CAMBIAR VITA

CAPITOLO 49

 

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Alen, si trovava ora solo in casa. Era già l’imbrunire. Piangendo, chiuse dietro di se la porta. Girò lo sguardo annebbiato dalle lacrime per quelle mura, mura che avevano visto l’impossibile. Il suono della macchina e quello del portone gli rimbombavano ancora nelle orecchie facendolo gemere silenziosamente. Cosa avrebbe fatto ora? Questo non lo sapeva. Aspettava… aspettava che qualcosa cambiasse, che qualcuno o qualcosa facesse scuotere quella calma malinconica, oppure che, proprio da quella porta entrasse qualcuno. Restò immobile, ritto, appoggiato alla porta con le spalle ancora per qualche minuto. Sembrava incredibile, eppure, ancora riusciva a sentire l’odore di Ciop. Ne sentiva ancora la presenza. Era solo una sua impressione, ma, preso da un fremito, proprio come un lupo, corse vicino al divano e prese il cuscino dove Ciop era seduto. Lo sollevò e lo annusò e si mise a piangere. “Mio Dio… cosa sto facendo…” Disse il poveretto, rendendosi conto del gesto che aveva fatto vergognandosi, ma poi, posando il cuscino, con dolcezza e dolore disse: “Tutto, in questa casa mi parla di loro! Ma… devo reagire! Alen… non è da te piangere così!” Però, i suoi occhi tradivano le sue parole. Si sedette sul divano, e prendendosi la testa tra le mani disse: “Dovrei essere contento… dovrei gioire nel sapere che fra poco, almeno credo, Henry potrebbe suonare al campanello! Ma, NON CI RIESCO! Troppo mi sono spinto oltre… troppo! Con Ciop e Cindy, ho varcato la soglia della fantasia in un modo tale da non potermi più staccare! Non riesco più a distinguere tra realtà e fantasia! Qual è la differenza? Non lo so più! Quando ero piccolo, con Henry giocavamo. Allora, durante quelle recite, non mi ponevo queste domande! Era tutto così naturale… tutto così semplice e chiaro… perché? Perché dopo il divorzio ho dimenticato tutto? Perché non sono più stato in grado di comprendere? Forse… crescendo si perde tutta quella magia? Si! Forse sarà così, ma ora… ora, l’ho recuperata e fa male da morire! Oh! Quanto fa male! Adesso, riesco addirittura a comprendere quando Henry, al termine del film di Bambi, incominciava a piangere a dirotto! Lui… lui non piangeva semplicemente per la storia triste del cerbiatto… no! Lui piangeva, perché sapeva… comprendeva! Voleva andare li! Io giuro che all’epoca non sapevo che era tutto vero, altrimenti avrei fatto… ma cosa? Si… ma da piccolo, io, a pensarci bene, lo percepivo! Sapevo… ma Cristo! Ora non sono più un bambino! Ora sono adulto! Ciop, entrando nella mia vita, mi ha fatto recuperare quella consapevolezza perduta! Mi ha fatto ritornare indietro di parecchi anni! Adesso conosco la verità! Anche Terry la conosce! Per Roger, tutto questo è normale… lui… lui è un bambino! Ma per me? Mi chiedo perché proprio a me doveva capitare tutto questo! Era destino? Oppure, opprimendo mio fratello non ho fatto altro che meritarmi questa punizione? Beh… chiamarla punizione forse non è il termine adatto! Forse dovrei chiamare tutto questo VERITA’! Oh Henry! Se solo ti avessi ascoltato… se ti avessi, anche se solo per un istante capito…” Dicendo così, Alen, si voltò verso la finestra. Vide l’ombra degli alberi, muoversi dietro le tende. Il sole al tramonto, rendeva tutto questo irreale. Sforzò la vista. Anche lui, senza saperlo, come Henry quella sera, la sera della stella cadente, cercava di vedere la sagoma di due scoiattolini, ma non vide nulla. Era come essersi destato da un sogno che però aveva lasciato tracce nella realtà. Intanto, si era fatta sera.

 

In una stradina secondaria, precisamente in un piccolo spazio verde poco vicino all’ospedale, i passanti videro una cosa che destò la loro attenzione. A parte i fari delle auto che sfrecciavano veloci, all’improvviso, come se ci fosse stato un lampo durante una tempesta, una luce azzurro intenso fece illuminare gli alberi e le case intorno. Nessuno, comunque, si chiese nulla e nemmeno si avvicinarono per dare un’occhiata.

Un ragazzo in pigiama, era apparso dal nulla, guardandosi in giro come spaurito. Dopo un po’ di incertezza, si guardò le mani ed i piedi, e poi si toccò con la mano sulla testa come a cercare qualcosa che non c’era, e che, certamente non poteva esserci. Il poveretto si mise a piangere forte. Faceva un freddo pazzesco ed incominciò a tremare come una foglia agitata dal vento. Nello stringersi il corpo per riscaldarsi, notò che nel taschino della maglia del pigiama c’era qualcosa. Facendosi molto coraggio, mise la mano al suo interno e la prese. Si mise di nuovo a singhiozzare. Era una foto di Cip & Ciop insieme a Cindy. La girò dalla parte posteriore e vide, scritto con la sua calligrafia un numero di telefono. Non poteva restare li, e così, scalzo ed in pigiama corse con la foto in mano, arrivando sulla strada. Attraversò ed adesso si trovava dall’altra parte. Vide in lontananza un edificio. Capì che era un ospedale. Tutti i passanti, nel vedere quel ragazzo in abito da notte, si misero ad osservarlo ed a fare commenti, ma a lui non interessava. Sembrava cercare qualcosa, infatti, trovò quello che stava cercando. Vide una cabina telefonica e si avvicinò. Aprì gli sportellini per entrare, ma quando fu dentro si rese conto di non avere spiccioli, quindi, uscì di corsa. Un signore, nel notare quello strano ragazzo, visto lo strano abbigliamento, pensò che fosse stato vittima di un rapimento, oppure che fosse scappato dall’ospedale; quindi, preso in mano il cellulare, compose il numero della polizia. Il ragazzo, vedendo questo, con uno scatto felino, glielo strappò di mano, e con foga, compose proprio quel numero che era scritto sul retro della foto. Il proprietario del telefono, cominciò a gridare come un matto: “Mi ha rubato il cellulare! Dammelo indietro! Al ladro!” Ma il ragazzo, scostandosi violentemente gli disse: “Non voglio rubarlo signore! Mi serve solo per fare una telefonata! Poi le restituirò il telefono! Non si preoccupi!” Ma quello, per niente persuaso dalle parole del giovanotto, si mise a gridare come se fosse stato un venditore ambulante, e cercò di nuovo di rimpossessarsi del telefonino. Lesto, come una saetta, il ragazzo inviò la chiamata, e quando qualcuno dall’altro lato rispose, egli semplicemente disse, guardandosi in giro per trovare un punto di riferimento: “Pronto? Parlo con William il disegnatore? Sono Henry! Sono tornato dal mondo dei cartoni animati! Penso di trovarmi nei pressi dell’ospedale, dalla parte posteriore! Venga immediatamente! Sono in pigiama ed ho tanto freddo, e poi c’è tanta gente che mi guarda! Penso che mi abbiano scambiato per un maniaco! Venga subito! L’aspetto!”

 

