CAMBIAR VITA

CAPITOLO 39

 

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Il giorno dopo del tentato rapimento che Roger e la sua banda aveva cercato di fare, Ciop, volle mettere in atto il suo progetto che consisteva nell’andare a New York, non sapendo che Erik era in procinto di incontrare William (il disegnatore) proprio nella città di Alen. Non sapeva comunque come fare. Non poteva chiedere di certo consiglio ad Alen perché sapeva cosa avrebbe detto a riguardo. “Come farò ad arrivare a New York?? Non so nemmeno dove si trova questo posto!! Se ci fosse Cip, potrebbe lui informarsi e dirmelo!! Ma no!! Me la devo cavare da solo!!” Pensando in questi termini, rifletté bene di scappare dalla casa di Alen. Altro ostacolo (non meno grosso del primo) era la sua fidanzatina che, sicuramente avrebbe voluto andare con lui. Si sarebbe dovuto inventare qualcosa, così, prese da parte Cindy e le disse: “Amore!! Per dimenticare quello che è successo stanotte, perché non vai con Terry a fare compere in città?? Io starò ad aspettarti!!” Cindy, che credeva in un atto d’amore di Ciop disse: “Come sei dolce!!! Farò come dici!! Ma tu non vieni con noi??” Ciop, le rispose che preferiva restare a casa perché non se la sentiva di uscire; così Cindy diede un grosso bacio a Ciop ed andò subito da Terry per dirle di uscire. Una era fatta! Adesso mancava la parte più difficile: fare in modo che Alen lo lasciasse da solo. Ciop, voleva anche provare i consigli dati una volta da Red, che vedendolo ingenuo gli diede lezioni, con la supervisione di Cip, di furbizia. Cip aveva ingaggiato Red proprio perché vedeva Ciop troppo buono e tentò con l’aiuto di una volpe di fare qualcosa di utile per il suo fratellino. Scese in salotto e piano piano, si avvicinò come un fantasma ad Alen che stava guardando, come al solito, la tv. Quello appena lo vide gli disse: “Ciop! Cosa ci fai qui da solo? Cindy dov’è?” Ciop gli rispose: “Sai… è a parlare con Terry!! Mi ha detto che vuole uscire sola con lei per fare un po’ di shopping perché vuole dimenticarsi della brutta esperienza del rapimento!!! Secondo te, Jasmine le ha suonate a Roger per quello che ha fatto??” Alen, sentendo nominare Roger, saltò sulla poltrona dicendo: “Ciop! Non nominare mai più Roger davanti a me! Quel demonio la deve pagare cara e amara! Ci mancava solo lui! Non bastano tutti i problemi che abbiamo? Ti rendi conto che oramai non c’è speranza?” Ciop, nel sentire Alen parlare in quel modo, gli venne meno il coraggio di proporre qualcosa per lasciarlo da solo a fare il suo viaggetto a New York, e quindi quatto quatto fece atto di alzarsi dal divano dove si era seduto, ma Alen proruppe: “Allora? Cosa mi volevi dire?” Ciop a quel punto fu costretto a sedersi nuovamente, e con un sorriso disse: “Alen!! Siccome Terry e Cindy vanno a fare compere, io… io… avrei pensato di andare in quella sala giochi dove mi avevi portato qualche giorno fa per fare una partitina ai videogames!!” Alen sobbalzò di nuovo, e poi agitatamente disse: “Ah! Davvero? Vuoi fare la fine dell’altra volta? Vuoi che tutta la città o il mondo intero ci scopra? Tu devi essere completamente impazzito!” Ciop si avvide che il posto che aveva scelto non era dei migliori e allora disse ad Alen con voce carezzevole: “Allora… fammi andare al parco!! Ho tanta nostalgia di casa mia!! Forse… stando a contatto con la natura, riuscirò a tranquillizzarmi!! Ti prego Alen!!” Quello, sentendo Ciop parlare così, si intenerì e disse: “E va bene. Vai pure al parco! Ma ti accompagno io! Intesi?” Ciop, che si aspettava di andarci da solo, sentendo che Alen non l’avrebbe lasciato per un attimo, fece il muso lungo ma alla fine si decise e disse: “Ok Alen!! Vedrai!! Non succederà niente!! Parola di Ciop!!” Intanto nel suo cervello, cercava di trovare il modo per sfuggire, una volta al parco, dalle grinfie di Alen e pensava: “Cosa dovrò fare a Erik quando lo trovo?? Ma si!! Gli darò una bella lezione, così imparerà a disegnare quelle brutte cose ed a far del male al mio fratellino ed a Henry!!” Alen si alzò dal divano e disse: “Bene! Andiamo! Ma prima devo avvertire Terry che usciamo.” Ciop nel sentire questo si fece bianco, (tutto sarebbe stato scoperto in quanto Terry avrebbe potuto, insieme a Cindy, dire che l’idea dell’uscita a fare compere era proprio sua, e quindi il suo piano non avrebbe funzionato.) E disse ad Alen: “Le ho avvertite io!! Non c’è bisogno che vai a chiedere!!” Alen, si fece infinocchiare da Ciop, che pensava che le lezioni di furbizia di Red, nonostante il cattivo voto che gli aveva dato, (gli mise tre, perché pensava che mai uno scoiattolo avrebbe superato in astuzia una volpe) fossero state in quel caso di grande aiuto. Così i nostri due eroi uscirono di casa senza avvertire nessuno.

Poco dopo, Terry e Cindy, scesero tutte agghindate per uscire, ma, nonostante i richiami, di Alen e di Ciop non trovarono alcuna traccia, e Terry disse: “Beh! Saranno usciti anche loro per svagarsi un po’! Come si può, dopo quello che è successo stanotte, dargli torto! Usciamo Cindy.” E così le due ragazze uscirono anche loro.

 

Nel palazzo della Disney, intanto, William pensava all’incontro che avrebbe dovuto avere con Erik. Non si dava pace. Andava su e giù per il corridoio e si ripeteva: “E se sto commettendo un errore? Chi sa che uomo è Erik. Dai racconti che fanno i miei colleghi, sembra che lui sia il ritratto stesso di uno psicopatico! In effetti di lui e della sua infanzia non si sa proprio nulla! Sembra che prima di venire a lavorare alla Disney non sia mai esistito… ma cosa dico? E’ un disegnatore come me! Certo! Per incontrarmi ha scelto un posto ed un orario inconsueto, ma è probabile che lo abbia fatto perché prevede un ritardo dell’aereo. Certo! Deve essere così! Ma il posto? Stabilimenti non più usati da circa cinquanta anni dalla Disney… una scelta stravagante!” Pensando così, il poveretto entrò nel suo studio e prese dal cassetto un taglierino e se lo mise in tasca pensando: “Non si sa mai!” Poi, si sedette al suo tavolo di lavoro ma non poté fare nulla quel giorno perché il pensiero di andare in un luogo così isolato e a quella ora insolita di notte gli metteva una grande agitazione che certo non poteva mandare via lavorando, e poi nello studio dove sulle pareti c’erano i quadretti con tutti i personaggi Disney; così decise, almeno per quel giorno di non lavorare, anche perché la sua parte di lavoro la aveva già fatta il giorno prima. (William era un dipendente così diligente che il lavoro di due o tre giorni se lo sbrigava in uno, sempre a patto che non c’erano urgenze. Questo anche perché, amava il suo lavoro ed i personaggi che disegnava.) Così comunicò ai colleghi che si sarebbe assentato.

