LA RADIO DEL MISTERO

RAFFAELE FAMELI

Attenzione !! Le storie sono protette da copyright  dell'autore

 

Capitolo 12

 

(=L’OSPEDALE, IL LABIRINTO, LA DECODIFICAZIONE NON RIUSCITA, GLI IBRIDI E LA PIRAMIDE TRIDIMENZIONALE=)

 

Era giunto un nuovo giorno! M’ero svegliato da quell’incubo che era, purtroppo, una dura realtà, ma da quello avevo imparato veramente tanto! M’aveva fatto voler bene ancor di più la mia coniglietta. Ora, dovevo prepararmi per il secondo atto! Andare a decodificare… capire quelle cifre! Così, mi vestii di furia, mentre i miei ritornarono a casa. Velocemente, prendendo il solito caffè, dissi a mio padre ed a mia madre che dovevo uscire. Mia madre, mi guardò, questa volta in modo triste dicendomi: “Oh Alberto! Non ti dico nulla… ma, sta attento! Se vorrai, dopo, incontrerai la signora dove siamo stati, ma per ora, fa quello che devi…” Io, le risposi di star tranquilla, ma mio padre mi guardò e mi condusse fuori dalla porta, dove già potevo vedere Samantha che m’aspettava vicino casa sua, e mi disse: “Va… Però non esser avventato in quello che fai… Ricordati che sappiamo tutto! Purtroppo E’ TUTTO NECESSARIO…” Gli dissi con le lacrime agli occhi che avrei fatto del mio meglio, ed andai da lei. Mi chiedevo però, il perché tutto quello era capitato prima a Ric, poi a Samantha ed infine a me… Cosa avevamo noi di tanto speciale per esser odiati così da quei maledetti? Non pensavo solo alla PUREZZA… Ci doveva essere un’altra spiegazione… L’avrei trovata? E poi, perché far venir a casa nostra il signor Basil, pur sapendo chi era? Di questo davo la colpa ai miei, anche se capivo che probabilmente non erano proprio stati loro a volerlo invitare nella nostra abitazione.

 

Intanto, Samantha, mentre camminavo per andar da lei, mi salutava con la mano, ed io risposi sorridendo. Quando arrivai davanti a lei, la baciai… ma non le raccontai di quello che avevo visto durante quella lunga notte. Non volevo turbarla, anche se sapevo che lei già, in verità, aveva ricordato… Dovevamo combattere anche per la povera Sara… Anche per lei! Samantha, mi disse che aveva avuto una notte tranquilla… Mi raccontò d’aver “sognato” qualcuno dietro alla sua finestra, come a proteggerla. Le dissi che erano I NOSTRI ALLEATI… poi, le avrei spiegato chi erano! Ma lei mi disse d’averne uno tutto personale… Già! Un suo alleato! Mi ricordai in quell’istante, d’aver notato quando ero a casa sua, dalla porta della camera buia, un qualcosa di particolare che mi sembrò una allucinazione dovuta alla circostanza… Mi sembrò di veder di sfuggita una figura di un cavallino bianco alato… Compresi, anche perché già avevo letto da qualche parte su di lui…

 

Così dicendo, andammo verso la mia auto, e ci sistemammo dentro. Le dissi: “Samantha… Amore mio… Dimmi, dove dobbiamo andare? Dove possiamo trovare quel decodificatore di cui parlavi?” Quella, senza indugio, sicura del mio coraggio mi disse: “Nel VECCHIO OSPEDALE! Mio padre diceva che era lì… Andiamo… Non perdiamo altro tempo! Sai, mi ha chiamato Mario, ha detto che dopo devi fare EXPERIMENTES… ed anch’io! Solo che tu li farai con Ric, mentre io con lui… Ma chi è Ric?” Io sorrisi e dissi: “E’ un amico… un amico molto speciale! Sai… lui è una volpe… Ha passato una storia simile alla nostra, ed è stato anche lui salvato da… Ma non è il caso di ricordare! Comunque, dovremmo ringraziare quell’uomo… Se non fosse stato per lui…” Samantha si mise a piangere, e disse: “Già… So tutto Alberto! Dobbiamo ringraziare Mirmo…” E ci stringemmo in un abbraccio molto tenero. Comunque era ora d’andare, e così, ho messo in moto la macchina e partimmo.