Terry con Scott, nel frattempo erano usciti da poco da una pizzeria. Non avevano voglia di ritornare subito a casa di Alen perché, avevano ancora negli occhi quel bagnetto vuoto, e così, i due ragazzi decisero di mandare giù qualcosa per non pensarci. Ora si trovavano in centro ad osservare le vetrine dei negozi, ma, come si può immaginare, i loro discorsi cadevano sempre lì. Scott, guardando Terry disse: “Terry… pensi che Ciop e Cindy siano già arrivati nel loro mondo? Avranno incontrato Henry? Tu cosa ne dici?” La poveretta con aria molto provata e triste disse: “Penso di si Scott! Però, ora, quello che mi preoccupa è il povero Alen. Non voglio rientrare subito! Non penso di poter sopportare la sua tristezza! Come cavolo faccio a dirgli che non rivedremo mai più Ciop?” Scott l’abbracciò dicendo: “Terry! Sapevi che prima o poi sarebbe successo! Non ti devi disperare!” Ma la ragazza, diede uno scoppio di pianto tanto forte da far girare le persone che erano intente a fare compere in quei negozi. Piangendo diceva: “Oh Scott! Mi manca Cindy! Mi mancano le sue espressioni, i suoi occhi! Mi manca da star male! Adesso… adesso che ero riuscita ad accettare questa realtà, mi è stata tolta! Scott! Forse non ci crederai, ma io ed Henry siamo molto simili! Ad Alen non l’ho mai detto, ma ho sempre desiderato di essere una scoiattolina! Maledetto il giorno che ho visto ‘ La spada nella roccia ‘ !” Scott, stupito ma non del tutto, guardandola teneramente disse: “Lasciami indovinare… sei stata anche tu vittima delle trasformazioni di Semola compiute ad opera di Mago Merlino? Parli di questo Terry?” Quella, sentendo dire questo, disse tra le lacrime: “Proprio così! Si! Avevo nove anni! Avevo compiuto quell’età, quando in televisione, un giorno di festa, credo che fosse prima dell’Epifania, vidi quel cartone animato! All’inizio nulla… ma poi… in quella scena… ecco! Ecco perché dopo poco tempo iniziai a comprare il giornaletto di Cindy! Volevo essere uno scoiattolo! Volevo vedere immagini che mi riportassero a vivere quei momenti di quando ho visto quella storia! Pensa, che ho iniziato a studiare biologia per questo!” Scott, la guardò ancora di più in modo tenero, e porgendole un fazzoletto per asciugarsi le lacrime le disse: “A me, è capitata quasi la stessa cosa, ma con un altro film… anzi… per dire la verità, con due! I colpevoli sono i film ‘ Red & Toby ‘, e poi successivamente ‘ Robin Hood ‘ ! Terry… secondo me, la Disney, con questi cartoni animati vuole farci conoscere questo mondo! Lo fa per questo! E’ evidente, che non tutti quelli che lavorano per la Disney ne sono a conoscenza, ma di fondo, ci sono precise disposizioni! Walt, a parte essere un bravo disegnatore, era anche un conoscitore del mondo dell’occulto! Si dice che, ancora oggi negli Studios, aleggi il suo fantasma che va in giro, e non solo li, ma anche nel mondo dove adesso si trovano Ciop e Cindy! Non so se hai mai sentito parlare di un personaggio che si trovava qualche volta nei fumetti di Topolino… Si narra che ‘ Macchia Scura ‘ non sia altro che Walt in persona! Sotto il mantello, in qualche scena, si vedono i suoi lineamenti! E’ proprio lui… Walt! In definitiva, la Disney, con dei messaggi subliminali, non fa altro che preparare la gente a quel mondo! Io ho studiato tutto questo prima di diventare la famosa volpe in foulard! Capisci cosa sta succedendo? Secondo me, non siamo gli unici ad aver avuto esperienze simili! Nel mondo, ce ne saranno a milioni di persone dal cuore puro, ad aver attraversato i confini della realtà! Semplicemente non lo dicono per paura di sembrare ancora bambini oppure pazzi! Ma noi, sappiamo, cara Terry! Conosciamo il segreto, e questo ci rende dei ‘ PRESCELTI ‘ come in un libro che sto leggendo in questo periodo!” “Accidenti!” Disse Terry: “Non sapevo che eri così informato, anche se… ti dico la verità… quello che hai raccontato mette i brividi!” Scott, si mise a ridere dicendo: “Gia! Ma non c’è nulla da aver paura! Tutto esiste ed è sempre esistito! Ora… che ne dici se ritornassimo da Alen? Magari Henry è già tornato!” Terry, guardandolo con fiducia disse: “Si! Hai proprio ragione! Sai… voglio chiedere scusa ad Henry! Chissà come avrà sofferto anche a causa mia! Quante volte, ho costretto Alen ad uscire con me la sera, lasciandolo solo! Probabilmente avrebbe voluto restare con suo fratello… mi sono comportata da egoista!” Scott, nel sentire questo disse: “Ti fai troppi pensieri Terry! Devi stare più calma!”

Roger, intanto si trovava a poca distanza da loro con Jasmine. Aveva in mano un albo appena uscito di un nuovo giornale: CIP & CIOP UNLIMITED. Lo faceva guardare con aria molto triste alla sua sorellina, la quale, ancora non persuasa camminava. “Sorellina! Henry, a quest’ora è già tornato! Ciop con Cindy sono partiti… e poi… NO! NON CI CREDO! Erik ha fatto il mio nome…” Disse Roger, anzi gridando l’ultima parte della frase. Jasmine, sentendo questo, balbettò: “Erik? Erik chi? Da un po’ qua!” E strappò dalle mani di suo fratello il giornale. Quando ebbe finito di leggere disse: “Oh! Santi numi! Oh mio Dio! Ma… questo… ora… è completamente assurdo! Come può una volpe, fare il nome di mio fratello in un fumetto? Ci deve essere un errore di stampa!” E, intanto grattava con forza sul giornale con le unghie, mentre Roger gridava come un pazzo: “Jasmine! Così me lo strappi! Cosa fai!” Terry con Scott, udirono dietro di loro le voci dei loro amici, e girandosi, Terry disse: “Ma che succede? Cosa ci fate qui?” E Roger, senza alcun ritegno urlò: “Erik nel nuovo giornaletto, ha fatto il mio nome! E la iena me lo sta strappando!” “Cosa?” Disse Scott: “Come è possibile? E’ già uscito? Non ha senso!” Jasmine, nel sentire questo, con voce alterata, indicando freneticamente il punto preciso del fumetto nel quale Erik aveva citato Roger, disse: “No! E’ questo che non ha senso…” E le venne un bellissimo svenimento da far invidia a quelli, che di solito colpivano Terry.

William, era nel suo studio. Aveva da poco chiuso la comunicazione telefonica con Henry; si mise il giubbotto ed in fretta si preparò ad uscire facendo un gran baccano. Corse come un matto nel corridoio che, visto l’orario era deserto. Si avvicinò all’ascensore, ma era fuori uso, e così, ansimando, corse giù per le scale e per poco non travolse la donna delle pulizie. Quella gli gridò: “Hey giovanotto! Che modi sono questi? Per poco non mi faceva rompere un femore!” Ma William, (e questo non era da lui) le rispose: “Beh… ve ne resterebbe uno… sempre meglio di niente, non è d’accordo? Ma adesso devo andare… mi scusi…” e continuò nella sua folle corsa, mentre la donna lo guardava male dicendo: “Che razza di gente che lavora qui oggigiorno!”. Appena fu arrivato nell’atrio, con la lingua di fuori, proprio come un cagnolino che è sulle tracce d’una volpe, si sentì chiamare da un collega, che era fermo alla reception. Quello, aveva notato il via vai di quei giorni, e ne voleva sapere di più. “William! Mio Dio! Ma cosa ti sta succedendo? E’ da giorni che qui stanno succedendo cose strane! L’azienda è impazzita! Hanno fatto uscire la rivista a cui tu lavori con un altro nome, e senza scrivere i nomi dei disegnatori e di chi ha realizzato le storie! E’ già andato in stampa! Intanto, No Limits, è praticamente scomparso! Guarda!” E gli fece vedere la copertina. William, si fermò di colpo sulla porta, e guardò il suo collega in modo strano. Si avvicinò e strappò di mano l’albo e lesse il titolo. Lo sfogliò rapidamente e prese a sorridere. Il suo collega, nel vedere l’insolito comportamento di William, guardandolo disse: “Come? Forse ti stanno per licenziare e tu sorridi? Ti stanno fregando il lavoro e ne sei contento?” Il nostro amico rispose: “Nessuno perderà il lavoro! Anzi… e’ cominciata una nuova era! Ma tu… non puoi capire Albert! Stanno succedendo cose straordinarie!” Quello, sentendo quelle parole, con grande sospetto disse: “Esatto! Io non posso capire! Senti… ma… in reception, ho visto che hai avuto quattro visitatori oggi… e tutti, più o meno gli stessi degli altri giorni… ma… vedi, Sasha, la receptionist, ne ha visti entrare quattro ed uscire solo due! William… prima che avverta il direttore, mi dovresti spiegare che fine hanno fatto gli altri due! Non è che per caso li hai fatti restare all’interno dell’edificio?” William, dando una pacca sulla spalla di Albert disse: “No! Ti stai sbagliando! Non c’è proprio nessuno! Se ti fa piacere, puoi far anche controllare Albert! Forse… avrai visto qualche fantasma… oppure… Ciop e Cindy in carne ed ossa! AAHAHAHA!” Rise William, e girandosi di spalle uscì dall’edificio, mentre il povero Albert, restò imbambolato, e girandosi verso Sasha, le domandò: “Senti… quanti hai detto che erano i visitatori di William?” E quella, avendo sentito tutto il discorso, si fece bianca in volto come un cencio lavato, e poi, prendendo in mano dei fogli rispose: “Quattro! Erano quattro! Pensi che due di quelli si chiamavano Ciopper di cognome! Ed i nomi… Ciopper Chips, e Ciopper Cindy! Però, ne sono usciti solo due! Una ragazza di nome Terry, ed uno che si chiamava Scott!!” Restarono tutti e due ammutoliti e senza fiato. Intanto, la povera Sasha, riprendendo a parlare disse: “E… se fosse vero che Ciop e Cindy fossero davvero qui, come c’è scritto sui nostri giornali?” Ma Albert rispose a tono: “Se è così, è già troppo tardi… ma no! Cosa dico… cosa mai sto pensando! I CARTONI ANIMATI NON ESISTONO! Però… se fosse così… William, allora… sta andando a prendere… Accipicchia! William viene citato nel racconto! E’ ASSURDO!” La poveretta, allora disse: “Infondo… penso che sia vero… troppe stranezze in questi uffici da qualche tempo…”

 

William, intanto, aprì lo sportello della macchina e vi si infilò. Prese il telefono cellulare, e staccò la SIM e la distrusse. Accese il motore, e via di gran carriera. Era diretto verso il posto che aveva detto Henry telefonicamente. Sfrecciava veloce pensando al luogo dove Henry si trovava e soprattutto alla sua situazione. Parlava tra sé e sé: “Beh! Se almeno mi avesse detto il luogo esatto, sarebbe stato molto più semplice rintracciarlo! Comunque… comunque è qui! Questo basta ed avanza! Forza William! Abbiamo una missione da compiere! Non vorrai lasciare Henry in pigiama per strada? E poi, con questo freddo? Certo che no!”.