 

Nel frattempo, Alen e Ciop erano arrivati al parco. Ciop pensava a come restare solo per poter scappare, naturalmente Alen non lo perdeva di vista per un solo attimo. “Alen sembra un periscopio!! Come faccio ora?? Devo trovare una soluzione!!” Così, pensava il futuro fuggitivo e cominciò a girare freneticamente fra gli alberi, cercando di seminare il ‘ periscopio vivente ‘ come Ciop definiva Alen, ma quello girava con lui senza dargli tregua; perciò, Ciop, essendosi stancato di camminare prese una decisione: “Dirò ad Alen che mi scappa la pipì!! In bagno non potrà seguirmi, e così una volta li, posso pensare alla mia fuga in pace!!” Così, cominciò a toccarsi li, proprio come si fa quando non si riesce a trattenersi e gridò: “Alen!!! Devo fare pipì!!! Vado in bagno!!!” Siccome Alen stava parlando proprio allora con un guardiacaccia, gli rispose senza pensarci: “Si! Vai! Ma torna presto!” E continuò a parlare con la guardia.

Ciop, vedendosi libero dalle grinfie di Alen, corse subito verso il bagno seguendo i cartelli. Era fatta! Alen non poteva più vederlo e controllarlo. Andò davvero in bagno, e poi, di corsa verso l’uscita. Era fuori! “Prenderò un autobus che mi porterà all’aeroporto!!” Pensò il nostro eroe, cominciando a chiedere informazioni alle persone che incontrava su qual’era la fermata giusta. (Ciop, aveva sentito Alen che parlava con Terry di New York, e aveva solo capito che era molto lontana e per raggiungere quella città bisognava prendere l’aereo per raggiungere la destinazione. Ciop non aveva mai visto un aereo in vita sua!) La prima persona che contattò in modo molto agitato gli disse: “A quale aeroporto ti riferisci? In questa città ce ne sono tre!” Ciop, non sapendo proprio cosa rispondere disse: “Il più vicino!! Devo andare a New York!! Devo fare in fretta!!” Il signore gli indicò allora la fermata di un autobus, ma lo guardò in modo strano. Di certo poté pensare che quel ragazzo che voleva andare a New York  così di fretta, voleva scappare da qualcosa o da qualcuno, ed era proprio così; infatti Ciop, mentre raggiungeva correndo la fermata, non faceva altro che guardarsi dietro le spalle per paura di trovarsi dietro Alen. Arrivò alla fermata ansimando forte. Il cuore gli batteva nel petto come un tamburo. Li c’era parecchia gente che aspettava il mezzo, e vedendolo arrivare con la lingua di fuori e sudato come se avesse fatto una doccia fredda, cominciarono a chiacchierare ed a bisbigliare. Ciop, si rese conto, e con voce di rimprovero, girandosi verso quelli disse: “Che c’è tanto da parlare?? Non avete mai visto uno scoiattolo che ha fretta di andare a New York??” Ma subito si rese conto di quello che aveva detto e si corresse: “Un uomo!! Non avete mai visto un uomo che ha fretta??” Qualcuno cominciò a ridere dicendo: “Avete sentito? Uno scoiattolo! Questa è davvero bella!” Ciop si stava riscaldando ma, cercò di trattenersi. Una vecchietta, intanto, lo osservava e sorrideva. Passarono parecchi minuti e intanto Ciop pensava che l’autobus non sarebbe arrivato e cominciava a smaniare ed a borbottare: “Adesso arriva Alen ed io non potrò andare a New York!!! Vieni Autobus!!! Ti prego!!! Non mi fare stare in pensiero!! Devo compiere una missione!!” Come per magia, il bus comparve dietro ad una via e si fermò proprio davanti a lui. Le porte dell’automezzo si aprirono e Ciop fu travolto dalla marea di gente che spingeva per entrare. Stava per cadere quando riuscì, con uno sforzo immane, a mettere piede all’interno.

 

In quel momento, Alen, non avendo visto più Ciop ritornare, cominciò a percorrere la via per il bagno. “Ma dove diavolo si sarà cacciato? Non vorrei che gli sia capitato qualcosa!” Arrivò davanti alla toilette e chiese alla custode se aveva visto un ragazzo, e le fece una descrizione così dettagliata da sembrare un agente di polizia che cercava un evaso. Quella disse: “Forse è ancora dentro! Provi a guardare; ma mi scusi, lei è della polizia?” Alen rispose: “No! Perché?” “Ah! Menomale! Da come parlava e ha fatto l’identikit, sembrava che fosse un policeman! Sa… io, non ho il permesso di soggiorno e sono assunta in nero!” Alen, agitatissimo disse: “Ma a me cosa mi frega! Guardi! DENTRO IL BAGNO NON C’E’ NESSUNO!” La custode, senza scomporsi disse: “Sarà uscito? No? Quando lei va in bagno ci resta due ore? Che diamine!” Alen, le si avvicinò minacciosamente dicendo: “Dunque lei non ha visto cio… il mio amico? Ma cosa custodisce allora?” Quella disse: “Custodisco questo schifo! Ora se non le dispiace…” Alen capì l’antifona e si mise a girare nel parco avanti e indietro come un matto.

 

