CAMBIAR VITA

CAPITOLO 23

 

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Nel momento in cui abbiamo lasciato Henry e Cip andare sull’albero, Alen e Ciop, nel mondo degli esseri umani, erano in casa e non facevano altro che attendere qualche notizia, sia dalla tv, che da Terry che era andata a casa sua.

Dopo un po’, Alen alzandosi di scatto dalla poltrona disse a Ciop: “Io non riesco più a stare in casa. Usciamo un po’.” “E dove vuoi andare??” Disse Ciop stiracchiandosi: “Non ne ho la più pallida idea; sai, l’attesa di notizie mi sta facendo uscire di senno, e sento proprio che se non esco impazzirei. Ho un’idea! Vieni con me, voglio farti visitare un luogo che a Henry piaceva molto. Si trova proprio all’angolo della strada, è una sala giochi enorme. Avrai l’occasione di vedere come i ragazzi di questo mondo si divertono. Usciamo!” Rispose Alen chiudendo la televisione. Ciop disse che l’idea di andare in una sala giochi gli piaceva molto, e che era molto ansioso di vedere giocare dei ragazzi. (Ciop non aveva idea di cosa fosse in realtà una sala giochi.) Uscirono dalla casa, e subito un ragazzetto con una ricetrasmittente in mano, (sicuramente il ragazzo era stato delegato dalla società degli Agenti Speciali, di tener d’occhio la casa di Alen), gli andò incontro e ansimando disse: “Non negarlo Alen! A questo punto non puoi più nascondere nulla! Lo sappiamo tutti in città, che questo ragazzo che sta con te è Ciop! Non pensi che sia ora di raccontarlo a tutti?” “MA CHE STAI DICENDO?” Disse Alen infuriandosi: “NON TI RENDI CONTO CHE QUELLO CHE DICI E’ IMPOSSIBILE? COME PUO’ ESSERE CIOP QUESTO RAGAZZO? CHI TE L’HA DETTO? FORSE E’ STATO ROGER?” Il ragazzino, restò per un momento perplesso, ma subito incominciò a dire che Roger non centrava niente, e che prima o poi, avrebbe scoperto la verità, e scappò a gambe levate. Alen rimase per un po’, con i pugni chiusi dalla rabbia, e Ciop, vedendolo in quello stato, non pensandoci disse: “Alen!! Allora è vero che tutti sanno che sono qui!! Forse è meglio che diciamo a tutti la verità, come ha detto quel ragazzo, non trovi??” Ma Alen voltandosi inviperito, con un’espressione che faceva paura disse con tono iracondo: “Allora tu non vuoi più vedere Cip! Lo sai che se per malaugurata ipotesi, la gente sapesse che sei qui, andrebbe dal disegnatore, che a sua volta sarebbe costretto a non scrivere più sul giornale, e quindi non avremmo più la possibilità di comunicare con tuo fratello e con Henry? E che forse non rivedremo mai più i nostri rispettivi fratelli? Tu saresti rinchiuso in un ospedale per matti, e io sarei accusato per rapimento o addirittura per omicidio!” Ringhiò Alen, riscaldandosi. “E perché io andrei a finire in un ospedale per matti, e tu accusato addirittura per delle cose che non hai commesso??” Chiese innocentemente Ciop. “Ah! Non lo sai? Va bene allora te lo spiego! Siccome mio fratello in questo mondo è come se non esistesse, io sarei accusato di averlo fatto rapire, o di averlo addirittura ucciso; e siccome sempre in questo mondo, nessuno crederebbe alla tua storia, ti scambierebbero per un matto, e condotto senza remore in un manicomio, e non potremo più stare insieme e non vedremo mai più i nostri fratelli! Hai capito perché non voglio che nessuno sappia chi sei veramente?” Spiegò Alen, senza trascurare alcun particolare doloroso. Ciop era avvilito, perché non aveva capito bene, tutto quello che Alen aveva spiegato, ma sentiva che erano cose molto brutte, e quindi decise di non chiedere più nulla sull’argomento.