La strada, a quell’ora era molto trafficata! Sembrava quasi che tutti gli automobilisti della città si fossero dato appuntamento. Le luci dei fari andavano e venivano anche nell’altra corsia. Per fare prima, William, aveva imboccato l’autostrada. “Caspita! Non oso pensare se una ambulanza in piena emergenza dovesse raggiungere l’ospedale! Come farebbe? Forse, trasformandosi in elicottero… ma che dico? Sempre al mio lavoro penso…” Si domandava mentre era fermo a causa di una coda, poi ripartì ed ecco un semaforo rosso poco lontano. “No! E adesso? Per fortuna le ambulanze passano anche con il rosso quando sono in emergenza…” Non finì il pensiero, che sentì davvero una sirena. Guardò dallo specchietto retrovisore e vide davvero una ambulanza arrivare. Egli, era stato sempre ligio alle regole stradali. Non aveva mai trasgredito a nessuna legge, ma, in quel frangente, volle farlo. Era per lui e per il povero Henry una emergenza. Gli balenò in mente di accodarsi al mezzo di soccorso e di seguirlo. Non avrebbe avuto così più il problema delle code e dei semafori: quindi, senza pensarci due volte, dopo che vide l’ambulanza sorpassarlo, con una accelerata improvvisa vi si accodò, mentre tutti gli altri automobilisti gli fecero gestacci irripetibili. “Ecco! Ora i casi sono due…” pensò William: “O mi arresteranno, oppure arriverò in ospedale in tutta tranquillità! Naturalmente è preferibile la seconda opzione!”

 

Henry in quel preciso momento, si trovava in seria difficoltà. La gente lo guardava come se fosse stato un alieno. Qualcuno, addirittura, chiamò la polizia. Non bastò che il poveretto ripetesse a tutti il ritornello: “Adesso… adesso mi verranno a prendere! Non vi preoccupate! Non sono un matto… sono solo… ehm… scappato di casa! Ho telefonato a… mio fratello!”. La gente si accalcava con foga, ed il ragazzo, ad un certo momento, credette addirittura di soffocare. Provò ad immaginare cosa avrebbe fatto Ciop in quel frangente, ma, purtroppo per lui non trovò alcuna risposta. Poi, all’improvviso gli venne in mente Red. Una volpe sarebbe sicuramente scappata via da li… ed in effetti, Henry, seguendo questo esempio, fece proprio questo. Spingendo una, due, tre persone, prese a correre a piedi nudi fino all’ospedale, precisamente dietro l’edificio: al pronto soccorso.

 

Terry, con Scott, Roger e Jasmine ancora svenuta, si trovavano ora, ancora per strada. Roger gridava a più non posso: “Mia sorella… la mia sorellina è morta!” Ma Scott, guardandolo in malo modo, mentre Terry sorreggeva la poveretta, anche se in realtà stava per svenire anche lei come al solito, gli disse: “Che diavolo dici? Non è morta! E’ solo svenuta! Secondo il mio modesto parere, la dobbiamo portare subito in ospedale! Perché? Perché Roger dici queste sciocchezze?” Roger, vedendo Scott ringhiargli contro in questo modo, preso dal panico piagnucolò: “E’ proprio vero! Sei una volpe! Lo avevo detto a mia sorella, ma lei non m’ha creduto! Non vorrai mica sbranarmi?” Scott, nel sentire questo, proprio come l’animale detto da Roger, stava per avventarsi sul bambino, quando Terry lo fermò dicendo: “Scott! Per l’amor di Dio! Lascia perdere Roger! Pensiamo piuttosto alla povera Jasmine!” “E’ vero! Scusami Terry… corro subito a prendere l’auto!” Disse quello, guardando male Roger, e si diresse di corsa verso l’auto parcheggiata poco distante. Intanto, il ragazzino, senza dare il tempo a nessuno di pensare cosa stava facendo, aveva preso dalla tasca la sua ricetrasmittente. “Qui Leprotto 1 a base! Qui Leprotto 1 a base! Segnalo la presenza in città di Scott la volpe! Mi ha ringhiato contro e quasi aggredito! Sono in coordinate…” Ma Terry, nel sentire questo, gli strappò dalle mani la radio, e parlandoci dentro disse: “Qui è Terry la fidanzata di Alen! Leprotto 1 adesso è nei guai fino al collo! Giuro di farlo arrostire con le patatine, proprio come un coniglio! State in guardia anche voi… Passo e chiudo!” E poi, guardando Roger con rabbia disse: “Ma… allora aveva ragione Alen a dire che sei un demonio dannato! Non ti si può levare gli occhi di dosso nemmeno per un attimo, che subito ne combini una delle tue! Non hai nemmeno rispetto per tua sorella che, sempre a causa tua, è mezza morta?” Quello, facendo gli occhi teneri da Bambi, tecnica che funzionava quasi sempre con sua sorella, le rispose piagnucolando come se lo stessero per scannare: “Oh! Perdonami Terry! Ti giuro che non l’ho fatto apposta! Croce sul cuore che non lo farò mai più!” Ma Terry, mettendosi nella borsetta la radio disse: “Già! Mi giuri! Ma io, caro mio ti faccio un altro giuramento! Appena tua sorella Jasmine si riprenderà, le dirò di avvertire tuo padre, e di spedirti immediatamente in collegio! Anche se, credo che sia meglio un RIFORMATORIO! Aveva ragione Alen! Ah! Quanto aveva ragione! Sei un criminale! Approfitti delle distrazioni altrui e degli svenimenti degli altri per compiere le tue malefatte! Sei peggio di Attila! Quando passi tu da qualche parte, non cresce più l’erba!” Quello, risentito le disse: “Beh! Allora se racconti quello che ho fatto ora a mia sorella, io, racconterò ad Alen che tu e Scott la volpe vi davate i bacini e camminavate mano nella mano… vuoi questo cara Terry? Cosa mi dici ora?” Terry, diventò rossa come un peperone e gli gridò: “Sei peggio della peste bubbonica! La bomba atomica a par tuo non è altro che una bombetta che si usa a capodanno! Ah! Ed io… ed io, stupida che ti difendevo! Ma… mi chiedo… come fa un bambino ad essere così terribile? Come fa Jasmine a sopportarti? No! La radio non te la do! Te la puoi scordare! E tu… e tu… non dirai nulla al povero Alen che ha già tante preoccupazioni e dolore! Solo questa… solo questa gli mancherebbe per uscire completamente di senno!” Roger, nel sentire questo non parlò più, ma guardava la ragazza in cagnesco. Scott, intanto, arrivò e suonò il clacson. “Salite… presto!” Ed aprì gli sportelli. Terry, sistemò nel sedile posteriore Jasmine, e a Roger, sempre seduto su quel sedile, tocco tenere la sua testa sulle ginocchia; poi, salì anche lei accanto a Scott nel posto accanto a quello di guida. Era pallida. “Ma che hai Terry? Non stai bene?” Disse il povero Scott con apprensione, “Dillo al diavolo che è seduto dietro di te cos’ho! Dillo a Belzebù in persona!” Disse la poveretta girandosi verso Roger, che nel vederla, cacciò tutta la lingua fuori, facendole la linguaccia e mille smorfie. “Scott! Credo che in ospedale non ci devi portare solo Jasmine… ma… anche me!” Disse la poveretta che svenne come al solito anche lei. “Cosa hai combinato delinquente!” Disse Scott, ululando come un lupo, e quello, innocentemente, facendogli l’occhio pio, disse: “Io? Io… nulla! Perché dovrei aver fatto qualcosa? Io… io… voglio solo giocare!” Al che Scott rispose ringhiando: “Giocare? Giocare? Tu giochi con la salute degli altri! Ecco come giochi tu! Fai ammalare tutti quelli che ti stanno accanto! Hai, nello spazio di dieci minuti, fatto due vittime!” E Roger, appena quello girò lo sguardo dallo specchietto, fece anche a lui una bellissima linguaccia.

 

William, ignaro che tutti si stavano dirigendo proprio in ospedale, stava guidando come un matto dietro l’ambulanza che, con le sirene accese si faceva strada velocemente. La sua fortuna fu che non c’era nessuna pattuglia della polizia in circolazione. Cercando di tenere la strada e la distanza di sicurezza, dopo un po’ intravide l’entrata dell’ospedale che portava al pronto soccorso, quindi, accostò prima e parcheggiò la vettura. Guardandosi in giro, scese dalla macchina e si incamminò per arrivare al pronto soccorso dove aveva intenzione di cominciare a cercare Henry.

 

Intanto, Henry, arrivò trafelato proprio dentro il pronto soccorso. Nessuno badò li dentro al suo strano abbigliamento, che per quel luogo era quasi normale. “Infondo… qui potranno scambiarmi per un paziente! Nessuno farà caso che sono in pigiama… e poi… quando un malato arriva, non ha il tempo materiale per vestirsi in smoking! Quindi, qui sono al sicuro! Aspetterò qua! Il disegnatore, prima o poi verrà a cercarmi, altrimenti… beh… troverò un’altra soluzione!” Così pensava il nostro amico, e si sistemò su una sedia pensando ai casi suoi con l’aria molto preoccupata. Un ragazzo, si avvicinò a lui e si sedette accanto: “Il tuo aspetto non mi è nuovo!! Ma… per caso sei Henry??” Quello, nel sentire questo si scosse e, cercando di capire dalla fisionomia chi fosse l’interlocutore disse: “Si! Sono io! Ma lei chi è?” Quello, con un sorriso disse: “Come?? Non mi riconosci?? Sono Tony!! Tony lo scoiattolo!! Sapevo che ti avrei incontrato presto, ma non immaginavo che saresti venuto qui!!” Henry, preso da molta sorpresa, guardandolo attentamente disse: “Tu? Ah! Già! Tony! Come mai tu qui?” Quello lo abbracciò e disse: “Oh Henry!! Amico!! Tutto è successo grazie a te ed al tuo buon cuore!! Se non mi avessi picchiato quel giorno… non sarei mai CAMBIATO!! In realtà, devo ringraziare anche Erik!! Comunque… ora sono qui!! Questo è il mio lavoro, almeno fino a che, con Gran Ma, non ritorneremo nel nostro mondo!! Sono cambiato!! Ora sono un volontario!! Aiuto le persone anziane e gli ammalati proprio con lei!! Gran Ma è già qui da parecchio tempo!! Mi ha fatto lavorare lei in questo ospedale, facendomi capire che è importante aiutare gli altri!! Sai… ti devo delle scuse amico mio!! Potrai mai perdonare uno scoiattolino che è stato tanto tanto cattivo??” Henry, guardandolo negli occhi disse: “L’ho già fatto Tony! L’ho già fatto!” I due si abbracciarono teneramente, mentre anche Gran Ma, osservava la scena commossa, stando nascosta dietro ad una parete adiacente alle sedie.