All’interno dell’autobus, Ciop, era stretto tra la gente e siccome i posti a sedere erano già tutti occupati gli toccò stare in piedi. Il peggio fu quando cominciarono le curve; il nostro eroe si sentì sballottare a destra ed a sinistra e, se non si fosse retto dalle maniglie sarebbe caduto. Ci fu una fermata intermedia. Si fece avanti tra la gente il controllore: “Biglietti!” Disse con tono di comando. Tutti i passeggeri frugarono dentro i portafogli o le borsette per prendere il biglietto, ma Ciop, che non lo aveva, cominciò a guardarsi in giro. “Acciderbolina!! Il biglietto!! Già !! Per viaggiare serve il biglietto!! E ora come faccio?? Non ho nemmeno soldini con me per comprarlo!!” Pensò, ma il controllore andava avanti e seguitava a svolgere il suo lavoro. Per istinto, il nostro amico tentò di nascondersi ma era tutto inutile. La gente era troppa e non riuscì a fare un solo passo. Sembrava essere arrivata la fine per il nostro paladino ma… “Lei non ha il biglietto? No? Allora venga con me!” Il controllore aveva acciuffato un clandestino che si portò con lui in ufficio. L’autobus, dopo questo incidente ripartì e Ciop poté tirare un sospiro di sollievo. “Se beccava me senza il biglietto erano guai!!! Oh!! Se solo avessi chiesto ad Alen dei soldini!! Avrei viaggiato senza problemi!! Ma non l’ho fatto!! Sono un pasticcione, proprio come diceva sempre Cip!!” Dopo un po’, l’autobus si fermò di nuovo e questa volta arrivò a destinazione. Ciop poté osservare un grosso palazzone con di sopra tante antenne tipo radar. Com’era grande! Cosa poteva capitare al nostro viaggiatore al suo interno? Scese dal bus e si diresse verso l’entrata. Fu distratto da un gran boato. Alzò lo sguardo in su e vide un aereo che stava decollando. Ebbe paura. Pensò ad alta voce: “Ma guarda che razza di uccelli ci sono qui!!” Un ragazzo, avendo udito il suo pensiero, disse ridendo: “Non è un uccello! E’ un aereo! Non ne hai mai visti prima?” Ciop, fu preso dal panico. “Aereo?? Quello li, sarebbe un aereo?? Ma vola!!!” Il ragazzo disse: “Cosa credevi? Gli aerei volano! Arrivano da un posto all’altro con grande velocità. Ora sei qui e tra un’ora sei a New York! E’ eccezionale! Ah… mi presento; mi chiamo Brian, e tu?” Ciop gli disse velocemente: “Brian!! Ho paura!! Devo andare a New York ma non pensavo di andarci volando!! Io mi chiamo Ciop… cioè non Ciop… Ciopper Chips!!!” Quello lo guardò sorridendo e disse: “Anche tu, contagiato dalla Cip & Ciop mania? Anche a me piacciono! Sono carini. Ad ogni modo devo andare anch’io a New York. Che posto hai?”  Ciop non seppe rispondere e disse: “Posto??? Perché??? Ci sono i posti su quell’affare li??” E Brian: “Certo! E’ come viaggiare in autobus, solo che questo vola! Il numero di posto è segnato sul biglietto! Fammelo vedere!” Ciop diventò bianco come un morto, e piagnucolando disse: “Non ce l’ho!! E non ho neppure i soldini!! Se ti trovano senza biglietto che fanno?? Ti buttano fuori dall’aereo mentre vola??” (Ciop, avendo avuto l’avventura sull’autobus di vedere una persona senza biglietto, credeva che come per il passeggero sprovvisto di biglietto che fu fatto scendere in malo modo dal mezzo, anche lui fosse mandato via dall’aereo, naturalmente in volo e senza paracadute, anche perché non sapeva nemmeno della sua esistenza.) Brian, allora capì quale era il problema e disse: “Se anche tu devi andare a New York, posso darti, se non arriva, il biglietto di un mio amico. Avevamo deciso di partire insieme, anche perché abbiamo vinto due biglietti in un quiz radiofonico, ma lui non era sicuro di partire. Se non arriva entro dieci minuti, il suo biglietto lo darò a te!” Ciop riprese a sorridere dicendo: “Grazie Brian!!! Sei molto buono!!!” Quello, rispose: “Non c’è di che! Tra noi, amanti di Cip & Ciop ci dobbiamo aiutare!” (Il poveretto non sapeva di stare parlando proprio con uno dei suoi idoli.)

 

Nel momento in cui Brian e Ciop stavano discutendo, il povero Alen era ancora nel parco, ma non trovando il fuggitivo, decise di andarsene. “Dove sarà? Porca miseria! Non posso nemmeno gridare il suo nome. Come posso fare per ritrovarlo? Chiamerò Terry! Ma no! Non posso turbarla di più dopo quello che ha passato la notte scorsa, ci resterebbe secca! E allora?” Non aveva finito di pensare così che gli squillò il telefono cellulare. Aprì come poteva lo sportellino e disse: “Pronto?” “Alen! Sono la mamma!” Quello, restò con il cellulare appoggiato all’orecchio senza poter proferire parola. “Allora? Non parli?” “Cccerto mmamma, qui non c’è campo! Non ti sento molto bene! Ecco! Mmmi sposto un po’! Fatto! Dimmi?” Quella, disse con voce alterata: “Senti. Non so cosa ti sta succedendo, ma al momento non importa!” Alen, tirò un sospiro. “Ti devo comunicare una bellissima notizia! Io e il papà che è qui con me adesso, abbiamo deciso di ritornare insieme!” Alen, che era preso da un tremito come se avesse preso la corrente disse: “Tornate insieme… Tornate insieme a casa… E perché? Non devi finire il lavoro? Anche papà è molto occupato ultimamente!” Katerine, allora disse: “Ma cosa hai capito? Torniamo a vivere insieme! Abbiamo deciso di annullare il divorzio! Non sei contento?” Alen, che aveva solo allora capito, ma non era in condizione in quel momento di gioire disse: “Davvero? CCome è ssuccesso?” Katerine, sentendo il modo strano di parlare del figlio disse: “Cos’hai? Mi sembri molto strano. Stai male?” Alen, cercò di tranquillizzarla, ma lui stesso avrebbe avuto bisogno di un valium. Non riuscendo a trovare parole migliori, disse, ridendo sforzatamente come al solito: “No! Sto benissimo! Questa è una stupenda notizia! AHAHAHAHA!” “Infatti! Papà è venuto a Parigi proprio ora. Anche se qui è notte, ha voluto lo stesso parlarmi! Mi ha detto che mi ama ancora! Capisci? Vuole ricominciare da capo con me! Sai… io li per li ho fatto la difficile e l’indifferente, ma sai… confesso che anch’io volevo che tornassimo insieme ad essere moglie e marito! Hai capito?” Alen, che era in uno stato a dir poco compassionevole, poiché con terrore pensava ad Henry che era in un altro mondo, e pensava che la mammina in compagnia del papino, sicuramente avrebbe voluto parlare con lui, le disse: “Ho capito! Ma… quando tornate a casa?” Katerine, anche se contenta , riebbe la ‘ maledetta sensazione ‘ che suo figlio le stesse nascondendo qualcosa, anche aggravata dal racconto di Alex, che ritornando a casa aveva avuto un trattamento simile; quindi prendendo fiato disse: “Perché vuoi sapere quando rientriamo? Alen! Cosa mi stai nascondendo da giorni? Fammi immediatamente parlare con Henry! C’è papà che lo vuole salutare!” “Ci siamo!” Pensò Alen, e cercò di prendere tempo  per pensare: “Ancora mamma, non mi hai detto com’è andata la sfilata! I tuoi modelli sono piaciuti ai francesi che sono veri intenditori di alta moda?” Katerine si mise ad urlare per telefono come una pescivendola al mercato: “COSA ME NE FREGA DELLA SFILATA DEL CAVOLO! FAMMI PARLARE CON TUO FRATELLO!” Alen, dovette discostare il telefono dall’orecchio per non rischiare la perforazione del timpano, e poi con voce non molto convinta, le disse: “Ora non è possibile! Henry è sotto la doccia!” Katerine, che aveva chiamato a casa prima di telefonare al cellulare di Alen gridò: “MA QUALE DOCCIA! HO TELEFONATO A CASA E NON HA RISPOSTO NESSUNO! ALEN! MI FIDAVO DI TE, MA ORA…” Alen non le fece finire la frase perché disse: “Appunto! Era sotto la doccia! Sicuramente non ha sentito squillare il telefono! AHAHAHAHA! E poi, il cordless sotto l’acqua si rovina! Non vorrai comprarne uno nuovo? Sai, qui in America c’è crisi economica! AHAHAHAHA!” Il poveretto cercò di ridere in un modo talmente sforzato che per poco non vomitava.  Katerine al colmo della rabbia disse: “Vediamo se prendi in giro anche papà! Te lo passo!” E passò il telefono ad Alex, il quale volle sapere anche lui cosa stava succedendo e il perché di sua moglie che gridava come un’ossessa. “Alen? Cosa hai detto a mamma per farla gridare in quel modo?” Alen gli disse: “Niente! Cerca di calmare tu la mamma! Dille che Henry ora non c’è… cioè ora c’è… ma tra poco non ci sarà più perché… deve andare a studiare da un suo compagno! Sai, domani ha un’interrogazione molto importante a scuola e non può mancare a questo appuntamento! (Intanto, il poveretto, visto le assenze di Henry, sperava che non chiamassero dalla scuola per informarsi come stava lo studente). Domani potrà venire al telefono!” Alex, che tra l’altro era in preda anche lui dalla ‘ maledetta sensazione ‘ di Katerine, disse al figlio: “Senti! Tua madre mi ha parlato del tuo comportamento! Mi ha anche parlato di uno strano giornaletto che ha comprato qualche giorno fa! Io lo so che non è possibile quello che penso, ma me lo devi togliere tu questo dubbio atroce, visto che anch’io ho visto su internet delle cose molto strane! Dimmi cucciolotto! Mi devi dire la verità! Cosa è successo a tuo fratello Henry?” Alen, fu a quel punto, preso da un attacco di panico, e non sapendo cosa dire, cercò una scusa ma per poco non disse tutto: “Vedi papà, Henry è davvero da un amico! Non è nel mondo di Cip e Cio… no niente! Credimi!” Alex diventò bianco tanto che Katerine pensò che gli stava venendo un colpo, ma poi, riprendendosi disse: “Forse ho capito male! Va bene Alen! Quando vedi Henry digli che mamma e papà si sono rimessi insieme e che verranno tra circa due giorni, dipende dagli impegni di mamma! Ciao!” E chiuse il telefono. Alen era quasi andato in coma. Ormai i suoi genitori sapevano tutto. Sperava solo che Alex non dicesse nulla a Katerine. Sperava anche, che prima che arrivassero i suoi genitori, la faccenda che stava accadendo potesse concludersi per il meglio, ma ormai, secondo lui non c’era più nulla da fare. Tutto era compromesso. Quando, dopo un po’ si riprese, smise di cercare Ciop e si diresse a casa per stendersi.