 

Arrivati davanti alla sala giochi, Alen prese il portafoglio e diede un dollaro a Ciop e disse: “Con questo denaro potrai giocare. Adesso vai dentro, avvicinati alla cassa e chiedi al cassiere i gettoni, perché io devo andare a casa di Terry per sapere come sta. Tu non ti muovere di qui e non dire a nessuno come ti chiami altrimenti…” “Non ti preoccupare Alen!! Vai tranquillo!!” Disse Ciop, sentendosi per la prima volta libero, per un po’ di tempo dalla presenza di Alen.

Dopo che Alen girò l’angolo, Ciop si diresse dentro la sala giochi, dove non si sentiva altro che ragazzi chiacchierare e gridare, per non parlare dei molti BIP BIP, che uscivano dai videogames. Poi voltandosi da un’altra parte vide un videogioco enorme che avrebbe fatto impressionare perfino Archimede Pitagorico in persona, tanto che ebbe un leggero capogiro e si scontrò con un ragazzo vestito con un giubbotto di pelle nero che subito incominciò a dire: “Guarda dove metti i piedi, e sta alla larga! CAPITO?” Disse il ragazzo con un tono, sicuramente poco amichevole. Ciop si scusò subito e si allontanò borbottando: “Guarda che razza di gente mi tocca incontrare!!” E andò a chiedere dove si trovava il cassiere. Un ragazzo gli indicò dov’era , e lui ringraziandolo si diresse verso la cassa. Il cassiere, era un uomo, all’incirca di quarant’anni, che subito quando lo vide gli disse: “Vuoi i gettoni?” Ciop non sapendo cosa dire, gli disse di si, ma si dimenticò che si doveva pagare e attendeva i gettoni, guardando il cassiere con un bel sorriso. L’uomo lo guardò e gli disse: “Beh? Non vuoi i gettoni allora?” Ciop gli rispose di si con un cenno del capo; ma l’uomo incalzando disse: “Se vuoi i gettoni devi pagare! Non sono mica gratis!” “Oh!! Scusate tanto!!!” Disse Ciop prendendo il dollaro dato da Alen, e lo porse al cassiere guardandolo con un sorriso. Il cassiere, prima, verificò se la banconota fosse vera, e poi giratosi verso il registratore di cassa, prese dieci gettoni e li diede a Ciop che andò verso i videogiochi, convinto che con quei gettoni si potessero fare cose meravigliose. Si avvicinò ad un gioco di motociclette, dove stava già giocando un ragazzo e disse: “Per favore scendi da li, perché ho i gettoni e devo giocare anch’io!!!” “Cosa vuoi? Non vedi? Ora sto giocando io, lasciami in pace!” Rispose irritandosi il ragazzo; “Ma io ho i gettoni!!!” Disse Ciop arrabbiandosi, “E con ciò? Ma fammi il favore e lasciami stare, e se hai desiderio di guai… beh io ti accontenterò!” Ciop, vedendo che con quel ragazzo non si poteva discutere, girò le spalle ed andò via borbottando. Dopo un po’ di giri, vide che degli uomini stavano montando una macchina che era collegata ad un computer. Ciop che era molto curioso (come tutti gli scoiattoli del resto), non esitò ad avvicinarsi a quegli uomini che avevano un tesserino attaccato sulla giacca che diceva “WALT DISNEY INTERACTIVE  CORPORATION”, e subito nel suo cervello balenò l’idea di andare a vedere cosa stavano montando. Gli uomini si accorsero che Ciop li osservava, e uno di loro si avvicinò a lui e disse: “Ciao! Vuoi provare il nuovo videogioco della Disney? Sai, è in realtà virtuale, ti divertirai un mondo!” Ciop non capì bene di cosa si trattava, ma rispose senza pensarci che lo voleva provare, anche perché era attratto in maniera irresistibile da quella macchina. L’uomo disse che lui era il primo ragazzo a provarlo in assoluto, e che se l’esperienza che avrebbe fatto gli sarebbe piaciuta, avrebbero messo anche negli altri locali quel videogioco. “Di che si tratta???” Disse Ciop all’uomo. “E’ una avventura in tre dimensioni, dove tu sei uno di quelli scoiattoli che si vedono ogni tanto in tv, come si chiamavano? A si! Cip e Ciop. Da quando la Disney ha fatto uscire quei giornali, tutti i ragazzi della tua età ne vanno pazzi.” Ciop sentendo che si trattava proprio di lui, disse subito che voleva provare quell’esperienza. Allora un altro uomo, si avvicinò e gli fece delle domande molto strane del tipo se soffriva di cuore o di epilessia. Ciop che non ne sapeva niente disse che non aveva mai sofferto di queste cose. Allora l’uomo lo portò su una piattaforma e gli disse di indossare un guanto e un casco.