La bella scenetta durò poco, perché, urlando così: “EMERGENZA! C’E’ UN MEDICO? CI SONO DUE RAGAZZE SVENUTE! AIUTO!”, Scott insieme a Roger, irruppero nella sala. Gran Ma, avendo riconosciuto Scott, gli andò incontro, aiutandolo a far scendere dall’auto parcheggiata proprio di fronte all’entrata del pronto soccorso, Jasmine e Terry. Henry, anche lui, avendo riconosciuto la ragazza di suo fratello, si alzò dalla sedia, e si avviò, da lei con Tony dietro. Proprio quando Henry era vicinissimo, Terry riaprì gli occhi, e vedendo tutti intorno disse: “Sto bene! Non vi preoccupate per me! Sono abituata! Dovete soccorrere Jasmine! Ma…” E si fermò di colpo vedendo Henry: “ma… tu sei Henry… mio Dio!” E come al suo solito, svenne di nuovo. “Calmatevi!! Vi prego!! E’ solo svenuta!!” Gridò Gran Ma. Jasmine, proprio in quell’istante, si riprese e vedendosi circondata disse: “Dove mi trovo? Roger? Dov’è Roger? Mio Dio! Cosa succede?” Scott, calmandola le disse: “Siamo in ospedale! Tranquilla! Va tutto bene! E Roger…” E guardò il bambino male: “e’ qui! Ma era meglio che non c’era!” Roger, sentendo questo disse piagnucolando: “Ecco! Tutti ce l’hanno con me! Ma cosa cavolo ho fatto di male?” Scott, digrignando i denti disse: “Poi… poi te lo spiego!”

Intanto William, con tutto quel trambusto, vide i nostri amici e cercava di raggiungere anche lui Scott & company, facendosi largo tra la gente dicendo: “Sono William! Il disegnatore! Cosa succede?” Henry, nel sentire questo gridò: “William! Sono qui! Sono qui!” Quello, sentendo il nostro amico, gli corse vicino dicendo: “E’ tutto finito Henry! E’ tutto finito! Sei a casa! Tuo fratello Alen ti sta aspettando!” Henry, nel sentire questo fu colto dall’emozione e si mise a piangere abbracciando William, anche se in realtà nemmeno lo conosceva. Roger, lesto come un vero leprotto, frugando nella borsa di Terry, che ancora era svenuta e bianca come un cencio lavato, prese la ricetrasmittente e comunicò: “Qui Leprotto 1 a base! Qui Leprotto 1 a base! Henry è ritornato! Henry è tornato in coordinate ospedale, e precisamente pronto soccorso! Adesso andrà nella sua tana d’aquila e…” Scott, vedendo questo, riprese la radio dalle sue mani ringhiando: “Ma non ti stanchi mai di combinare danni?” Quello, cercò di sfuggire, ma Terry, che si era ripresa, lo fermò e, guardando Jasmine disse: “Cara Jasmine! Devi sapere, che il tuo caro amato fratello, mentre tu eri svenuta, ne ha combinate così tante che servirebbe un romanzo per raccontarle tutte! Mi domando come fai a sorvegliarlo dalla mattina alla sera! Il collegio ci vuole! Anzi… il RIFORMATORIO! Alen aveva ragione a dire che Il ‘ piccolino ‘ è molto più pericoloso del demonio in persona! Secondo me, anche quello, ad averlo accanto, se la farebbe sotto!”. William per diminuire la rabbia e per far in modo che tutto tornasse alla normalità, guardando Henry disse: “Ok! Tutto si è sistemato! No? Ora, occorre solo tornare da Alen! Henry, se vuoi ti ci accompagno io!” Il ragazzo con gratitudine rispose: “Va bene! Grazie! Non vedo l’ora di riabbracciare mio fratello! Mi sembra sia passata un’eternità da quando sono arrivato nel mondo di Cip & Ciop! E poi, è vero Terry che i miei genitori vogliono annullare il divorzio?” Quella, sorridendo disse: “Si è vero! E’ proprio così! Sarete di nuovo una famiglia unita d’ora in poi… mamma e papà stanno per tornare! Forse… domani! Se sapessi Henry… quante avventure abbiamo vissuto in questi lunghi giorni! Ma adesso è tutto finito! Il mio più grande dispiacere, comunque, è quello di non rivedere più Cindy! Ad Alen, mancherà di sicuro Ciop!” Henry, guardando William rispose alla ragazza: “Io non mi preoccupo! Sono convinto che William, ed adesso anche con me, faremo qualcosa in tal senso! A proposito… William, prima di tornare a casa, volevo chiederti una cosa! Ho fatto ad Erik una promessa, prima di attraversare i tre archi! Anzi… per dire il vero ne ho fatte due! Erik, mi ha chiesto se puoi, con il tuo lavoro, far rivivere tutte le sue vittime! Ci tiene molto! Sa che lo puoi fare, e così ho promesso che te lo avrei detto! Poi, volevo anche chiederti se posso, naturalmente studiando molto e facendo gavetta, diventare anche io un disegnatore come te! Questa è una promessa che ho fatto a me stesso, avendo capito l’importanza degli esseri umani per quel mondo, anche perché, sono stati proprio Mac & Tosh a farmelo capire! Vorrei essere come te! Mi puoi aiutare William? E poi… voglio fare un regalo a Cip, Ciop ed a Ciap! Sai… proprio adesso mi è venuto in mente! Vorrei fare in modo che i loro genitori ritornino a vivere!” Gran Ma, esclamò con gioia: “Adesso si!! Adesso si che qualcuno di voi ha capito il vero scopo del nostro mondo!! Bravo figliuolo!! Sono molto molto contenta della tua decisione!!” William, nel sentire dire questo ad Henry, si commosse profondamente e disse: “Certo che posso! Riporterò alla vita tutti i personaggi che hai citato e non solo! Riporterò alla vita chi vorrai tu! E… anzi, ti dico che già da domani stesso, tu potrai venire nel mio studio ad imparare il mestiere! Ti metterò anche qualche bella raccomandazione e potrai creare anche nuove storie e personaggi! Ti assumeranno! Te lo garantisco! Ti chiamerò io nel pomeriggio! Ok?” Henry, abbracciò di nuovo William dicendo: “Bambi… Bambi e Red… hanno ritrovato la loro mamma! Dimmi William… sei stato tu a farlo? Se sapessi… erano super contenti e ti ringraziano di cuore per quello che hai fatto!” Il disegnatore non rispose, ma dovette togliersi gli occhiali rotondi, perché le lacrime di contentezza e di tenerezza gli scesero veloci sul viso. Tutti capirono e ne furono contenti. Scott, a quel punto disse a Terry ed a Jasmine: “Beh! Adesso si è fatto tardi, dobbiamo rientrare! Se vuoi, Jasmine, ti accompagnerò a casa con tuo frat… con quel coso li, mentre io e Terry, dopo, andremo da Alen.” Jasmine, volle difendere suo fratello e disse: “Carissimo Scott! Capisco che Roger abbia fatto dei pasticci! Capisco pure che ormai la commedia che stavate recitando è finita! Però, quello che ancora non riesco a capire, è il perché dell’odio contro mio fratello! Tutti quanti avete preso il vizio di Alen! Trattare male Roger!” Terry, rivolgendosi all’amica disse: “Noi… e così, saremmo noi a trattarlo male? Ma se è proprio lui che tratta male gli altri! Forse non ti sei resa conto, ma quando parlavi per difenderlo, ti faceva dietro le spalle le smorfie! Non capisci? Ci sta prendendo tutti per i fondelli! Jasmine! Prendi provvedimenti!” Roger, si rivolse a Jasmine, sempre con gli occhi da cerbiatto, dicendo: “Andiamo via sorellina! Terry e Scott la volpe sono cattivi! Ho paura!” Ma mentre diceva così e sua sorella non guardava, si voltò verso Terry e Scott facendo un sorriso ironico e tirando fuori tutta la lingua. A questo punto Scott fu preso da un fremito di rabbia e ringhiò: “E’ evidente che proprio non vuoi capire Jasmine! Comunque… venite… vi accompagnerò a casa!” E con Terry, insieme a Jasmine e Roger, andarono via, raccomandando a William di riportare a casa Henry. Gran Ma, quando fu da sola con Tony, Henry  e William, si rivolse al disegnatore dicendo: “William!! Il nostro tempo nel vostro mondo è finito!! Anche io con Tony vorremmo ritornare a casa!! Potresti farci rientrare domani?? Tanto orami, se volessimo ritornare qui, sappiamo bene come fare ed a chi rivolgerci per il ritorno!! Tony, vorrebbe rivedere Jerry, ed io, il mio caro Red!!” William le disse: “Non c’è problema Gran Ma! Domani, alle nove in punto, fatevi vedere nel mio studio! Vi aspetto!” Gran Ma, e Tony ringraziarono e, andarono verso l’interno dell’ospedale per continuare la loro opera di volontariato, naturalmente salutando William ed Henry con gioia a mano aperta. Però, Gran Ma, si avvicinò di nuovo ad Henry e gli sussurrò: “Continua Henry ad essere puro come sei!! Il nostro mondo ormai t’appartiene!! E’ tuo!! Non ci dimenticare mai!!” E poi, detto questo, corse da Tony. Henry aveva le lacrime agli occhi. William ed il ragazzo, stettero per un po’ senza parlare, ma poi, William decise di accompagnare il ragazzo a casa.