 

In Aeroporto, Brian e Ciop attesero invano l’amico che avrebbe dovuto partire. Non arrivò! Brian, diede il biglietto al nostro eroe, che come potete immaginare lo ringraziò mille volte. Ad un tratto un altoparlante annunciò così: “Il volo 531, proveniente da New York è atterrato.” Ciop disse: “E’ il nostro!! Andiamo!!” Ma Brian disse: “No! Questo è atterrato! Ancora, il nostro aereo deve partire! Abbi pazienza Ciopper!” Ciop, allora si calmò. Passarono circa cinque minuti, quando lo stesso altoparlante annunciò: “Si informano i viaggiatori che l’aereo 975 della compagnia American Airline diretto a New York sta per decollare! Si pregano i signori viaggiatori di effettuare il check-in!” A questo punto Brian disse: “Ecco! Questo è il nostro! Vieni con me. Coraggio!” E prese Ciop per un braccio, dirigendosi verso un corridoio dove c’era un nastro divisore. Andando avanti, si vedeva molta gente che dall’altro lato del nastro andavano in senso contrario a Ciop ed a Brian. Ciop, curioso, chiese spiegazione di questo a Brian il quale spiegò che quelle persone erano i passeggeri dell’aereo che era atterrato in precedenza. Ciop, li osservava. “Quanta gente buffa che è arrivata!!!” Disse, vedendo persone di tutti i tipi: indiani, africani, giapponesi ecc. Ma c’era una persona tra queste molto particolare. Era molto alto, capelli neri e lunghi sulle spalle. Una barba nera gli contornava il viso. Portava gli occhiali da sole neri ed era vestito con una giacca anch’essa nera. Era Erik! Era appena giunto da New York. Si accorse subito di Ciop e sghignazzando tra se e se diceva: “Ecco qui lo scoiattolo!!! Bene!!! Moooolto bene!!!” Ciop ed Erik si incrociarono un istante. Si guardarono negli occhi. Ciop ebbe un sussulto, tanto che Brian se ne accorse e disse: “Ciopper! Cosa ti prende? Sei impallidito? Stai bene?” Quello rispose: “C’era un signore che mi ha guardato in modo strano!! Lo so!! E’ cattivo!! Mi ha fatto molta paura!! Non credo di aver mai avvertito tanta cattiveria in vita mia!!! E’ come me!! Lui non appartiene a questo mondo!! Lo so!!” Brian guardò Ciop e poi diede una risata e disse: “Forse hai visto un fantasma o un extraterrestre! Cosa stai dicendo! Non aver paura! Questa è tutta la paura di andare in aereo per la prima volta… sai anche a me è capitato! Rilassati e vedrai che andrà tutto bene!” Ciop, non era convinto della spiegazione del ragazzo. In cuor suo aveva visto bene! Ma andò avanti ed entrarono nella stanza dove si effettuava il check-in.

 

In quel momento, Alen arrivò a casa contemporaneamente con Terry e Cindy. Terry guardò Alen e non vedendo Ciop capì che era successo qualcosa. “Alen! Dimmi! Cosa è successo?” Disse la poveretta guardando il disgraziato negli occhi quasi a volergli cavare le parole di bocca. Quello, con un filo di voce, buttandosi sul divano a peso morto disse: “Che notizia vuoi sapere per prima? La buona o le tre brutte?” Il ragazzo disse questo con un sorrisino strano che non si capiva se fosse d’ironia o di disperazione. Cindy proruppe mentre Terry stava per rispondere: “Prima la bella!!! Prima la bella!!!” Alen, disse sempre più bianco in viso: “Ok! La bella è che i miei genitori ritorneranno a vivere insieme! Vogliono annullare il divorzio!” Cindy disse: “E’ meraviglioso!!! Bisogna avvertire subito Henry!!” Ma Terry disse: “E quella brutta?” Alen allora disse con gli occhi lacrimosi: “Vorrai dire quelle brutte! Vedi, amore, di notizie brutte ne ho tre al prezzo di una! AHAHAHA!” E si mise a ridere, questa volta per non piangere. Terry, deglutì e alla fine disse: “Sentiamo!” Quello, si mise a raccontare: “Allora! Cominciamo a dire che SIAMO ROVINATI DAVVERO! Questa volta non abbiamo scampo!” La ragazza disse: “Questa è la prima notizia?” e Alen: “No! Mia cara! Ancora questa è solo l’introduzione alle notizie!” Quella, guardando Alen spaventata riprese: “Va avanti Alen! Non mi tenere sulle spine!” Alen, la guardò fisso come fa un sarto quando deve infilare il filo nella cruna dell’ago e proferì: “Ma quali spine! Qui ci sono i carboni ardenti dell’inferno! Bene… La prima notizia è la seguente: Ciop è scomparso e non so proprio dove sia finito! Eravamo al parco e zak… è scomparso nel nulla come un coniglio nel cilindro di un prestigiatore! AHAHAHAHA! Carina, non è vero?” Cindy si mise a piangere come una fontana, mentre Terry non osava chiedere della seconda brutta notizia; ma Alen continuò nel suo monologo contando con le dita le notizie. “Ok! Sentite questa… La seconda, è che io, e ripeto IO, ho spifferato il nostro segreto ai miei genitori che hanno capito tutto! SANNO TUTTO! AHAHAHA! Anche questa è buona! Non è vero? Dovete sentire la terza che è ancora più divertente!” Disse, bianco in viso e ridendo come una iena, mentre Terry stava, (come sempre) per svenire. “Sentite ora la terza! Questa è la più forte di tutte! I miei genitori torneranno, tutti e due tra soli… e ripeto soli due giorni o giù di li! E ancora Henry è in un altro mondo sperduto, lontano da Dio e da chiunque altro! AHAHAHAHAHA! E’ tutto qui…” E svenne lungo lungo sul divano, mentre Terry non poté svenire in santa pace perché dovette soccorrere, sia il fidanzato e poi Cindy che ormai era quasi disidratata per il gran piangere.