 

Intanto Alen, era da Terry, che proprio in quel momento si era alzata dal letto, perché non si sentiva bene. Alen, prima di andare via si assicurò che la poveretta non avesse bisogno di nulla, e poi la invitò ad andare quella sera da lui, perché le avrebbe raccontato quello che gli era accaduto per strada; poi sentendosi un po’ inquieto, come se avesse avuto un presentimento, la salutò e baciandola disse che doveva tornare verso la sala giochi, perché aveva lasciato Ciop a giocare, e non sapeva cosa stesse facendo, ed era molto preoccupato. Terry gli disse: “Hai lasciato Ciop da solo? Ma sei matto?” Alen si avvide di quello che aveva fatto e salutando Terry se ne andò via di corsa.

 

Ciop, intanto, aveva indossato il guanto e il casco, e l’uomo gli disse di non preoccuparsi se era buio, perché era normale. Ad un tratto Ciop sentì dalle cuffie l’uomo dire di premere col dito un pulsante rosso che era comparso. Ciop vide il pulsante rosso andargli addosso, ed ebbe paura ma lo premette lo stesso. Ad un tratto, si vide proprio nel suo mondo. Gli alberi, le nuvole, il cielo. Ciop cercò di andare verso il suo albero, ma appena arrivò, vide che Cip era in pericolo, e vide se stesso dormire sotto un albero. Il povero Cip gridava da sopra l’albero, e diceva di andarlo a salvare; ma proprio in quel momento, dietro un albero uscì Paperino, che puntò una pistola su Cip. In quell’istante Ciop, si lasciò andare un sonorissimo “ATTENTO FRATELLINO !!!!!!!!”, che fece tremare tutta la sala giochi, e virtualmente tentava di raggiungere l’albero per disarmare Paperino che rideva e rideva, con degli occhi rossi da far paura, ma inciampò, e si trovò per terra senza potersi muovere. Paperino sparò un colpo e Cip cadde dall’albero. Ciop credette che Cip fosse morto veramente, tanto che non resistette più, e si mise a piangere in maniera dirotta, cadendo nella realtà sulla piattaforma, gridando. Tutti quanti vedendo la scena, si precipitarono li, e andarono a togliere il casco a Ciop, mentre qualcuno gridò di chiamare un medico. Appena l’uomo della Disney, tolse il casco a Ciop, si accorse che era bianco da far paura, e stringendoselo al petto chiamava aiuto. Intanto Ciop che era ancora sotto shock, chiamava continuamente Cip piangendo. Allora qualcuno malignamente disse: “Ecco cosa succede a leggere troppi fumetti ed a vedere troppa tv, ci si resta secchi!” L’uomo della Disney, chiedeva a tutti i presenti se ci fosse qualche parente di quel ragazzo che era stato male, ma non trovò nessuno.