Adesso, Henry e William si trovavano da soli in auto. Henry, con trasporto disse: “Oh! Wiliam! Forse tu non mi crederai, ma quello che ho visto nel mondo dei cartoni animati corrispondeva alla perfezione a quello che ho sempre voluto e sognato! E’ stato per me incredibile diventare uno scoiattolo! Credimi… è bello però è triste! Sai… quelle creature, al contrario di quello che si è sempre detto, provano dolore, proprio come noi! Dolore per le separazioni ed anche dolore fisico! Vedi… pensavo non fosse così, ma quante volte ho visto Cip piangere e disperarsi per suo fratello! Questo mi ha fatto riflettere! Ho capito che se anche noi li consideriamo fantasia, loro esistono nonostante noi! E’ bellissimo ma è, come ti dicevo prima triste! Per loro, noi siamo davvero importanti! Più importanti di quanto ci possiamo immaginare!” William,aveva le lacrime agli occhi ma teneva le mani sul volante e gli occhi fissi in strada. Non voleva che Henry se ne accorgesse, però, dopo un attimo di silenzio prese la parola: “Henry! Adesso sono io a farti un giuramento, e così lo faccio anche a tutti gli abitanti di quell’universo! Io ti insegnerò a disegnare come mi hai chiesto! Tu sei molto fortunato! Caro Henry, per vedere quel mondo, gli altri esseri umani, devono comprare riviste e films, io, forse, sono stato un privilegiato! Ciop, ha scelto me per portare i messaggi nel suo mondo! E’ stato lui! Solo per questo adesso mi trovo qui e so la verità! Ho dovuto penare tanto nella mia vita! Ma, tu, tu ti sei svegliato scoiattolo! Hai toccato il tuo corpo trasformato in qualcosa di bello e puro, hai visto colori che per me sono inimmaginabili, hai addirittura comunicato con quelle magiche creature! Io sono solo un povero disegnatore… tu, invece Henry, sei una porta… una porta su quell’universo!” Henry, gli rispose: “Io ho visto solo una stella! Null’altro! Ho semplicemente desiderato di vedere Cip & Ciop! Per gli altri, forse, sarà un desiderio stupido, ma per me… per me, loro sono la cosa che mi ha permesso di superare tanti momenti brutti della vita! Dalle tue parole ho capito qualcosa… Dì la verità William… vorresti avere la possibilità anche tu di entrare in quel mondo?” William, colpito da questa domanda non rispose subito, ma poi, disse: “Ti confesso di si!” La strada si fece famigliare. Erano quasi arrivati.

 

Era sera. Alen a casa, non sapeva più cosa pensare. La nostalgia se lo stava divorando. Un dubbio lo tormentava. E se tutto quello che aveva vissuto non fosse mai accaduto? Se la magia che era piombata sulla sua casa come un fulmine a ciel sereno, in realtà non era mai stata li? No! Era tutto vero! Lo dimostravano i giornali sul tavolino! Proprio quei giornali che erano stati per lui fonte di preoccupazione. Era così agitato che non poteva stare fermo. Scostando le tende dalla finestra, egli, vedeva le auto sfrecciare. Quei rumori di motore lo scuotevano ancor di più, rendendolo nervoso, più di quanto non era. Si girò di scatto e salì al piano superiore. Era buio. Accese la luce. Non aveva mai avuto paura del buio, ma quella sera aveva bisogno della luce. Nemmeno rendendosi conto, entrò nella camera di Henry spalancando la porta. Quella penombra lo fece piangere. Forse, inconsciamente, pensava ancora di trovare Ciop; ma non c’era nessuno. Solo silenzio. Accese anche li la luce e si guardò in giro. Tutto in quella camera gli ricordava Ciop. Ormai, la considerava, non più la camera di Henry. Quante volte, riferendosi a quella stanza, l’aveva chiamata ‘ stanza di Ciop ‘ ! Preso da una voglia di pianto e di fantasia, si sedette sul letto. “Ecco! Sono solo! Tutti sono andati via! Henry! Henry starà per tornare? Mi avrà perdonato? Non lo so! So solo che ho bisogno di lui! Però… Ciop! Mi manca la sua presenza! Mi mancano le sue battute ed i suoi modi di fare! Lo so! Mi ha fatto molte volte arrabbiare, ma…” E qui si alzò ed andò vicino alla finestra, proprio quella finestra dalla quale Henry e poi Ciop, guardarono come per guardare in un’altra realtà; finestra dalla quale una stella aveva compiuto il miracolo. Così come loro, anche Alen guardava fuori. Piangendo, prese a dire: “Ho bisogno… ho bisogno della fantasia! Sono diventato un sogno-dipendente!” E si mise a ridere ma con amarezza. “Chissà se un Dio, oppure proprio una stella… già! La stella che ha visto mio fratello Henry potrà fare un miracolo anche a me! C’era una filastrocca… da bambino la dicevo… sono stato io ad insegnarla ad Henry!” Poi, dicendo così, si rese conto di quello che aveva detto e, dette uno scoppio di pianto tanto forte che fece rimbombare le pareti. “Oh! Stella stellina! Tu che risplendi nel cielo sereno! Tu che porti gioia a chi ti vede! Tu che puoi tutto, esaudisci il mio desiderio! Io Alen ti prego! Fa in modo che mio fratello ritorni presto e che m’abbia perdonato! Poi, voglio anche rivedere Ciop! Potentissima stella! E’ da tanto, è da troppo, che non mi rivolgo a te… l’ultima volta quando… i nostri genitori si stavano separando… ma, tu allora non mi ascoltasti! Non ascoltasti il pianto di un bambino che ti supplicava che tutto quello non accadesse! Ma tu niente! Nella immensità in cui ti trovavi, non hai avuto un attimo per me! Allora, io cambiai! Giurai che non ti avrei rivolto mai più i miei desideri! Diventai adulto! Adulto, con il cuore indurito dalla fredda realtà! Diventai per Henry, non più un fratello premuroso e tenero, ma un padre severo! Io, io che avrei dovuto coccolarlo e capirlo più di ogni altra persona! Io, che avrei dovuto spalancargli le porte della fantasia, alla quale ha avuto accesso lo stesso, ma da solo e senza di me! Cosa ho fatto? Che mostro sono diventato! Solo per accontentare mamma… per non darle più pensieri, ho agito da stupido ed incosciente! Adesso ho imparato, stellina! VOGLIO LA FANTASIA! Cambiar vita? L’ho fatto! Oh stellina che dal firmamento osservi ogni cosa! Guarda Alen! Fa che accada quello che desidero! Scusami per non averti più rivolto gli occhi ed il cuore! Ti prometto che lo farò di nuovo!” Dicendo così, si staccò dalla finestra e scese al pian terreno, lasciando tutte le luci accese, lui, che per risparmiare soldi alla madre, aveva comprato luci a basso consumo, spegnendole anche, quando non erano necessarie. Guardando il divano, vide la chitarra. La prese ed aprì il cassetto dove aveva lasciato incompleta la canzone che stava scrivendo, prima che arrivasse Terry. Si mise a scrivere ed a completare il testo e gli accordi. Piangendo, quando ebbe finito, la cantò.

Erano passati molti anni, da quando, per l’ultima volta aveva cantato, ma quella sera, lo fece. Quella che aveva composto era una canzone struggente e triste. Riassumeva tutto quello che era in lui. La intitolò: Ritornare:

 

RITORNARE

 


 

Ritorna caro Henry,

Nel tuo mondo sei così lontano,

tuo fratello è solo ormai…

 

Ritorna non tardare,

ricordati di me, io ti prego torna,

perché è tanto che non ci sei…

 

A sognare sai, ho imparato sai,

mai più ti lascerò…

 

non scorderò, la tua lezione no,

devi solo ritornar!

 

Perché più non riesco a viver senza te,

senza te!

Io ti prego torna dai!

 

Ciop è partito,

ed io mi sento tanto triste e solo,

lui è vicino a te!

 

Io non capivo,

ma con te ho imparato a sognare,

io vivevo invece tu…

 

Io ero li, li con te, ma non ero come te!

Vivevo io, stupidamente io,

ma non riuscivo a capir…

 

Che tu eri solo nella vita senza me!

Tu tentavi di fuggir,

ma nulla feci mai!

 

Ma se vuoi possiamo ricominciare,

io cambiato sono già!

Non credevo che…

Potessi star così!

 

Ritorna caro Herry…

Io sto qui ad aspettarti,

perché io non vivo più!

 

Ritorna non tardare!

Oh Henry mio FRATELLINO,

io ti abbraccerò…

io ti abbraccerò!

 

 

Ma se vuoi possiamo ricominciare,

io cambiato sono già!

Non credevo che…

Potessi star così!

 

Ritorna non tardare!

Oh Henry mio FRATELLINO,

io ti abbraccerò…

io ti abbraccerò!