 

Intanto, in aeroporto, i due ragazzi arrivarono fino al luogo dove si facevano i controlli di sicurezza. C’erano dei poliziotti a controllare i bagagli con il metaldetector e alcuni cani antidroga grossi come lupi che annusavano tutto quello che gli arrivava a tiro. Brian disse a Ciop che sarebbe andato lui per primo, e infatti si infilò fra gli agenti. Quelli vedendo il ragazzo gli tolsero il giubbotto e gli chiesero il biglietto. Ciop tirò un sospiro. “Non mi controlleranno il biglietto in aria!! Così non rischierò di essere buttato di sotto!!”. A Brian chiesero anche il documento d’identità, e qui Ciop diventò serio un’altra volta. Lui non aveva documenti! (E come avrebbe potuto averli?) Si ricordò delle parole di Alen, e tremando come una trottola attese il suo turno. “Si avvicini!” Ordinò un poliziotto a Ciop. Quello con le gambe che per il gran tremare sembravano due budini, si avvicinò. L’agente cominciò a tastarlo dovunque, e il nostro eroe, ridendo si rivolse così al milite: “No!! Che fai!! Mi fai il solletico!!! Smettila!!!” Quello, girandosi disse: “Cerchi di non fare lo spiritoso. Esibisca il biglietto e il documento d’identità!” Ciop, smettendo di ridere diede il biglietto al policeman con occhio pio. Quello lo osservò a lungo e poi stava per chiedere il documento, quando la radio che il poliziotto portava addosso cominciò a parlare: “Attenzione agli agenti in zona 12 e 13! Tentata rapina in settore 14! Portarsi immediatamente! Dare il ricevuto!” Quella chiamata fu per Ciop la salvezza; il militare disse: “Va bene! Passate pure!” E dovette correre per vedere cosa stava accadendo nel fantomatico settore 14. Il nostro eroe, così poté passare, e arrivò, insieme a Brian sul lungo corridoio che portava alla pista, dove un enorme aereo era pronto ad accogliere i passeggeri.

 

Era passata un’ora dal rientro a casa di Alen. La situazione in casa non era affatto cambiata. Alen, si era ripreso ma era in preda alle convulsioni; Cindy, aveva smesso di piangere ma restava a guardare la porta di casa in modo tenero; Terry era accanto al suo fidanzato e gli teneva la mano come a sorreggerlo, ma in realtà tentava di sorreggersi lei stessa. Cindy in preda alla disperazione si mise a parlare da sola: “Povero Ciop!!! Amore!!! Indifeso, piccolo scoiattolino!!! Dove sei?? Cosa stai facendo?? Ti rivedrò?? Sei stato sempre così di buon cuore!! Cosa ho fatto di male per perderti?? Sei stato sempre così gentile e buono!! Hai sempre messo da parte la tua felicità per la mia!! Persino ora!! Per farmi dimenticare l’avventura di questa notte, mi hai fatto uscire con Terry per divertirmi…” “COSA?”  Disse Alen risvegliandosi dal coma irreversibile che lo aveva colpito. “CINDY! RIPETI QUELLO CHE HAI DETTO!” Cindy ripeté: “Povero Ciop!! Amo…” “Non quello! La fine! COSA HAI DETTO ALLA FINE!” Cindy, guardando Alen che sembrava un drago, disse: “Si Alen!! Per farmi dimenticare quello che è successo stanotte, Ciop ha voluto che io uscissi con Terry…” Quello, interrompendola: “E poi ha voluto che l’accompagnassi al parco! E’ stata una fuga premeditata! A me, ha detto che eri stata tu a dire a Terry di voler uscire! Ah! Se lo prendo… Va bene! Vado a cercarlo!”

 

All’aeroporto, Ciop e il suo amico erano intanto sulla scaletta d’entrata dell’aereo. Brian disse: “Ecco! Tra qualche ora arriveremo a New York! Non ci resta che salire. Dimmi. Hai detto che ti chiami Ciopper, ma il tuo vero nome qual è?” Il nostro amico, vedendo che il ragazzo, almeno all’apparenza era un tipo raccomandabile, decise di svelargli il suo segreto. Quello, all’inizio stentò a credere ma poi, visto che Ciop sembrava molto convincente disse: “Per Diana! Ma stai parlando sul serio? Tu sei il mitico Ciop! Io credevo che Ciop fosse uno scoiattolo, ma tu…” “Io lo sono!!” rispose Ciop: “Solo che mi sono trasformato in essere umano durante il teletrasporto!!” I due continuarono a parlare salendo le lunghe scale, ma quando intravidero la porta, Ciop fu preso dallo spavento. “No!! Io non vengo!! Solo ora mi rendo conto che lascio da sola Cindy!! E poi… ho paura!!” Brian, lo guardò e poi disse: “E va bene! Ancora sei in tempo per cambiare idea. E’ stato un piacere conoscerti!” (Brian non aveva creduto a Ciop, ma qualcosa nel cuore gli diceva che in quel ragazzo c’era qualcosa di speciale.) Ciop, ringraziò di cuore Brian e gli disse: “Tu… tu non mi hai trattato da matto!! Evidentemente non tutti gli esseri umani sono cattivi!! Io ho avuto la fortuna di conoscere gente come te e Alen!! Non so se ci rivedremo!! Ma se questo accadrà troverai in me sempre un amico!!” Il ragazzo lo salutò a mano aperta e poi sparì dentro l’aereo. Ciop scese velocemente le scale e fece il percorso inverso che aveva fatto con Brian. Aveva preso la decisione giusta. “Partire non è molto saggio!! Per andare dove poi?? Non posso nemmeno lasciare sola Cindy!! Soffrirebbe troppo, e poi Alen, e la buona Terry!! NO !! Sto meglio a casa loro!! Vedremo cosa succederà!! Poi… c’è anche quella persona cattiva che ho incontrato prima!! Lo so!! Sembra pazzesco, ma somigliava a Erik la volpe nera!! Mi guardava con cattiveria!! Ma!! Vedremo cosa succederà!! Se solo il mio fratellino si trovasse qui… sarebbe tutto molto diverso!!!”

 

Alen, in macchina, girava per la città senza sosta. Era distrutto. Gli ultimi avvenimenti gli balzavano in mente come cavalli impazziti rendendogli impossibile pensare ad altro. Stringeva il volante con tutte e due le mani quasi a volerlo staccare. Ciop lo aveva ingannato. Perché lo aveva fatto? Ormai il poveretto non vedeva altro che buio intorno a se. Il terrore che rientrassero i suoi genitori prima che Henry fosse a casa lo uccideva.