 

In quell’istante arrivò Alen e vedendo tanta folla accalcarsi verso la macchina della realtà virtuale, il suo presentimento si trasformò in certezza, e andò di corsa verso la macchina, spingendo tutta la gente, gridando: “LASCIATEMI PASSARE! E’ UN MIO AMICO!”. Ciop nel vedere Alen arrivare, diede uno spintone all’uomo della Disney e raggiunse Alen, dicendo buttandosi sul suo petto: “CIP E’ MORTO!!!! E’ MORTO!!!!” Alen nel sentire questo si avvicinò all’uomo della Disney, e disse: “Che cosa gli avete fatto?” E l’uomo rispose che lo aveva solamente fatto giocare alla realtà virtuale, e che nelle domande preliminari, lui non aveva detto di essere soggetto a tali disturbi. Alen, che voleva vederci più chiaro, prese il casco da terra, e se lo portò sul viso, e vide la scena finale. Capì tutto, e togliendosi il casco, andò verso Ciop che era appoggiato su un videogame che piangeva e gli disse di uscire con lui dalla sala giochi. Sull’uscio un ragazzo gli domandò se aveva bisogno di qualcosa, ma Alen rispose che non avevano bisogno di niente.

 

Nella sala giochi, c’era anche Roger che aveva assistito a tutto il fatto, e assicurandosi che Alen e Ciop fossero andati via, prese fra le mani la sua fida ricetrasmittente, e chiamò la base.

 

Intanto i due avevano girato l’angolo e Ciop ancora piangeva. Alen cercò di capire quello che era successo (anche se già lo sapeva) e chiese a Ciop: “Cosa è successo?” E Ciop: “Alen aiutami!!!! Ho visto morire Cip!!! CIP E’ MORTO!!!” E giù di nuovo a piangere. Alen capì che Ciop era sconvolto e cercò di calmarlo: “Ciop! Quello era soltanto un videogioco! Un gioco capisci! Non è successo niente a Cip, stai tranquillo!” Ma Ciop non resisteva un secondo senza piangere. Il povero Ciop, aveva visto morire Cip, però non aveva capito che si trattava di un gioco. “Alen, ti prego aiutami!!! Era troppo reale per essere un gioco, e quello che ho visto non mi piace per niente!!! Ho visto me stesso dormire, mentre Paperino uccideva con una pistola il mio fratellino!!!” Alen spiegò che era andato a giocare con una macchina che creava un mondo generato da un computer, e quindi non poteva essere vero. Ciop a quel punto, un po’ singhiozzando, un po’ piangendo, si calmò ed esclamò con un sorriso di liberazione: “Allora era tutto uno scherzo???” “Ma certo, che cosa credevi che fosse morto veramente?” Disse Alen, ma neanche lui era convinto che non fosse successo niente e tremava sotto i baffi, giurando a se stesso di non lasciare mai più Ciop da solo.

 

Intanto Roger era ritornato alla ‘ base ‘, e raccontò per filo e per segno, tutto quello che aveva visto e udito nella sala giochi.

Tutti gli ‘ agenti ‘ degli ‘ Agenti Speciali ‘, accolsero con un applauso la notizia e dissero che da quel momento in poi avrebbero tenuto d’occhio quel ragazzo, che a parer loro era proprio quello che credevano.

 

Alen e Ciop, in quel momento erano arrivati in casa, e accesero la televisione. Dopo qualche spot pubblicitario, ci fu il notiziario, e la persona che conduceva, incominciò subito col dare questa notizia: “Come avevamo annunciato stamani, il fenomeno Cip & Ciop sta dilagando in modo vertiginoso. Le autorità della Walt Disney Corporation, assicurano il tutto esaurito nelle sale cinematografiche, per la proiezione dei films dei suddetti personaggi. La borsa di Wall Street, segna un aumento dell’acquisto di titoli finanziari della società Disney. Però non tutto è andato liscio; poco fa, era stato assemblato in una sala giochi, il nuovo videogame in realtà virtuale, dei simpatici scoiattoli, ma c’è stato un incidente, poiché il ragazzo che l’aveva provato si è sentito male. I tecnici della Disney Software, hanno riferito che il malore non è stato in alcun modo provocato dall’uso di questo gioco. Adesso passiamo alle altre notizie…” Figuriamoci come restarono, sia Alen che Ciop. Ciop non poteva credere alle sue orecchie, e Alen era li, li per chiamare al telefono Terry, ma non lo fece, credendo che se lei avesse avuto quest’altra notizia, si sarebbe sentita male di nuovo.