 


 

Appena finito di cantare, si mise a piangere.

Alen, non aveva mai chiamato Henry, ‘ FRATELLINO ‘  in tutti quegli anni! L’ultima volta, fu quando fecero l’ultima recita. Dicendo quella tenera parola, fu riempito di una tenerezza infinita, anche perché, pure Ciop, riferendosi a Cip, chiamava suo fratello con quel dolcissimo nome. Si mise di nuovo a piangere, ma suonò il campanello. Sentendo quel suono, scattò subito in piedi. Coricò la chitarra sul divano a pancia in giù, e, asciugandosi gli occhi s’avvicinò alla porta. Non osava aprire, temeva un’altra delusione, eppure, eppure sapeva! Intuiva che la persona che era li dietro era effettivamente che stava aspettando da molto tempo. Suonarono di nuovo, e questa volta aprì. Forse, per chi non ha mai avuto l’esperienza di attendere l’arrivo di qualcuno, quello che successe potrà sembrare esagerato, ma, in quel momento Alen aprendo quella porta stava definitivamente aprendosi verso una nuova vita. Non era solo il ritorno di un fratello creduto perso! Era un cambiamento radicale interiore. Dischiudendo quell’uscio, stava accettando il fatto che CAMBIAR VITA è possibile sempre, anche se, in realtà, già lo aveva fatto accogliendo Ciop nella sua casa e quindi, accettandone l’esistenza. Si aprì! Il chiarore dei lampioni della strada fecero risaltare la scena rendendola irreale e suggestiva, anche perché, una nebbiolina che da poco era comparsa, rendeva ancor più particolare il tutto. Henry stava ritto ora davanti a suo fratello. Nessuno dei due riuscì ad esprimere quello che avevano dentro. Henry, entrò in casa sua, ed Alen richiuse la porta. Solo un pianto sommesso da parte dei due fratellini ritrovati! Solo singhiozzi di un’emozione pura e tenera, ma tanto tanto potente e vera. Henry, si lanciò verso Alen abbracciandolo. “Oh Alen! Non sai quanto ho pregato per poterti rivedere! Non sai quanta nostalgia ho provato! Ti giuro fratellino! Ti giuro che non ti farò mai più preoccupare! Dimmi! Sei arrabbiato? Se ho fatto qualcosa, credimi… è stato solo per…” Alen piangendo, lo strinse ancor di più e non gli lasciò finire la frase. Gli mise la mano sopra la bocca e disse: “E’ stato solo per colpa mia! Solo mia! Henry! Ti ho fatto soffrire Tanto! Solo in questi lunghi giorni me ne sono reso conto! Non ti ho lasciato vivere! Ti ho impedito di sognare! No! Non sono arrabbiato! Non lo sono perché dovresti esserlo tu nei mie confronti! Sono stato sempre assente! Devi essere tu a perdonare me, fratellino mio! Sai, accogliendo Ciop nella nostra casa, tutto è diventato improvvisamente più chiaro! Questa esperienza mi ha davvero fatto CAMBIAR VITA! Sembra quasi il titolo di un libro… CAMBIAR VITA… ma è quello che davvero è successo! Ti prego Henry! Perdona tuo fratello che è stato sempre cattivo con te!” Henry, nel sentire questo, sorridendo disse: “Alen! Non hai nulla da farti scusare! So perché l’hai fatto! L’hai fatto per me! Mi volevi difendere e proteggere dalle insidie della vita! Non volevi che io soffrissi! Non sei stato di certo tu il cattivo! Ti voglio bene Alen! Ti voglio bene più di ogni altra cosa al mondo! Abbracciami fratellino mio!” E qui, i due fratelli si abbracciarono piangendo. “Sai…” continuò Henry: “Ciop ti saluta! Dice che si è trovato bene con te! Non vede l’ora di rivederti!” Alen sorrise. Ciop non si era dimenticato di lui. Intanto, suonarono alla porta, e Alen, staccandosi da Henry andò ad aprire. Era William, che dopo aver parcheggiato, aveva atteso un po’ prima di suonare al campanello. Immaginava infatti, che i due fratelli si stessero salutando e non volle disturbarli. Alen lo fece entrare, mentre Henry osservava la scena. “Signor Alen! Come vede, tutto è finito bene! Suo fratello è tornato! Henry sicuramente avrà tantissime cose da raccontarle!” Alen rispose: “Già! Tante! E tante devo raccontarne io!” William, annuiva, e poi disse: “Suo fratello Henry è un ragazzo straordinario, glielo posso assicurare signor Alen!” Alen, guardando Henry, sorrideva, ma, poi disse: “Ma… Henry… adesso che ti guardo… ma tu sei in pigiama?” Quello, arrossendo disse: “E’ vero! Sono arrivato così dal mondo dei cartoni animati! Adesso vado a mettermi qualcosa addosso… però prima… Alen! In presenza di William devo comunicarti una cosa importantissima! So che mamma e papà ritorneranno insieme! Questo per me e per te, è il regalo più bello! Ma, adesso, ne voglio fare uno anch’io! Ho deciso di diventare disegnatore! Naturalmente studierò molto, e con l’aiuto di William, credo di potercela fare! Così, non peserò più né a te, né a mamma e né a papà! E poi… io e William abbiamo un compito da portare a termine! Aiuteremo tutti i personaggi che sono scomparsi a causa di Erik, e non solo, a rivedere i loro cari! Anche Cip e Ciop, insieme a Ciap, riabbracceranno presto, come noi, i loro genitori! Cosa te ne sembra Alen?” Quello, guardando Henry disse: “E’ magnifico!” William, allora, disse: “Beh! Allora io adesso tolgo il disturbo! Si è fatto tardi! Mi raccomando Henry! Domani vieni in studio! Ti aspetto! Cominceremo le lezioni!” Henry, disse: “Non mancherò di certo!” E abbracciando William disse: “Se tutto questo si è risolto bene, lo devo anche a te William!” Alen, si avvicinò e strinse la mano al disegnatore dicendo: “Grazie di tutto! Grazie per aver fatto l’impossibile! Non so come ringraziarla!” William, andando via disse: “Sono io che ringrazio lei Signor Alen! Senza di lei, non avrei mai potuto incontrare Ciop! Comunque… mi sa che lo rivedremo presto!” E fece l’occhiolino ad Henry, il quale disse: “Ne sono sicurissimo!”. William se ne andò, lasciando di nuovo soli i due fratelli, ma non ebbero il tempo di far nulla, perché, Terry e Scott, che nel frattempo, avevano riaccompagnato a casa Jasmine e Roger, ritornarono. Erano tutti riuniti. Decisero di andare in pizzeria quella sera, per festeggiare il ritorno di Henry. Il ragazzo, entrando in camera sua per vestirsi, vide la luce accesa della sua stanza. Si guardò in giro e s’affacciò dalla finestra. Di là, ringraziò la stella che lo aveva condotto nel mondo dei cartoni animati dicendo: “Oh! Stella stellina! Tu che risplendi nel cielo sereno! Tu che porti gioia a chi ti vede! Ti ringrazio per quello che hai fatto a me ed a Alen! Ora sono contento! Mio fratello ha imparato a sognare di nuovo e di questo ti ringrazio! Ti ringrazio pure per i miei genitori! Però… fa che io ed Alen possiamo rivedere di nuovo un giorno, sia Ciop che Cip! Fa che non resti solo un ricordo! Grazie stellina! Grazie per quello che hai fatto!” Henry, dicendo così si asciugò una lacrima che era di contentezza, e cominciò a vestirsi. Scese al pian terreno, e li trovò Terry che con Scott, raccontavano ad Alen, cosa era successo in ospedale. Alen, nel sentire di Roger disse: “Non mi dite nulla su quel demonio! Non mi voglio arrabbiare! Stasera è festa… stasera voglio stare tranquillo! Però… vi dico la verità… Ciop  mi manca! Lo so! E’ stupido!” Scott, rivolgendosi ad Alen disse: “No Alen! Non è stupido quello che dici! Anche a me manca Ciop! Ma lui adesso sta bene! E’ con suo fratello… e poi, chi ci dice che un giorno non potremmo incontrarlo di nuovo? Magari, se non verrà lui, potresti andare tu ad incontrarlo, non ti pare Alen?” Alen, che non aveva considerato questa opportunità disse: “Caspita! E’ vero! Ma io… io nel mondo dei cartoni animati come Henry… nooo! Non ci credo! Questo a me non potrà mai succedere, anche se, confesso che andrei volentieri, naturalmente portando anche te, Terry!” Quella, sorrise pensando a Cindy. Henry, ancora sulla scala sentì e sorrise. Progettò di fare un altro regalo ad Alen ed a Terry. “Eccomi! Sono pronto!” Disse Henry, facendosi vedere. I tre amici, si sollevarono dal divano, e Terry, nell’alzarsi, notò il foglio con la canzone scritta da Alen. “E questo? Cos’è?” Disse leggendo. Alen voleva strappargliela dalle mani, ma Terry, dura volle leggere ad alta voce cosa c’era scritto. “Ma è bellissima! Alen! Ma l’hai scritta tu?” Quello, arrossendo, disse: “Si… ma è una sciocchezza… una sciocchezza che mi è venuta in mente, e l’ho buttata giù aspettando Henry!” “Non è vero! Non è una sciocchezza! Perché non ce la suoni? Ci sono anche gli accordi, e visto che c’è una chitarra… potrei accompagnarti io…” Disse Scott, prendendo la chitarra. Alen, vedendosi costretto, guardando Henry disse: “Va bene! Va bene! Ve la canterò… ma sono stonato!” Henry, ridendo disse: “Non lo sei fratellino! Hai una bella voce! Mi ricordo di quando recitavamo insieme! E poi… l’hai scritta per me, quindi la devi cantare!” Alen, aveva il terrore di mettersi a piangere di fronte a Terry, Henry e Scott, ma, quelli insistettero tanto e lui, dando dritte a Scott su come doveva effettuare l’accompagnamento, cominciò a cantare. Restarono tutti ammutoliti ed anche commossi. Henry, aveva le lacrime agli occhi. “Alen! Questa canzone è stupenda!” Alen, come è prevedibile si mise a piangere e, fra i singhiozzi disse: “Esprime tutto Henry! Questa canzone esprime tutto quello che mi è successo! Comunque, adesso basta! Usciamo!”. I nostri amici, uscirono. Tutti erano contenti e felici. Però, un’ombra di malinconia ancora insisteva su Alen e Terry: era la mancanza di Ciop e Cindy. Dunque, andarono in una pizzeria poco distante da casa. Avevano tutti quanti voglia di svagarsi, ed infatti quello era il luogo ideale. Appena furono dentro, si accorsero che c’erano molti bambini che erano seduti ad un tavolo facendo molto chiasso. Il cameriere, nel vedere entrare Alen con gli altri, disse subito che era in corso in quel locale una festa di compleanno. Alen disse: “Beh! Non si preoccupi! Staremo bene! Nessun problema! E poi… un po’ d’aria festaiola, stasera, ci vuole proprio!” Il cameriere sorridendo li fece accomodare proprio vicino a quel tavolo dove si trovavano i bambini, e cominciò a prendere le ordinazioni. “Sapete…” disse il cameriere: “E’ la festa del figlio del commissario di polizia! Ogni tanto fa piacere vedere dei bambini gioire!” Alen e Terry si guardarono in faccia. Certo, si ricordavano dell’avventura in commissariato e non osavano dire nulla. La ragazza si accorse che il commissario era anche li, e disse ad Alen: “Amore… non ti voltare! C’è il commissario! Ti ricordi?” Alen, ridendo sforzatamente disse: “Oramai non potrà più mettermi in carcere! Mio fratello è qui! E’ tutto finito! Non ci accadrà più niente…” ma non poté finire la frase perché il commissario si avvicinò al loro tavolo. “Salve! Anche voi qui? Non so se vi ricordate di me…” Alen disse molto agitato: “Si! Certo! Ci ricordiamo eccome! Ma lei?” Quella, indicando il suo bambino disse: “Sapete… e da quel giorno… e da quel giorno che penso a quando siete venuti al commissariato! Mio figlio, da quando vi ha conosciuti, non fa altro che parlare dei vostri amici che erano con voi! Ma ora dove sono?” Alen e Terry si guardarono di nuovo in faccia, ed Alen rispose: “Sono partiti! Sapete… loro non erano di questa città! AHAHAHAA!” Il commissario, fece per andare via, ma si girò di nuovo, dicendo: “Comunque me li saluti! Da quando mio figlio li ha conosciuti, li ha identificati con due personaggi dei cartoni animati! Sapete… è convinto davvero che si tratti di Ciop e Cindy! Valli a capire sti bambini! Comunque, da quella volta Billy è diventato più buono ed ubbidiente!” Terry, volle intervenire e disse: “E chi lo sa? Probabilmente il bambino ci ha visto giusto?” Sentendo questo, Alen scattò come morso da un ragno. “AHAHAHA! Molto spiritosa signorina! Beh… adesso vado! Arrivederci!” Disse il commissario, e se ne andò. “Ma che diavolo vai dicendo Terry?” Disse con molto disappunto Alen: “Vuoi ancora guai? Non ci è bastato tutto quello che è successo?” Henry, vedendo suo fratello dire così, disse: “Cosa? Volete spiegarmi? Come fa quella signora a conoscere Ciop e Cindy?” Alen, fu costretto a raccontare tutto, e Scott disse: “Bene! Ma ora cosa aspettiamo? Mangiamo!” E si misero a cenare.