 

Il vecchio ospedale si trovava a poca distanza dalla nostra casa! Era da sempre stato un luogo di mistero per tutti gli abitanti della nostra città… moltissimi racconti d’avvistamenti di fantasmi o roba del genere… Però, non dissi nulla alla mia piccola coniglietta, anche se tremavo all’idea.

Percorremmo tutta la strada parlando del più e del meno. Lei mi disse che stava prendendo anche lei appunti su quanto le succedeva… Io risposi che stavo scrivendo anch’io. “Allora, dobbiamo mettere insieme i nostri racconti… Chissà… magari diventeranno un successo editoriale…” Quante risate abbiamo fatto insieme… forse per non piangere. Alla fine, arrivammo a destinazione. Ci trovavamo davanti l’arco che fungeva da entrata. L’attraversai con l’auto e parcheggiai vicino alla folta vegetazione… Sulla destra lui… L’OSPEDALE!

Siamo scesi… e, non sapendo esattamente cosa fare e da che parte iniziare la nostra ricerca, ci siamo spinti fino ad un atrio alberato… sporco! Il sole era alto, ma sembrava quasi sera! Le dissi che non eravamo da soli… che con noi ci sarebbe stato anche Ric. Lei sorrise. Comunque, ci sedemmo per un sol attimo su un muretto fatto di mattoni, quando qualcosa attirò la nostra attenzione. Era come una specie di discesa! Ci guardammo in faccia, e decidemmo di comune accordo di scendere laggiù.

 

Così, con il cuore in gola, cominciammo la nostra discesa. Era molto scivoloso, e per non cadere, m’aggrappai a lei e ad una ringhiera verde tutta arrugginita. Regnava il caos… Regnava il caos e lo schifo più assoluto! Sembrava una discarica di spazzatura. Rischiammo anche di cadere, ma per fortuna non fu così. Appena arrivati alla fine di quell’orrida strada, notammo che bisognava entrare sulla destra tra muri molto molto stretti. Così, facendoci molto coraggio andammo da quella parte. Notammo, in una specie di rimessa piena di garage aperti, una vecchissima autoambulanza, tutta rotta con i finestrini in frantumi, ma lì per lì non ci abbiamo fatto molto caso, e continuammo a camminare verso un altro anfratto fatto di muri molto alti e sporchi, fatto di mattoni arancioni luridi, come se nessuno avesse mai messo l’intonaco. Andammo più avanti, e provammo, anche a guardare i nostri piedi, molta claustrofobia… C’era l’erba alta e molti… molti vetri rotti! Passammo anche vicino a quello che doveva esser l’obitorio… Provammo una stranissima sensazione, come se su quei lettini metallici, coperti da cellofan, ci fossero dei cadaveri, ma, fu solo un attimo… Intanto il nostro giro continuava! Adesso, i muri sembravano più stretti… tanto che proseguimmo in fila indiana. “Ma dove diavolo siamo capitati?” Mi disse Samantha, ed io dissi: “Non lo so… ma comunque, dobbiamo proseguire per giungere al decodificatore… Non possiamo fermarci qui, anche perché non si può tornare indietro…”. Infatti, la strada dietro di noi, stranamente, era bloccata da muri rotti, buste ed erba alta. Andammo ancora avanti, ma più camminavamo e più ci sembrava di percorrere la stessa strada! “E’ IL LABIRINTO!!” Urlai. Samantha, sgranò gli occhi verso di me, e disse: “Mio Dio! Come faremo ad uscire da qua? Alberto… Trova una soluzione… TI PREGO!!” La mia coniglietta aveva bisogno di me… Mi venne un coraggio pazzesco, e le dissi: “Seguimi amore… Troveremo la via d’uscita… Chissà se Ric è già qui? Ah! Forse ecco… Ma no!! Non è possibile! Non è possibile che ci siano tante strade tutte uguali! E’ forse un illusione?” Samantha, si mise a piangere, dicendo: “Non usciremo mai più da qui… e la colpa e solo mia!! Ti ho portato io qua… amore mio!!” “Non dire così! Ecco… l’uscita è di là…” Lo dissi solo per tranquillizzarla! In realtà non avevo visto nulla… solo buio.

 

Non so quanto tempo abbiamo trascorso in quel LABIRINTO… ma, so per certo che erano passate delle ore, anche se sembrava esser passato poco tempo.