 

Dopo un’oretta, Alen e Ciop, si erano seduti sul divano e discutevano sul fatto che era accaduto. Una scampanellata alla porta fece rizzare in piedi Alen, che subito andò ad aprire. Dietro la porta , c’era un ragazzo che chiedeva di Henry. “Ciao Alen. Henry è in casa?” Chiese il ragazzo, che era nientedimeno l’amico che Henry doveva andare a trovare la sera in cui aveva visto cadere la famosa stella. Alen rispose confusamente: “No… non c’è…” “E non sai dov’è andato?” Chiese l’amico insistendo, “Non lo so… ma ti chiede scusa per non essere venuto a trovarti quando avevi la febbre.” Disse Alen con molta dolcezza. “Oh, non fa niente, piuttosto dovrei lasciargli queste riviste che mi aveva prestato; lui ci tiene molto, e se sapesse che le ho date a te, sicuramente mi rimprovererebbe, perché Henry mi ha detto che se tu le avessi viste, ti saresti arrabbiato.” Disse il ragazzo con un po’ di paura. (Bisogna sapere che il ragazzo aveva visto molte scenate fatte da Alen a suo fratello, per colpa dei giornali che tanto amava, e non c’è bisogno che vi dica di quali giornali si tratta.) “No! Ora non mi arrabbierò più! Te lo assicuro! Da ora in poi, sarò il fratello che ha sempre desiderato.” L’amico di Henry, rimase molto stupito di quella risposta, e salutando Alen, guardandolo in modo molto strano, se ne andò, consegnandogli le riviste.

 

Nel frattempo, Terry, sentendosi meglio, si recò a casa dei nostri due amici, i quali erano ancora sconvolti, ma lungo la strada incontrò la sua migliore amica Jasmine, che era ancora arrabbiata per il fatto successo all’università. “Ciao Jasmine!” Disse Terry con aria mansueta, “Ah! E’ così che mi saluti? Lo sai che per colpa tua, io quasi quasi, sono stata espulsa dalla lezione, e mi sono persa l’esperimento di biogenetica! Non ti capisco proprio! Il Professor Bill, era molto arrabbiato con me!” Terry, rimase mogia mogia, e guardando l’amica le disse che si scusava e che tutto quello che le aveva detto era vero. Jasmine rispose che le avrebbe voluto credere, ma che era praticamente impensabile che Ciop, essendo un cartone animato, fosse veramente giunto nella loro città, ma poi calmandosi, le prese la mano e le sussurrò: “Terry. Io mi devo scusare con te per tutte quelle cose che ti ho detto. Non le pensavo veramente!” “No! Sono io a chiederti perdono per averti mandato via in quel modo. Non ti chiedo di credere a quello che ti ho detto, però sappi che è la pura verità!” Rispose Terry con dolcezza. A questo punto Jasmine, anche non credendo ad una parola di Terry disse: “Va bene Terry! Noi due non possiamo dividerci così, e per delle sciocchezze. Ma dimmi, tutto questo a me sembra proprio incredibile. Come può Ciop essere arrivato fino a noi?” “Vedi Jasmine, non so come sia potuto accadere, ma ho le prove certe che quel che dico è la verità. Il ragazzo che ha detto di chiamarsi Ciop, sapeva tutto sul mondo dei cartoni animati.” Disse Terry, spiegando il fatto con molta ingenuità. Jasmine, però vedendo che Terry era davvero convinta di quello che diceva, gli venne il dubbio che fosse impazzita e le domandò assecondandola: “Terry, che ne dici di farmi venire con te da quel ragazzo?” Terry per un momento restò immobile e non disse niente, ma poi con un sorriso disse: “Andiamo!” Jasmine, dimostrò di essere contenta di andare con Terry, ma non le credette per un solo istante.