 

Proprio in quel momento, Katerine ed Alex, si prepararono per andare in aeroporto. Erano in taxi. Avevano deciso di partire subito per fugare ogni dubbio e perplessità. I due poveretti, essendo molto preoccupati, provarono a chiamare a casa, ma il telefono suonava e suonava, senza che nessuno potesse rispondere. Provarono a telefonare anche al cellulare di Alen, ma era anche quello in casa, sul mobiletto in compagnia del telefono fisso. La maledetta sensazione, che ormai i due poveretti provavano, era arrivata al culmine. In taxi, si guardavano l’un l’altra, in una sorta di agitazione febbrile. Ancora avevano negli occhi le immagini che avevano visto su quel grande schermo. Katerine, si rivolse a suo marito “Alex! Amore mio! Quello scoiattolo… quel cartone… secondo te, è nostro fig…” Quello, guardandola con gli occhi lucidi disse: “Non dire quella parola! Non sono il padre di uno scoiattolo! Io sono il padre di Henry! Un ragazzo in carne ed ossa! Non lo dire più ti prego! Tutto questo è assurdo! Vedrai Katy… arriveremo a casa e troveremo i nostri figli spaparanzati sul divano a guardare la televisione! Beh… comunque quello scoiattolo… assomiglia molto…” “Smettila Alex! Ti prego! E’ troppo per me! Domani… domani scopriremo la verità!” Disse Katerine, sgranando gli occhi verso Alex, il quale sembrava più sconvolto di lei.

 

I nostri amici, in pizzeria, erano tranquilli. Henry volle sapere da Alen tutto quello che era successo in quel periodo, e quello raccontò ogni cosa con grande trasporto. Sembrava quasi che raccontasse non la sua storia ma la storia di un altro.