 

Quando ormai ci sembrava di non trovar più via d’uscita, Samantha cadde e si lacerò le ginocchia. La presi come meglio potevo, e strappandomi la maglietta, fasciai la sua ferita. Anch’io ero ferito alle mani! Infatti, m’ero tagliato sui muri di quel maledetto posto! C’erano come vetri conficcati dentro… “Ma… ma tu sei ferito?” Mi disse lei. Io, ridendo per mascherare che ormai ero all’estremo delle mie forze, dissi: “Ma no, Samantha… E’ il tuo di sangue!! Non ti preoccupare…” “Sarà… Ma, amore… Cosa potrebbe succederci se incontriamo… IL GUFO?” “Non lo dire!! Qui non c’è!! Samantha!! Dobbiamo farci coraggio! Dobbiamo trovare il decodificatore!! Non possiamo arrenderci proprio ora che siamo così vicini alla meta!” Urlai, però m’accorsi d’esser stato troppo duro, e le diedi un bacio dicendo: “Andiamo… Sono sicuro che dietro quell’angolo troveremo l’uscita e quella cosa! Ti fidi di me?” Quella disse di si, e proseguimmo.

 

Arrivammo in un posto molto particolare, dove si snodavano diverse vie… Fu li che abbiamo visto una cosa orribile. Tante… tante ossa una sopra l’altra! Ognuna di quelle aveva un cartellino appoggiato sopra: DIV X 0! Ci venne da vomitare, anche perché in quel luogo c’era puzza di putrefazione. “Le LORO vittime!” Dissi. Samantha replicò: “L’OBLITA’!” E vomitò. Io però, riprendendomi piansi per due motivi… Uno, era perché non trovavo via d’uscita, e l’altro era perché capivo che quelle ossa dovevano appartenere a bambini ed esseri puri! Era il LORO OSSARIO! Ormai, davanti a noi non vedevo più via d’uscita e chiamai a piena voce Ric. Da una di quelle stradine, apparve una volpe… una volpe con qualcosa in bocca… Io e Samantha ci avvicinammo e quella mise a terra l’oggetto… Era LA PIRAMIDE! La famosa PIRAMIDE che aveva salvato la vita a Ric. Senza aprir il muso, la volpe disse: “Amici miei… Ecco! Ecco la mappa che vi condurrà al DECODER! Il buchino non è solo l’arma della KALIMBA LUNARE, ma è anche il punto preciso dove si trova quello che cerchiamo! LA PIRAMIDE NON E’ ALTRO CHE UNA MAPPA! Una MAPPA ed un AEREO… Sapete, di questa, ne esiste un’altra VERSIONE… TRIDIMENSIONALE! Dovete cercarla… ma non ora… Vi spiegherò tutto a tempo debito! Gli IBRIDI GRIGI stanno per arrivare per portar via il DECODIFICATORE! Quindi muovetevi! Non vi resta molto tempo!” Presi l’oggetto e lo guardai. M’accorsi che era vero! Ric scomparve, ed io, con la PIRAMIDE in mano e con Samantha a braccetto, andammo verso la strada segnata. Sembrava anche che le punte si illuminassero per indicarci la via.

 

Tutto ad un tratto, arrivammo proprio davanti alla ambulanza vista all’inizio! I muri erano scomparsi, ed io m’accorsi, avvicinandomi e ripercorrendo parte della strada che già avevamo fatto, che non esisteva nessun LABIRINTO! C’era solo una curva che portava di nuovo all’ambulanza… nulla… nulla di più! Sorrisi, e ritornai indietro. Samantha, però disse: “Si! Siamo qui! Ma… il DECODIFICATORE dov’è? Perché siamo tornati al punto di partenza?” Si stava per mettersi di nuovo a piangere, quando udimmo dalla carcassa di quel mezzo, la musichetta continua già sentita molte volte! Arrivammo allo sportello, e da quello, notammo come una ricetrasmittente incastonata nel cruscotto… ERA ACCESA! C’era anche un microfono palmare! L’antenna di tale radio era sul tetto. Aprii con foga l’abitacolo, e notai la marca di quella radio “ZODIACO”! Vicino uno strano oggetto. Una specie di display molto vecchio con una tastiera! Esultai! Era il DECODIFICATORE… Anche Samantha sorrise. Mi sedetti su quei luridi sedili, e presi dal portafoglio i numeri che avevo ricevuto… Accesi quell’arnese, e vi inserii i numeri che avevo RICEVUTO. Sul display in bianco e nero, si vide un cerchio allungato che aumentava d’intensità luminosa e poi suoni come se dovesse esplodere… suoni di corto circuito. Alla fine, vidi apparire con molto spavento le parole: “GIUDECCA… SEA… BASE DIV X 0… 3,14 OSTAGGI ESPERIMENT DIE … ALBERTO E SAMANTHA DIED… TRAMUTATIO IN EBE ANNULLATION…” Poi altri numeri stile quelli che avevo ricevuto dalla mia radio… Rabbrividii! Quel messaggio era destinato a noi! Faceva il nostro nome… Presi la penna e copiai il tutto, ma non ho potuto far di più, in quanto degli esseri mostruosi… i GRIGI, mi presero dalle mani il DECODIFICATORE e lo portarono via, mentre la radio, con un suono orribile, andò in corto circuito, prendendo fuoco. Il messaggio era incompleto! Fu un attimo… Io e la mia dolce coniglietta abbiamo solo fatto in tempo a scappare via ed a raggiungere la mia automobile… Tutto l’ospedale prese fuoco, ed in poco tempo non esisteva più! Accelerai il motore e via! Dovevamo metterci in salvo.