Girò per parecchie volte senza trovare posa. Chi lo conosceva gli porgeva il saluto ma lui niente. Nemmeno gli dava retta. Si ripropose, allora, di rientrare a casa, era l’unica cosa da fare. Guidò come un pazzo, quasi piangendo per la strada che doveva condurlo fino alla sua dimora. Ci arrivò. Parcheggiò l’auto tamponando un’altra vettura. Nemmeno si degnò di vedere i danni provocati e corse in casa.

Come potete immaginare, Terry e Cindy con Scott (che era arrivato cinque minuti prima), chiesero subito notizie del fuggitivo, ma Alen, trattenendo a stento le lacrime disse: “Non l’ho trovato! Potrebbe essere dovunque!” E si mise a piangere come un bambino. Scott, che sapeva tutto, in quanto Terry lo aveva informato, disse: “Ciop sicuramente sta bene! Non vi dovete preoccupare! Lo sanno tutti che…” “Che… che cosa? Che mi arresteranno per omicidio? Questo sanno? E’ quello che mi merito! IO HO ABBANDONATO MIO FRATELLO! Non gli ho causato altro che male! Non siamo in un cartone animato dove tutto si risolve in pochi fotogrammi! Questa è la vita reale! QUI SI MUORE! Vi prego, aiutatemi voi perché ho perso ogni speranza!” In questo modo, Alen, sfogò tutta la sua preoccupazione, piangendo come non aveva mai fatto. Terry, Cindy e Scott gli andarono vicino e lo abbracciarono piangendo senza poter dire nulla.

 

Ciop, all’interno dell’aeroporto, cercava il modo di ritornare a casa. Si guardava freneticamente intorno per cercare aiuto. Pensava anche di non aver denaro: “Per viaggiare servono i soldini!! Questo l’ho imparato!! Ma… io ora non ho nemmeno un centesimo!! Come farò ad arrivare a casa??” Questo , lo turbava e non di poco, poi, pensava pure che Alen era in pensiero (il poveretto non sapeva che era addirittura disperato)  perché lo aveva lasciato come un deficiente al parco senza una spiegazione: “Chissà come sarà arrabbiato!! Sicuramente quando arriverò a casa me ne dirà di tutti i colori!! Ha ragione!! Ma io… so esattamente quello che gli devo rispondere!!! Già!!! Gli dirò che avevo intenzione di andare a New York da Erik (e qui ebbe un brivido), ma che poi ci ho ripensato per non farli stare in pensiero!!! Certamente, buono com’è mi perdonerà e mi dirà pure ‘ BRAVO ‘ !!” (Il poveretto non sapeva nulla delle novità che erano accadute). Così pensando, si mise in cammino.

Dopo qualche giro, si sedette sconsolato su una sedia e guardava le persone passare. “Se potessi chiedere a qualcuno qualche soldino per il biglietto dell’autobus!!” Pensò, così, detto fatto fermò la prima persona che gli sembrava dall’aspetto buona di cuore. Era una donna. “Scusa?? Mi potresti dare un soldino??” La donna, nel vederlo commentò: “Soldino? Ma vai a lavorare accattone!” Ciop risentito disse: “Se tu ti trovassi sola, senza nessuno, lo faresti anche tu!! A me il soldino serve per tornare a casa da Alen!!” Quella, senza dargli udienza, girò le spalle infastidita. Il nostro amico era disperato. Non avrebbe trovato facilmente il denaro per il biglietto. “Hanno ragione!! Non si possono chiedere soldini agli sconosciuti!! E come andare da uno scoiattolino e dirgli di darti tutte le sue ghiande!! Credo che sia la stessa cosa!!” E così provò a pensare al modo di ottenere il denaro necessario. In quel preciso momento, passava davanti a lui la vecchietta che gli sorrise alla fermata dell’autobus. Quella, vedendolo gli rivolse subito la parola: “Cosa ci fai qui da solo?? Anche tu Ciop hai avuto la mia stessa avventura??” Ciop, guardandola le disse: “Vecchina!! Come fai a conoscere il mio vero nome??” Quella con un sorriso disse: “E’ stato tanto tempo fa!! Mi ero addentrata nel bosco quando ho visto gli archi!! Il destino ha voluto mandarmi in questo mondo!! Quando ripresi i sensi non avevo più le ali ma braccia!! Ero diventata un essere umano!! Sono Gran Ma!!” Ciop rimase come incantato e poi abbracciandola disse: “Mi ricordo!! Eri scomparsa dopo che Red ha avuto i cuccioli!! Ti abbiamo cercata dappertutto!! Red, ancora spera di trovarti!!” Gran Ma disse: “Lo so!! In questo tempo ho imparato a conoscere gli esseri umani, e con grande sorpresa ho scoperto che loro ci conoscono e sanno tutto di noi!! Ti ho visto prima alla fermata dell’autobus!! Ma dimmi, cosa ci fai tutto solo qui?? E Cip??” Ciop, raccontò ogni cosa. Quella, guardandolo amorevolmente disse: “Ho capito!! Ma adesso ci sono io!! Non ti devi preoccupare!! Lavoro sai!! Per vivere in questo mondo ho dovuto cercare di arrangiarmi, in fine ho trovato il lavoretto che faceva al caso mio!! Accompagno sugli aerei le persone anziane e i bambini!! Solo che mi pagano pochino!! Ma così ho potuto incontrare molta gente!! Quello che mi manca di più, è volare!! I soldi che guadagno mi servono per vivere!!” Ciop, sentiva quei discorsi con ammirazione. Era davvero brava Gran Ma a cavarsela, e non sembrava aver paura di quel mondo così strano. Guardandola negli occhi, le propose: “Perché non vieni a casa di Alen con me?? Sai… lui è molto buono e poi ha anche una fidanzatina!! Si chiama Terry, e poi c’è Cindy che sicuramente sarà contenta di vederti!! Allora vieni??” Gran Ma accettò con gioia. Ciop le disse anche di non avere i soldi per il biglietto, ma Gran Ma, con fare risoluto disse: “Pago io!! Per te Ciop farei questo ed altro!!” E i due partirono per andare a fare i biglietti.