Erano quasi alla fine, quando, sentirono, dagli altoparlanti una musichetta allegra. Udirono, dietro le loro spalle la grande agitazione dei bambini che battevano le mani e lunghi ‘ oooh ‘ di meraviglia. I nostri quattro amici si girarono a guardare, e videro uscire da una porticina tre persone in costume. Erano scoiattoli. Henry, riconobbe subito Cip & Ciop e Cindy. Colto dallo stupore, disse ad Alen: “Alen! Non credo che la nostra esperienza resterà un ricordo! La fantasia resterà per sempre con noi!” Alen, con gli occhi lucidi di pianto rispose: “E’ proprio vero Henry! Hai perfettamente ragione!” Scott, prendendo la parola, e vedendo la commozione generale, disse: “C’è una frase che vi voglio dire! Una frase detta da un grande uomo che tutti quanti amiamo! La frase, molto vera e profonda dice ‘…non fermiamo la fantasia. Con la fantasia si può fare il più spettacoloso viaggio che sia consentito ad un essere umano… ‘ Questo pensiero è di Walt Disney! Queste parole, adesso hanno davvero senso! Infatti parlano di ciò che è accaduto a noi!” Terry si mise a piangere e, abbracciando Henry disse: “L’artefice sei stato tu! Come possiamo mai ringraziarti Henry per tutti i doni che ci hai fatto?” Quello, arrossendo disse: “Io non ho fatto proprio nulla Terry! Ho solo seguito il mio cuore! E’ stato lui ad indicarmi la strada, ma se non c’era Alen… non so se avrei mai varcato quella soglia! Sono io… sono io che devo ringraziare il mio fratellino!” Si abbracciarono tutti e quattro. Erano quattro amici, uniti dalla fantasia. I tre, vestiti da scoiattoli, vedendo quella tenera scena, vollero andare vicino a loro. Per una volta ancora, la fantasia, si era unita alla realtà. Il figlio del commissario, andò al loro tavolo e disse indicando i tre in costume: “Io lo so che loro non sono veri! Però, so che Ciop e Cindy torneranno davvero e che mi porteranno con loro! Tu sei Henry!” Disse il bimbo, guardando proprio Henry: “Io ti conosco! Anche tu sei uno scoiattolino! Se vedi di nuovo Ciop, digli che gli voglio bene e che mi ha fatto una promessa! Mi ha promesso di portarmi con lui e Cindy e di giocare con me!” Henry si mise a piangere tra lo stupore di tutti. I tre figuranti si guardavano stupiti, sembrando proprio i loro personaggi. Era evidente che non avevano mai sentito nulla di simile. Scott prese la parola: “Ecco! Vedete! Ecco la prova! Tutto esiste amici miei! Tutto è vero! Piccolo, tu vedrai di nuovo Ciop e giocherai con lui! Tutti lo possiamo fare! Basta essere come sei tu… puro e semplice, come lo è stato Henry, che da ragazzo è diventato un cartone animato, conoscendo di persona i sogni!” Alen non osò dire nulla, ma il finto Ciop, non rispettando la regola dei figuranti, parlò e disse: “Secondo me siete tutti matti! Credere a certe sciocchezze per bambini…” Alen, a quel punto, si alzò di scatto dalla sedia e, gridando al faccione del finto Ciop disse: “Secondo me il matto sei proprio tu! Non sei degno…” gridò Alen, tenendo il dito puntato contro il figurante: “Non sei degno di rappresentare Ciop! Ciop esiste davvero! Tu sei solo un pupazzo! Non capirai mai… non puoi sapere! Togliti quel dannato costume! Non ti compete! NON SEI LUI! Lui non avrebbe mai parlato in questo modo! Ringrazia Dio che non è qui con noi! SE NON L’HAI CAPITO, IL REGNO DELLA FANTASIA E’ REALTA’! UNA REALTA’ CHE POCHI SANNO COMPRENDERE E CONOSCERE! Io l’ho conosciuta! Mi dispiace solo di non averlo fatto prima! ORA! TOGLITI QUEL COSTUME! NON POTRAI MAI CONOSCERE LA VERITA’! Mi dispiace per te!” Gli altri due figuranti dovettero separare Alen dal finto Ciop, e quello spinto da Scott per separarlo da Alen disse: “Ma chi è questo matto? Ma chi l’ha fatto entrare? Io… io lavoro da dieci anni a Disneyworld! Come ti permetti di dirmi che non sono degno? Io sono il ‘ CARATTERE ‘ ufficiale di Ciop! Tu sei solo un matto!” Scott, cercando di stare calmo gli disse: “Hai detto bene! ‘ CARATTERE ‘ ! Sei solo un attore! Io ti ho già conosciuto!” Quello, staccandosi, chiamò gli altri due dicendo: “Il nostro è un lavoro rischioso! Ve lo avevo detto! Tu sei nuovo Charly! Fare Ciop oppure, nel tuo caso Cip, non è per nulla semplice! Potresti trovare dei matti che credono davvero all’esistenza di Cip & Ciop! (E qui guardò la finta Cindy) Mah… cosa si deve fare per racimolare dei soldi per sbarcare il lunario!” Henry, sentendo questo disse: “Solo per soldi lo fai? Solo per soldi dai illusione? Come fa un essere cattivo come te ad entrare dentro quel costume? Dimmi!” Quello, disse: “Lo faccio e basta! E’ il mio lavoro! Fatti gli affari tuoi! Se vuoi proprio saperlo, odio fare questa stupidaggine! Fare feste per bambini… mah! Io sono laureato! Sto aspettando di trovare di meglio!” La finta Cindy disse: “Lo sapevo Antony!! Lo sapevo che eri cattivo!! Ma non fino a questo punto!! Noi… noi esistiamo davvero Antony!! Noi ci siamo!!” “Noi?” Disse Scott stupito? “Dunque tu…” Quella, togliendosi la maschera e facendosi vedere (era una bellissima ragazza), disse: “Certo Scott!! Sai ti ho riconosciuto subito!! Ti ho visto su un fumetto!! Faccio parte anche io del mondo dei cartoni animati!! Sono Clarice!! Beh… interpretare la fidanzatina di Ciop non è proprio il massimo, ma purtroppo, da quando Erik mi ha spinto sotto i tre archi, ho trovato solo questo!!” Fu un colpo al cuore per tutti. “E così tu saresti Clarice? La scoiattolina che Cip e Ciop hanno incontrato in quel locale, l’Acorn Club?” Disse Henry. Quella, ridendo disse: “Già!! Sono proprio io Henry!! In carne ed ossa!! Attrice ero, ed attrice sono!! Questo lavoro l’ho trovato grazie a Gran Ma!! Sapevo che prima o poi ti avrei incontrato!! Sono informata su tutto quello che è successo!!” Antony, togliendosi anche lui la maschera disse: “E’ arrivata l’altra pazza! Pensavo ci fosse solo lei al mondo, ma a quanto pare mi sbagliavo!” Alen disse: “Ecco! Ci risiamo di nuovo!” Terry, si avvicinò a lei e disse: “Clarice! E’ un vero piacere conoscerti! Sai… ho conosciuto Cindy! Ma dimmi… come mai tu qui? E perché proprio questo lavoro?” Quella, si mise a ridere dicendo: “All’inizio non sapevo cosa fare, ma poi, ho incontrato Gran Ma che mi ha informato su questo lavoro!! Volevo fare una bella esperienza!! Gran Ma mi ha detto pure che prima o poi saremmo ritornate nel nostro mondo!! Ho conosciuto anche Tony!! Un altro scoiattolino!! So che domani dobbiamo andare da William per ritornare a casa!! Ho già dato le dimissioni!! Questo era il mio ultimo giorno di lavoro!! Mi fa piacere avervi incontrati!! Mi dispiace solo per il comportamento di Antony!!” Terry, con molta tenerezza disse: “Partirai dunque anche tu? Ma dimmi… non ti piace il nostro mondo?” Quella, sorrise dicendo: “Certo!! Il vostro mondo è fantastico!! Ho conosciuto molti di voi e mi siete piaciuti!! Solo che non tutti la pensano come te!! Questo mi dispiace molto!!” Alen, sedendosi di nuovo, con aria triste le disse: “Clarice! Se incontrerai Ciop quando rientrerai nel tuo mondo, dovresti dirgli che qui c’è e ci sarà sempre un suo amico! Digli che Alen non si scorderà mai di lui e che prima o poi lo incontrerò di nuovo! Anche al costo di fare pazzie! Digli anche, che voglio incontrare suo fratello Cip!” Quella, dolcemente gli si avvicinò ed accarezzandolo con la mano disse: “Va bene!! So che anche tu sei buono!! Gran Ma me lo aveva detto che Ciop, qui, in questo mondo, aveva trovato un altro fratellino!! Sono contenta per voi!! Certamente andrò a trovarlo… naturalmente… Cindy permettendo!! Ahahaha!!” Alen sorrise e disse: “Grazie Clarice! Grazie di cuore!” La scoiattolina, chiamò a se gli altri due figuranti e disse: “Adesso, dobbiamo tornare al nostro lavoro!! Forza!!” E si rimise il faccione da Cindy, e tutti e tre, andarono a farsi fotografare con i bambini. “E’ l’ora di andare a casa!” Disse Scott: “Henry deve riposare! Alen, per qualsiasi cosa chiamami! Io verrò certamente!” Alen, gli andò incontro e lo abbracciò dicendo: “Grazie a te! Grazie per tutto quello che hai fatto per noi! Anche tu, adesso, fai parte della mia famiglia!” Quello, commosso da quelle parole, per non farsi vedere piangere andò via.

 

Ritornarono a casa allegramente. Tutto si era sistemato. Ormai non rimaneva altro che aspettare il nuovo giorno! Giorno che sicuramente avrebbe portato una nuova vita, ricca di cambiamenti e di fantasia ritrovata. Quella casa, così triste prima che Henry ritornasse, adesso sembrava di nuovo viva! Alen, disse a Terry: “Amore mio! Questa notte dormirai qui!” Quella non fece obiezioni. Era talmente abituata, ormai, a dormire in quella casa che non ci pensò due volte. Sistemarono i letti per la notte. Si tirarono tutti e tre anche i cuscini, cosa che non avevano più fatto da molto tempo! Si divertirono come matti. Però era arrivato il momento della buona notte. Alen, anche se non lo diceva, aveva il terrore che Henry potesse scomparire di nuovo, ma poi, dovette cedere e disse a suo fratello di andare (questa volta gentilmente), in camera sua. Henry lo fece senza discutere! Infondo gli mancava l’autorevolezza di Alen. Gli ricordava Cip. Così, i nostri tre amici andarono a letto. I due fidanzati, questa volta preferirono la camera di Alen. Già, perché i genitori dovevano rientrare, e non era carino fargli trovare il letto in disordine. Così, fra molti pensieri e ricordi, Alen e Terry, spensero la luce. In quel buio, Alen disse: “Terry! Secondo te, la morale di questa storia qual’è? E, soprattutto, sono io il cattivone?” Quella, con molta tenerezza disse: “La morale è che tutti hanno bisogno di sognare! Bisogna anche saper CAMBIAR VITA! Poi… il cattivo non sei tu Alen! In tutto quello che è capitato esiste solo l’amore e la tenerezza, il tutto condito con la fantasia che è realtà! E poi… io te l’ho sempre detto, ricordi? Nei fumetti, vince sempre il bene!” Alen, con un sorriso, in quella oscurità abbracciò Terry e lei, con dolcezza lo abbracciò a sua volta.

Nella sua camera, Henry, non riusciva a prendere sonno in nessun modo. Ancora, la luce della abatjour era accesa. Guardava il soffitto e cercava di ricordarsi (cosa che non gli era difficile), il soffitto dell’albero di Cip. Quello era diverso ma famigliare. Pensò, che proprio su quel letto, aveva dormito Ciop. Questo lo fece inorgoglire. Il suo eroe aveva abitato in casa sua ed aveva dormito proprio lì. Quante emozioni! Quanti ricordi! Il suo cervello ricordava tutto! Però erano ricordi che non lo rattristavano. Di solito, chi dice addio, vuole solo piangere, ma lui, aveva la certezza di rivedere quel mondo ed i personaggi che amava. E poi, non poteva di certo chiudersi dentro se stesso! Aveva delle belle missioni da compiere! Guardava la sua finestra, da dove, la stella aveva compiuto il miracolo, e la ringraziò. Spense la luce, e la camera piombò nel buio. “Cominciano così tutte le storie ed anche i film! Anche la vita comincia così… Dal buio! Questo Henry, è un inizio! E’ l’inizio di una nuova storia! E ne sarai tu l’artefice insieme a William! Hai promesso Henry! Hai promesso…” E dicendosi così, chiuse gli occhi. Quella notte sognò per la prima volta Cip & Ciop. Non lo aveva mai fatto prima.

Intanto, fuori le automobili non c’erano più. Sembrava non esserci mai stato quel miracolo! Sembrava che nessuno ne fosse a conoscenza, ma non era così! In quella città normale, che di magico non aveva proprio un bel niente, per caso o per magia, si era verificata una cosa eccezionale! Una cosa che aveva fatto a molti CAMBIAR VITA. Ora, le stelle, brillavano nel cielo e la luna illuminava le strade deserte! Tutto taceva, ma nulla era lo stesso di qualche giorno prima.

 

 

 

 

 

 

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