 

Per strada, stravolti, cercammo di calmarci. Ric si era salvato? Speravo di si! Intanto dallo specchietto retrovisore L’INFERNO… Fuoco a non finire! C’era mancato un pelo… Ci eravamo salvati, ancora una volta, per miracolo… La spiegazione che fu data dell’incendio all’ospedale fu che era scoppiata una bombola di gas… ma, solo io e Samantha insieme a Ric conoscevamo per intero la verità.

Comunque, girando per la strada che doveva portarci a casa, incontrammo Mario e Ric. “Alby… Sammy… Complimenti! Avete vinto e DECODIFICATO… in barba agli IBRIDI…” Io, per smorzare l’entusiasmo di Mario, dissi: “Non del tutto la nostra missione è compiuta Mario… No! Purtroppo, il DECODER è andato perduto… Se lo sono portati via… E’ stato un… oh mio Dio… Comunque, tutto è perduto! Ho potuto decodificare alcune cose che onestamente non abbiamo capito… Ho capito solo una cosa! Una cosa terribile! CI VOGLIONO MORTI! E sono sicuro che cercano anche voi! Ecco la PIRAMIDE, Ric… Ho ricevuto altri numeri… Ora, non c’è più nulla che possa decifrare questo maledetto codice! Ecco… Ecco il messaggio che ho ricevuto… Ma cosa diavolo sono gli IBRIDI?” Dicendo così, diedi a Ric la PIRAMIDE ed a Mario il codice ricevuto. Quello, nel leggere il tutto, diventò bianco, e guardando Ric disse: “Ah! Dantini… Avevo ragione io!! Purtroppo avevo ragione!! Hanno fatto… hanno fatto crimini contro DIO! Hanno violato la VITA! Ci sono riusciti… ALTRO CHE EXTRATERRESTRI COME VOLEVANO FARCI CREDERE… Ecco chi sono gli IBRIDI, Alby… Esseri tramutati… esseri puri tramutati in orribili creature! Solo quattro si sono ribellati prima della definitiva DISUMANIZZAZIONE! Tu li conosci… come io ne conosco UNO! Il Pen, Alby… Altri, invece… sono come LORO! Comunque, la cosa peggiore non è questa! Vogliono far fuori altri, non solo voi! Vogliono eliminare tutte le prove dei LORO misfatti! Vogliono uccidere… Dobbiamo riuscire a decodificare il resto… Alby. Tu devi ancora RICEVERE prima di venire da me per gli EXPERIMENTES insieme a Sammy… Non c’è tempo! Poi, dovrete trovare IL PROFUMO DELLA PIRAMIDE! E scovare quello che si cela DIETRO alla FIGURA ORIGINALE! Solo così si procederà al 3,14… al PI GRECO che quadrerà il CERCHIO! Io, intanto, contatterò un amico in grado, con le sue strumentazioni, di comprendere il resto del messaggio! Ti farò sapere tutto pomeriggio… quando ci incontreremo! Adesso andate… E non fate pazzie… mi raccomando… come quelle che avete fatto ieri sera… AHAHAHA Scoiattolino e Coniglietta… AHAHAHAHA!!” E ci salutarono andando via.

 

Io e Samantha, arrossiti ma anche preoccupati, arrivammo a casa senza parlare. Ci saremmo dovuti incontrare di nuovo… Per ora, dovevo solo RICEVERE… Ancora… ma, avevo paura. Ora più di prima…

 

  

 

HOME DELLA SEZIONE

HOME