 

Nella casa di Alen, Scott era ancora li e cercava, come poteva, di consolare Cindy che ormai piangeva a dirotto. Alen, in preda quasi ad una crisi di nervi, andava su e giù per la casa. Erano già passate parecchie ore ed ancora di Ciop nessuna notizia. Passarono altri trenta minuti, poi una scampanellata fece rizzare i capelli dei quattro amici. Terry andò ad aprire e si vide comparire davanti Ciop con Gran Ma. Gettò un urlo tanto forte che Alen accorse insieme a Cindy ed a Scott, gridando: “Santo Dio! I miei sono ritornati! Devo nascondermi!” Terry, lo tranquillizzò dicendo: “No amore. E’ Ciop!” Quello, nel sentire questo non si tranquillizzò, anzi gridò: “DISGRAZIATO! Dove sei stato? Ti ho cercato dappertutto!” Ciop, vedendolo così infuriato, ebbe paura e si nascose dietro le spalle di Gran Ma che esclamò: “Ciop!! E menomale che era buono!! Sembra un drago!!” “E lei, chi diavolo è?” Disse al colmo della rabbia il ‘ drago ‘ di Alen, mentre cercava di capire dalla fisionomia chi fosse quella donna anziana. “Sono Gran Ma!! Figliuolo!! Cerca di calmarti!! Hai spaventato Ciop!!” Alen, che non si ricordava più di quel personaggio del cartone animato Red e Toby, disse: “Gran chi?” Scott aveva capito e disse: “Come come? Gran Ma! Non è possibile! Ma come…” “Ma come lo dico io! Mi volete spiegare che cavolo sta succedendo e chi è questa vecchia?” Disse di botto Alen che era verde in viso come un ramarro. Scott, pieno di meraviglia disse: “Come? Non la conosci? Non hai mai visto Red & Toby? E’ quel gufo che aiutò Red ad essere adottato!” Alen non capì subito, ma poi, ricordandosi del cartone animato sbottò: “Ah! Anche questa? Mio Dio! Com’è possibile? Non ci mancava solo il problema di Ciop e di Cindy, adesso si aggiunge un gufo… pardon… una gufa, a farmi uscire di senno!” Gran Ma, filosoficamente disse: “Vada per la GUFA!!! Ma io sono qui perché è stato Ciop ad invitarmi!!! Mi ha spiegato tutto!!” Alen, che credeva ben poco alle parole di quella sconosciuta, credendola una squilibrata disse: “Ho detto a Ciop di non dire nulla di tutto questo agli estranei e invece mi porta in casa una pazza! COSA DEVO FARE?” Ciop, disse: “Alen!! Credimi!! E’ proprio lei!! Io volevo andare a New York per parlare con Erik il disegnatore, ma ho pensato che ti saresti arrabbiato, così non sono partito, ma non avevo soldini per ritornare a casa!! Gran Ma mi ha visto e mi ha riconosciuto!! Mi ha dato lei i soldini per l’autobus!! Credimi!! Non volevo farti arrabbiare!! Se non ci credi… ecco… tieni il biglietto per New York!!” E diede in mano ad Alen il biglietto aereo. Quello, con intorno Terry, Cindy e Scott, constatò che il biglietto era vero. “Come diavolo hai fatto a comprarlo? Chi ti ha dato il denaro?” Disse ansimando Alen che, a quel punto, credeva che Ciop avesse fatto una rapina in compagnia della ‘ gufa ‘. Ciop, con un sorriso spiegò: “E’ stato Brian a darmelo!! Sai… è un bravo ragazzo che ho conosciuto fuori dall’aeroporto!!” Terry, che era bianca in viso, disse: “Prima di svenire, voglio dire una cosa. Da quando in qua si regalano biglietti aerei che costano parecchi dollari a perfetti sconosciuti? Chi è questo Brian?” Ciop, sorretto da Gran Ma, ed ora anche da Cindy che stava abbracciando con grande affetto la vecchina, spiegò del regalo ricevuto. Scott, nel sentire questo discorso, prendendo fiato disse: “Adesso è tutto chiaro. Credo che a questo punto tutto si sia risolto!” Alen, guardò il ragazzo e con aria triste disse: “E’ stato risolto solo un problema! Ma non quello principale!” Gran Ma, a quel punto disse: “Va bene!! Io credo che si possano risolvere anche gli altri!! Vedrai Alen!! Troveremo il modo di far ritornare tuo fratello a casa e rimandare Ciop e Cindy nel loro!! Io forse so già come fare, solo che mi serve un po’ di tempo!! Parola di Gran Ma!!” Tutti i presenti, anche se avrebbero voluto credere a quelle parole rassicuranti, non ne erano molto convinti. Gran Ma, restò con loro fino all’ora di cena, raccontando tutte le sue esperienze, tra le quali anche quella di aver conosciuto Erik. “Non potete nemmeno immaginare quello che può e che ha già fatto!! E’ capace di tutto!! L’ho incontrato durante una battuta di caccia!! Stavo volando sopra una radura, quando avvistai un topolino!! Mi avvicinai per prenderlo, ma c’era già chi lo stava puntando. Era Erik!! Subito, ringhiando mi disse che la preda era sua!! Io per gentilezza gli proposi di fare a metà, ma lui ringhiando ancora più forte mi disse queste parole: ‘ Potrei cancellarti per sempre gufo!!! Io sono mooooolto potente!!! Di te non resterebbe altro che uno sbiadito ricordo!!!! Io, qui dentro sono DIOOOOO!!! ‘ E se ne andò!! Non capisco ancora oggi quello che voleva dire, ma sento la sua pericolosità!!! Bisogna fermare Erik!!” Tutti quanti ascoltarono con ansia, e Scott disse: “Delirio di onnipotenza! Crede di poter fare tutto! E’ pazzo! E quel che è peggio, credo che lo possa fare!” Ciop, nel sentire questo, si ricordò dello strano incontro in aeroporto, e disse: “Ragazzi!! Non so se è possibile!! Credo di aver visto Erik in aeroporto!! Non so come spiegarlo!!” E raccontò del fatto successo. Tutti tremarono, ma Alen disse: “E perché Erik sarebbe venuto qui? Non ha senso! Ciop! Ti sei sbagliato!” E si mise a ridere sforzatamente come un matto, mentre Gran Ma disse con dolcezza: “Speriamo che sia come dice Alen!!”

 

William il disegnatore, intanto era ritornato a casa sua. Siccome erano già le otto, si stava preparando psicologicamente all’incontro con Erik. Con suo padre, mangiò in fretta ed in furia la cena e disse al genitore che doveva uscire quella sera ma non disse altro.

Andò in camera sua e cominciò a vestirsi con abiti più comodi perché, aveva paura che Erik venisse alle mani, ma poi, più ci rifletteva e più si rendeva conto che stava esagerando: “Ma cosa mi viene in mente? Si tratta solo di un incontro di lavoro! Comunque per quanto strano può essere Erik, non penso che arrivi a tanto! Io, in ogni modo, prenderò le mie brave precauzioni. Da come lo descrivono tutti, deve essere proprio un bel tipo. Ho cominciato da poco a lavorare con lui! Mi manda i suoi disegni ed io i miei! Non ci siamo mai incontrati! E’ la redazione che decide se le storie sono valide oppure no. Adesso è stato licenziato… beh… Nessuno lo voleva nella sua squadra! E poi… ho come l’impressione che si sia calato nella parte di quella bruttissima volpe, fino ad identificarsi! E’ da manicomio! Oppure da manicomio sono io che credo al racconto del signor Alen. No! E’ tutto vero! Io lo sento! Affronterò Erik e gli dirò di smetterla. E’ l’unica cosa da fare!” Pensando così, William si rimise in tasca il taglierino, uscì dalla camera indossando un paio di jeans ed una maglietta.

Suo padre  parve molto stupito di vederlo uscire a quella ora insolita, ma lui lo tranquillizzò e uscì di gran fretta.

Si erano fatte le nove e mezza, quando entrò in macchina. Non riusciva a stare calmo. Girava per la città senza riuscire a comprendere il motivo che aveva spinto Erik a scegliere quel posto.