Si misero in cammino verso la casa di Alen, e Terry non la smetteva più di raccontare all’amica la storia che, come diceva lei, aveva visto con i suoi occhi, e raccontava quelle cose con tanto entusiasmo che la povera Jasmine avrebbe voluto, invece di andare a casa di Alen, portare Terry da uno psicanalista.

 

Giunti davanti al portone, Jasmine, non volendo fare una brutta figura con Alen ed eventualmente con Henry, disse: “Suono io, se non ti  dispiace Terry.” E suonò al campanello. Fu proprio Ciop ad aprire, e Jasmine nel vedere un’altra persona aprire la porta fu colta da un dubbio atroce, ma siccome non aveva creduto ad una parola di Terry, disse subito allo sconosciuto per togliersi questo dubbio dalla testa: “Ciao. E’ in casa Henry?” Ciop non seppe come risponderle, e scrollando il capo disse confusamente: “Henry, Henry in questo momento non c’è!! Però se vuoi ti faccio parlare con il suo fratellino!!” Jasmine, non contenta della risposta data dal ragazzo, gli domandò a bruciapelo: “E dov’è ora Henry?” “Non lo so!! Credo che…” Ciop si bloccò sul più bello e non riuscì più ad andare avanti, per paura che gli uscisse qualcosa di bocca. Terry, in quel momento prese la parola e disse: “Ciop, non ti devi preoccupare, questa è una mia amica, con lei puoi parlare liberamente.” “Ah si??” Disse quello con voce tranquillizzata, “Certo!” Rispose Terry, e subito fece entrare le due amiche in casa. Appena dentro Terry, chiese dove fosse Alen, e Ciop rispose che era uscito un momento per andare a fare la spesa. Jasmine seguiva tutti i discorsi ancora non convinta che quel ragazzo che sembrava normale, fosse quello che andava raccontando Terry, però il fatto che Terry avesse chiamato quello sconosciuto Ciop, le fece credere che il ragazzo e la sua migliore amica, si fossero messi d’accordo.

 

 

In un altro posto della città, Alen al supermercato, stava riempiendo il carrello con tante cose buone da mangiare, e si affrettava per uscire, ma al parcheggio, un ragazzo, vestito in tuta con un foulard al collo, si avvicinò a lui con un po’ di timore e chiese con voce flebile: “Alen sei tu?” “Certo!” Rispose Alen, e il ragazzo: “Ho sentito dire che a casa tua, è arrivato…” disse il ragazzo, ma Alen capì subito di che cosa stava parlando, e lo interruppe subito: “No! Non è arrivato nessuno a casa mia, e non so neppure di che cosa stai parlando!” Ma il ragazzo riprese subito: “Di me Alen, ti puoi fidare, io non sono come gli altri in questa città. Io ho vissuto un’esperienza simile a quella di tuo fratello Henry. Poco tempo fa, sono stato nel mondo in cui ora c’è tuo fratello. Non so perché, ma una mattina mi sono ritrovato ad essere una volpe, e immerso proprio in una storia.” “E COME SEI RIUSCITO A TORNARE?” Disse Alen con voce alterata, credendo alle parole del ragazzo. “Anzi tutto io mi chiamo Scott. Sono riuscito a tornare solo cinque giorni fa, senza rendermene conto, mi sono ritrovato a casa mia, nel mio letto.”. Alen ascoltò tutta la storia con il fiato sospeso e vedendo che il ragazzo diceva sul serio, gli diede appuntamento per quel pomeriggio a casa sua.

