, la mia vita, fino al momento della scoperta della SCONCERTANTE VERITA’, è stata come quella di tantissimi bambini od adolescenti della mia età… Ripeto che non sospettavo nulla, ma il mio subconscio collezionava da sempre immagini e discorsi particolari… in pratica, aveva capito qualcosa, ma io non me ne sono mai reso conto.

         Parlando delle cose strane che in quel periodo mi succedevano, dovrei trovare la forza ed il coraggio d’analizzarle razionalmente, cosa che da sempre non ho mai fatto… ma quel ritorno a casa mia m’aveva aperto una nuova strada… Troppe incongruenze e troppi misteri! La mia vita è stata sempre così!

         Anche la conformazione della mia casa era particolare! Troppi angoli nascosti, che sembravano essere dei veri e propri nascondigli piccoli piccoli! Sottoscale strani, sia al primo piano che all’ultimo, finendo alla soffitta che era fatta con un soffitto molto basso, talmente basso che non si poteva rimanere in piedi, ma accovacciati… poi in un angolo di questa, dietro ad una porticina quadrata fatta di legno, che aprendolo bisognava stare attenti ad un gradino molto alto, un altro ambiente molto particolare… forse il più strano della mia casa! Il tetto di questa “stanza”, era basso come quello della soffitta, ma con una particolarità… Il tetto andava giù più del giusto, rendendo quella stanzetta, solamente illuminata da una lampadina, praticamente inservibile per gli esseri umani comuni… Quel tetto, andava via via scendendo, e dalla prospettiva della porticina di legno, assumeva la forma d’una figura geometrica tipo PIRAMIDE rettangolare! Era anche molto ampia di larghezza, ma come ho già detto prima, non d’altezza! I miei, dicevano che quella stanza serviva come ripostiglio, e che la sua strana forma era dovuta alla conformazione particolare del tetto, ma io non ci ho mai creduto, anche perché, non riuscivo a trovare corrispondenza con le stanze del piano inferiore! Era la stanza più particolare della casa… e proprio lì, avrei trovato quella cosa… quella cosa che avrebbe cambiato tutto! Tutte le altre stanze, compresa la soffitta, avevano avuto una pavimentazione normale, invece, quella, era totalmente priva di mattonelle… solo cemento e nudi mattoni forati a coprire i muri, ed il particolare tetto, come il resto, era fatto dagli stessi mattoni! Anche l’odore di quel posto era particolare!

Quante volte, senza farmi vedere dai miei, andavo lì… Se mi avessero scoperto, di sicuro, avrei avuto molte sgridate… Proprio alla fine della stanza, dove il tetto era bassissimo, si trovavano dei buchi nel muro, visto che il tetto basso non arrivava a formar angolo. La cosa più strana era la luce… Già… attraverso quei buchi, da piccolino, arrivando fino in fondo alla stanza, quasi strisciando, sporgendomi da quei buchi, vedevo luce, come se venisse da un altro ambiente al di sotto! Sembravano essere prese d’aria! Io, vi gettavo pezzi di mattone e delle pietre trovate lì, per saggiarne la profondità! Era molto alto!

Comunque, era vero! I miei avevano riempito quella stanza con della roba inutilizzata… almeno così avevo sempre pensato.

         Quella casa, non finiva mai di stupirmi! Infatti, oltre a quella particolare stanza in soffitta, avevo sempre visto dall’esterno, come una finestra murata! Mio padre non mi volle mai spiegare il motivo! Perché non aveva messo una finestra? E poi, perché murarla? Non riuscivo, come del resto anche per la stanzetta bassa, a capire dove corrispondeva… Sembravano esserci, all’interno della mia abitazione, altri ambienti nascosti… un po’ come negli antichi castelli medievali.

Nella mia stanzetta, poi, io ci avevo dormito solo raramente… I miei dicevano che era la stanza più fredda in assoluto, e così, l’avevano ribattezzata come stanza degli ospiti, anche se continuavano a chiamarla: “… la stanzetta di Ric…” Io avevo sempre dormito nella vera stanza degli ospiti, su un bel letto matrimoniale! A guardar bene tutte le stanze di quel piano, tutte avevano il soffitto storto, come se si trattasse di un sottotetto, anche se in realtà non poteva essere così, visto che c’era la soffitta, ed il tetto era completamente ricoperto.

In quella casa, troppi misteri e troppe incongruenze particolari! Sembrava tutto così irreale e magico, che ho sempre pensato d’essere l’unico al mondo a possedere una simile abitazione… ed in effetti è così! Ma lo scoprii dopo molto tempo…

         Ma, non solo la casa era particolare… Lo erano anche gli ospiti che ogni tanto arrivavano… arrivavano così dal nulla!

Ricordo, che una sera, arrivò un signore e bussò alla porta. Si presentò come collega di lavoro di mio padre… Aveva i baffetti ed era riccioluto. Io, anche non avendolo mai visto, avvertivo in lui un qualcosa di famigliare… non so… forse l’odore.

Rimase per tutta la sera ed anche per cena! Disse che avrebbe dovuto dormire da noi quella notte, e così fece! I miei accolsero quella notizia senza fare una piega, come se già lo sapessero! La cosa strana, è che io non riuscivo a staccargli gli occhi di dosso e lo continuavo a fissare per tutta la durata della cena ed anche dopo, avvertendo quella sua misteriosa aura famigliare. Lui, faceva lo stesso…

Quella persona, che dovevo scoprire in seguito, essermi molto vicino, dormì proprio nella “mia” stanzetta fredda, e di mattina, proprio com’era venuto, andò via di buon ora.

Solamente un’altra volta si presentò un’altra persona, sempre con la stessa modalità e pretesto… Che si trattasse sempre di lui? Poi… poi più nessuno!

         Ma molte altre cose mi sono accadute… e non solo in quella casa, ma anche prima di trasferirci… Il suono del campanello di notte… le strane ombre sul balcone… Mio padre, giustificava tutto questo dicendo: “… Eh Ric… Era solo un sogno…” Ma a me sembrava tutto vero! Non potevo immaginare che mi ero sognato tutto, anche perché sentivo sempre il campanello e mai il telefono…

Solamente, dopo essere andato via per lavoro per parecchio tempo, ritrovai quella parte di me che sembra una favola, ma che, credetemi, è una storia VERA!

Per molti, quello che sto raccontando e che racconterò, potrebbe sembrare un paradosso!

 

 

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