Quando si fece l’ora stabilita, svoltò per una strada che conduceva ai vecchi studios. L’atmosfera era tetra. Sembrava che quel posto fosse disabitato da anni e anni. Attraversò una via senza luce; i lampioni non avevano le lampade. Sembrava tutto così scuro e spettrale che metteva i brividi. Solo qualche gatto passeggiava tra i cassonetti dei rifiuti pieni di qualsiasi cosa. Sembrava non fossero mai stati svuotati. L’impavido disegnatore, parcheggiò l’auto vicino alla costruzione. Scese piano come se stesse per entrare in una chiesa, guardò sopra la porta d’ingresso e vide solo la grande ‘ D ‘ di Disney stilizzata, mancava l’altro pezzo dell’insegna. Rabbrividì. Poi, addentrandosi, inciampò su qualcosa. Era un’enorme testa che raffigurava Topolino, riuscì a trattenere un grido, quando si sentii chiamare: “Hey!!! Pezzo di disegnatore di quart’ordine!!! Sooono qui!!! Cosa aspetti a venire???” William, visibilmente bianco dalla paura, cercando di far capire il meno possibile la sua situazione, avviandosi nella direzione da cui era provenuta la voce, disse: “Erik? Sei tu?” Quello, disse: “Certo che sono io!!! Ti stavo aspettando!!! Volevi parlarmi?? Beh… sono qui!! AHAHAHAHA!!!” William si avvicinò ad Erik. Quando il nostro amico lo guardò in faccia, fu preso da un fremito. “E’ spaventoso! Sembra la copia sputata di quella volpe argentata! Ma che sia altrettanto malvagio e cattivo?” “Dunque Williammuccio bello!!! Ti vedo moooolto spaventato!! Non sarai spaventato per me??? Non ti mordo mica!!!! AHAHAHAHAHA!! Però se mi costringi…” Disse Erik, piantando i suoi occhi negli occhi di William, il quale cercò di cambiare discorso: “Volevo parlarti di quei fumetti che abbiamo disegnato. Non ci crederai mai! E’ tutto vero! Quello che abbiamo scritto e messo in grafica sta accadendo sul serio! Anche in realtà!” Quello, per niente stupito disse: “Perché?? Non lo sapevi?? Io non aspettavo altro da tanto tanto tempo!! Non aspettavo altro che uno sciocco essere umano e uno sciocco cartone animato esprimessero insieme quel desiderio!!! E’ stato moooolto divertente vederli soffrire!!! Ma la colpa non è mia!!! Io sono solo uno spettatore, ma sai… mi hanno chiamato in causa!! Io ho dovuto fare lì per lì il mio lavoro!!! Mi sono divertito parecchio a sbranare i piccoli di quella volpe, ma per sfortuna si sono salvati!!! ACCIDENTACCIO!!!!” “Quindi…” riprese sbigottito William, “Tu ti identifichi con il tuo personaggio? E’ pazzesco! Ho sentito parlare di questa crisi d’identità degli artisti, ma questo è troppo!” Erik rispose: “Io identificarmi?? HAHAHA!!! E’ la cosa più stupida che abbia sentito in tutta la mia vita!!! Mio caro!!! Si dà il caso che io non mi identifico!!! LO SONO!!! Capisci!!! La faccenda che è successa tra Henry e quello stupido scoiattolo, mi sta solo dando l’occasione di divertirmi a distruggere tutto il mondo dei cartoni animati!!! IO ODIO TUTTI!!! Sono troppo buoni!! Mi fanno SCHIFO!!!” William era scandalizzato e nello stesso tempo spaventato. “Quindi appartieni a quel mondo? Ma dimmi come hai fatto ad arrivare fin qui?” Disse sbigottito il nostro amico. Erik rispose: “Ho sentito parlare del segreto dal coniglio Warner!! Diceva che gli esseri umani potevano, con un colpo di matita o di gomma, cambiare per sempre il destino!!! Ho solo seguito la strada che il coniglietto deficiente mi ha inconsapevolmente indicato!!! Eccomi qua!!! Passato attraverso i tre archi!!! Facile, no??” William, chiese a quel punto: “Scusa! Ma tu allora, puoi andare e venire come vuoi? Ma per andare come fai?” Erik non diede una risposta ma si mise a ridere sguaiatamente. “Mio caro!!! Tu vuoi sapere troppo!!! Sapevo dei tre archi perché ho fatto l’esperimento di attraversarli!!! Ma una volta qui, mi sono dovuto ingegnare con il mio istinto da volpe, a trovare una soluzione per tornare nella mia tana!!!! AHAHAHAAHA !!! Tu, vorresti aiutare lo scoiattolo e l’essere umano?? Vorresti che ti dessi una zampa?? No!!! No!!! E poi no!!! Mi sto divertendo troppo!!! Un’altra cosa!!! Non ti permettere di mandare Red a consegnare messaggi!!! TI AVVERTO!!! Lo ucciderò con le mie zanne!! E con lui, ucciderò pure i suoi cuccioli che hanno avuto la fortuna di salvarsi!!! Questo non è capitato mai a nessuno delle mie vittime, che sono moooolte!!! Anzi!! perché non uccidere Henry?? Sarebbe un finale degno di Erik la volpe nera!!! AHAHAHAHA!!!” William, si rese conto della pericolosità di chi gli stava davanti, e spingendolo con fare minaccioso, prendendolo dal colletto della camicia disse: “Non te lo permetterò! Non permetterò che capiti una cosa così crudele! Tu non sei degno di essere uno dei personaggi di quel meraviglioso mondo! Dimmi! Chi ti ha disegnato? Chi è stato così folle da disegnare un essere crudele come te?” Erik si mise a ringhiare da essere umano e diede un morso al braccio del nostro amico: “GHRRRR!!!! Non mettere le tue manacce su di me!!! ESSERE UMANO!!!! Non so chi mi ha disegnato!!! So solo che ucciderò tutti quelli che si mettono sul mio cammino!!! Non capisci??? IO HO IL POTERE ASSOLUTO!!!” William aveva il braccio sanguinante. Era terrorizzato da Erik, ma voleva a tutti i costi difendere sia Henry che Ciop, e tutti gli altri personaggi, quindi gli diede un pugno in pancia e gli disse gridando: “NO! TU NON HAI NESSUN POTERE! Sei solo malvagio e cattivo! Chi dovrebbe essere cancellato dovresti essere solo tu!” Quello, rialzandosi disse: “Bada!!! Ucciderò Ciop!!! Te lo giuro!!! Porterò la sua testolina qui e le darò fuoco!!!! Poi… darò a te quello che ti meriti!!!! E’ una promessa!!! GHRRRRR!!!” E ringhiando, scappò via lasciando William da solo al buio. Quello, dolorante e tremante, decise di andare subito da Alen per avvertirlo del pericolo. “Devo andare subito a casa del Signor Wilson! Ciop e Cindy sono in pericolo! Non c’è tempo da perdere! Ma prima… devo avvertire Cip, Henry e Red di quello che è successo!” Così, montò in macchina, prese album e matite (che lui teneva sempre in automobile), e disegnò il messaggio da dare ai nostri amici nel mondo dei cartoon, e appena ebbe finito, partì di gran carriera per la casa di Alen.

 

 

 

 

 

 

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