 

Intanto Terry, Jasmine e Ciop erano ancora in casa ed a Jasmine venne voglia di fumarsi una sigaretta, e dopo aver estratto dalla borsa il pacchetto, ne offrì una senza pensarci, sia a Terry che a Ciop. Ciop che non aveva mai fumato in vita sua, esitò per un primo momento ad accettare l’offerta, ma le continue sollecitazioni di Jasmine, lo spinsero ad accettare. Così le due ragazze si misero a fumare, e Ciop a guardarle stupito come se non avesse mai visto fumare in vita sua, (infatti era proprio così.)

Jasmine allora disse a Ciop di mettersi la sigaretta in bocca perché la doveva accendere. Quello si infilò senza pensarci, la sigaretta in bocca al contrario e disse velocemente: “Accendila presto!!!”. Nel vederlo così, le due ragazze si misero a ridere a crepapelle, e, Terry ridendo gli disse: “Ciop devi girare la sigaretta! Devi metterla in bocca dalla parte del filtro!” “Ah si??” Disse Ciop arrossendo, perché aveva fatto una brutta figura, e volendo recuperare la girò dal verso giusto. Jasmine si avvicinò a lui e gli accese la sigaretta. Ciop restò per un momento senza fare niente, e ci volle Terry a dirgli che bisognava respirare il fumo. All’inizio Ciop non seppe respirare, ma dopo tante e tante prove riuscì, e si respirò mezza sigaretta in una volta sola. Inutile dire che si mise a tossire in un modo pauroso, e dopo che gli fu passato, disse a Terry e a Jasmine che stava male e che gli veniva da vomitare. In quell’istante arrivò Alen che vedendo la scena, si mise le mani ai capelli gridando come un ossesso: “TERRY! CIOP NON HA MAI FUMATO!” Terry, si rese conto del grande sbaglio che aveva fatto, e si voltò verso Ciop che ad un tratto si alzò correndo, e tenendosi la mano sulla bocca, si chiuse in bagno. Terry, Jasmine e Alen corsero subito verso la toilette, e tentarono di aprire la porta, ma Ciop si era chiuso dentro a chiave. Allora Alen disse con voce paurosamente agitata: “Presto! Bisogna fare qualcosa! Provo a sfondare la porta!” Infatti così fece. La scena che si presentò davanti agli occhi dei nostri amici era la seguente: Ciop curvo sul water con gli occhi di fuori e la faccia verde da fare paura. Alen prese Ciop e lo distese per terra, e tentò di rianimarlo mentre le due ragazze gridavano e si agitavano.

Quando Ciop riprese conoscenza, e vide Alen sopra di lui che cercava in tutti i modi di fargli riprendere coscienza, fu preso da una crisi di pianto, e piangendo diceva: “Oh, Alen!! Mi dispiace!! Io non sapevo…!! Ho creduto di morire!! In quei momenti non pensavo altro che a Cip e a tutto il male che vi ho cagionato!!! Scusami ti prego!!!” “No Ciop! tu non hai colpa, e neanche Terry e…” Alen si avvide che oltre a Terry, c’era anche Jasmine, e diventò anche più verde di Ciop, e non poté finire la frase, ma disse velocemente senza fermarsi: “Cosa ci fa Jasmine qui?” Terry prese la parola e disse: “Non ti devi preoccupare Alen. Jasmine sa tutto e non dirà una parola con nessuno di quanto ha visto e sentito.” Jasmine stava ferma ferma, e non osava dire una parola, visto che ormai le sembrava di essere entrata in un manicomio, e pensava tra se e se: “Anche Alen partecipa allo scellerato gioco di Terry. Non mi convince!” Jasmine era la migliore amica di Terry, ma era anche, pensate un po’, la sorella di quel monello di Roger.

 

 

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